ricchezza nel tempo

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Credi ancora che i tuoi risparmi siano al sicuro?

Una volta c’era il bail-out.

Una banca a rischio fallimento, poteva essere salvata dal Governo attingendo da fondi pubblici il denaro necessario, scaricando così l’onere del suo salvataggio su tutti i contribuenti.

In tempi ancora più remoti, invece, una banca rispondeva alle normali leggi di mercato ed era addirittura lasciata libera di fallire.

Oggi, le carte in tavola vengono ulteriormente mischiate da un nuovo documento della BCE.

Ma non ti agitare: per Draghi & Co. i tuoi risparmi sono ancora “al sicuro” nella tua banca “di fiducia”.

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Grazie alle più recenti leggi sulla stabilità finanziaria promulgate dall’Unione Europea, una banca sull’orlo del fallimento può prelevare denaro dai conti correnti dei suoi correntisti per ripagare i propri debiti.

In gergo tecnico, questa operazione è chiamata bail-in.

A tutela dei correntisti meno facoltosi, però, l’Unione si è passata una mano sul cuore ed ha costituito il fondo interbancario di tutela depositi garanzia di tutti quei conti correnti contenenti meno di 100.000 euro.

In questo caso, al verificarsi di un bail-in, le somme prelevate da questi conti correnti sarebbero state rimborsate dall’Unione, attingendo il denaro dal fondo di garanzia.

Sorvolando sul fatto che, in caso di fallimento di un istituto di dimensioni medio-grandi, il fondo di tutela non sarebbe riuscito a coprire la totalità dei depositi compromessi, passiamo alla notizia di oggi.

La nuova, malsana idea partorita dalla BCE è quella di privare tutti i conti deposito ­ – anche quelli con somme inferiori a 100.000 euro – della protezione bancaria di cui ora godono.

E’ difatti opinione ufficiale della Banca Centrale Europea che il meccanismo di protezione dei depositi bancari non è più necessario.

Tale protezione risulta superflua perché la “ripresa economica” che stiamo vivendo semplicemente non ne giustifica più l’esistenza.

Salvo poi, nei meandri più oscuri del testo, rivelare che l’eventualità di una corsa agli sportelli è ancora motivo di terrore dalle parti di Bruxelles.

Se il fallimento di una banca fosse imminente, un gran numero di correntisti tenterebbe di prelevare i propri fondi nel più breve tempo possibile, o perché vogliono garantirsi pieno accesso ai propri risparmi o perché non nutrono più fiducia nei meccanismi di garanzia.

si legge nel documento.

Per questo motivo la BCE, oltre a permettere all’istituto di accedere a piene mani ai depositi privati di cui è custode, dà il suo benestare ad una qualsiasi operazione di razionalizzazione dei prelievi.

…durante un periodo di transizione, i correntisti dovrebbero avere accesso ad un appropriato ammontare dei loro depositi per poter far fronte alle loro spese quotidiane entro cinque giorni dalla richiesta.

Insomma, non solo quei soldi ve li sarete guadagnati, dovrete anche chiedere – ed ottenere – il permesso da parte della vostra banca di ritirarli per disporne come più vi piace.

Ma c’è di più: non dovrete solo aspettare cinque giorni lavorativi per ottenere il vostro denaro, i vostri conti saranno anche sottoposti ad esame di una non ben precisata autorità competente col compito di decidere – non si sà su quali basi – quale sia l’appropriato ammontare dei vostri risparmi a cui darvi accesso per mangiare, pagare le bollette e recarvi al lavoro.

I perché del bail-in

Secondo quanto riportato in un documento del maggio 2016 intitolato Revisione della Stabilità Finanziaria, il meccanismo europeo del bail-in è ben accetto poiché:

…contribuisce a ridurre il peso sostenuto dai contribuenti in caso di difficoltà dei grandi istituti bancari mitigandone il rischio sistemico.

In tutta onestà, non riusciamo a capire che differenza vi sia fra i contribuenti e coloro che invece hanno accreditato in buona fede i loro sudati risparmi sui registri di deposito della banca. I due insiemi si sovrappongono. E più l’istituto è grande più l’area di sovrapposizione si ingrandisce.

A diffondere la falsa credenza che i clienti dei vari istituti bancari siano divisibili in gruppi indipendenti – i correntisti di Unicredit, quelli di Mediolanum, quelli della Deutsche Bank e così via – e che gli individui di ogni gruppo siano entità in nessun modo collegate alla società in cui vivono da quando sono nati, è Matthew C.Klein, che ribadisce questo distorto concetto sulle pagine del Financial Times.

Secondo Klein i bail-in

Sono efficenti e preferibili ai bail-outs perché promuovono la disciplina sui mercati ed evitano che degli innocenti soffrano per le perdite di altri istituti bancari.

Mentre i Bail-out

Sono inefficenti ed ingiusti. I governi tendono a farli per proteggere il sistema ed evitare che collassi. La senzsazione è che le elites preferiscano salvaguardare i loro interessi e quelli dei loro amici invece che aiutare la povera gente.

Putroppo, Klein, da scrittore navigato quale è, sa bene come attirare i pesci verso la sua rete utilizzando parole ad alto impatto emotivo come “elites”, “povera gente”, “ingiusto”.

Un lettore disattento non potrebbe che trovarsi d’accordo con quanto scritto poco sopra, perché esclamerà sollevato: << finalmente qualcuno che si preoccupa dei più deboli! >>

Sbagliato.

I bail-out sono ingiusti quanto lo sono i bail-in.

Per quale ragione dovrebbero essere i correntisti, cioè i clienti della banca, anziché i soci ed il management a dover pagare per gli errori dell’istituto?

E’ come se una corte obbligasse tutti i possessori di iPhone a tirare fuori di tasca propria il denaro necessario ad evitare il fallimento di Apple, in caso non riesca a pagare i suoi debiti.

Se la Samsung per colpa di una gestone superficiale, investimenti sbagliati e l’assunzione di rischi troppo elevati fosse costretta a chiudere i battenti, per quale motivo una banca per colpa di una gestione superficiale, investimenti sbagliati e l’assunzione di rischi troppo elevati dovrebbe essere invece salvata o dal Governo o, controvoglia, dai suoi correntisti?

Per quale motivo le banche non sono soggette alle regole a cui tutto il resto del mercato deve sottostare?

Ci faranno credere che la risposta a queste domande appartenga all’oscuro campo dell’alta finanza, impossibile da comprendere per i comuni mortali, magari scomodando anche lo spettro del rischio sistemico.

Se dovessimo scegliere il minore fra i due mali – cioè il salvataggio delle banche –, esse continueranno a fare quello che hanno sempre fatto negli ultimi 40 anni: da una parte intascarsi i profitti e dall’altra scaricare le perdite sugli altri.

Il sogno proibito di ogni speculatore.

Ma perdonami, ho divagato troppo, eravamo rimasti al punto in cui mi dicevi che i i tuoi risparmi sono ancora “al sicuro” nella tua banca “di fiducia”…

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6 risposte

  1. “Per quale motivo le banche non sono soggette alle regole a cui tutto il resto del mercato deve sottostare?”
    È presto spiegato, basta leggere l’articolo 1834 del codice civile
    《Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria , alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con l’osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi.
    Salvo patto contrario, i versamenti e i prelevamenti si eseguono alla sede della banca presso la quale si è costituito il rapporto.》

    In pratica il correntista sta cercando di prelevare denaro che è di proprietà della banca, non suo (suo è il credito).
    Per cui il bail-in ha perfettamente senso, visto che è stato lui a consegnare volontariamente e non sotto coercizione il proprio denaro a quella banca.

    1. Tutto vero ma purtroppo c’è il trucco. Non è proprio esatto che consegno i miei soldi volontariamente. In realtà sono obbligato da quando non mi danno più lo stipendio in contanti. Sarà un particolare ma ora fa la differenza.

      1. L’accredito dello stipendio sembra una scusa un po patetica se uno ha 100.000€ o più sul cc.
        La realtà è che nonostante l’evidenza la gente si fida ancora delle banche.

    2. Interessante segnalazione, veramente.
      Ciò ribalta il concetto di sistema bancario rispetto a come lo intende il 99,9% di chi possiede un conto corrente (praticamente TUTTI).
      Il focus a questo punto dovrebbe spostarsi sulla crescente tendenza degli Stati ad obbligare i cittadini alla dipendenza dal sistema bancario, attraverso le crescenti limitazioni imposte sull’utilizzo di soluzioni alternative (leggasi “denaro contante”). Una tendenza che sta gradualmente privando PER LEGGE i cittadini della proprietà dei propri denari, un tema che di per se potrebbe essere sufficiente a scatenare una rivolta sanguinaria.
      In questa chiave di lettura le criptovalute evidenziano un ulteriore vantaggio rispetto alle valute tradizionali, essendo per loro natura “al portatore” e dunque di proprietà di chi le detiene, senza trucco e senza inganno.
      Grazie per questa segnalazione, uno spunto di riflessione non da poco.

  2. 10 anni fa, in un blog abbastanza noto, spiegavo a tutti coloro che avevano in odio questa finta democrazia, che si poteva fare saltare il banco senza violenza e senza spargimento di sangue: semplicemnete ritirando i soldi dalle banche . Garantivo che il sistema sarebbe collassato in 48 ore. Non mi ha ascoltato nessuno. Oggi non è più una questione politica bensì di sicurezza. Il consiglio è sempre quello. Coraggio!!

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