Non è difficile trovare la verità quando si seguono i soldi…
Stai per immergerti nella seconda parte del report: La fine del Petrodollaro.
Se ti sei perso la prima parte clicca qui per leggerla ora.
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Introduzione alla Seconda Parte
Nella prima parte di questo report ho fornito un tema di sfondo sul sistema del petrodollaro moderno spiegando quali furono gli accordi dei ‘dollari in cambio di oro’ che vennero messi in atto dai leader globali riuniti alla conferenza di Bretton Woods, durante gli ultimi giorni della seconda guerra mondiale.
L’articolo ha fornito una breve evoluzione degli accordi di Bretton Woods dalla loro attuazione nel 1944 fino al loro abbandono definitivo nel 1971.
Come illustrato nei dettagli, alla fine degli anni ’60, questo sistema di ‘dollari in cambio di oro’ divenne insostenibile dopo che Washington insistette per l’adozione di una ‘grande società’ che si fosse basata su diritti di massa e su uno ‘stato di guerra’ che necessitava di conflitti perpetui.
Nella seconda parte di questo report spiegherò più approfonditamente le circostanze della scomparsa dell’insostenibile sistema di ‘dollari in cambio di oro’, con particolare enfasi su come la sua scomparsa ha inferto un duro colpo alla domanda mondiale di dollari.
Illustrerò come l’élite di Washington abbia cercato di sostituire la morente domanda globale di dollari che venne artificialmente creata grazie al sistema degli accordi di Bretton Woods.
La soluzione che escogitarono prese la forma in quello che è oggi noto come il sistema del petrodollaro.
Stai per scoprire i 3 principali vantaggi che il sistema del petrodollaro fornisce all’America.
Oltre a questo, l’articolo si concluderà con un breve esame di come il sistema del petrodollaro ha influenzato le relazioni tra USA e Medio Oriente, con focus particolare su Israele.
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Il nome è nuovo ma la giostra è sempre la stessa: ‘dollari in cambio di petrolio’ subentra a ‘dollari in cambio di oro’
Nei primi anni ’70 le vestigia finali del sistema che vedeva il dollaro sostenuto da un gold standard internazionale, conosciuto come l’accordo di Bretton Woods, venne a termine.
Molte nazioni straniere, che avevano in precedenza accolto di buon grado un dollaro sostenuto da riserve auree come valuta di riserva globale, provavano ora sentimenti contrastanti verso il nuovo regime monetario.
Nazioni come la Gran Bretagna, la Francia e la Germania reputavano che gli Stati Uniti, a corto di liquidità e con folli debiti, non fossero nelle condizioni finanziarie necessarie per continuare a rimanere leader dell’economia globale.
Queste furono solo alcune delle molte nazioni che iniziarono a chiedere di scambiare i loro dollari per ricevere l’oro.
Nonostante le pressioni delle nazioni straniere per proteggere il valore del dollaro contenendo l’eccessiva spesa pubblica, Washington applicò pochi vincoli fiscali e continuò a vivere ben al di sopra dei propri mezzi.
Era ormai diventato evidente a tutti che all’America mancava la disciplina fiscale di base che avrebbe potuto impedire la distruzione della propria moneta.
Come i governi precedenti prima di esso, l’America aveva capito come far girare la ‘giostra’ della valuta di riserva globale a proprio beneficio, lasciando le nazioni straniere in una posizione economicamente vulnerabile.
Dopo che l’America, ed i suoi cittadini, ebbero assaggiato il sapore di una vita di eccessi a scapito delle altre nazioni, la giostra stava ormai girando!
Non sarebbe onesto, però, dire che l’élite di Washington fosse miope verso i profondi problemi economici con cui dovette confrontarsi tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70.
Washington sapeva che il sistema di ‘dollari in cambio di oro’ era divenuto completamente insostenibile.
Ma invece di cercare soluzioni per gli squilibri economici globali che furono creati dagli eccessivi deficit di bilancio Americani, la preoccupazione principale di Washington fu di come stringere ancora di più il pugno sull’economia globale.
Dopo che l’America, ed i suoi cittadini, ebbero assaggiato il sapore di una vita di eccessi a scapito delle altre nazioni, non vi era più modo di tornare indietro.
Al fine di garantire la loro egemonia economica, e quindi conservare una crescente domanda per il dollaro, l’élite di Washington aveva bisogno di un piano.
Affinché questo piano potesse aver successo, avrebbe dovuto fare in modo che la domanda artificiale di dollari che svanì dopo la fine degli accordi di Bretton Woods venisse sostituita da qualche altro meccanismo.
Secondo John Perkins, autore di Confessioni di un sicario dell’economia: la costruzione dell’impero americano, quel piano prese forma nel sistema del petrodollaro.
Ma che cos’è esattamente il sistema del petrodollaro?
Per prima cosa definiamo che cos’è un petrodollaro.
Un petrodollaro è un dollaro americano che viene ricevuto da un produttore di petrolio in cambio della vendita di petrolio e che viene poi depositato nelle banche occidentali.
Malgrado l’apparente semplicità di questo patto di ‘dollari in cambio di petrolio’ il sistema del petrodollaro è in realtà molto complesso e comporta parecchi ingranaggi in movimento.
È questa complessità che impedisce al sistema del petrodollaro di venire correttamente compreso dal grande pubblico.
Permettimi ora di fornire una panoramica generale riguardante la storia ed i meccanismi del sistema del petrodollaro.
Sono convinto che dopo che avrai capito questo patto di ‘dollari in cambio di petrolio’, otterrai una comprensione più profonda di ciò che motiva la politica economica (e soprattutto la politica estera) dell’America.
Quindi, diamo pure uno sguardo più da vicino…
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La nascita del Sistema del Petrodollaro
Il sistema del petrodollaro ha origine nei primi anni ’70, sulla scia della fine degli accordi di Bretton Woods.
Il presidente Richard M. Nixon ed il suo assistente globalista, il Segretario di Stato Henry Kissinger, sapevano che la distruzione del gold standard internazionale secondo gli accordi di Bretton Woods avrebbe causato un calo dell’artificiale domanda globale di dollari USA.
Il mantenimento di questa ‘domanda artificiale di dollari’ si rivelava di vitale importanza se gli Stati Uniti avessero voluto continuare ad espandere i loro debiti per finanziare il ‘welfare’ e le guerre.
In una serie di incontri, gli Stati Uniti – rappresentati dal Segretario di Stato americano Henry Kissinger – e la famiglia dei Saud fecero un importante patto.
(Molti autori hanno fatto ricerche per comprendere le origini del sistema dei petrodollari, alcuni di essi in maniera esaustiva, tra cui: Richard Duncan, William R. Clark, David E. Spiro, Charles Goyette e F. William Engdahl).
Stando a questo patto, gli Stati Uniti offrirebbero la loro protezione militare verso i campi petroliferi dell’Arabia Saudita. Gli Stati Uniti inoltre accettarono di fornire armi ai sauditi, e forse cosa più importante, di garantire la protezione da Israele.
La famiglia reale saudita sa riconoscere un buon affare quando ne fiuta uno. Furono più che felici di accettare le armi americane e la garanzia degli Stati Uniti di scongiurare gli attacchi dalla vicina Israele.
Naturalmente, i sauditi si posero la domanda di quanto sarebbe venuta a costare tutta questa potenza militare USA in loro difesa…
Che cosa volevano di fatto gli Stati Uniti in cambio delle loro armi e protezione militare?
Gli americani rivelarono loro termini. Furono semplici, composti da due sole voci.
- I sauditi avrebbero dovuto vendere la loro produzione di petrolio accettando in cambio esclusivamente dollari. (In altre parole, i sauditi dovevano rifiutare tutte le altre valute, tranne il dollaro USA, come pagamento per le loro esportazioni di petrolio.)
- Ai sauditi sarebbe stato consentito di investire i proventi della vendita del petrolio in titoli di stato USA.
Si potrebbe quasi sentire uno dei funzionari sauditi presenti all’incontro dire:
‘Davvero? È tutto qui? Non volete forse un pò dei nostri soldi o del nostro petrolio? Ci state dicendo che non dobbiamo fare altro che valutare il nostro petrolio in dollari ed in cambio voi ci date armi, sostegno militare, e la garanzia di proteggerci dal nostro nemico, Israele? Per noi è affare fatto!’
Naturalmente, gli Stati Uniti avevano già fatto i loro conti economici. Se avessero convinto i sauditi a siglare questo patto, ciò sarebbe stato sufficiente per lanciarli nella stratosfera economica per i prossimi decenni.
Giriamo velocemente le pagine dei libri di storia fino ad arrivare all’anno 1974 e scopriamo che il sistema del petrodollaro è ora pienamente operativo in Arabia Saudita.
E proprio come gli Stati Uniti avevano abilmente calcolato, non ci volle molto tempo prima che anche altre nazioni produttrici di petrolio lo richiedessero.
Nel 1975, ormai tutte le nazioni produttrici di petrolio dell’OPEC avevano già accettato di valutare il loro petrolio in dollari e di investire i proventi in eccesso dalla vendita del petrolio in titoli di stato del governo americano, in cambio delle generose offerte da parte degli Stati Uniti.
Tutto ciò che basta fare è dondolare armi, aiuti militari e garanzia di protezione da Israele di fronte a delle nazioni Medio Orientali del terzo mondo e ricche di petrolio… e poi far cominciare l’asta.
Nixon e Kissinger colmarono con successo il divario formatosi con il fallimento degli accordi di Bretton Woods ed il nuovo sistema del petrodollaro.
L’artificiale domanda globale di dollari non solo sarebbe rimasta intatta, sarebbe addirittura salita per via della crescente domanda di petrolio da parte di tutto il mondo.
E dal punto di vista di un impero, questo nuovo sistema di ‘dollari in cambio di petrolio‘ è stato molto più conveniente rispetto al precedente sistema di ‘dollari in cambio di oro‘, perché le esigenze economiche furono molto meno severe.
Senza i vincoli imposti da un rigido gold standard, la base monetaria degli Stati Uniti avrebbe potuto essere espansa a tassi esponenziali.
A questo punto non dovrebbe essere una sorpresa il fatto che gli Stati Uniti mantengano un’imponente presenza militare in gran parte della regione del Golfo Persico, tra cui i seguenti paesi: Bahrain, Iraq, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Israele, Giordania e Yemen.
Non è difficile trovare la verità quando si seguono i soldi…
“Scopro quindi che la difesa dell’Arabia Saudita è di vitale importanza per la difesa degli Stati Uniti.”
– Franklin D. Roosevelt, 32esimo presidente USA.
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Il petrodollaro incoraggia le esportazioni a basso costo verso gli Stati Uniti
Mentre il patto tra Stati Uniti ed Arabia Saudita può aver avuto connotati di disperazione in un momento in cui ci fu un calo della domanda mondiale di dollari, con il senno di poi può essere considerata una delle più brillanti strategie geopolitiche ed economiche che possa mai venire ricordata.
Oggi, quasi tutte le transazioni petrolifere mondiali
sono regolamentate in dollari USA.
(Ci sono alcune eccezioni che saranno approfondite nella prossima parte
opportunamente intitolata, ‘Le Guerre dei Petrodollari’).
Quando un paese non ha un surplus di dollari, deve creare una strategia per ottenerli se vuole acquistare petrolio.
Il modo più semplice per ottenere dollari è attraverso i mercati dei cambi valutari. Questa non è, tuttavia, una soluzione praticabile nel lungo termine perché è costosa e proibitiva.
Pertanto, molti paesi hanno invece optato per sviluppare una strategia basata sulle esportazioni verso gli Stati Uniti al fine di scambiare i loro prodotti e servizi in cambio di dollari, di cui hanno bisogno per acquistare il petrolio nel mercato globale.
(Questo dovrebbe aiutare a spiegare gran parte della strategia basata sull’esportazione dell’Asia orientale sin dagli anni ’80).
Il Giappone, ad esempio, è una nazione-isola con poche risorse naturali. Deve importare grandi quantità di materie prime, tra cui il petrolio, per le quali sono richiesti dollari USA. È a questo scopo che il Giappone produce una Honda e la fa imbarcare verso gli Stati Uniti per ricevere subito il pagamento in dollari USA.
Ecco spiegata la strategia per creare una domanda di dollari dai paesi industrializzati.
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I Principali Vantaggi del Sistema del Petrodollaro
Il sistema del petrodollaro si è dimostrato enormemente vantaggioso per l’economia degli Stati Uniti. Oltre che a creare un mercato per le merci importate a prezzi accessibili da paesi che hanno bisogno di dollari, ci sono benefici più specifici.
In sostanza, l’America riceve un doppio finanziamento per ogni transazione globale di petrolio.
- i consumatori di petrolio sono tenuti ad acquistare petrolio pagandolo in dollari USA.
- i profitti in eccesso delle nazioni produttrici di petrolio vengono poi investiti in titoli di stato degli Stati Uniti presso banche occidentali.
Il sistema dei petrodollari fornisce almeno tre vantaggi immediati per gli Stati Uniti.
- Aumenta la domanda globale di dollari USA;
- Aumenta la domanda globale di titoli di stato degli Stati Uniti;
- Dà agli Stati Uniti la possibilità di acquistare il petrolio con una valuta che può liberamente stampare a volontà.
Esaminiamo brevemente ognuno di questi benefici.
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1. Il sistema del petrodollaro accresce la domanda di dollari a livello mondiale.
Perché una domanda globale e crescente di dollari porta un beneficio?
Per molti aspetti, le valute sono proprio come qualsiasi altra merce:
più domanda esiste per una valuta, tanto meglio è per chi la produce.
HAMBURGER, ‘GIUSTIFICAZIONI’, ED IL PETRODOLLARO:
Per illustrare questo punto, immaginiamo che tu abbia deciso di aprire un fast food che vende hamburger in una piccola città con una popolazione di 50’000 abitanti.
Certamente, non a tutti piacciono gli hamburger, quindi solo una certa parte della popolazione della città sarà effettivamente disposta ad essere un potenziale cliente.
E dal momento che tu non sei, ovviamente, l’unico venditore di hamburger in città, i tuoi concorrenti staranno tutti cercando di accaparrarsi la clientela, come del resto stai facendo anche tu.
Ora, come proprietario di un fast food che vende hamburger in una città molto piccola, preferiresti avere una domanda di hamburger da questa unica città… oppure ti piacerebbe avere una domanda di hamburger anche da altre città vicine?
La mia ipotesi è che vorresti volentieri avere più clienti, perché questo significa potenzialmente più soldi che ti entrano in tasca!
Facciamo un ulteriore passo avanti ponendoci una nuova domanda…
Preferiresti avere una domanda per i tuoi hamburger solamente dalla tua città e dalle città vicine… oppure preferiresti avere una domanda da tutta la nazione?
Ancora una volta, la risposta dovrebbe essere ovvia. Qualsiasi attività imprenditoriale capisce che una domanda crescente da parte dei consumatori è una cosa buona per i bilanci di un’azienda.
Per dirla con altre parole, se i consumatori di tutta la nazione chiedono i tuoi hamburger, hai appena avuto una ‘giustificazione’ per assumere più personale che cucina hamburger in modo da poter servire più hamburger.
(Questo concetto di ‘giustificazione’ basata sulla domanda è importante quindi tienila bene a mente ancora per un momento.)
Bene, ora permettimi di andare anche oltre il ridicolo immaginando che George Clooney stia facendo il turista per le strade della tua città e per caso si fermi nel tuo fast food che vende hamburger.
(Lo so… la situazione sta diventando assurda… ma seguimi fino in fondo. Sto spiegando un concetto che ritengo sia molto importante).
Dopo che Clooney ha assaggiato il tuo hamburger, esprime un giudizio euforicamente positivo verso le tue abilità culinarie.
Clooney è ora fan delirante del sapore dei tuoi hamburger e ti invita ad una delle sue serate di gala per dire al mondo intero quanto siano buoni i tuoi hamburger.
Non ci vuole un economista per capire cosa stia per succedere alla domanda per i tuoi hamburger…
sta per salire alle stelle!
La domanda per i tuoi hamburger è ormai divenuta globale. Congratulazioni!
Poiché la domanda per i tuoi hamburger è aumentata drasticamente, così anche l’offerta deve aumentare.
La domanda mondiale per i tuoi hamburger ti ha permesso di avere una ‘giustificazione’ per comprare ancora più macinato e per assumere nuovi cuochi.
Il concetto fondamentale è che una domanda crescente ‘permette’ al produttore
di aumentare i suoi approvvigionamenti.
Cerchiamo di concludere questo esempio volvente attorno agli hamburger immaginando che un’azienda rivale che cucina hamburger sia diventata un insidioso concorrente per la tua catena di fast food.
Man mano che molti dei tuoi clienti cominciano a visitare il nuovo concorrente, la domanda per i tuoi hamburger comincia a rarefarsi.
Poiché la domanda per i tuoi hamburger scende, non hai più una ‘giustificazione’ per acquistare una quantità di macinato come facevi prima. Poiché la domanda per i tuoi hamburger continua a scendere, non ha molto senso assumere altri dipendenti.
Al contrario, per rimanere competitivo, è necessario licenziare dei dipendenti ed acquistare meno macinato solamente per mantenere la tua azienda a galla. Inoltre, può darsi che tu abbia la necessità di vendere i tuoi hamburger applicando uno sconto prima che gli ingredienti comincino ad ammuffire in magazzino.
Se avessi deciso di ignorare i segnali di pericolo e continuare ad assumere nuovi dipendenti e ad acquistare più macinato di quanto fosse effettivamente richiesto dai clienti, presto ti saresti trovato con un’azienda in bancarotta.
Ad un certo punto, la logica vuole che si debba diminuire l’offerta.
COME QUESTO CONCETTO VIENE APPLICATO AL DOLLARO USA:
Cerchiamo di applicare la stessa logica economica che ho usato per spiegare l’aumento ed il calo della domanda per i tuoi hamburger alla domanda mondiale di dollari.
Se fosse solo dagli americani che arrivasse una ‘domanda’ di dollari, di conseguenza ‘l’offerta’ di dollari che Washington e la Federal Reserve può creare, sarebbe limitata solamente alla richiesta degli Stati Uniti.
Tuttavia, se Washington potesse in qualche modo creare una crescente domanda globale per i suoi dollari di carta, si sarebbe in questo modo creata una ‘giustificazione’ per aumentare continuamente l’offerta di dollari.
Questo è esattamente il tipo di scenario che si è creato istituendo il sistema del petrodollaro nei primi anni ’70.
Fornendo incentivi a tutte le nazioni esportatrici di petrolio per denominare le loro vendite di petrolio in dollari, l’élite di Washington ha efficacemente assicurato una crescente domanda globale per la sua valuta.
Mentre il mondo è divenuto sempre più dipendente dal petrolio, questo sistema ha pagato lauti dividendi agli Stati Uniti mediante la creazione di una domanda globale di dollari.
E, naturalmente, le rotative della Federal Reserve furono sempre pronte a soddisfare questa crescente domanda di dollari con nuove banconote fresche di stampa.
Dopo tutto, che tipo di banca centrale sarebbe stata la Federal Reserve se non fosse stata pronta a mantenere l’approvvigionamento di dollari ad un livello coerente con la crescente domanda globale?
FATTO: La domanda artificiale di dollari creata dal sistema del petrodollaro fornì a Washington la ‘giustificazione’ per finanziare l’economia globale con dollari freschi di stampa (‘giustificazione’ che aveva perso dopo il termine degli accordi di Bretton Woods).
La domanda artificiale di dollari creata dal sistema del petrodollaro ha ‘permesso’ a Washington di continuare con le spese folli per perpetrare il ‘welfare’ e le guerre.
E con talmente tanti dollari che svolazzavano in giro per il mondo, i prezzi degli asset americani (tra cui case, azioni, etc.) naturalmente crebbero.
Dopo tutto, come ho già dimostrato nella prima parte di questo report, i prezzi sono direttamente correlati alla base monetaria.
Detto ciò, è facile capire perché il mantenimento di una domanda mondiale di dollari è di vitale importanza per assicurare ‘l’illusione di prosperità’ e la ‘sicurezza nazionale’ di cui godono gli Stati Uniti.
(I modi con cui l’America ha perpetrato la protezione del sistema del petrodollaro saranno spiegati nella terza parte di questo report.)
Quando, non se, il sistema del petrodollaro collasserà, l’America perderà la sua ‘giustificazione’ per stampare una quantità eccessiva di dollari.
Quando ciò accadrà, la quantità di dollari in esistenza sarà di gran lunga superiore alla domanda effettiva.
Questa è la classica definizione di iperinflazione.
E’ ormai da parecchio tempo che sto spiegando che la crisi iperinflattiva che subirà l’America sarà legata in qualche modo alla fine del sistema del petrodollaro e della domanda artificiale di dollari che ha creato.
Quando l’iperinflazione colpirà l’America, sarà molto difficile da fermare senza misure drastiche.
Una misura possibile sarà la riduzione rapida e massiccia dell’offerta globale di dollari USA. Tuttavia, ad una riduzione dell’offerta di dollari seguirà una massiccia riduzione del valore degli asset attualmente denominati in dollari USA.
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2. Il sistema del petrodollaro accresce la domanda di titoli di stato degli USA
Uno degli aspetti più brillanti del sistema del petrodollaro è che le nazioni produttrici di petrolio investano i loro profitti in eccesso in titoli di stato degli Stati Uniti tramite le banche occidentali.
Questo sistema sarebbe poi diventato noto come ‘il riciclaggio dei petrodollari’, termine coniato da Henry Kissinger.
Attraverso l’uso esclusivo dei dollari per le transazioni petrolifere, per poi vedersi depositare i profitti in eccesso in titoli di stato americani, il sistema del petrodollaro è un ‘sogno divenuto realtà’ per un governo spendaccione come quello degli Stati Uniti.
Nonostante i suoi evidenti benefici, il processo di riciclaggio dei petrodollari è tanto insolito quanto insostenibile.
E’ servito a deformare la reale domanda di titoli di stato che ha ‘giustificato’ il governo degli Stati Uniti a mantenere i tassi di interesse artificialmente bassi.
Washington è diventata dipendente dal mantenere i tassi di interesse artificialmente bassi, e quindi ha un forte interesse a mantenerli tali con ogni mezzo necessario.
Le enormi distorsioni economiche e gli squilibri generati dal sistema del petrodollaro alla fine si auto-correggeranno, quando la domanda artificiale di dollari verrà a mancare.
Quel giorno sta arrivando.
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3. Il sistema del petrodollaro permette agli Stati Uniti di acquistare petrolio con una valuta che può stampare a piacimento
Il terzo dei principali vantaggi che ricavano gli Stati Uniti dal sistema del petrodollaro ha a che fare con l’effettivo l’acquisto del petrolio stesso.
Come tutte le moderne economie sviluppate, gli Stati Uniti hanno costruito la maggior parte delle loro infrastrutture basandosi sull’uso delle forniture energetiche derivanti dal petrolio.
E, come molte altre nazioni, gli Stati Uniti ogni anno consumano più petrolio di quello che siano in grado di produrre da soli. Pertanto, sono diventati dipendenti dalle nazioni straniere per colmare il divario tra domanda ed offerta.
Ciò che rende l’America diversa, tuttavia, è che può pagare il 100% delle proprie importazioni di petrolio con la sua stessa valuta.
Anche in questo caso, non serve aver fatto studi di economia per capire che questo è un grande vantaggio.
Faccio un altro rapido esempio.
Immagina se tu ed io vivessimo in una città molto particolare, dove l’unico metodo di pagamento per la benzina per le nostre automobili siano le carote.
Ora, immagina che nella nostra città io possieda i diritti esclusivi per coltivare carote e la mia sia l’unica fattoria che produca carote in tutta la città.
Per te, questo significa che al fine di acquistare benzina, devi prima fare affari con me. Puoi venire da me per tentare di barattare oppure per acquistare le carote.
Ma a prescindere, questo è un fatto che ti rende scomoda la vita.
Tuttavia, è esattamente il contrario per me, dal momento che io posso far crescere le carote per terra. Devo solamente piantare i semi, aspettare che crescano e poi scambiare le carote per avere la benzina. Per me la vita è molto facile.
L’America è riuscita a creare per sé un posto simile a questo, in un’economia globale dipendente dal petrolio.
Con il petrolio valutato in dollari USA, l’America può letteralmente stampare soldi per comprare petrolio… e poi avere i produttori di petrolio che comprano il suo debito pubblico con gli stessi soldi che ha stampato in origine.
Quale altra nazione, oltre che l’America, è in grado di stampare soldi per comprare il petrolio ed avere poi i produttori di petrolio a sostenere il debito per il denaro stampato?
Ovviamente, la realizzazione del sistema del petrodollaro è stata una brillante mossa politica ed economica.
Washington era sagacemente consapevole nei primi anni ’70 che la curva della domanda del petrolio sarebbe aumentata drammaticamente con il passare del tempo. Pertanto, posizionarono il dollaro come mezzo primario di scambio per tutte le transazioni mondiali di petrolio attraverso il sistema del petrodollaro.
Questa singola mossa politica ha creato una crescente domanda internazionale sia per il dollaro che per il debito pubblico degli Stati Uniti. Il tutto a spese delle nazioni produttrici di petrolio.
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Conseguenze del Sistema del Petrodollaro sulle Relazioni tra Stati Uniti ed Israele
Prima di concludere, vi è un argomento politicamente sensibile che deve essere affrontato e che ti aiuterà a chiarire ulteriormente i veri effetti del sistema del petrodollaro. Vale a dire, di come il sistema del petrodollaro ha plasmato i rapporti dell’America con Israele.
Se oggi dovessi chiedere alla maggior parte delle persone se gli Stati Uniti siano cari amici ed alleati di Israele, la maggior parte risponderebbe con un sonoro ‘sì’.
Ma, c’è qualche prova concreta che indichi che le misure di politica estera americana e le azioni in Medio Oriente non siano state dettate da null’altro che dalla difesa e protezione del sistema del petrodollaro?
Ritengo fermamente che la risposta sia no.
Perché questo è importante?
Perché credo che la popolazione sia stata ingannata dalle chiacchiere ‘pro-Israele’ che sgorgano dalla maggior parte delle bocche dei leader politici americani.
Invece di essere un vero amico e alleato di Israele, ritengo che l’America abbia abilmente usato la sua ‘relazione’ con lo Stato ebraico come copertura per le proprie avventure militari in Medio Oriente.
(Nella prossima parte spiegherò come la maggior parte dell’azione militare che l’America ha intrapreso in Medio Oriente ha avuto più a che fare con la protezione del sistema del petrodollaro invece che con la difesa di Israele.)
Eppure, molta gente crede alla propaganda inventata nelle sale dei politici di Washington. Se provassi a spegnere per un giorno i media ufficiali controllati dalle corporazioni e a parlare con i veri abitanti del Medio Oriente, emergerebbe una storia molto diversa.
Un vero amico sminuirebbe la tua autonomia ed autodeterminazione negando il tuo diritto a difenderti, il tutto perché lui ha fatto accordi sottobanco con i tuoi nemici a scopo di lucro?
Un vero amico cercherebbe di farti dipendere dai suoi aiuti finanziari e poi dare otto volte più aiuti finanziari ai tuoi nemici giurati rispetto agli aiuti che da a te?
Eppure, questo è esattamente ciò che l’America ha fatto ad Israele ‘in nome dell’amicizia’.
Quando Israele cerca di difendere il suo territorio, l’America si precipita immediatamente per impedirglielo.
Hai mai provato a chiederti perché l’America, e altri interessi occidentali che continuamente beneficiano dai buoni rapporti con i paesi produttori di petrolio, spingano Israele a trattenersi?
Dopo tutto, chi è l’America per intervenire nelle decisioni di politica estera di una nazione sovrana?
Ancora una volta, per scoprire la verità bisogna seguire i soldi…
Come ricorderai, parte dell’accordo dei petrodollari richiede che gli Stati Uniti garantiscano la protezione dei paesi produttori di petrolio del Medio Oriente dalle minacce specificatamente imposte dallo Stato ebraico.
Quando l’America eroga aiuti agli stati esteri in Medio Oriente, forse questi soldi vengono dati esclusivamente ad Israele ed ai suoi alleati?
No.
Al contrario, i nemici giurati di Israele ricevono otto volte più aiuti di Israele stessa. Come si può dare denaro gratuito ed armi ai nemici del cosiddetto proprio ‘migliore amico’ senza perdere la faccia?
Mentre la massa scalpita ai piedi di quei leader che professano ‘sostegno a Israele’, vorrei sapere se essi si sono mai chiesti che cosa realmente siano questi ‘sostegni’ che l’America offre.
L’identità ebraica, come espresso nel sionismo, è profondamente radicata nell’autonomia e nell’autodeterminazione.
E’ mia convinzione che la cosiddetta ‘assistenza’ dell’America verso Israele sia servita come una furba copertura per il mantenimento di una presenza militare nella regione… il tutto per proteggere gli interessi nazionali.
L’America ha cercato di fare il doppio gioco in questa partita in Medio Oriente per troppo tempo. Ed ha utilizzato i media diretti dalle corporazioni per controllare il pubblico per decenni. Ci hanno mantenuto all’oscuro dalla verità.
Mantenere il Medio Oriente destabilizzato ed in fiamme è stato un obiettivo dichiarato degli interessi occidentali per decenni.
Questa è la giostra che bisogna far girare quando l’obiettivo è mantenere in piedi un impero. E gli imperi non hanno amici. Hanno soggetti.
E’ tempo per il popolo di svegliarsi e di rendersi conto che dobbiamo smettere di ascoltare le lingue dei politici e lasciar perdere i media controllati dalle corporazioni, ed invece, dovremmo seguire i soldi.
Mantenere il sistema del petrodollaro
è l’obiettivo principale dell’impero americano.
Tutto il resto è secondario.
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PROSSIMAMENTE: Le Guerre dei Petrodollari. Leggilo qui!
Ringrazio l’autore, Jerry Robinson, per la gentile concessione di ripubblicare il suo articolo. Per informazioni: FTMDaily.com.
"PRIMA DI INVESTIRE IN ORO" 6 verità che ti hanno sempre nascosto
Stai per scoprire gli ingranaggi che muovono il mondo del denaro oggi. E come, e perché, l’oro ne è maledettamente collegato.
10 risposte
bellissimo!!…..l’articolo.
Interessante
Ciao Yari,
ho un mucchio di domande a cui vorrei sapessi rispondermi:
1) con i BRICS capitanati da Putin con l’intento di eliminare la leadership del dollaro forzando l’entrata dello yuan nei DSP e quotando il petrolio in prezzi yuan non si corre esattamente lo stesso pericolo di yuanizzazione dell’economia?
2) Putin, che tra i fessi non è, perchè ha dato avvio al progetto doppia aquila (coniazione rubli d’oro)? spera di evitare che la situazione del “petroldollaro” si ripeta coniando un degno avversario del super yen? tra carta e oro un sano di mente sceglie il secondo per essere pagato…può aver senso? La russia è una esportatrice tra le altre cose.
3) Che la Silk Road serva proprio a questo? (magari ho scoperto l’acqua calda) avere la giustificazione di dire ai paesi partner della banca d’investimento brics (che possono aumentare nel numero) di scordarsi del dollaro e pagare (e ricevere introiti) in altre valute/beni?
Comincio a capire il perchè i fatti e le storie divulgate da fonti “non attentibili” (ossia la verità) siano così differenti.
Alle volte si sente parlare di coalizioni di menti occidentali per l’eliminazione della minaccia sionista…cosa che oltre a suonaragghiacciante per le parole utilizzate nel descriverla cozza alla grande con la love story USA-Israele sbandierata dai media ai 4 venti.
P.S.
William Engdahl è un fenomeno. Seguo con grande attenzione i suoi articoli sul New Eastern Outlook.
Ciao Lollo,
sono domande molto interessanti le tue.
Quello che stanno facendo i paesi BRICS e molte altre nazioni è di terminare di utilizzare il dollaro per gli scambi non diretti con gli USA.
Per fare un esempio, la Russia ha preso un accordo con la Cina per vendergli il suo gas.
Questo accordo prevede che per il gas venduto la Russia non debba più ricevere il pagamento in dollari ma in rubli. A questo punto la Cina avrà bisogno di rubli per poter pagare il gas che acquista e, ai fini di questa transazione, i dollari sono diventati inutili.
Da questo accordo il rublo ha appena aumentato la sua richiesta perchè la Cina avrà bisogno di ottenerli in qualche modo se vuole acquistare il gas russo, il tutto a discapito del dollaro.
Accordi come questi in cui le transazioni di materie prime e prodotti non vengono più saldate in dollari ma in altre valute sono in continuo aumento.
La de-dollarizzazione dell’economia globale è in atto, supportata da quelle nazioni come la Russia, la Cina, l’Iran e molte altre che non tollerano più gli enormi ed iniqui vantaggi che gli USA ottengono grazie al sistema del petrodollaro.
Quando il petrodollaro inevitabilmente fallirà ci sarà una gravissima crisi economica e finanziaria. Questa crisi sarà di tipo iperinflattivo.
Ciò che nascerà dopo sarà forse un sistema monetario in cui tutti i paesi commerciano ancora con le loro valute sovrane ‘fiat’ senza nessun valore intrinseco?
Alcuni Paesi potrebbero provarci ma, dopo aver inondato il mondo di carta senza valore, veramente i cittadini avranno ancora fiducia nelle valute sostenute dal nulla? Valute progettate e nate per perdere il loro potere d’acquisto?
La risposta è no.
Il nuovo sistema monetario che verrà istituito dopo la fine del dollaro sarà nuovamente basato su beni fisici, oro ed argento per intenderci.
Anche questa volta, come tutte le altre volte in passato, si opterà per la tradizionale sicurezza di utilizzare questi metalli come moneta di scambio.
MAGARI !!!!!!
Cosa avrà voluto dire? 🙂
Che un giorno i foglietti nel portafoglio andranno bene come fazzoletti? Naah, lo stato ci tutela, gente, garantirà per noi.
Bell’articolo davvero e, peraltro, la sua lettura scivola come l’olio. Apprezzo quando gli eventi economici sono supportati agli omologhi storici.
Tuttavia, dall’intero articolo non si fa alcun cenno alla Federal Reserve.
“Non è difficile trovare la verità quando si seguono i soldi…” è la frase topica riportata dall’articolo e che si avvalla completamente; quindi, penso che le decisioni americane di natura economico-monetaria e forse anche geopolitiche sono sempre state assunte dai pianificatori finanziari (Fed + amici) più che dalle autorità governative, giacchè i candidati politici sono sostenuti dalle lobbies bancarie sino a che questi entrano nel Congresso. In mia opinione, saranno sempre loro, finchè riusciranno, a decidere sui cambiamenti monetari e a mantenere in vita lo status quo vigente. Non credo che riusciranno ancora per molto tempo perchè sono consapevoli che la situazione ormai ha assunto dimensioni mondiali e che basta un incidente che la crisi del 2008 venga ricordata solo come una fortuita circostanza in cui non si sia acceso il ventilatore nel cesso.
In tale circostanza temo solo qualche fottuto stratagemma che tali pianificatori finanziari possano ideare ed attuare a loro esclusivo vantaggio e a scapito del resto della popolazione.
Infine, esprimo in complimenti all’autore; bravo, continua così.
Ciao Lorenzo,
ti ringrazio per il commento.
Nella prima parte sono stati affrontati argomenti più direttamente collegati alla FED. Nonostante tutti i fatti storici, econimici, monetari e politici siano intimamente collegati fra loro, questo report non vuole concentrarsi sulle vicende della FED ma sulla nascita ed implicazioni del sistema del petrodollaro.
Come scoprirai nelle parti sucessive, queste implicazioni sono molto gravi.
Complimenti Complimenti Complimenti
La fine del petrodollaro farà salire alle stelle l’oro …. e far piombare l’umanità nel terzo ed ultima guerra mondiale.
Un leone (Stati Uniti) ferito prima di morire tenterà in tutti i modi di difendersi senza esclusione di colpi.
Difficile tifare contro gli stati uniti ma prima o poi succederà …. temo che quest’articolo, veramente splendido, non fà altro che confermare che siamo veramente molto vicini alla terza guerra mondiale.
Isis a Parigi …. un domani gli Stati Uniti diranno …. non siamo noi stati ad iniziare …. ci siamo solo difesi in nome del mondo intero.
La fine del petrodollaro coinciderà con il salvataggio del mondo fatto dagli americani …. e tutti a prostrarsi davanti a loro ….
Il nuovo Petrodollaro si chiamerà Isisdolori
Non ho parole per esprime la spettacolarità di questo articolo… Veramente super complimenti