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2 strategie per investire in oro fisico

In quest’articolo mi propongo di approfondire le metodologie per investire in oro fisico, in un’ottica di ottimizzazione del rischio-rendimento di questa classe d’attivita’ (asset class).

Leggo alcuni commenti critici, nell’ultima rubrica del Barometro (ma potrei anche segnalarteli in altri articoli), circa l’investimento in oro fisico nel lungo termine. Questi mi hanno dato lo spunto per questo articolo perche’ ritengo che la questione “investire in oro fisico nel breve o lungo termine” sia mal posta e generica.

Tentero’ di illustrarti alcuni principi base della gestione di portafoglio che puoi applicare anche al tuo patrimonio personale, corredati da alcuni esempi pratici tratti dalla mia personale esperienza nel settore (seguo tutti i mercati finanziari da 25 anni a questa parte).

Le fasi che caratterizzano la gestione di portafoglio sono due: quella “strategica” e quella “tattica”.

La fase “strategica” di costruzione di un portafoglio dovrebbe individuare proprio quali classi d’attivita’ (o quale classe d’attivita’), potra’ dare i maggiori probabili rendimenti futuri in un’ottica d’orizzonte d’investimento di lungo periodo.

L’investitore (o il risparmiatore) dovrebbe identificare la classe d’attivita’ a maggior rendimento futuro, prima di destinare una parte determinante del suo patrimonio in questa asset class (coerente con i livelli di massimo rischio accettato, ovviamente).

Quindi questa fase si caratterizza come stadio “ex ante” della gestione del patrimonio.

Nella fase “tattica”, invece, l’investitore/risparmiatore tentera’ di cogliere profitto nei movimenti di brevissimo, breve e medio termine dell’asset class individuata nella fase “strategica”.

Quindi la fase “tattica” e’ una fase “ex post”.

Le due fasi hanno sempre e comunque un obiettivo basilare: massimizzare i rendimenti (attesi).

La fase “strategica” e’ fondamentale. Il risparmiatore deve essere in grado di “anticipare” i movimenti di lungo termine di una determinata classe d’attivita’.

Se non si e’ in grado di riconoscere la classe d’attivita’ che sovraperformera’ il mercato, il rischio e’ quello di “intaccare” la solidita’ del patrimonio, condizionando negativamente (nonche’ compromettendo) il valore di portafoglio.

La fase “tattica” di gestione del patrimonio e’ determinata, invece, dalla volonta’ di “migliorare” l’efficienza del portafoglio “strategico”.

Esempio pratico (dedotto dalla mia esperienza personale).

Verso la fine del 1999 avevo previsto lo scoppio di una bolla speculativa sui mercati azionari statunintensi.

Il credito facile e una bolla speculativa di fine secolo aveva dato origine a un clamoroso rigonfiamento delle quotazioni azionarie, soprattutto negli USA (il Dow Jones correva al rialzo dal 1982; il grave crollo azionario dell’ottobre 1987 era stato superato senza gravi traumi e il Dow – dal 1982 al 1999 – era in rialzo del + 1.150%).

Al Nasdaq di New York alcune azioni del settore Internet guadagnavano il + 1.500% nell’arco di un solo anno di contrattazioni.

I mercati azionari USA (ma anche quelli mondiali) erano in preda alla frenesia azionaria di fine millennio.

L’oro e il petrolio, invece, erano classi d’attivita’ fortemente sottovalutate.

Ne dedussi che il ciclo del mercato azionario era giunto al suo “picco”, mentre il ciclo del metallo giallo era giunto ai minimi del suo ventennio (nel 1980 le quotazioni dell’oro erano giunte a quotare piu’ di $800,00 per oncia).

Cominciai a “sottoppesare” l’azionario (tranne l’acquisto di azioni minerarie). Nel 2001 cominciai a “sovrappesare” decisamente l’investimento in oro fisico da investimento.

Prevedevo un rialzo delle quotazioni del barile di oro nero che avrebbero portato verso l’alto tutte le “commodities”; di riflesso, le quotazioni dell’oro sarebbero schizzate al rialzo.

Prevedevo anche la fine del dollaro americano come valuta di riserva (anche se in un arco temporale di 20 – 25 anni dal 2000).

Per tutto il decennio continuai ad accumulare oro da investimento (ed azioni minerarie, con le plusvalenze delle quali acquisivo oro fisico).

Mi presi una pausa a fine 2010.

Mi fermai, l’oro aveva corso per 10 anni consecutivi (a parte una forte pausa ribassista – pullback – durante la crisi dei mutui subprime, l’oro aveva sempre corso al rialzo, mai un “pullback” durato piu’ di 12 mesi).

Avevo costruito il mio “portafoglio strategico” di lungo periodo; l’asset class di riferimento era l’oro fisico.

Quindi, a inizio 2000 avevo avuto la fortuna di individuare (ex ante) nell’oro fisico, l’asset class che mi avrebbe dato le migliori soddisfazioni nell’incipiente inizio del ciclo economico.

Dal 2013 e a fine 2014 sono ritornato nel mercato dell’oro fisico, questa volta con finalita’ “tattiche”.

Mi sono preposto di acquisire ancora oro fisico per massimizzare i rendimenti di breve termine (tre anni, tre anni e mezzo).

Qundi: gli ultimi acquisti fanno parte della fase “tattica” di gestione del mio portafoglio, quella di breve termine.

Intendo mantenere la mia quota di oro fisico “strategico” sino alla fine del ciclo dell’oro (ma forse anche oltre, avendo il sottoscritto una predilezione per l’oro fisico come forma d’investimento di “lungo termine” – leggi l’articolo “Gold for the Long Run” per ulteriori approfondimenti).

La quota di oro fisico che ho acquistato nel 2013 e 2014, la utilizzero’ come investimento di breve termine in grado di ottimizzare il rendimento del portafoglio in generale.

Concludo.

Per gestire un portafoglio o un patrimonio credo sia fondamentale che ogni investitore/risparmiatore identifichi quale asset class potra’ sovraperfomare il mercato in un’orizzonte temporale di lungo termine.

Per fare questo e’ necessario determinare le fasi di un ciclo finanziario: per esempio, chi avesse acquistato oro fisico nel 1980 al culmine delle sue quotazioni, avrebbe fatto un pessimo investimento se avesse voluto massimizzare i rendimenti nel breve termine perche’ il ciclo dell’oro toccava il suo “picco” proprio nel 1980.

Chi avesse investito oro in quell’anno sarebbe stato costretto a tenerlo in portafoglio per almeno 30 anni per avere un rendimento soddisfacente.

Con questo non intendo dire che chi ha investito in oro fisico nel 1980 abbia fatto un’errore: in effetti, a settembre 2011 le quotazioni dell’oro toccavano i $1.921,00 per oncia.

Dipende sempre dall’orizzonte temporale dell’investimento che quel risparmiatore/investitore si era’ posto nella gestione del suo portafoglio.

Se quell’investitore si era posto un orizzonte temporale di lunghissimo termine (magari crearsi un proprio fondo pensione in Oro), non avrebbe fatto un “pessimo investimento”.

Se si vuole avvantaggiarsi delle potenzialita’ di un ciclo finanziario – chiaro che e’ fondamentale riconoscere le fasi iniziali del ciclo finanziario rialzista di una classe d’attivita’.

Si potra’ successivamente incrementare l’efficienza del portafoglio, all’interno dello stesso ciclo, investendo nelle fasi di pausa ribassista (pullback), prendendo profitto anche a breve termine (tre anni).

Ovvio che se hai intenzione di realizzare il maggior profitto nell’arco di un ciclo finanziario, dovrai essere bravo a capire quando ti troverai dinanzi alla fase finale del grande ciclo per vendere in tempo la classe di attivita’ che giunge al termine del suo rialzo.

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Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
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Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

Una risposta

  1. Mah non capisco molto ne’ i commenti critici ne’ la strategia di acquisto delineata. O meglio, non c’e’ piu’ tempo per arzigogolare! Come scrive il blog all’inizio, “La svalutazione di Dollari ed Euro sara’ devastante”…per cui secondo me chi ha gia’ comprato un po’ altro non deve fare, se ne ha possibilita’, di continuare a comprare di tanto in tanto, fregandosene delle strategie ….se invece uno sta’ cominciando ora ed ha disponibilita’ deve comprare , come suol dirsi, come non ci fosse un domani. Oltretutto i prezzi non sono ancora altissimi. E probabilmente c’e’ sempre meno tempo allo scoppio della bolla del debito.

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