E’ come in meteorologia: l’alta pressione lascia spazio alla bassa e viceversa, e quando il differenziale di pressione è abbastanza consistente ed improvviso, ecco che le masse d’aria si spostano in modo più o meno simile ad una leggera brezza o ad una tempesta di generose dimensioni.
Come per le aree di alta pressione, il vuoto di potere che gli Stati Uniti stanno lasciando con la loro politica protezionistico-nazionalista verrà presto riempito.
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Ai campi economico e politico si applicano le stesse leggi della natura: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.
Prendete come esempio gli Stati Uniti, che sono bene o male sulla bocca di tutti da circa 250 anni.
Il loro periodo d’oro è indubbiamente stato il secolo appena trascorso, il Novecento, quello in cui hanno avuto piena libertà di fare ciò che ritenevano più opportuno, con l’accondiscendenza della maggioranza delle Nazioni che più contavano sulla scena internazionale.
Se con Obama, il primo presidente di colore degli USA, baluardo di giustizia sociale e libertà, si sono cominciati a sentire parecchi scricchiolii nel contro-soffitto, con Trump l’intera Casa Bianca sta cominciando a perdere pezzi.
Prima, i dissidi interni riguardanti un fantomatico attacco hacker straniero avesse favorito l’elezione di Trump – momento in cui il Paese ha mostrato il reale stato della sua scarsa unità politica –, poi, la scarsa maturità con cui si sta giocando la partita in Nord Corea, lo schierarsi apertamente a favore di Israele in ogni questione politica, le pressioni su Iran e Pakistan, il ritiro dall’UNESCO, le pressioni sul Consiglio dell’ONU e molto altro, stanno portando sempre più partner strategici e commerciali, nonché la gente comune, a scoprire il vero volto dell’america, un volto che nulla ha a che vedere con la terra sognata dai nostri nonni e bisnonni e raccontata così affabilmente da un secolo di cinema.
Come accennato, gli USA si stanno semplicemente trincerando, lontano da tutto e tutti, incapaci di far valere le proprie (assurde) ragioni e scioccati dal fatto di non aver più le velleità di un tempo nell’arte della diplomazia, ormai assopite da decenni di prepotenza nell’imporre i propri interessi.
Come dice un vecchio detto: morto un papa se ne fa un altro.
E c’è molta più saggezza in queste parole di quanto tu te ne possa rendere conto.
Ormai si ha parecchia dimestichezza con la dizione “vuoto” nelle testate giornalistiche: “Vuoto di potere”… “lasciare un vuoto”… eppure non è un’espressione corretta. Tutto tende ad un equilibrio e non è campato in aria ritenere che la materia sia sempre in movimento in cerca di questo equilibrio.
Avviene nei mercati finanziari in cui ogni dollaro che perde uno, lo guadagna l’altro; nel meteo, dove per ogni temporale c’è una splendida giornata di sole; in geopolitica dove, fattosi da parte un attore, subito quello spazio viene gradualmente riempito da altri attori affamati di gloria.
Nonostante i riflettori siano sempre e comunque rivolti sullo Studio Ovale e sulle vecchie, canoniche istituzioni, questo orientamento è dovuto più per una questione di abitudine che di effettivo interesse verso ciò che quelle istituzioni dichiarano.
In troppi, qui fuori, guardano alla Cina come un paese in via di sviluppo o, peggio, sottosviluppato.
Non si accorgono del fatto che la Cina è ormai un paese avanzato, in cui in soli 25 anni si è verificato un progresso tecnologico, culturale, economico, sociale che per i pionieri – Europa e Stati Uniti – è durato secoli.
Sono le stesse persone che non hanno la minima idea del fatto che la Cina stia occupando prepotentemente gli spazi una volta reclamati dagli USA, non solo in Asia ma in tutti e cinque i continenti.
Non sanno che, oltre ad aver messo su un’infrastruttura per il commercio di oro e collegarlo ad un faraonico progetto commerciale costellato di alleanze, accordi ed infrastrutture, hanno riprodotto con la partecipazione russa un sistema SWIFT ed un IMF identici a quelli già esistenti in cui non vi è la minima traccia del lungo tentacolo statunitense.
Non sanno che sono già in grado di vivere senza la costante ombra degli Stati Uniti ed è per questo che un paese estero sta preparandosi ad allocare, per la prima volta nella storia, il proprio debito pubblico denominandolo in yuan.
Non sanno che sono sempre più numerosi i paesi che sposano questa idea di de-americanizzazione, e che guardano alla Cina come una vera economia di mercato e non come un mero strumento per giocare al gatto col topo con i suoi problematici partner commerciali (Iran e Nord Corea), avviando azioni legali unilaterali per incriminarla di manipolazione della propria valuta.
Non sanno, infine, che le prospettive di crescita ed autonomia – pace, in una parola – offerte dai cinesi sono infinitamente più credibili e sincere di quelle nordamericane. Chi dei due, infatti, si offre di costruire infrastrutture e di trovare metodi alternativi per garantire rotte commerciali che siano davvero indipendenti? – si veda la ricerca del Passaggio a Nord-Est a tal proposito –.
Sappiamo che l’investitore in oro è, per natura, un inguaribile ottimista trattato come reietto dal resto dei partecipanti al mercato, ma questi sviluppi dovrebbero fargli accendere più che una lampadina in testa: il paese tradizionalmente più influente al mondo e da quasi un secolo dichiaratamente ostile all’oro, si sta facendo da parte a vantaggio di un paese aperto al commercio ed all’oro la cui popolazione si sta rapidamente educando all’utilizzo di una tecnologia che supporterà il libero scambio di risorse e metalli preziosi.
Vuoi davvero continuare a giocare d’azzardo coi tuoi risparmi di una vita, assieme alle banche centrali?
Se sì, c’è un’unica regola d’oro da tenere a mente: il banco vince sempre.
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Una risposta
Dimenticare il passato o ricordarlo per sommi capi non aiuta. La Cina é indubitabilmente un paese che fonda le radici in una delle culture millenarie più affascinanti ma, anche grazie alla propria estrazione é oggi un paese che approfitta saggiamente di quanto trova giá preparato. Vorrei ricordare che la Cina ha lavorato intensamente per poter inserire la propria valuta tra quelle già storicamente presenti nel paniere dei Diritti Speciali di Prelievo. Questa unità di conto del FMI é nata con lo scopo precipuo ed indispensabile di rimpiazzare l’oro nelle transazioni internazionali. Tutto vero per quanto riguarda la meteorologia e Cina Russia e India si sono inserite in spazi vuoti e altro spazio prenderanno (in larga parte spazi nuovi e non vecchi lasciati) ma l’oro è ormai una esigua risorsa che ha già il suo posto importante ma nessuna caratteristica per riempire vuoti di portata tale da soppiantare strumenti nati appunto per una nuova era dove sempre più grandi paesi emergono con popolazioni di miliardi di individui che non hanno la necessità di conservare ma il bisogno di svilupparsi per migliorare le proprie condizioni di vita.