Quando muore il denaro muore la gente. E la rivolta in Egitto ne è un esempio lampante.
Da quando sono iniziati gli scontri in Egitto ancora non sono riuscito a leggere un articolo in cui si riesca a spiegare con consapevolezza ciò che realmente sta accadendo in quelle terre Nord Africane. Tantissimi giornalisti o esperti improvvisati tentano in tutti i modi di trovare la spiegazione al perchè della rivolta, ma è un continuo arrampicarsi sugli specchi.
Quando muore il denaro muore la gente. Ed un altro esempio lampante lo abbiamo avuto solo pochi mesi fa in Grecia. Anche lì la stampa mainstream non riuscì ad andare oltre la spiegazione che la colpa è tutta della speculazione.
La realtà è che siamo nel 2011 e ancora tante persone si ostinano a non capire che l’economia e le realtà sociopolitiche sono strettamente collegate. Come può un giornalista cercare di spiegare il perchè dei disordini in Egitto se non capisce nulla di economia?
Certamente Mubarak avrà tutte le sue belle colpe, ma come mai da tanti anni proprio ora il popolo Egiziano si è svegliato ed ha deciso di deporlo?
Ancora una volta la risposta è nell’economia. No signore, non andare a cercare altrove la risposta perchè non la troverai. La vera risposta sui disordini in Egitto è in questo grafico:
Quello che vedi qui in alto è il CCI index, ovvero un grafico che riassume i prezzi delle materie prime. Come puoi notare da inizio 2009 ha preso il volo.
Come ben sa chi ha letto “Prima di Investire in Oro“, questo grafico ci dice che il denaro sta morendo. Ecco perchè in Egitto sono in rivolta. La stampa indiscriminata e massiva di banconote degli ultimi 3 anni inizia a farsi sentire. E quando si stampano così tante banconote con una produzione che non riesce ad aumentare di pari passo, i risultati non possono che essere quelli che vedi in questo grafico.
Chi ha comprato oro 3-4 anni fa è riuscito a difendere il suo potere d’acquisto. Anzi è riuscito addirittura a guadagnarci da questa difficile situazione. Come ogni cosa, c’è una soluzione a tutto. E in questo momento storico forse niente riesce a dare una maggiore sicurezza e difesa del proprio potere d’acquisto come può fare l’oro.
In Egitto la gente non ce la fa più. Non riesce più a garantirsi i mezzi di sussistenza. Lavorare come schiavi per non riuscire quasi più nemmeno a mangiare. I prezzi delle materie prime stanno volando sempre più in alto. Ma le persone hanno bisogno di mangiare.
Ora, se è vero che noi occidentali riusciamo ancora (per poco) a sopperire ai continui aumenti dei prezzi dei beni (al momento in cui scrivo la benzina è tornata a circa 1.50 €/l), è vero anche che nei paesi più poveri, come quelli Africani, questi aumenti pesano come macigni sulla vita delle persone.
E così deposto Mubarak adesso c’è l’esercito che ha preso il comando. Domani magari ci sarà qualcun altro, ma quel che chiedono quelle persone che sono in strada a combattere non glielo ridarà più nessuno. Almeno nel breve termine.
C’è bisogno di un grande reset. L’economia così come l’abbiamo conosciuta in questi ulimi 30-40 anni è morta.
Si vive sempre più male e il mondo inizia a sentire sempre più bisogno di resettare tutto e ripartire. Non lo dico io. Lo dicono le rivolte in Grecia, in Portogallo, in Spagna, in Egitto.
Questo denaro sta morendo, e quando muore il denaro muore la gente. Proprio come è sempre accaduto in più di 2.000 anni di storia e il mondo se ne renderà conto col passare dei prossimi mesi.
Fino a quando una nuova alba porterà con se un nuovo denaro. E con la nascita di un nuovo denaro tornerà a nascere anche la gente…
2 risposte
Gran bell’articolo Genaro. Pieno di spunti di riflessione per chi come me cerca di trovare sempre le situazioni reali che stanno dietro un problema.
Vedrai che ben presto si scoprirà che dietro le proteste e le rivoluzioni africane e mediorientali ci sono degli agenti CIA sobillatori, agitatori, organizzatori e anche fornitori di armi.