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La lotta alle tendenze deflazionistiche ci condurra’ al caos valutario

L’1 dicembre 2014 scrivevamo un articolo intitolato “il caos valutario in 12 step” in cui approfondivamo le due fasi che stanno caratterizzando e caratterizzeranno il ciclo economico nei prossimi anni; la prima fase (o ciclo deflazionistico) e la seconda fase (ciclo inflazionistico e del caos monetario).

Attualmente il mondo si trova ancora all’interno della prima fase ma si sta approssimando verso il secondo stadio.

Per quale ragione? Proprio per il fatto che il “picco del debito” (pubblico e privato) e’ giunto ai suoi massimi storici, la crescita dell’economia mondiale e’ asfittica, i prezzi delle “commodities” (materie prime) in caduta libera riflettono il crollo della domanda globale, i tassi di disoccupazione sono dilaganti e nel mondo regna un clima generale da “Grande Depressione”, le Banche centrali (a livello mondiale) stanno tentando disperatamente di immettere ulteriore liquidita’ nel sistema per imprimere un’accelerazione inflazionistica all’economia del pianeta e fare ripartire la crescita economica.

Nella loro “visione”, la spinta inflazionistica si riflettera’ nella sfera economica tramite un’aumento della domanda globale e nell’inflazione nominale dei livelli di debito, che, invece, all’interno dell’attuale fase deflazionistica, rischiano di “spedire” l’intero sistema finanziario sull’orlo del default in quanto il debito rimane nominale quando regna la deflazione mentre tende a “ridursi” (sempre a livello nominale) nelle fasi inflazionistiche.

Questa e’ la fase che stiamo attraversando: siamo all’interno della fase deflazionistica (il crollo dei  prezzi delle materie prime e i tassi d’interessi ai minimi storici riflettono questo stadio ciclico) ma le Banche centrali, tramite le loro politiche monetarie, stanno ponendo le basi per la futura fase inflazionistica (e iperinflazionistica) nonche’ per il successivo caos monetario (che portera’ all’inaugurazione di un nuovo sistema monetario mondiale).

Come scrive giustamente Mehreeb Khan sul Telegraph, le banche centrali si stanno avventurando in territori inesplorati.

Di fronte alla minaccia “gemella” di deflazione e stagnazione economica, alcune banche centrali hanno “schiacciato” i propri tassi d’interesse addirittura “sotto zero” nel tentativo di evitare apprezzamenti delle propria valuta e incoraggiare sia l’export che  la domanda interna.

Le banche centrali della Svezia, Svizzera e Danimarca, hanno portato il loro tassi d’interesse sotto la soglia dello zero e la Gran Bretagna potrebbe prendere in considerazione una tale eventualita’.

Le politiche monetarie ultraespansive fanno il paio con i recenti tagli nei tassi d’interesse da parte di tutte le banche centrali globali.

Il timore vero e’ che in futuro, la massiccia iniezione di liquidita’ immessa nei vari sistemi economici e finanziari, facciano perdere il controllo della situazione alle banche centrali; il mondo potrebbe transitare quindi, dalla fase “di depressione e deflazione” alla fase di “inflazione e iperinflazione” incontrollata, che ci portera’ dritti al futuro caos valutario globale.

La Banca Centrale Europea ha varato la sua politica di “quantitative easing” (che entrera’ in vigore da marzo); la Banca del Giappone ha impresso un’ulteriore svolta espansiva verso la fine del 2014; le seguenti banche centrali hanno tagliato i tassi di interesse a partire da gennaio 2015;

– Uzbekistan, Romania, Svizzera, India, Egitto, Peru’, Turchia, Canada, Pakistan, Russia, Singapore, Albania, Australia, Danimarca, Indonesia e Botswana; la banca centrale della Svezia ha abbassato i tassi d’interesse e varato una politica monetaria espansiva; la banca centrale della Cina ha diminuito la soglia di “patrimonio di vigilanza” (capitale che ogni banca deve detenere per soddisfare i requisiti di vigilanza prudenziale) delle banche cinesi, nella speranza che queste ultime inondino il mercato di liquidita’ per combattere le tendenze deflazionistiche.

A livello personale ritengo che la FED sara’ l’ultima banca centrale a varare un’ulteriore politica di espansione monetaria (quantitative easing 4 – QE4).

Il biglietto verde, da luglio 2014 a oggi, si e’ rafforzato verso quasi tutte le valute mondiali.

Il dollaro e’ destinato a perdere lo status di “valuta di riserva” globale, ma nel medio-termine; nel breve termine un suo repentino rafforzamento e’ di cattivo presagio per l’economia mondiale.

Nell’ultimo decennio, proprio a causa delle politiche monetarie ultraespansive della FED, le economie dei mercati emergenti (ma non solo quelle) confidando in una rapida svalutazione del biglietto verde hanno contratto debiti per oltre 14 trilioni di dollari.

Attualmente le banche centrali mondiali hanno varato tagli d’interesse e politiche ultraespansive monetarie nella speranza di indebolire il valore delle proprie valute; contestualmente il dollaro si e’ rafforzato verso tutte le valute globali.

I debiti cui sopra sono contratti in dollari americani e gli istituti e i privati che li hanno assunti sono costretti a ripagarli in una moneta “rivalutata” rispetto a quando li aveva stipulati.

Ti ricordo che nei primi anni ’80 del secolo scorso, la rapida rivalutazione del dollaro americano (dopo un decennio di forte inflazione) contribui’ alla crisi del debito estero del continente latino americano (il primo paese a non poter onorare il debito estero fu il Messico).

Anche la crisi delle “Tigri Asiatiche”, nel 1997, inizio’ con una forte rivalutazione del dollaro nei confronti delle valute dei paesi del Sud-Est asiatico che provoco’ l’impossibilita’ per il settore privato (banche e imprese) a ripagare i debiti contratti in dollari americani.

A mio modo di vedere la FED, nei prossimi mesi, si trovera’ costretta a varare un altro round di espansione monetaria per evitare l’aggravarsi del deficit commerciale USA con l’estero, un riacutizzarsi della recessione economica interna e per evitare il default globale delle economie che hanno contratto debiti in dollari.

Lentamente, ma inesorabilmente, ci stiamo avvicinando alla seconda fase del ciclo di cui sopra; la lotta alle tendenze deflazionistiche globali condurranno le banche centrali in un tunnel senza via d’uscita (fai attenzione al mercato obbligazionario, perche’ viaggia all’interno di una bolla delle quotazioni stratosferica, non oso immaginare la “detonazione” che si creera’ su questo mercato quando i tassi si rialzeranno).

Dalla fase deflazionistica, le banche centrali ci spingeranno alla fase inflazionistica e iperinflazionistica e al conseguente caos valutario.

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Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
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Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

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