ricchezza nel tempo

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Barometro Oro: 22.Dic.2012

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L’oro ha aperto la settimana a $1.695,30 e ha chiuso a $1.655,80.
Al Comex di New York i contratti futures sull’oro per consegna a febbraio quotano a $1660,10.  [/panel]

Il metallo giallo questa settimana e’ stato messo sotto pressione da raffiche di vendite da parte di Hedge Funds e fondi speculativi che sono intervenuti pesantemente sul mercato dell’oro finanziario (paper gold), tramite vendita di futures quotati al COMEX di New York.

Si riaprono i sospetti sulla manipolazione dei mercati dell’oro e dell’argento.

Regolarmente, dalla fine di ottobre a questa parte (ma con un’incredibile intensita’ nelle scorse due settimane) i mercati dei preziosi (oro e argento e a cascata platino e palladio) precipitano improvvisamente alla chiusura dei mercati di Londra, tentano di cavalcare la correzione e piombano in basso all’apertura del Comex. A un’ora dalla chiusura del mercato futures di New York ricominciano le vendite e poi in finale rotolano di nuovo. Anomalie molto strane e sospette in quanto attuate sempre in concomitanza dell’apertura o in procinto di chiusura dei mercati futures per tentare di influenzare i trends giornalieri.

Ci auguriamo che l’Autorita’ di Vigilanza su tutti i mercati futures statunitensi, la CTFT (Commodity Futures Trade Commission) faccia chiarezza su questi episodi equivoci, eventualmente coinvolgendo anche altre autorita’ deputate a investigare in caso di manipolazioni o distorsioni nei mercati, come la SEC (Security Exchange Commission) e la FBI (Federal Bureau of Investigation).

Del resto non ci meravigliamo che il mercato dell’oro sia soggetto a pesanti manipolazioni. Nei mesi scorsi abbiamo appreso che le maggiori istituzioni finanziarie mondiali (le cosiddette “too-big-too-fail” – troppo grandi per fallire) manipolavano i tassi LIBOR ed EURIBOR, ovvero i due tassi interbancari a cui sono ancorati gli interessi da pagare per mutui e numerosi altri crediti a livello internazionale, tra cui i prestiti per le auto e i beni durevoli.

L’oro chiude il 2012 registrando il dodicesimo rialzo annuale consecutivo, anche se in leggera sordina. Sui maggiori siti internet e blog finanziari a livello mondiale, i forum si sono riempiti di lettori che si sono chiesti per quale motivo l’oro quest’anno non abbia toccato nuovi record nelle sue quotazioni nonostante il varo contemporaneo di nuovi stimoli monetari da parte delle Banche Centrali.

Una prima risposta l’abbiamo gia’ data. Attualmente vi sono diversi indizi che lasciano pensare ad aperte manipolazioni sul mercato dei preziosi.

I prezzi del metallo giallo (in qualsivoglia valuta) nel breve e medio termine sono determinati da un ampio spettro di fattori di mercato e strategie d’investimento globali.

Per fare un esempio: il valore del dollaro americano dovrebbe andare incontro a una severa svalutazione nei mesi a venire se solo dovessimo considerare l’enorme quantita’ di moneta elettronica immessa nel sistema dalla Fed negli anni passati nonche’ quella prevista dall’eccezionale varo di allentamenti monetari gia’ prestabiliti per il prossimo anno.

Ma le quotazioni dell’oro non sono solo determinate dalla relazione inversa tra prezzo del dollaro e del metallo giallo. Le quotazioni dell’oro risentono fortemente della domanda da parte di grandi consumatori, come Cina e India. Anche la domanda di oro da parte delle Banche Centrali risulta essere un fattore trainante sul prezzo dello stesso.

Il prezzo del metallo giallo e’ determinato dai costi di estrazione per oncia sostenuti dalle industrie minerarie del settore. Grandi industrie come Barrick Gold possono riuscire a contrarre i prezzi d’estrazione sino a $630,00 per oncia, ma in media i costi possono variare tra i $700,00 e gli $800,00 per oncia.

Tuttavia il trend dei costi globali (all-in costs) a cui le industrie devono fare fronte e’ impressionante: $1.250,00 per oncia. A sostenerlo, in un’intervista di Geoff Candy di Mineweb’s, sono Mike Cutifani (amministratore delegato del colosso AngloGold Ashanti) e l’amministratore delegato di IAMGOLD, Stephen Letwin.

Inoltre i prezzi dell’oro sono determinati sui mercati futures, dalle intenzioni di copertura dal rischio da parte dei grandi “hedgers” (acquirenti e venditori di metallo giallo fisico) e dalla grande maggioranza degli “speculatori”, che aprono e chiudono posizioni in acquisto o vendita senza la consegna effettiva del metallo fisico.

In breve dobbiamo escludere dalla nostra analisi ogni tendenza alla linearita’ nella spiegazione delle quotazioni dell’oro, tenendo invece presente la complessita’ con cui queste si formano e prendono corpo, nel molteplice gioco dell’intersecarsi di svariati fattori.

La ragione di tale complessita’ e’ data dal fatto che l’oro, considerato come strumento finanziario, e’ utilizzato in portafogli globali in modo simultaneo e in differenti combinazioni di “asset allocation”, declinate in livelli “strategici”, “tattici” o “dinamici”.

L’allocazione all’interno di questi portafogli puo’ avere orizzonte temporale di lungo periodo, di medio termine o di brevissimo periodo. L’asset allocation puo’ variare rapidamente in base alle brusche variazioni dei mercati.

Altrettanto multiforme risulta essere il processo attraverso cui gli investitori procedono all’allocazione del metallo giallo. Alcuni investitori possono utilizzare l’oro in funzione di ribilanciamento nei confronti del valore di altri assets. Altri fondi possono utilizzarlo per massimizzare i profitti o minimizzare le perdite.

Non e’ possibile delineare tutte le strategie di investimento ne’ enumerare i fattori di mercato che influiscono sulle quotazioni dell’oro; possiamo pero’ riassumere e abbozzare le principali ragioni che in base alle opzioni dei grandi investitori possono influire sui prezzi.

  • L’oro e’ allocato in portafogli di investimento a titolo di asset per la protezione dalle tensioni inflattive e dunque con una funzione equilibratrice
  • Puo’ essere utilizzato come asset meramente speculativo di brevissimo termine
  • E’ impiegato come asset per la remunerazione di breve termine o di medio termine da parte di molti fondi ETF
  • E’ adoperato come parametro di riferimento (benchmark) per numerosi fondi ETF che non operano direttamente nel mercato dell’oro (per esempio gli ETF cosiddetti “sintetici”)
  • La maggior parte degli investitori privati (risparmiatori), nonche’ fondi comuni (fondi pensione), lo conservano nel lungo termine a titolo di riserva di valore
  • All’interno dei portafogli nei grandi fondi d’investimento viene utilizzato come “strumento” per integrare la gestione del rischio (risk management) quando detti portafogli sono diversificati in strutture complesse (complex structured portfolios); quindi puo’ essere utilizzato come asset sia per il breve termine, che per il lungo termine in base alla composizione del singolo portafoglio multi-asset;
  • Puo’ servire come asset per controbilanciare le perdite in portafogli azionari, bilanciati, obbligazionari, oppure per coprire il rischio derivante da instabilita’ finanziaria, sistemica, ecc…

Abbiamo elencato solo una serie dei complessi rapporti di mercato che determinano il prezzo dell’oro. In base alle decisioni d’investimento (o prettamente speculative) dei grandi fondi, il prezzo del metallo giallo puo’ risultare estremamente volatile nel breve periodo.

Il ruolo storico del metallo giallo, da oltre 6.000 anni a questa parte, e’ quello di provvedere a riserva di valore per coloro che lo possiedono.  Questa proprieta’ del metallo giallo e’ storicamente stabilita.

L’Oro riveste un ruolo di protezione dai rischi di inflazione, deflazione, espropriazione e contro i rischi di instabilita’ geopolitica.

Ecco perche’ ritengo che l’Oro dovrebbe essere considerato alla stregua di un investimento di lungo termine.
In tal senso, di fondamentale importanza risulta essere il “market timing” ovvero la strategia d’investimento attraverso la quale i risparmiatori decidono di investire o disinvestire per trarre beneficio dalle oscillazioni di mercato.

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I fondi pensione giapponesi diversificano investendo in oro

 

Il fondo pensione giapponese “Okayama Metal & Machinery” risulta essere il primo fondo che a partire da marzo 2012, ha provveduto a diversificare il proprio portafoglio investendo direttamente in oro.

Il fondo d’investimento e’ specializzato nell’allocazione di risparmio a fini previdenziali per i lavoratori di 260 aziende di medie dimensioni ubicate nell’are di Okayama.

Yoshi Kiguchi, Capo Ufficio Investimenti di Okayama, ha spiegato che la loro nuova strategia d’investimento si basa sulla diversificazione del rischio valutario, puntando a parcellizzare il portafoglio in miriadi di attivi al fine di minimizzare le incertezze legate alle instabilita’ finanziarie.

Il fondo Yokohama gestisce un patrimonio valutabile intorno ai 40 miliardi di Yen (in US $477 milioni); la diversificazione in oro riguarda un’ammontare compreso tra i 500 e 600 milioni di Yen.

Kiguchi ha precisato che inizialmente, il fondo ha investito l’1,5% dei propri assets nel metallo giallo tramite fondi ETF al fine di limitare l’esposizione al rischio del Debito Sovrano.

I fondi pensione giapponesi stanno cominciano solo ora a valutare la diversificazione in oro dei propri investimenti al fine di mitigare possibili shock di mercato su altri assets (azioni e obbligazioni).

Dall’inizio della crisi internazionale, grandi fondi pensione come il Japan Government Pension Investment Funds (GPIF) sono andati pesantemente in rosso. Nell’anno fiscale 2008 GPIF ha accusato perdite per un 7,6%, mentre nell’anno fiscale 2010 e’ riuscito a contenerle a uno 0,3% del proprio bilancio.

Il metallo giallo e’ in grado di proteggere portafogli multi-assets da stress finanziari e controbilanciare gli effetti di rendimenti obbligazionari ai minimi storici (in Giappone).

La Mitsubishi UFJ Trust and Banking Corporation ha dichiarato di aver avuto l’incarico da parte di due grandi fondi pensione, per investire in metallo giallo un ammontare pari a 2 miliardi di Yen a partire da marzo 2012.

L’oro e’ utilizzato anche per circoscrivere gli effetti erosivi derivanti dalle tensioni inflazionistiche. La Banca Centrale del Giappone ha gia’ progettato di abbattere la spirale deflazionistica prospettando un target di inflazione di oltre il 2% e alimentando ulteriori aspettative di robuste manovre di allentamento monetario.

Un’innalzamento delle tensioni inflazionistiche in Giappone rischia di erodere il valore delle quotazioni dei titoli di stato e obbligazioni, da anni in pancia ai fondi pensione.

I fondi pensione giapponesi sono solo all’inizio di un lungo trend che li vedra’ protagonisti come investitori di spicco nel mercato del metallo giallo. Il timore di uno shock sui mercati finanziari e aspettative inflazionistiche in rialzo faranno da propellente per la diversificazione in metalli preziosi dei propri assets.

Nel marzo del 2011, Mizuho Trust & Banking Co. ha provveduto a diversificare parte dei propri attivi investendo in fondi pensione che avevano gi’ differenziato i propri assets in ETF sull’oro.

Il mercato dei fondi pensione giapponesi e’ uno dei maggiori al mondo per dimensione. Il suo valore ammonta a circa US $3,4 trilioni.

La domanda di diversificazione in oro da parte di questi fondi pensione determinera’ una nuova fonte di domanda in metallo giallo che potra’ determinare rialzi nei prezzi negli anni a venire.

Nota: Il barometro dell’Oro torna a Gennaio 2013. Buone feste!

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Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
Riccardo Gaiolini

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Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

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