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L’oro ha aperto la settimana a 1.243,80 $/oz ed ha chiuso a 1.268,00 $/oz.
Al Comex di New York i contratti futures sull’oro, con consegna marzo, sono quotati a 1.267,00 $/oz. [/panel]
Nel fine settimana il metallo giallo non e’ riuscito a violare la barriera posta a 1.275,00 $/oz, nonostante la notizia proveniente dal mercato del lavoro statunitense, relativa ai dati negativi sull’occupazione per il mese di gennaio.
In gennaio, infatti, sono stati creati 113.000 posti di lavoro negli USA, contro i 180.000 previsti dagli analisti.
L’oro e’ stato soggetto ad alta volatilita’ questa settimana, nonostante non riesca a smuoversi dal canale compreso tra i 1.250 $/oz e i 1.268,00 $/oz.
I traders acquistano in area 1.246,00 $/oz e vendono in area 1.267,00 $/oz, impedendo azioni ribassiste, ma anche rialziste.
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QUOTAZIONI DELL’ORO SOTTO I $1.200,00 PER ONCIA? COMPORTERANNO TAGLI DELL’ESTRAZIONE – WORLD GOLD COUNCIL
Se le quotazioni del metallo giallo dovessero stazionare sotto i 1.200,00 $/oz per lassi temporali “sostenuti”, cio’ comporterebbe “seri tagli all’attivita’ estrattiva”.
Ad affermarlo e’ uno studio del World Gold Council, presentato lunedi’ scorso.
Il costo medio inerente l’estrazione di un’oncia d’oro e’ pari a $ 1.200,00 (dati Thomson Reuters).
Forti svalutazioni in “conto capitale” hanno colpito tutte le grandi compagnie del settore nel 2013, tra le quali il colosso dell’industria estrattiva, la Barrick Gold Corporation.
Nello studio del World Gold Council non e’ esattamente specificato il periodo temporale, che comporterebbe un drastico taglio alla produttivita’ nel caso le quotazioni si trattenessero continuamente sotto i $1.200,00 per oncia.
Il calo delle forniture di oro “da scarti o da riciclo”, ai minimi da cinque anni, aggrava il quadro delle condizioni estrattive del settore. La produzione globale ha raggiunto le 2.980 tonnellate nel 2013, in crescita del 4% rispetto all’anno precedente.
Il gigante Barrick Gold Corporation ha annunciato profitti pari a 2,5 miliardi di dollari nel 2013, nonostante le pesanti svalutazioni degli ultimi tre anni.
Newmont Mining Corp e AngloGold Ashanti, due “big” del settore, presenteranno i risultati finanziari il 19 febbraio; nei primi 9 mesi del 2013, entrambe hanno subito perdite per 1 miliardo di dollari ciascuna.
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I FONDI PENSIONE MESSICANI, INTERESSATI A DIVERSIFICARE I PROPRI ASSETS IN ORO FISICO
Secondo il World Gold Council, i fondi pensione messicani sarebbero interessati a diversificare le proprie strategie di “asset allocation”, investendo direttamente in oro fisico.
Lo studio del World Gold Council ha preso in considerazione l’opinione di almeno 20 tra i principali e piu’ influenti gestori di fondi pensione del Messico, che gestiscono 160 miliardi di dollari di capitali.
La legislazione messicana ha “liberalizzato” il settore degli investimenti inerenti ai fondi pensione, i quali potranno operare direttamente nei mercati dei metalli preziosi (in precedenza la legislazione vietava investimenti in questi mercati).
I fondi pensione giapponesi hanno gia’ iniziato a diversificare i propri assets in oro fisico: quelli messicani si apprestano a farlo. Questi fondi rappresentano il 22% dei risparmi dei messicani, e dovrebbero raddoppiare entro il 2018.
I fondi pensione messicani non potranno investire piu’ del 10% dei rispettivi patrimoni in oro fisico. Anche se, a livello globale, gli investimenti dei fondi pensione nel mercato dell’oro non “impattano” sul prezzo del metallo giallo, il settore e’ in forte evoluzione.
Ci sono gia’ quindici fondi pensione giapponesi che investono in oro fisico, tramite Exchange-Trade-Funds; cio’ significa che, investendo direttamente in oro fisico, gli investitori istituzionali sono sempre piu’ interessati alla differenziazione dei propri assets.
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AUMENTO NELLE VENDITE DI ORO E ARGENTO, PER LA ZECCA AUSTRALIANA E U.S.A.
Forti aumenti nelle vendite di oro e argento sia per la zecca australiana (Perth Mint) che statunitense (US Mint), nel mese di gennaio.
La Perth Mint ha incrementato le vendite di lingotti e monete d’oro del 10% a gennaio, passando dalle 58.944 once di dicembre, alle 64.818 di gennaio.
In rialzo del 63% le vendite di monete d’oro alla US Mint (il massimo da aprile 2013). Le once d’oro vendute a gennaio sono state 91.500, contro le 56.000 di dicembre.
La Zecca statunitense ha addirittura triplicato le vendite di monete d’argento: 4 milioni e 78 mila once d’argento vendute, il massimo da un anno a questa parte.
2 risposte
Ciao Gennaro,
sarei interessato alla deshmember advanced, ma prima vorrei sapere per quanto tempo avrò accesso al tuo servizio. Ho letto la lettera di presentazione ma non sono riuscito a dare una risposta alla mia domanda. Mi scuso se magari la mia lettura è stata un po’ frettolosa.
Grazie
Ciao e in bocca al lupo per il tuo lavoro.
Andrea
Quali sono le resistenze?