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Manca oro sul mercato: ecco cosa sta succedendo

Nell’ultima edizione del Barometro, ho accennato al fatto che, persistenti tassi GOFO negativi, stanno a indicare carenza di oro sul mercato.

Ho spiegato che non si tratta di carenza di oro da gioielleria o di monete da investimento ma di una forma particolare di metallo giallo: quello in lingotti determinato dalle specifiche della LBMA “Good Delivery” (ovvero quello in giacenza presso le Banche Centrali e utilizzato dai grandi “bullion dealers”, nonche’ dalle Bullion Banks).

A livello storico, negli ultimi 25 anni, tassi GOFO negativi sono stati riscontrati 6 volte: 1996, 1999, 2001, 2008, 2013 e 2014 (grafico sotto clicca per ingrandire).

HISTORICALGOFORATES

Alcuni amici mi hanno fatto notare che, non solo i tassi GOFO sono negativi, ma anche il tasso LIBOR e l’EONIA e l’EURIBOR si approssimano vicino allo zero (l’EONIA e’ negativo) a causa delle politiche monetarie delle banche centrali, le politiche cosiddette ZIRP (Zero Interest Rate Policy), ovvero politiche monetarie a “tassi zero”.

V’e’ una componente di verita’ in questa affermazione.
Se i tassi interbancari virano verso lo zero a causa delle politiche monetarie, non si puo’ escludere che anche i tassi GOFO ne siano, di riflesso, influenzati.

Ma la vera ragione principale che ha spinto i tassi GOFO in territorio negativo e’  data dalla possibile “carenza” di oro nel formato (lingotti Good Delivery) di cui ho accennato sopra e nella puntata del Barometro.

L’oro non e’ una “materia prima” come le altre (per esempio come il rame, come lo zinco oppure l’alluminio).

E’ raro che rame, zinco o alluminio siano “scarsi” sui mercati, in quanto c’e’ sempre stata abbondanza estrattiva di questi materiali, a differenza dell’oro che invece e’ elemento molto scarso in natura.

L’oro, a differenza di rame, zinco e alluminio, e’ “tesaurizzato” e non utilizzato ampiamente in processi industriali.

Difatti se dai un’occhiata al grafico qui sotto estratto dal libro di Dmitri Speck “The Gold Cartel” (il Cartello dell’Oro), il rapporto tra scorte disponibili (tesaurizzate) e produzione globale (tra oro, alluminio, rame e zinco) e’ nettamente a ampiamente a favore dell’oro.

GOLDALCOPZINC

Il rapporto indica che l’oro, rispetto alle altre tre materie prime, ha un’alto tasso di tesaurizzazione rispetto alla produtttiva’/estrazione annua.

Viceversa, le altre tre materie prime  hanno un tasso di tesaurizzazione nullo (in quanto utilizzate nei processi industriali) ma sono ampiamente disponibili sui mercati a causa di alti ritmi estrattivi.

Pertanto a fronte di bassi ritmi estrattivi, l’oro e’ conservato e tesaurizzato e (quindi, non piu’ disponibile sul mercato).

Ora: io ritengo che sul mercato vi sia unapotenziale carenza di oro in formato lingotti “Good Delivery” e che gli investitori piu’ attenti se ne siano accorti (i tassi GOFO negativi, stanno segnalando questa carenza).

Diversi segnali mi fanno ritenere imminente la scarsita’ di oro in quel formato; la principale ragione e’ a causa della forte domanda di oro da parte delle Banche Centrali, ovvero: della Banca Centrale Russa, di altre Banche Centrali (Turchia, Filippine, Corea del Sud ecc.); inoltre, una forte domanda di rimpatrio del proprio oro e’ giunta dall’Olanda (che ne ha gia’ rimpatriato almeno 122 tonnellate) e dalla Germania.

La Banca Centrale Cinese (PBOC) sta facendo un’incredibile incetta di oro da anni, anche se in modalita’ “nascoste”, senza farne alcuna pubblicita’.

Recentemente anche la prossima candidata alle Presidenziali francesi, Marine Le Pen ha chiesto il rimpatrio di tutte le riserve auree della Francia.

Abbiamo gia’ documentato come le Banche Centrali (soprattutto la FED e la Bank of England) che hanno in deposito conto terzi le riserve auree di altre controparti bancarie, non dispongano piu’ di quell’oro (che e’ stato venduto o nella maggior parte ceduto in leasing, in prestito).

Frank Veneroso ritiene che delle 33.000 tonnellate di riserve auree detenute dalle Banche Centrali (Total Central Bank holdings), un’ammontare delle stesse, tra le 10.000 e le 16.000 tonnellate, non sia piu’ disponibile all’interno dei caveaux delle Banche, anche se “ufficialmente” conteggiate.

Veneroso sospetta che quest’oro negli anni ’90 del secolo scorso sia stato alienato o dato in leasing per operazioni finanziarie e non sia piu’ nella disponibilita’ delle Banche Centrali (FED e Bank of England), le quali, se messe sotto pressione circa la “restituzione” dell’oro in conto terzi a titoli di deposito, saranno costrette a ricomperarlo per onorare le consegne.

La situazione e’ estremamente complessa.

Non abbiamo la certezza che non vi sia oro (lingotti “Good Delivery) sul mercato: ma che vi sia un potenziale di carenza d’oro sul mercato, questo fatto e’ palpabile e i tassi GOFO la stanno segnalando.

Cosa potrebbe far “saltare il tappo” a questa situazione?
Forse un’ulteriore crisi di “fiducia” tra controparti a livello di Banche Centrali e un contestuale aumento della domanda di oro a titolo di riserve auree da parte delle Banche Centrali.

L’effetto combinato di “sfiducia” tra controparti e aumento della domanda trasformerebbe in “reale” la carenza d’oro “potenziale”, con conseguente crisi sul mercato del metallo giallo.

 

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Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

2 risposte

  1. Alla fine questi tassi GOFO sono stati si indicativi, ma da quanto si erano abbassati sembrava che l’oro dovesse esplodere invece è salito di un euro al grammo per poi rintracciare gradualmente.

    Concordo sul fatto che l’oro fisico sia molto meno di quanto si voglia far credere per questioni di fiducia.
    Saluti

  2. Buongiorno e buon 2015 a tutti.
    Non so se è già stata discussa la cosa e l’ho persa, e se questo è il posto adatto per questo mio dubbio.
    Il fatto è che leggendo in giro, le compagnie minerarie grandi e piccole sono in grosse difficoltà (qualcuna ha chiuso) perchè i prezzi al ribasso raggiunti dall’oro non riescono a coprire le spese di estrazione, tant’è che non si investe più neanche per la ricerca di nuovi giacimenti.
    Però andando a ritroso negli anni, vedo dai grafici che il prezzo in dollari per esempio nel luglio 2004, era in media di $400 l’oncia.
    Dal grafico che ho sotto’occhio, adesso è di circa $1197.
    E’ che che in 10 anni i prezzi di estrazione sono saliti al punto che un prezzo l’oncia di circa tre volte non li copre?
    Per chi investe in oro è un bene (ritengo) in quanto la quantità di oro estratto andrà riducendosi e quindi potrebbe scarseggiare anche come materiale di uso industriale, aumentandone il valore. O sbaglio?
    Scusate se è una domanda banale e peregrina, ma mi sorge spontanea.
    Saluti a tutti

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