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Altre due nazioni “scaricano” il dollaro americano: il Brasile e l’Uruguay

In geografia le placche tettoniche sono dei “pezzi” giganti della crosta terrestre che galleggiano sul magma del mantello (lo strato terrestre che si trova appena sotto la crosta).

Secondo il modello della “tettonica delle placche” il movimento delle placche terrestri e’ molto lento, costante e impercettibile, ma modella e distorce le rocce sia in superficie che nel sottosuolo.

Tuttavia, in alcuni momenti, in alcune aree “faglia” del pianeta, a causa delle forze interne (pressioni e attriti) le masse rocciose in “movimento” giungono al cosiddetto “carico di rottura”.

In pochi secondi l’energia accumulata in decine o centinaia di anni esplode in onde sismiche, provocando disastrosi terremoti.

Il processo di “dedollarizzazione” globale attualmente in corso potrebbe essere paragonato al movimento delle “placche tettoniche”, silenzioso e inavvertibile, fino a che tra qualche anno esplodera’ in tutta la sua potenza, mettendo fine allo status di riserva mondiale del dollaro americano.

Il 1° Dicembre il Brasile (importante membro dei BRICS) ha firmato un accordo commerciale con l’Uruguay con il quale i due paesi faciliteranno le relazioni commerciali tra loro, utilizzando direttamente le valute locali (il Real Brasiliano e il Peso Uruguayano).

Brasile e Uruguay, pertanto scaricano” il dollaro americano all’interno delle loro relazioni bilaterali commerciali.

Il Governatore della Banca Centrale Brasiliana, Alexandro Tombini e il suo omologo uruguayano Alberto Grana, ritengono che con questo accordo i due paesi rafforzeranno le relazioni commerciali tra tutti i paesi dell’America Latina. Un passo verso l'”indipendenza monetaria” dal dollaro e dai vecchi meccanismi di regolazione commerciale instaurati dagli USA in America del Sud.

I nuovi accordi valutari tra Brasile e Uruguay potrebbero essere presto estesi ad altri paesi, come Paraguay, Bolivia e Venezuela.

All’inizio di quest’anno Russia e Cina avevano controfirmato accordi bilaterali per commerciare in Rubli e Yen emarginando il dollaro americano nella bilancia commerciale tra i due paesi.

La Cina ha gia’ stipulato accordi commerciali con Australia e Germania per escludere il dollaro all’interno delle rispettive trattative economiche e finanziarie.

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, con gli accordi Bretton Woods, il dollaro americano (agganciato all’oro) fungeva da valuta di riserva globale garantendo la stabilita’ del sistema economico e finanziario.

Ora le cose stanno per cambiare.

La maggior parte delle nazioni intende stabilire accordi di commercio-bilaterale diretti per facilitare la crescita economica reciproca, senza transitare tramite il “dollaro” come valuta “intermediaria” all’interno dei reciproci rapporti commerciali.

Questo processo si sta intensificando anche a causa della sfiducia del sistema economico globale nel dollaro a titolo di valuta di riserva.

Le placche tettoniche finanziarie ed economiche, in modo impercettibile e inafferrabile, si stanno muovendo.

Prepariamoci alla futura “onda sismica”.

Da tempo su queste pagine stiamo approfondendo lo studio relativo al  processo di “dedollarizzazione” globale.

E’ vero, il dollaro americano si e’ rafforzato contro tutte le valute negli ultimi tre mesi.
Tuttavia ti invito a guardare i “trends” di lungo periodo e a non fermarti alle valutazioni sui “movimenti” valutari di qualche trimestre.

 

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Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

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