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Obbligazioni verso lo scoppio di una Bolla senza precedenti

Mentre Oro e Argento stanno testando i minini da due anni a questa parte, i mercati azionari mondiali stanno inanellando un record dietro l’altro e sono giunti alle quotazioni massime pre-crisi Lehman Brothers (ottobre 2008).

E i bonds? A che punto sono le quotazioni delle obbligazioni emesse sia da Stati che da societa’ private?

Le Banche Centrali hanno inondato di liquidita’ i mercati di tutto il mondo e questo fiume di denaro elettronico non e’ finito solo sui mercati azionari. Quel denaro si e’ disperso, in primo luogo, sulle attivita’ a reddito fisso meno rischiose (Bund e U.S.Treasuries) e poi e’ confluito anche su titoli sovrani di paesi periferici dell’Europa (ovvero con gravi problemi di crescita economica, squilibri delle bilance commerciali e disoccupazione in espansione).

Da quando la Bank of Japan ha iniziato il suo super “quantitative easing” a inizio aprile, il mercato del reddito fisso e’ entrato in una nuova fase con ulteriori dilatazioni delle quotazioni e compressioni dei rendimenti cedolari.

Rialzi record per i bonds greci (a dispetto di un’economia disastrata e una disoccupazione record al 27%). Anche l’azionario di Atene ha visto in un anno salire il proprio indice del 140% mentre i titoli di stato decennali hanno recuperato il 379%, garantendo un rendimento di poco superiore all’8%.

Gettonati anche i titoli di Portogallo e Irlanda, Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia.

La Bank of America Merrill Lynch ha stimato che il 90% dei bond sovrani mondiali (90% dell’indice Global Broad market Sovereign Plus) hanno rendimenti inferiori all’1%.

Molti fondi comuni e fondi assicurativi, affamati di rendimenti e con tassi di riferimento prossimi allo zero, sono costretti a investire sui titoli corporate (aziendali) ad alto rendimento (high yield) e ad alto rischio pur di raschiare un rendimento maggiore dei titoli di stato.

Ricordiamo che tra i titoli ad alto rendimento e’ compreso quel segmento di mercato definito  “junk bonds”, ovvero titoli spazzatura. Sono titoli di aziende che non hanno rating, oppure che hanno rating bassissimo. Si tratta dunque di titoli altamente speculativi e con rischio di default dell’emittente.

Molte societa’ non aventi rating (non-investment-grade-rated companies) hanno approfittato di questa situazione distorta di mercato per piazzare obbligazioni dagli analisti considerate “junk” ovvero spazzatura.

E’ evidente che la liquidita’ immessa dalle Banche Centrali ha finito per determinare anche una bolla speculativa sul mercato del reddito fisso.

In alcuni casi le quotazioni sono stellari e gli investitori che volessero entrare su questi bonds rischierebbero di perdere parte del capitale investito in quanto un eventuale acquisto in questo periodo sarebbe rimborsato alla scadenza solo al prezzo di emissione (alla pari se equivalente al valore nominale, sotto la pari se inferiore al valore nominale).

La settimana scorsa sui mercati statunitensi si sono sentiti “rumors” in relazione al fatto che alcuni Governatori Distrettuali della Fed sarebbero concordi per rallentare il ritmo dell’attuale espansione monetaria (quantitative easing attuale pari all’acquisto di $85 miliardi di dollari di titoli obbligazionari al mese).

Temiamo che sia una mossa “studiata a tavolino”. Lo scopo non sarebbe quello effettivo dichiarato di un rallentamento dell’espansione monetaria ma una strategia “indiretta” (appunto non ufficiale, ma tramite “rumors”) per sgonfiare con gradualita’ e cautela il potenziale distruttivo della bolla sui bonds obbligazionari.

 

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Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
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Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

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