Nella prima parte di questo studio ho approfondito alcune delle cause dell’inflazione, nella fattispecie, l’inflazione da aumento dei costi di produzione e l’inflazione causata da “regimi” di oligopolio e monopolio che distorcono la legge della domanda e dell’offerta (restringendo quest’ultima per fare lievitare i prezzi di beni e servizi, a scapito del cittadino e consumatore).
In questa seconda parte, prendo in considerazione altre due cause che provocano inflazione:
– l’inflazione monetaria;
– l’inflazione creditizia.
Se nelle due prime cause citate, come ho gia’ scritto, l’origine dell’inflazione non e’ direttamente imputabile all’espansione monetaria attuata da Banche Centrali ed Enti Governativi, nelle due cause che esamino, invece, l’inflazione e’ il riflesso delle politiche governative e degli istituti finanziari “centrali”.
L’inflazione monetaria e’ causata dall’immissione di troppo denaro (espansione monetaria) nell’economia.
Troppo denaro rispetto a cosa? Rispetto alla capacita’ produttiva del paese, alle sue dinamiche economiche e tecnologiche; troppo rispetto alla sua capacita’ di reperire materie prime nel mercato interno o esterno; troppo rispetto alla sua propensione imprenditoriale e alle potenzialita’ complessive del suo sistema industriale.
In genere (e senza generalizzare), riscontriamo inflazione monetaria durante le guerre o subito dopo le guerre.
Quando una nazione entra in guerra, lo Stato ordina alla Banca Centrale di espandere massicciamente la base monetaria; lo stesso fenomeno avviene a guerra finita.
Per quale ragione lo Stato ordina la creazione indiscriminata di moneta in questi frangenti? Per affrontare i costi straordinari e immensi di una guerra e per tentare di rilanciare la produzione a guerra ultimata.
In queste circostanze storiche, il sistema produttivo non e’ mai adeguatamente preparato a “recepire” l’espansione monetaria indiscriminata dei Governi e delle Banche Centrali.
Soprattutto dopo una guerra, i danni materiali causati dal conflitto, determinano condizioni produttive negative per i sistemi industriali, i quali non sono in grado di trasformare in alti livelli di produttivita’ la moneta immessa nel sistema, in modo tale da controbilanciarne l’espansione.
Il sistema industriale non e’ in grado, dunque, di assorbire il fiume dilagante di denaro drenato dalle Banche Centrali per aumentare la produttivita’; questo da luogo a lunghi periodi di inflazione o addirittura di iperinflazione.
Ti faccio un esempio estremo: la moneta ungherese (il Pengo), nel 1946, proprio dopo dopo la seconda guerra mondiale, sperimento un tasso di iperinflazione da capogiro.
Il secondo tipo d’inflazione, che ho definito “inflazione creditizia” e’ l’inflazione che ha conosciuto le sue origini dopo il 15 agosto 1971 (data in cui il Presidente USA Richard Nixon, senza l’approvazione del Congresso emano’ un provvedimento che recise la convertibilita’ del dollaro in oro).
Da quel momento, il dollaro e tutte le altre valute, sono diventate Denaro di Monopoli.
In quel giorno, Nixon apri’ di fatto la strada alla moneta virtuale (o a impulsi elettronici).
Il sistema bancario, sganciato il dollaro dalla “ricchezza reale” (ovvero dall’oro), comincio’ a emettere nel sistema economico e finanziario, una quantita’ esagerata di credito, sotto forma di concessione di linee di fido bancario, concessione di credito per speculazioni, emissione indiscriminata di carte di credito, di lettere di credito ecc.
Dopodiche’ e’ iniziato il piu’ grosso boom della Storia. Il “tutto” a debito e con valute “corrotte”, denaro tossico, in quanto soggetto a svalutazione e sganciato dalla produzione e ricchezza reale.
Questi flussi di denaro creditizio indiscriminato, danno origine a distorsioni della legge della domanda e dell’offerta, creando una “domanda artificiale e speculativa” di alcuni beni e assets, i quali cominciano a lievitare di valore, dando origine a veri e propri fenomeni inflazionistici.
Difatti l’eccessiva emissione di denaro creditizio (e quindi “virtuale”) e’ in grado di porre le condizioni per un’inflazione generale di alcuni assets; per esempio puo’ porre le basi per inflazionare il settore immobiliare, oppure aumentare vertiginosamente i prezzi delle azioni nelle Borse mondiali; si possono verificare aumenti indiscriminati nelle “commodities”, come grano, caffe’, petrolio ecc.
Un “sottoprodotto” dell’inflazione creditizia, e’ proprio l’inflazione da bolla finanziaria che descrivero’ nella prossima puntata.
Quando il meccanismo di concessione creditizia si amplia a dismisura, esso da origine al fenomeno dell’indebitamento generalizzato di un paese o una nazione.
Difatti i prestiti, i fidi, e le concessioni, inoltre, devono essere tutte ripagate con “Interessi” al sistema bancario.
Ma quando l’indebitamento di un sistema o una nazione, diviene “generalizzato”, diviene impossibile restituire il debito con gli interessi.
L’economia precipita in recessione (o in depressione a seconda della gravita’ dei casi), a causa dell’impossibilita’ per i debitori di contrarre ulteriore debito sotto forma di “credito bancario”.
Si crea, quindi, una prima ondata di “deflazione” (o meglio; di “demonetizzazione” del mercato) in quanto la maggior parte dei contraenti debiti, non e’ in grado di farvi fronte.
A quest’ondata di “deflazione” o “rarefazione monetaria” deve seguire necessariamente un secondo afflusso di denaro creditizio del sistema, che ha come scopo quello di fare in modo che i debitori ripaghino gli interessi al “sistema finanziario”.
A questo scopo, la Banca Centrale abbassa i tassi d’interesse e inizia a promuovere manovre espansive e stimola le banche commerciali a concedere ulteriori linee di credito al sistema economico indebitato.
Qundi: questo processo innesca in un primo momento la “demonetizzazione” del mercato con possibili ripercussioni deflazionistiche (in un’economia in recessione o depressione crollano i consumi, l’occupazione e la produzione; chiudono le aziende indebitate).
Successivamente, l’immissione di altro denaro creditizio nel sistema, spinge di nuovo al rialzo le tensioni inflazionistiche.
2 risposte
Grazie a ciò che hai scritto in modo molto logico e chiaro ho compreso un aspetto dell’economia che riflette la sitazione che viviamo attualmente. Infatti, malgrado le mie letture di differenti scuole di economia, keynesiane ed austriache, non riuscivo ad arrivare al nocciolo della questione. C’era il discorso della sovranità monetaria, da affidare allo stato o ad un ente pubblico-privato. C’era il discorso del denaro dato alle banche a costo quasi zero e quello dato da queste ai privati ad interesse che a volte si avvicina all’usura. Quindi ero confuso. Ciò che dici prendendo come esempio le guerre e l’inflazione creditizia ha chiarito i miei dubbi.
Siamo stati imbrogliati. I soldi dovrebbero adempiere allo scopo di scambio ed invece impongono periodi di inflazione e deflazione dove solo i più ricchi ne escono vincitori. E dove gli Stati in entrambi i periodi si indebitano. Sembrerebbe che lo scopo sia proprio il debito che permette così ai due opposti cicli di lavorare.
Con questo il sottoscritto non crede di risolvere i problemi dell’economia stampando denaro a piacimento tramite la Zecca di Stato ma il problemino della creazione del debito ce lo dovrebbero spiegare gli appartenenti a tutte le scuole di economia.
Grazie ancora per le informazioni che esponi con tue analisi Riccardo.
Ciao Luigi,
sono io che ringrazio te: con il tuo contributo costante, attento e preciso, aiuti ad arricchire i nostri forum, apportando riflessioni che innalzano la sostanza del dibattito.
Ciao
Riccardo Gaiolini
Analyst & Research
https://www.deshgold.com