A detta di qualcuno starebbero passando ormai troppi mesi di quotazioni al ribasso, perché si possa tranquillamente continuare a parlare di mercato secolare toro dell’Oro.
Che l’investimento in metalli preziosi, dati e grafici alla mano, sia stato per il passato un ottimo affare, non vi è alcun dubbio.
Partito in sordina, il tempo e la costanza hanno premiato l’oro, rendendolo il cavallo vincente contro tutte le asset class per più di dieci anni.
Chi lo ha cavalcato fin dagli inizi del suo ciclo naturale, ha avuto la gratificazione di seguire un percorso avvincente, oltre che ottenere un più che convincente ritorno economico.
Oggi, a distanza di due anni e otto mesi dal tempo in cui l’oro raggiunse le massime quotazioni (arrivando a sfiorare la vetta dei 1900 $/oz), sembra che qualcosa si sia inceppato.
Non si può far finta di nulla.
E se l’oro dovesse scivolare verso i mille dollari l’oncia, non solo assisteremmo ad un ritracciamento di quasi il 50 % dai massimi, con l’avverarsi della “profezia” di Goldman Sachs, ma sarebbe concreto un ulteriore rischio al ribasso dei prezzi, in barba ai rendimenti in calo e contro la logica dell’aumento dei costi per lo sfruttamento delle miniere.
A quel punto la metamorfosi sarebbe quasi completa, e del cavallo di razza non rimarrebbero altro che gli ultimi sbuffi d’orgoglio, e l’incedere sarebbe quello goffo di un ronzino svogliato e claudicante, per chissà quanto tempo ancora.
Ma io non credo che questo scenario si verificherà, nonostante la minor lucentezza dell’oro.
Sono anzi fermamente convinto che la terza fase sia in dirittura di arrivo, e che non si tratti di farneticazioni da “gold bugs”.
II rischio che oggi semmai corre l’investitore in oro ed argento è quello di archiviare i massimi decrescenti degli ultimi tre anni come interminabili rimbalzi del gatto morto.
Un fatto è certo: l’oro sta scrivendo una delle pagine più brutte del suo ciclo secolare al rialzo. Sembrerebbe una storia costellata di insuccessi e fallimenti, se non conoscessimo il finale.
Mi viene in mente la storiella dei due matti che decisero di fuggire dal manicomio in cui da tempo erano rinchiusi. Essi sapevano che, per lasciarsi alle spalle la loro prigione, avrebbero dovuto scavalcare 100 alte e spesse mura…
Consapevoli di ciò non si persero d’animo, e si avventurarono nell’impresa. A fatica, con sacrificio e sudore, ne oltrepassarono 98 ma, al novantanovesimo sforzo titanico, annebbiati dalla stanchezza, presero una decisione: quella, infelice, di tornare indietro…
3 risposte
Eh si Donato hai scritto bene. Qui si cerca di convincere l’intero mercato che il rialzo del gold è terminato nel 2011 e ciò che lo attende è una grande moderazione come quella avutasi negli anni ’80. Tuttavia il gold durante la fase di moderazione di quegli anni scese lentamente mantenendosi sempre al di sopra dei costi medi di estrazione. E quando, nel 1999, le banche centrali si sentirono vincitrici sul gold al punto di decidere di liberarsene dettero inizio al ciclo del rialzo. Ma oggi siamo sui costi medi di estrazione e si vuole portare il suo prezzo più in basso. Prendo questo come aspetto di riferimento ma è chiaro che ce ne sono molti altri e di peso anche maggiore.
Per mia curiosità personale resto in attesa di cosa scriverà nei prossimi giorni, riguardo la produzione del gold per l’anno 2013 il dott. Thomas Chaize, che è convinto come Soros che il rialzo del gold è terminato nel 2011. Ho l’impressione che qualcosa non gli torna… e che presto dai movimenti di Soros sull’acquisto del gold trarrà le giuste considerazioni e correzioni. Vedremo.
Carino l’esempio dei due matti che devono superare il muro dei 100 mt. Che bei tempi quelli degli anni ’70 in cui ci si domandava chi fossero i matti noi o quelli dall’altra parte del cancello?
Oggi mi sembra che la sensibilità umana e la vitalità si siano ridotte drasticamente.
Ma questo è il nostro tempo e indietro non si torna!… vedi che i matti siamo noi?!
Riguardo alla FED non ho notizie di qualcosa che abbia fatto e sia stato un successo nel lungo termine. Ha prodotto sempre disastri maggiori di quelli che vi sarebbero stati lasciando al mercato il compito di ritrovare l’equilibrio. E poi bisognerebbe porsi la domada su quale sia realmente il suo scopo … che per me è argomento piuttosto ostico.
Adesso mi pongo un’altra questione. Le banche centrali stanno prolungando nel tempo questo ribasso dei metalli preziosi e io aggiungo anche del petrolio. Lo stanno facendo apparentemente per il bene comune di tenere insieme questo sistema finanziario che fa trarre ai loro azionisti grandi profitti e alle persone comuni l’apparente tranquillità che la situazione non precipiti. Ed è questo il nostro bene. Figuriamoci in che mani siamo. Questa loro azione che anche graficamente ricorda quella della grande moderazione successiva al 1980 è a mio giudizio fittizia, priva di valore e quindi porterà ad un movimento violento delle quotazioni dei metalli preziosi nei prossimi mesi.
Quindi io dico ai matti una sola cosa…. non tornate indietro!
Ciao Luigi,
gli occhi della mia mente vanno sempre a quel che successe a metà anni settanta, quando l’oro subì una correzione enorme e lasciò davvero moltissimi feriti ai margini della strada che portò al picco dell’80.
Non è il momento di gettare la spugna, che del senno di poi sono piene le fosse.
I matti di cui ho parlato nella metafora non siamo noi che testardamente continuiamo a credere che ci sarà una svolta epocale per l’oro e l’argento. Quelli sapevano di dover saltare cento ostacoli per assaporare la libertà, ed erano arrivati quasi al traguardo, ma la stanchezza impedì loro di scavalcare l’ultimo. Preferirono piuttosto ritornare indietro, e ne fecero altri novantotto a ritroso!
E’ un paradosso, ma è appunto questo ciò che vogliono i pianificatori centrali: portarci allo sfinimento, annebbiandoci la vista e impedendoci di raggiungere la nostra libertà.
Ciao Donato, avevo capito bene la metafora anche se ho scritto un muro di 100mt invece di 100 muri. Chiedo scusa. E sono perfettamente d’accordo con la metafora e con la situazione attuale del gold che ricorda quella della metà degli anni ’70. Il mio allargamento sulla questione della pazzia era solo legato ai ricordi di quegli anni che, malgrado l’ideologie, erano molto più creativi di quelli attuali.
Quando ho detto che questo è il nostro tempo e non si può tornare indietro era quindi in questo contesto che non aveva nulla a che vedere con la metafora ma ci faceva la rima. Sono un nostalgico di quegli anni ed in particolare della questione normalità e non normalità(pazzia). Oggi non ci si pone neppure … perchè siamo tutti normali… e l’umanità è più povera.
Ciao
Luigi