ricchezza nel tempo

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Barometro Oro: 11.Gen.2014

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L’oro ha aperto la settimana a $1.238,00 e ha chiuso a $1.246,00.
Al Comex di New York, i contratti futures sull’oro per consegna febbraio sono quotati a $1.245,70.[/panel]

Il quadro tecnico dell’oro e dell’argento si e’ potenziato dopo la diffusione dei dati relativi ai posti di lavoro creati a Dicembre dall’economia a stelle e strisce. Un vero e proprio fiasco il mercato del lavoro statunitense. L’ultimo mese dell’anno, in USA sono stati “creati” appena 74.000 posti di lavoro, il dato peggiore da ottobre 2011.

Dei 74.00 posti di lavoro creati, il 55% (ovvero 40.000) erano “temporanei” (foto sotto).

 

Il tasso di disoccupazione e’ sceso dal 7% al 6,7% (dati ufficiali: se si prendessero in considerazione anche i disoccupati non piu’ iscritti alle liste di collocamento, la disoccupazione salirebbe al 14%).

La forza lavoro americana, cala a dicembre da 155,3 milioni di occupati a 154,9 milioni, il dato peggiore da 35 anni a questa parte.

Quindi, gli occupati scendono dal 63% al 62,8%; drammatico il dato relativo a coloro che non fanno piu’ parte della forza lavoro (pensionati, disoccupati). In USA, a dicembre, sono saliti a 535.000 arrivando a un massimo di sempre, pari a 91 milioni e 800 mila persone.

Prima della diffusione dei dati, come dicevamo, il quadro tecnico dei preziosi era assai fragile nel breve termine, con possibile calo fino a un minimo di $1.150,00 per l’oro e $17,00 per l’argento.

Dopo la diffusione del dato (che allontana definitivamente ulteriori ampliamenti del “tapering” della FED), il quadro tecnico di entrambi i metalli preziosi monetari e’ migliorato.

Un rally dell’oro, potrebbe avere luogo, non appena il lingotto avra’ rotto al rialzo la barriera posta presso i $1.260,00 – $1.275,00; per l’argento le resistenze sono poste a quota $23,00 e $25,00.

Lunedi’, abbiamo registrato un forte ribasso del lingotto (flash crash), verificatosi alla divisione Comex del New York Merchantile Exchange (il mercato dei contratti a termine “futures”).

Questo “flash crash”, durato pochi secondi, ha fatto arretrare le quotazioni dell’oro di ben $30,00 (ovvero un – 2,5%), calando da $1.247,00 a $1.215,00, proprio quando il lingotto stava per violare la resistenza posta a $1.250,00.

Nel giro di qualche secondo, sono stati “chiusi” ben 4.200 contratti di vendita a termine di oro; le Autorita’ di controllo hanno interrotto le contrattazioni per 10 secondi, al fine di “placare” il mercato e fermare un possibile crollo da “panic selling” e “stop loss”.

E’ improbabile che un solo fondo d’investimento abbia venduto una simile enorme quantita’ di contratti; data l’ampiezza e la portata del “raid”, e’ verosimile supporre un’azione concertata da parte di alcune Banche Centrali o eventuali loro fondi collegati.

Di nuovo, si riapre il capitolo delle manipolazioni ribassiste dell’oro.

Nel grafico sotto, si evidenzia il calo anomalo di lunedi 6 gennaio.

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LA ZECCA INGLESE (UK ROYAL MINT) ESAURISCE LE STERLINE BRITANNICHE D’ORO

La Zecca Inglese (UK Royal Mint), e’ rimasta “a corto” di Sterline Britanniche in oro (le famose Soverign Gold Coins), grazie ai prezzi contenuti delle monete che hanno spinto la domanda a livelli “eccezionali”, riporta l’Agenzia Bloomberg.

La Zecca, che ha sede a Llantrisant in Galles, ritiene che le scorte di Sovereing potranno essere ripristinate solo verso la fine di Gennaio. Lo hanno fatto sapere i vertici esecutivi tramite un messaggio di posta elettronica.

Grazie al fatto che i prezzi dell’oro sono inferiori del 36% rispetto al picco segnato nel settembre 2011, la Zecca inglese e’ riuscita a incrementare le vendite di Sovereign, soprattutto in Australia e Turchia.

Daniel Marburger, Direttore della Jewellers Trade Services LTD a Londra, azienda specializzata nella compravendita di monete in oro e argento, ha riferito che “a causa dei prezzi convenienti la domanda e’ in aumento verticale; l’impennata nelle vendite e’ dovuta anche al fatto che molte aziende specializzate nel settore nella vendita dei preziosi da investimento stanno ricostituendo le scorte di monete d’oro”.

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LO SCOPPIO DELLA BOLLA CHE PORRA’ TERMINE A TUTTE LE BOLLE

Pensi che la crisi del 2007-2008 sia stata la piu’ drammatica di sempre? Ti sbagli.

La Grande Crisi deve ancora arrivare e quella di cinque anni fa ti sembrera’ uno scherzo.

Non e’ il sottoscritto ad affermarlo, ma un noto e apprezzato analista dei mercati azionari, Walter Zimmermann, Capo Analista di Mercato presso United-ICAP.

Zimmerman afferma che, il 2014 sara’ l’anno della “Grande Inversione o del Grande Tracollo” dell’indice azionario Statunitense, il Dow Jones Industrial Average.

Secondo Zimmermann, il Dow Jones, dal 2009 a oggi e’ stato sostenuto solo ed esclusivamente dalle ininterrotte iniezioni di liquidita’ (espansione monetaria) della FED, mentre l’economia reale non solo non ha tenuto il passo ma e’ addirittura in declino (sotto, il grafico della bolla del Dow Jones)

Il Dow Jones veleggia all’interno della Bolla delle Bolle; le sue quotazioni potrebbero raggiungere un massimo di 17.150 punti prima del Grande Tracollo. 

“Secondo i nostri studi, basati su cicli di lungo termine, il rally del mercato azionario deve essere considerato come la Bolla, il cui scoppio, porra’ termine a tutte le bolle”, ha affermato Zimmermann, in una nota ai propri clienti.

Zimmermann ritiene che il Dow comincera’ a declinare quest’anno, finendo per capitolare nel 2016, in un range compreso tra i 5770 e 4650 punti (oovero tra il 65% e il 72% in meno rispetto all’attuale picco).

L’analista di United-ICAP ritiene che l’indice azionario S & P 500 possa toccare un massimo a 1925 punti; il Nasdaq un massimo a 4540 punti; successivamente, il Grande Ribasso colpira’ anche questi mercati azionari, con cali dal 75% al 76% da qui al 2016.

Puo’ darsi che le percentuali dei cali dei mercati azionari siano eccessivamente accentuate (perche’ Zimmermann non tiene conto che, se i tre mercati crollassero, la FED interverrebbe ampliando a dismisura la liquidita’ e addio “tapering”); ma a questo punto si aprirebbe un altro scenario: il crollo di valore del dollaro americano, e l’inizio della fine del suo status di valuta di riserva mondiale, perche’ il mondo non tollererebbe  impunementa un’ulteriore ondata espansionistica monetaria della valuta USA (dopo i 3 Quantitative easing effettuati da cinque anni a questa parte).

Ad oggi, nel grafico sotto, e’ esposta la massa monetaria negli USA, dal 1918 a oggi.

 

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Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

4 risposte

  1. Mi associo all’analisi di Riccardo e come dimostrazione che oggi si stiano dando informazioni false metto due link di un sito che ho conosciuto dopo aver letto un commento di un utente di Deshgold. Questo sito fa previsioni di lungo termine e guardate come erano queste previsioni lo scorso anno: http://longforecast.com/content/view/24/39/ e quali sono quelle di oggi: http://longforecast.com/content/view/36/39/. Se le osserverete vi renderete conto che qualcosa di macroscopico (l’elefante) non lo si vuole vedere e mentre si coltiva la terribile illusione (il topolino). Guardando questi grafici sono ancora più convinto che ci aspettano tempi a dir poco “interessanti”.

    N.B.: nel 2028 il gold quoterebbe a meno di 700 $ oz. Ah… ah.. . Certamente, perchè ciò che ha scatenato guerre di conquista per l’olio nero dall’anno 2001 ha fatto ben capire che qualsiasi nuova fonte energetica non sarà “vantaggiosa” se non potrà essere gestita come il petrolio.

  2. Ciao, potresti rispiegare tutto il tuo post? Sembra interessante, ma scritto per chi ha i tuoi stessi meccanismi di ragionamento e deduzione.

    1. Ciao Gio, il tuo commento era rivolto a me? in tal caso non credo di aver detto niente di sorprendente. L’articolo di Riccardo dice tutto e ciò a cui abbiamo assistito dal 2012 con la manipolazione d’informazioni e del mercato durante il 2013 si è giunti alla creazione di enormi bolle che sono pronte a scoppiare. Non è una novità; le banche centrali, ma in particolare la Fed, hanno sempre tirato avanti passando di bolla in bolla hanno aggravato la situazione. E’ questo l’elefante finanziario che ormai è più grande dell’economia mondiale. Ma poichè la gente è stata abituata a credere al loro potere, vige ancora la fiducia nel topolino che non si rende conto che gli faranno la festa. I grafici di cui ho messo i link mi sono sembrati così assurdi che non ho potuto resistere dal mostrarveli. E mi chiedo, è mai possibile che a distanza di un anno professionisti che fanno previsioni di lungo termine possano cambiare così drasticamente quanto già annunciato?
      Ma è possibile che nel 2028 un oncia d’oro possa costare meno di 700 $?…. evidentemente confidano in una inflazione negativa!
      Oppure hanno un qualche interesse a creare disinformazione?
      Tutto qui.
      Per quanto riguarda le fonti energetiche a basso costo, che sono a mio parere le uniche a poter mantenere in piedi il sistema monetario attuale, per ora semplicemente non esistono, o se esistono sono in fase di sviluppo e tenute nascoste.
      Ciò che abbiamo appreso dal 2001 è che la sete di petrolio ha rotto i confini intellettuali in cui si poteva credere al concetto di difesa portando l’occidente all’aggressione e la conquista.
      Ritengo che le materie prime, nei prossimi anni, ristabiliranno un equilibrio sul pianeta grazie ad una loro rivalutazione. Come in tutti i sistemi che hanno perso l’equilibrio accade che questo per uno o più fattori specifici si ristabilizzi proprio quando si trova fortemente sbilanciato verso un estremo. E’ una legge naturale che non può essere ignorata.

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