Sulla rivoluzione silenziosa ed epocale in atto già da alcuni anni in Oriente, pensa a tenere informati gli addetti ai lavori Koos Jansen, divenuto ormai un punto di riferimento per analisti e traders di tutto il mondo. Nel suo ultimo studio, di cui ci limitiamo semplicemente a riportare i dati, ci fa sapere come, e quanto, la domanda d’oro cinese rimanga straordinariamente robusta anche nel 2014.
Il consulente di “In gold we trust” (per chi vuol leggersi l’articolo integrale) tiene costantemente sott’occhio le relazioni commerciali che si sviluppano settimanalmente allo SGE, in relazione alla domanda all’ingrosso di oro. Dall’inizio dell’anno (fino al 21 marzo) la domanda complessiva ammonta a 523 tonnellate di oro, con una media settimanale da capogiro, di circa 33 tonnellate.
In effetti è naturale chiedersi da dove provenga una tale quantità di oro. Il corridoio consolidato che ha, spesso per il passato, placato la fame di metallo prezioso del gigante cinese è stato quello che, partendo dal Regno Unito, attraversa la Svizzera, passa per Hong Kong, per giungere sulla terraferma.
E’ risaputo che la Cina è molto discreta quando si tratta di…dare i numeri circa il proprio commercio di oro. Il motivo di questo silenzio potrà anche essere intuibile, ma divulgare ufficialmente le esatte quantità di nobile metallo che sta accumulando a ritmi forsennati, potrebbe essere, in questa delicatissima fase, controproducente per la causa del Paese del Dragone.
Gli effetti di questi silenzi si avvertiranno nel lungo periodo, e quando l’Occidente se ne accorgerà, non potrà che essere troppo tardi.
Ad ogni modo, attraverso un paziente assemblaggio di dati incrociati, provenienti dagli altri Paesi, è possibile indirettamente risalire, sia pure approssimativamente, alla provenienza dell’oro stoccato in Cina.
LA DISTRIBUZIONE FISICA DELL’ORO DA OVEST A EST
Koos Jansen ci dimostra come l’esportazione di oro dal Regno Unito e la domanda cinese siano stati fortemente correlati durante il 2013. Egli ci fa notare che, nel corso del 2013, sono state esportate dall’UK un totale di 1.425 tonnellate di metallo prezioso.
Il picco dell’esportazione si è verificato nel corso del mese di maggio, quando ben 338 tonnellate sono state esportate per placare la fame orientale di oro, in coincidenza con il crollo del prezzo verificatosi, come si ricorderà, durante il mese di aprile.
Da allora le esportazioni dal Regno Unito rallentarono; analogamente anche la domanda cinese è scesa dai massimi senza precedenti del mese di aprile, pur rimanendo robusta per il resto dell’anno.
Con l’inizio dell’anno lunare la domanda cinese di oro ha ripreso a salire, come è possibile vedere dal grafico che segue.
Diamo un’occhiata alle nuove tendenze del commercio mondiale di oro, per l’anno in corso. Nel gennaio 2014 c’è stato un forte aumento delle esportazioni di oro netto dal Regno Unito, 143 (153?) tonnellate in totale, 118 tonnellate sono confluite verso la Svizzera e 33 tonnellate nette ad Hong Kong.
Continua ironicamente Koos Jansen: “E’ una sorpresa che si trovi ancora oro nei sotterranei di Londra. La maggior parte degli analisti pensava che a questo punto avrebbero dovuto essere praticamente vuoti alla fine del 2013”.
Tutto l’oro è stato esportato in Svizzera, rifuso in kilobars e inviato in Cina. Si era anche detto che, se anche vi fosse stato nuovo interesse per l’oro nel corso del 2014, di oro non ce ne sarebbe stato comunque più da vendere.
Ma l’ interesse per l’oro proveniente dalla Cina non è mai venuto meno, anzi. E non sembra fermarsi a questi prezzi.
Un’altra ragione per cui gli analisti pensavano che il Regno Unito fosse a corto di oro fisico era dato dal fatto che l’inventario GLD sembra essere stabile dall’inizio di gennaio a 22 tonnellate, dopo che, nel 2013 è drenato di 552 tonnellate. Si veda il grafico sotto.
UN REGALO DALLA SVIZZERA
Da gennaio c’ è una novità: la dogana svizzera ha deciso di snocciolare i numeri del proprio commercio di oro, cominciando a divulgare non solo il totale di scambi in oro e argento, ma specificandone l’export e import, distinguendo tra i vari Paesi.
Questo permette agli analisti di ottenere importanti intuizioni. Un piacevole effetto collaterale è che gli svizzeri pubblicano i loro dati molto prima di tutti gli altri.
La Svizzera ha importato complessivamente 477 tonnellate lorde di oro nei primi due mesi del 2014. Il più grande fornitore è stato il Regno Unito, quelli più piccoli sono stati il Brasile, Burkina Faso, Cile, Perù, Russia, Sud Africa e Stati Uniti. Il totale lordo delle esportazioni di oro svizzero in questo periodo ha rappresentato una quantità pari a 400 tonnellate.
Come possiamo vedere dal grafico, la Svizzera ha importato 118 tonnellate nel solo mese di gennaio, mentre a febbraio altre 114 tonnellate sono state spedite verso le Alpi. In due mesi la rete inglese ha esportato 232 tonnellate in Svizzera…
Qualcosa non torna. “L’oro che esce dal Regno Unito, a chi appartiene? Quanto oro è rimasto di proprietà degli inglesi che sia possibile vendere? E quanto invece ne è rimasto nei sotterranei della Banca d’Inghilterra, di proprietà di nazioni straniere? Probabilmente un paio di migliaia di tonnellate”, ci dice Koos Jansen.
Noi crediamo che lo faccia a ragion veduta.