A quest’ora dovrai aver letto la notizia: sarà stata colpa dell’ultima ondata di caldo torrido estivo ma tutto ad un tratto la lira turca si è sciolta come neve al sole.
La notizia ha conquistato di prepotenza le prime pagine dei giornali che hanno già avuto modo di scaricare la loro eccitazione elucubrando su cause ed effetti del crollo della lira turca:
- frutto di un errore di valutazione del suo dispotico presidente o regolamento di conti internazionale?
- fare parte dell’Euro può proteggerci da uno scenario simile?
- quali le prossime mosse?
Qualsiasi sia la risposta a queste domande, una cosa è certa: la crisi della Turchia ti riguarda più di quanto immagini.
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Cosa aspettarsi nel breve termine
Inutile indorare la pillola; la situazione è drammatica.
E’ drammatica per le famiglie turche che tra poco vedranno l’inflazione mangiarsi i risparmi di una vita frutto di sacrifici e dedizione; drammatica per le aziende che dovranno fare i conti con costi di approvvigionamento più alti, dazi sul venduto, e, per i più fortunati che potranno averne, di profitti risicati all’osso.
Drammatica è la situazione sia dei lavoratori, che si divideranno fra mobilità ed il licenziamento, e dei risparmiatori a cui il governo si rivolge chiedendogli di consegnare l’oro che possiedono come sacrificio sull’altare della patria.
Si rivelerà un dramma anche per i dimostranti, quelli che si lasciano condizionare dalla contro-propaganda di Erdogan, che si fanno fotografare per strada mentre bruciano una banconota da 100 dollari e che ignorano quanto utile sarebbe potuta tornargli entro breve.
Ottanta milioni di persone stanno per sperimentare qual è il prezzo da pagare per aver sconsideratamente concesso allo stato il lusso di stampare valuta di carta a piacimento e spenderla come se non ci fosse un domani: l’unico neo delle valute di carta che popolano il mondo di oggi è che hanno valore fino a quando si ha fiducia in esse e le si usa per scambiare beni e servizi.
Quando questa svanisce, anche il valore stesso evapora: come accaduto alla lira turca in meno di una settimana.
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Cosa può accadere nell’Area Euro
Viviamo in un mondo interconnesso, un villaggio globale dove lo starnuto di un febbricitante può degenerare in una epidemia letale per tutti gli altri individui sani.
In Europa si sta facendo strada la paura del contagio e cioè che le perdite di cui soffriranno tutti coloro che hanno investito in aziende o asset turchi si propagheranno come un’onda in tutti i settori finanziari, colpendo fondi pensione, fondi sovrani e perfino i privati che avranno aperto un conto di risparmio gestito.
Il caso Turchia renderà evidente anche la situazione critica in cui versa l’area Euro: un insieme di nazioni dal PIL stagnante che non è nella condizione di ripagare un solo centesimo della marea di debito accumulato ed un settore bancario talmente invischiato in quello statale che ogni misura verrà presa perché gli interessi di pochi, ricchissimi banchieri sopravvivano all’annullamento di quelli dei tanti con scarsa preparazione finanziaria.
L’Europa è perdente in partenza: prese di posizione contro la politica auto-distruttiva ed ostile degli Stati Uniti porteranno a nuovi dazi e sanzioni che di conseguenza accelereranno l’irrimediabile frattura dell’unione monetaria e politica europea.
Ed allo stesso risultato porterebbe anche il continuare ad assecondare gli Stati Uniti, a riportargli il bastoncino tutte le volte che lo lanciano nella speranza che ci sia qualche croccantino premio.
A Washington hanno deciso di demolire qualsiasi ostacolo che si presenterà tra loro ed il petrodollaro, sia esso un avversario, un paese neutrale o perfino un alleato.
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Perché tenere d’occhio l’evolversi della situazione turca
Ed eccoci al cuore del problema e cioè il perché la crisi della turchia ti riguarda direttamente.
L’interesse che dovrebbe suscitare in te quanto accade in Turchia deriva dal fatto che Ankara, Venezuela e Iran, le nazioni in balìa delle più clamorose crisi finanziarie, stanno tutte seguendo lo stesso identico copione, seppure a velocità diverse.
Alla luce di ciò, dovesse mai accadere qualcosa del genere anche in Europa, come pare essere proprio il caso, la crisi turca può servirti come sfera di cristallo da cui potrai conoscere in anticipo il destino a cui stiamo andando incontro e le azioni da compiere per non farti trovare impreparato quando sarai faccia a faccia con l’ombra della recessione.
Qui di seguito, perciò, ti presento una copia dello script che siamo stati in grado di individuare nelle crisi economiche che divampano in in queste nazioni ai tre angoli del globo, un vero e proprio copione di come si sviluppano gli eventi
1) conflitto di interessi
Tutto inizia da una situazione in cui gli interessi nazionali e quelli statunitensi, sono diametralmente opposti e risultano di tale importanza strategica che la parte più debole non è disposta a piegarsi al volere della più forte (per comprendere di che tipo di interessi parliamo, clicca qui). Questo stallo accresce le tensioni fra le nazioni che cominciano un confronto a distanza fatto di dichiarazioni azzardate, minacce velate da consigli, sanzioni minori.
2) rimpatrio/accumulo di oro ed il debutto delle sanzioni
Le riserve auree, se ancora sconsideratamente detenute fuori confine, vengono rimpatriate o dislocate su territorio neutrale e timidi consigli sulle misure che il singolo cittadino dovrebbe adottare per proteggersi da un non ben precisato rischio di difficoltà economica vengono dati alla popolazione. Con l’evidenziarsi dell’empasse, le minacce si trasformano in accuse [che siano veritiere non ha importanza] e le vere sanzioni fanno il loro ingresso sulla scena.
3) flash crash e la carta patriottica
Come i mercati cominciano a fare tonfi per cui anche i mass media cominciano a trattare la notizia, faranno il loro debutto gli appelli al boicottaggio dell’avversario ed alla espropriazione volontaria dei beni che si era precedentemente consigliato di acquistare.
Nelle settimane successive, cascheranno nel tranello tanti asini quante sono le gocce di pioggia sui prati dello Yorkshire ad ottobre: in molti consegneranno le valute estere e l’oro in loro possesso nella convinzione di essere utili alla causa nazionale mentre, in realtà, non staranno facendo altro che scavarsi la fossa con le loro mani.
4) adozione di misure straordinarie
Da questo momento in poi, con l’aggravarsi della situazione, faranno il loro esordio prelievi forzosi, razionamenti dei conti correnti e tasse straordinarie.
5) speculazione, iper-inflazione e mercato nero
La fiducia nella moneta si consumerà ad una velocità che non sarà inferiore a quella con cui i prezzi tenderanno a salire, le bolle a scoppiare e i fallimenti riportati a registro: gli speculatori (le banche estere) opereranno in short per spremere ogni singola goccia di profitto dalla crisi, la banca centrale stamperà quantità abominevoli di moneta, lo Stato la svaluterà costantemente mentre le persone comuni eleggeranno da sé la moneta alternativa che faciliterà gli scambi tra privati e che troverà largo uso in un fiorente mercato nero.
6) il (lento) cammino verso la normalità
Tutto questo durerà fino a che gli eccessi non saranno riassorbiti, i debiti azzerati ed il denaro nuovamente in grado di conservare stabilmente il proprio valore nel tempo.
Ma tutto ciò non potrà avvenire se non a costo di grandi sofferenze per la persone comuni [tra cui non può essere esclusa la carenza di cibo] che dovranno compensare i periodi di enorme benessere ottenuto nei decenni di interventismo statale e facili debiti (per una analisi più approfondita del concetto di debito clicca qui).
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Cosa rimane da fare?
Fare lo struzzo e ficcare la testa sotto terra per non vedere ciò che non ti piace e fingere che non esista, come tanti hanno preferito fare fino ad ora, non servirà a nulla: la Turchia non è un instabile paese sudamericano, né una nazione asiatica di secondo piano che soffre degli embarghi statunitensi ogni paio d’anni.
La Turchia è una nazione dell’Europa continentale, industrializzata, tecnologicamente avanzata, regolatore del traffico commerciale con le nazioni che si affacciano sul Mar Nero e parte della NATO di cui è tra gli esponenti più capaci.
La crisi turca racconta di noi, perché la Turchia ha più punti in comune con l’Europa di quante siano le differenze che i giornali ripropongono a non finire per trovare una giustificazione a quanto sta accadendo.
Per chi volesse salvaguardare il bene proprio e della propria famiglia in una situazione come quella turca, venezuelana o iraniana, non c’è nulla di più efficace dell’investire almeno una parte dei propri risparmi in metalli preziosi quali oro ed argento fisico.
Ne sono consapevoli gli iraniani che stanno facendo man bassa di oro presso qualsiasi operatore, orafo, numismatico o gioielliere, lo stanno imparando proprio ora i turchi nel vedere l’oro rispondere ai tonfi sordi della lira (vedi grafico in alto) e l’hanno imparato, troppo tardi purtroppo, anche i venezuelani, la cui inflazione ha raggiunto livelli che in Europa polverizzerebbe ogni ammortizzatore sociale, pensione o libretto risparmio e porterebbe un caffé espresso a costare un intero mese di stipendio.
Se desideri non farti trovare impreparato alle trasformazioni che hanno già iniziato a sconvolgere l’equilibrio economico mondiale e la vita di centinaia di milioni di persone, è bene che tu sappia che il tempo a tua disposizione è agli sgoccioli mentre la mole di conoscenze da acquisire per proteggere con efficacia il tuo patrimonio investendo in metalli preziosi è enorme.
"PRIMA DI INVESTIRE IN ORO" 6 verità che ti hanno sempre nascosto
Stai per scoprire gli ingranaggi che muovono il mondo del denaro oggi. E come, e perché, l’oro ne è maledettamente collegato.
12 risposte
Seguo Roy dal 2012, e tuttl pare puntualmente avverarsi.
ottimo, ma da ignorante mi pongo una domanda: l’oro italiano in parte depositato negli stati uniti ( così sembra) che fine fa’ esiste ancora?
Caro Vincenzo, l’oro italiano al miglior prezzo medio recente vale circa € 90 milardi. Il debito pubblico 2300 perció il 4%. L’Oro é un paradosso. Nel 1999 la Banca d’Inghilterra che se ne voleva sbarazzare ne vendè molto e per conseguenza il prezzo crollò ulteriormente. Poi le banche centrali si accordarono a mantenerlo e ogni stato sovrano promulgó Leggi per consentire l’acquisto libero di oro anche ai privati investitori. Solo nel 2004 peró il prezzo si é effettivamente mosso fino alle attuali quotazioni ma grazie all’introduzione dei primi contratti di carta GLD. Trai le tue conclusioni e verifica ció che ti ho accennato,
Caro Gennaro perché non parli più del valore dell’oro che scende ogni giorno di più contrariamente alle tue previsioni che l’oro doveva fare sfracelli nel 2017-2018.
Grazie.
Ciao Carlo, presto porterò un aggiornamento anche qui in chiaro sul blog. Organizzerò un webinar in diretta, quindi fai in modo di esserci.
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Penso che quanto riportato in questo articolo sia verissimo. Ora mi chiedo: perché accade tutto questo? In altri termini: qual è il motore primo, la prima ragione di tutto questo? Dove sta andando l’umanità? Si può, e come, evitare il peggio (per tutti anche chi, inconsapevole dell’esito finale di tutto ciò per la sua famiglia nel medio-lungo termine, oggi fa parte della schiera dei sostenitori di questa involuzione)? Se si, come?
Grazie molte a tutto lo Staff di DeshGold.
Non temere Paolo, non accadrà niente a te e alla tua famiglia. Come vedi soltanto ieri ti dicevano che eravamo sull’orlo di una guerra atomica con Nord Corea e vicini…… oggi non se ne parla più ed é iniziato un percorso di pace e prossima prosperità. Il Venezuela é cosí (come altre dittature sudamericane) evolverà lentamente ma per quanto disagio interno dovrà causare non ci sono caratteristiche macroeconomiche che possono proiettare effetti oltre i propri confini. Meglio cosí…– forse….. rispetto ai periodi nei quali si tende a nascondere sotto il tappeto il problema all’opinione pubblica. Il medio oriente si deve raffreddare per definire prossimamente una pace e le teste ancora calde necessitano di un taglio di capelli. Qualcuno lo deve fare !! Buana Vacanza
La situazione turca impone alcune riflessioni:
la correlazione statistica tra oro e lira turca pare inesistente.
Ed anche in questo periodo non pare che l’oro brilli, come dovrebbe, in caso avesse chissà quale correlazione con certe crisi.
La crisi turca viene peraltro da lontano: basta considerare che è almeno dal 2017 che la curva dei rendimenti è negativamente invertita, tipico indicatore, spesso infallibile, di come stanno realmente le cose.
Quindi i dazi o quant’altro, altro non hanno fatto che incrementare già una situazione di crisi, che però non è stata originata da fattori esogeni.
Da cosa è dipesa?
Qui pare che i teutonici abbiano occasione per dire: avevamo ragione con Maastrict, per evitare situazioni come la Germania di Weimar.
Quando non c’è convertibilità aurea, o in altro metallo, il controvalore della moneta dipende dal pil.
Se si immette nel sistema nuova moneta in misura percentuale superiore all’incremento del pil, il valore non può che scendere.
Ad esempio: facciamo 100 il valore del pil e 100 il quantitativo di moneta circolante.
Se il valore del pil passa a 200 ed il quantitativo di moneta circolante passa a 200, il rapporto resta in equilibrio.
Ma se il quantitativo di moneta, per esempio, passa da 100 a 150, ed il pil solo da 100 a 120, cosa succede?
Ebbene, 120/150=0,8, cioè la moneta ha perso il 20 per cento del proprio valore. Quindi:1/0,8=1,25, cioè si è realizzata un’inflazione del 25 per cento.
Infatti 1/1,25, ripeto, è uguale a 0,8.
Guarda caso sono le nazioni che si oppongono ai grandi esportatori di democrazia: gli Usa straindebitati molto di più di chiunque altro, ma che per ora riescono a scaricare i loro problemi a casa degli altri, con il dollaro moneta dominante a livello globale. Quando non riescono con la guerra a sottomettere un paese, dati i molti fallimenti anche recenti, lo fanno con la finanza.
Ci avevano provato anche in Russia, e quasi ci stavano riuscendo con quell’ubriacone di Elsin al potere, ma poi il popolo l’ha capito e non ci sono riusciti. Poi guerra commerciale alla Cina, un boccone troppo grosso che non riescono ad ingoiare. E l’Europa, la colonia Usa guidata da servi massoni, che non fanno altro che pagare le conseguenze dei disastri debitori Usa, come subprime ed altre bolle simili.
Due parole sui massoni, la classe elitaria che domina quasi tutto il mondo e che vuole il globalismo ad ogni costo; essendo dei satanisti ad ogni livello, detestano i metalli nobili, non solo per motivi economici, essendo l’oro il primo nemico della loro carta, e contro il quale non possono nulla, ma anche per “rituali” che seguono in nome di Baphomet.
Nessuno parla del crollo dell’oro che al contrario doveva fare sfracelli….. Grazie
Egon Von Greyerz ed altri del campo, parlano espressamente di rapporto tra oro cartaceo ed oro reale di 250:1, altri addirittura rapporti ancora più alti. Per ora i globalisti della finanza riescono a creare oro dal nulla, e condizionarne il prezzo, anche perché c’è gente che crede in quello finanziario, come se fosse reale.
L’oro ha un buon prezzo attualmente pari alle quotazioni di fine 2010. Non recupererà le vette in euro dell’agosto 2012 ma può mantenersi su questa fascia. Chi ha visto il crollo é Ethereum. L’oro finanziario é speculativo e volatile e questo coinvolge anche gli acquirenti del fisico. Le criptovalute sono altrettanto e maggiormente speculative e possono facilmente rovinare l’improvvido cassettista. Si puó far tutto !! basta sapere come !! ma é stupido dare la colpa al mercato ed ai suoi operatori più grandi se il proprio investimento non risponde alle proprie aspettative. Il problema sta nel manico !!