Dall’estasi di Mary Brooks al sorrisetto compiaciuto di Franklin stampato sulla banconota da 100 dollari, passando per l’ilarità di Draghi: nel nostro viaggio fra le emozioni umane in campo economico, abbiamo dato risalto visivo solo a quelle più positive.
Ma cosa accadrebbe se quella fiamma, acquistasse vigore?
In questo articolo, rivisitazione di una recente pubblicazione di Egon von Greyerz sulle pagine di King World News, cercheremo di fare più luce sulla situazione giuridica dell’oro detenuto dalle banche centrali occidentali, accennando, ovviamente, anche alle recenti transazioni tedesco-americane.
Facendo durare il meno possibile la smorfia di dolore che ne deriva.
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Ancora una volta, nel giro di una settimana, ci pensa la tresca fra la Federal Reserve e la Bundesbank a rubare la scena su queste pagine.
In effetti a tal riguardo, ci eravamo lasciati col dubbio, legittimo e cruciale, che nei vari depositi gestiti dalla FED, non vi fosse custodita che una manciata d’oro.
E la domanda, se ricordate bene, traeva origine dall’oggettiva difficoltà di riconsegnare al legittimo proprietario, con rapidità e senza troppe storie, l’oro che la FED aveva preso in custodia 40 anni prima.
La ragione per cui la banca centrale tedesca abbia preferito rimpatriare ”solo” 674 tonnellate d’oro, o persuasa a non pretenderne di più, dovrebbe identificarsi in due parole: gold leasing.
Con leasing o prestito di oro, ci riferiamo esattamente alla pratica che, chi più chi meno nelle proprie vite, ha gia sperimentato con beni e contante. E’ pratica comune, tra banche centrali, cedere a titolo temporaneo e dietro pagamento di commissioni, certe quantità di metallo prezioso ad altre banche.
Perché? Perché l’oro è esattamente come Maloney – che citiamo spesso per la schiettezza dei pensieri – lo definisce:
uno sterile pezzo di metallo che non dà dividendi e sta lì, fermo, a farsi noiosamente vecchio
Il prestito/leasing, può rendere quella montagna di sterile metallo senza dividendi, più dinamica ed interessante in termini di bilancio.
E può anche avere luogo senza che vi sia trasferimento fisico dei lingotti da una camera di sicurezza all’altra.
E data la pigrizia dilagante, non c’era ombra di dubbio che la maggior parte degli acquirenti lasciasse l’oro esattamente dove si trovasse.
Tornando all’oro americano, il punto è proprio questo: la buona parte delle celebri 8.100 tonnellate d’oro a stelle e strisce, così come le riserve auree estere date loro in custodia, potrebbero effettivamente ancora trovarsi nei rispettivi forzieri ripartiti tra New York, Denver e Fort Knox, ma è ancor più probabile che versino in un mare di rogne giuridiche e giurisdizionali.
La FED, insomma, negli ultimi decenni ha dato in prestito quei lingotti, mantenendone il possesso fisico ed emettendo una ricevuta a tutti coloro che ne chiedevano una parte.
Risultato?
Come avviene per l’oro scambiato sul COMEX, anche tra banche centrali lo stesso lingotto ha più di un proprietario.
Nel caso tedesco, la FED potrebbe aver dato in prestito l’inerte oro preso in custodia negli anni ’70 giusto per fargli fruttare qualche spicciolo nel contempo.
E le cose si complicano: se il richiedente del prestito fosse la Cina? Si stia pur certi che i cinesi l’oro che acquistano lo prendono in consegna.
Sempre.
Perché, infatti, dovrebbero fidarsi del sistema bancario dei paesi che apertamente osteggiano i loro piani espansionistici? Se così fosse, la Germania, del ”suo” oro, avrebbe solo una ricevuta da esibire alla FED.
Un pezzo di carta, al posto dei lingotti.
In Occidente, la prassi vuole che l’oro finanziario la faccia da padrone negli scambi di metallo giallo e che le compravendite siano condotte a leva.
In questo modo, non solo ci sono decine di soggetti che pretendono di avere la piena titolarità della stessa oncia d’oro acquistata, ma la quantità di oro effettivamente presente a sorreggere le montagne di carta, è minuscola.
Lo stesso, quindi, accade con l’oro detenuto dalle banche centrali che viene venduto e rivenduto varie volte.
A chi?
Non sorprenderebbe, se la maggioranza delle transazioni condotte dalle banche centrali occidentali negli ultimi 10 anni avesse avuto come controparte un paese asiatico.
In effetti, prendendo in considerazione i flussi di oro che passano per la Svizzera, il maggior raffinatore di lingotti in Europa, più della metà dei lingotti lavorati nello scorso mese di luglio (80 tonnellate) provenivano dal Regno Unito.
E da quando in qua la Gran Bretagna ha la nomea di essere un produttore aureo?
Vien da pensare, quindi, che quell’oro proveniente dai territori d’oltremanica non sia altro che quello che le buillion banks della LBMA (London Buillion Market Association) londinese sono solite girare in leasing o in prestito.
Siccome tra questi paesi asiatici, tra cui includiamo anche la Russia, hanno visto salire anno dopo anno le loro importazioni d’oro toccando le centinaia di tonnellate annue, è probabile che le banche associate nella LBMA abbiano visto i loro forzieri svuotarsi progressivamente.
Oggi, perciò, stiamo assistendo o forse abbiamo appena finito di assistere, allo spostamento del potere aureo dall’Ovest, all’Est.
E le nazioni orientali, la Cina specialmente, comprendono molto bene che l’oro è l’unica forma di denaro che sopravviverà al collasso della cartamoneta fiduciaria.
Ed in particolare al collasso del dollaro quale valuta di riserva globale, processo già da tempo ribattezzato de-dollarizzazione.
A riprova di quanto detto fino ad ora, dopo il triplo rialzo dei tassi della Federal Reserve – azione in genere indice di forza e fiducia nell’economia statunitense – l’indice del dollaro (DXY) si è lasciato per strada il 10% del suo valore rispetto al paniere di beni su cui viene calcolato.
Segno di un’economia debole e di una sfiducia crescente nei confronti delle istituzioni strettamente rappresentate dal dollaro americano.
La salita nei prezzi di oro ed argento, che avverrà in un futuro non più lontano, non sarà supportato dalla sola svalutazione delle valute fiat.
Un contributo senz’altro maggiore verrà apportato dalla chiusura del mercato finanziario dei metalli e dalla notizia, quando diverrà di pubblico dominio, che le banche centrali non detengono legalmente tutto l’oro che millantano di avere.
Non solo, in caso decidessero di annullare ogni contratto in essere e rivendicare l’oro in loro possesso, non farebbero altro che passare la miccia nelle mani dei soggetti, altre banche, che lasciate col moccolo in mano ed il bilancio scoperto, non vorranno stare a guardare.
Quando verrà il momento in cui gli investitori o speculatori che detengono oro finanziario o oro non collocato nelle loro disponibilità, realizzeranno che non vi è garanzia che regga in loro favore, l’intero mercato verrà gettato nel panico.
Non c’è nulla da fare: oro e argento fisico, ripetiamolo fino allo stremo, continueranno ad essere il miglior modo per difendere la propria ricchezza anche durante lo scoppio delle bolle azionarie, obbligazionarie ed immobiliari che siamo lì lì per sperimentare attorno al mondo.
Per comprare oro e argento fisico dai rivenditori più sicuri al mondo ed ai prezzi più bassi sul mercato e per capire come conservarlo nel modo giusto e sottrarti al rischio di confisca, guarda ora il videoseminario che scarichi da questa pagina.
7 risposte
Un ottimo articolo, scritto in termini precisi e contemporaneamente semplici, tali da essere perfettamente compresi anche da chi non è esattamente un “tecnico” delle finanze.
E purtroppo drammaticamente vero.
Ora sta a ciascuno dotato di ragione valutarne le conseguenze e le mosse più opportune nel proprio interesse e dei propri cari.
A me piace prendere in considerazione anche le idee diverse dalle mie, essendo fino al midollo pro metalli, penso sia un modo per crescere, e se mi sbagliassi? la società cambia sempre e io vivendo al massimo 80-90 anni potrei trovarmi nei decenni dove i metalli non contino ancora, bel dilemma sollevato qui:
https://www.armstrongeconomics.com/markets-by-sector/precious-metals/gold/is-gold-still-relevant/
e se fosse davvero la moneta digitale il sostituto della moneta fiat prima del ritorno dei metalli? Quanto tempo durerà? Sarò ancora in vita prima del ritorno dell’oro? Tutto è ciclico, ma noi siamo nati nel giusto momento di quale parte del ciclo? I cicli durano anni, la vita anche, ma a volte meno dei cicli
La tesi postulata nell’ articolo ha un suo fondamento …questo almeno secondo i classici canoni delle scienze Economiche che vanno per la maggiore…ahime pero’ come per la storia…scritte dai vincitori !
Ma anche per l’ aspetto Economico ( la cui nemesi e anamnesi andrebbero completamente riscritte )….e’ giunto il momento di iniziare a ” pensare fuori dagli schemi ” …
…………e se per ipotesi …l’ Oro avesse qualche “altra ” particolare funzionalita’ completamente estranea al suo poi derivato effetto ricchezza !
Nel mondo sono in pochi a conoscere effettivamente…perche’…l’ ORO …sia stato sin dall’ alba dei tempi …così ambito e ricercato…( altri metalli Terrestri sono piu’ rari ma comunque meno considerati ! )… e perche’ all’ umanita’ sia stato
” Insegnato ” il rispetto e la bramosia verso lo stesso !
NO…quell’ oro , gia’ da allora si e’ reso …via…via… sempre meno disponibile non solo per le Banche Centrali antiche e moderne ma per l’intera umanita’…avendo preso letteralmente il …Volo !!!
SI…i forzieri sono effettivamente mezzi vuoti…saccheggiati…ma per le particolari
” Pressioni ” sottostanti……a cio’ e’ stato ed e’ tutt’oggi … impossibile opporsi !
Non a caso tergiversano nella restituzione anche con la Germania….promettendole di soddisfarla …NON… Prima pero’ del Marzo 2020 !!!!!!…. ( la cui elite invece sa’…facendo finta di non sapere …quanto invece di terrificante accadra’ nel frattempo… tra il Marzo….e il… 20 Settembre …del 2019 ! ).
Comunque per chi fosse interessato solo alle aspettative speculativo-materialistiche
tra…Olocausti e Tempeste Perfette…l’Oro… nel frattempo explodera !!!
Filippo@ilSeven
Interessante pensiero, non sono solo a conoscenda della data da lei scritta, da marzo al 20 settembre 2019, ?
Buon Dio, non riesco a starle dietro. Perché non cerca di essere più chiaro? Lei vuole fare l’oracolo, ma qui servono chiarezza e statistica.
Secondo alcuni autori, l’oro finanziario è garantito dal collaterale reale con un rapporto di oltre 520 kg a 1, una bolla enorme che se dovesse scoppiare, farebbe da sola esplodere il prezzo del fisico, e l’eventuale tentativo di passare ad altri la miccia, per nascondere i misfatti, ancora di più.
Il residuato barbarico ha una grande qualità unica, che nessun altro metallo possiede (nemmeno quelli definiti nobili): è praticamente inattaccabile, tranne che dall’acqua regia, proprio perché è il re dei metalli, conservandosi ovunque. Ma i grandi pensatori del sistema bancario, hanno pensato bene di sostituirlo con la solita moltiplicazione della carta, molto più “moderna”.
Bell’articolo. Una cosa così non mi sorprende del tutto. La voracità dei bancari darebbe in leasing anche la madre e le figlie, figuriamoci se non l’hanno fatto con l’oro degli altri. La mia preoccupazione si focalizza sulla reazione dei governi delle nazioni “ciulate”. Non potranno vendicarsi sugli stati più forti che li hanno fregati e siccome I governi sono espressione delle banche …ergo …rapina a mano armata dei beni (metallici) dei privati. Inizierà la caccia e la confisca come in India. Questo un po’ prima del conflitto generalizzato.