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L’oro ha aperto la settimana a $1.667,80 e ha chiuso a $1.668,50.
Al Comex di New York i contratti futures sull’oro per consegna ad aprile quotano a $1.668,80. [/panel]
Il Presidente degli USA, Barack Obama, ha sollecitato ai leaders del Partito Repubblicano e Democratico di ricercare una soluzione per sciogliere il nodo della questione del tetto del debito al fine di evitare il default tecnico previsto entro meta’ maggio di quest’anno.
Il Servizio Postale Statunitense ha addirittura annunciato, al fine di contenere le pesanti perdite di bilancio, di tagliare i costi relativi al recapito del Sabato.
A livello di analisi tecnica il metallo giallo rimane in una fase di consolidamento orizzontale (sedicesimo mese) che potrebbe protrarsi fino ad aprile (diciotto mesi, se prendiamo come riferimento la precedente fase di consolidamento terminata nel 2009). Non ci meraviglieremmo se vedessimo l’oro ritracciare verso i $1.550,00 prima di ripartire verso il target di medio termine posto a $1.800,00.
Il sentiment di breve periodo rimane leggermente negativo mentre rimangono inalterati i fondamentali del super-ciclo rialzista dei metalli preziosi monetari (oro e argento) nonche’ dei metalli preziosi non monetari (platino e palladio).
Questa settimana il metallo giallo ha sfondato il record dei 5.000 yen per grammo (esattamente a 5.073 yen). Per quel che riguarda il prezzo di un’oncia d’oro in valuta giapponese, mercoledi’ si e’ toccato il top con 157.168 yen per poi ripiegare venerdi’ a 154.758 yen.
Proprio qualche settimana fa abbiamo affrontato in uno specifico video la crisi dell’economia del Giappone. Come puoi notare dal grafico qui sotto, in dodici anni lo yen giapponese ha subito un’epocale svalutazione di oltre l’80% nei confronti del metallo giallo.
Con le recenti manovre ultra-espansive del Governo di Shinzo Abe e della Banca Centrale Giapponese le Autorita’ si attendono un rialzo dell’indice Nikkei e un incremento dell’export di automobili ed elettronica di consumo (sperando nel contempo di stimolare anche la domanda e la crescita interna).
Ma l’esperimento avra’ anche un forte impatto negativo sul cittadino giapponese medio.
Date un’occhiata al prezzo del petrolio Brent comparato in yen (grafico sotto). La svalutazione dello Yen favorisce il rialzo del petrolio il quale si riflette negativamente su tutti i prezzi al consumo e alla produzione.
Ricordiamo che il Giappone e’ nazione con un forte import di oro nero in quanto non autosufficiente dal punto di vista energetico. Il Paese del Sol Levante e’ uno dei primi importatori al mondo di petrolio. Il petrolio, assieme al carbone, e’ utilizzato per alimentare le centrali nucleari.
Ottima la prestazione del platino.
In settimana e’ arrivato a quotare $1.738,00, in rialzo di oltre il 12% da inizio 2013. L’offerta di platino e’ ai minimi da 13 anni a questa parte a causa degli scioperi in Sudafrica (maggior produttore mondiale) e dei limiti geologici all’estrazione del metallo prezioso (nonche’ dei costi fissi industriali per il settore minerario che sono in netto rialzo).
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JP Morgan: oro a $1.800,00 entro meta’ anno
Secondo l’Agenzia Bloomberg, JP Morgan Chase prevede che il prezzo dell’oro possa salire a $1.800,00 per oncia entro meta’ anno, a causa della crisi sociale ed estrattiva in Sud Africa nonche’ a forti instabilita’ politiche e militari in Medio Oriente.
Allan Cook, analista presso la grande banca americana, ha riferito che la crisi in Sud Africa si fa sempre piu’ preoccupante.
Il Sud Africa e’ uno dei maggiori produttori mondiali di oro e sta attraversando da mesi una delle piu’ gravi crisi sociali con ricorrenti scioperi che sfociano in violente tensioni tra manifestanti e polizia.
Elevato e’ il livello inflazionistico, inoltre le normative locali sull’estrazione del metallo giallo stanno divenendo sempre piu’ restrittive.
Secondo Cook, ulteriore linfa per le quotazioni dell’oro dovrebbero provenire dai continui stimoli monetari varati dalla Banca Centrale Giapponese e dalla grave instabilita’ in Medio Oriente.
I rischi geopolitici in Medio Oriente potrebbero seriamente concretizzarsi in un conflitto tra Israele e Siria/Iran. Cook ritiene che i partecipanti al mercato stiano sottovalutando questo rischio.
In settimana scorsa la crisi si e’ intensificata dopo che Israele ha bombardato un centro di ricerca militare siriano e alcuni convogli al confine tra Siria e Libano. Israele ha giustificato l’attacco nel tentativo di evitare che gli arsenali chimico – batteriologici della Siria possano finire nelle mani degli Hezbollah libanesi o delle milizie legate ad Al Qaeda.
Il Ministero degli Esteri Russi ha replicato duramente all’attacco israeliano sostenendo che l’aggressione a uno Stato Sovrano e’ ingiustificata e viola la carta dell’Onu, a prescindere dagli obiettivi e motivi dell’attacco.
Da parte del Vecchio Continente, in merito all’attacco di Israele, nessuna parola da parte dei Ministri degli Esteri. Nessuno si e’ espresso pro o contro l’attacco israeliano. A ulteriore dimostrazione della assoluta mancanza di qualsivoglia iniziativa politica da parte dell’Unione Europea.
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Anno 2012: la Cina raddoppia l’import di oro da Hong Kong
Nel 2012 la Cina ha raddoppiato l’import di oro da Hong Kong rispetto all’anno precedente. Il paese del Dragone nel 2012 ha importato 834,50 tonnellate metriche di oro, inclusi rottami (scrap) e monete.
Comparate con il 2011, le importazioni cinesi di metallo giallo sono raddoppiate. L’anno precedente l’import di metallo giallo fu di 432,20 tonnellate metriche (Fonte: Bloomberg e Census and Statistics Department of the Hong Kong Government).
L’import di oro a dicembre 2012 ha raggiunto un record mensile di114,40 tonnellate metriche.
Il fatto davvero importante e’ che la Cina proibi’ il possesso di oro dai tempi di Mao-Tse Tung, ovvero dal 1950. Il divieto duro’ fino al 2003; quindi oltre 50 anni. Questo dato e’ rilevante in quanto sta a significare che il consumo privato pro-capite di oro di oltre 1,3 miliardi di abitanti e’ appena al suo inizio.
Da quando in Cina il mercato dell’oro e’ stato liberalizzato, l’oro si e’ rivalutato del 259% (comparato in Yuan) mentre il mercato azionario ha regalato scarse performances.
Nonostante il significativo aumento della domanda degli scorsi anni, il possesso di oro pro-capite in Cina rimane molto contenuto, ben al di sotto dei livelli riscontrati in India.
Culturalmente l’India e’ conosciuta per la grande affinita’ nell’investimento in oro (soprattutto gioielleria). Anche la Cina aveva una simile affinita’ culturale prima della Rivoluzione Maoista. Nella storia i cinesi hanno sempre “rivaleggiato” con gli indiani e i vietnamiti per il possesso di oro.
La Cina sperimento’ un drammatico periodo di iper-inflazione tra il 1947 e il 1949 (l’inflazione annua arrivo’ a una percentuale del 4.209%). Come la Germania ai tempi della Repubblica di Weimar gli anziani cinesi ricordano ancora con angoscia quel periodo e di conseguenza stanno trasmettendo alle giovani generazioni la cultura dell’investimento in oro.
Molti partecipanti al mercato dell’oro e dell’argento, nonche’ molti esperti di settore, tendono a focalizzarsi sulle fluttuazioni giornaliere dei metalli preziosi nonche’ sui “rumors” di mercato perdendo di vista “il grande quadro“.
Prendiamo l’esempio della Cina: la sua Banca Centrale continuera’ nella diversificazione delle proprie riserve in oro diminuendo gradualmente l’esposizione verso i titoli di stato statunitensi. Gli investimenti privati in oro in Cina sono in aumento da almeno un decennio a questa parte; lo stesso dicasi per le restanti nazioni dell’Asia. La domanda globale di oro si sta modificando.
La domanda di metallo giallo dalla Cina sta quindi divenendo ormai fattore strutturale in quanto organica ai propri obiettivi politici ed economici.
Da sottolineare che le riserve in oro della Banca Centrale Cinese (People’s Bank of China) sono estremamente limitate se comparate con quelle degli USA o di altri paesi Europei. Dette riserve sono cosa minuscola paragonate alle riserve in valute estere. Esse superano piu’ di 3 trilioni di dollari americani.
Da notare anche che il raddoppio della domanda di oro da Hong Kong riguarda solo la “domanda privata”, quindi non tiene conto della domanda di oro dalla Banca Centrale Cinese.
La People’s Bank of China non ha mai fatto annunci ufficiali circa i propri acquisti di oro da destinare alle riserve. Una delle ragioni, adducono gli analisti, e’ quella di non creare una situazione di “fuga dal dollaro” con relativo shock mondiale monetario.
Gli esperti mondiali dei metalli preziosi si attendono che la Banca Centrale Cinese emetta un annuncio, magari quest’anno oppure l’anno prossimo, con il quale si rende noto che la stessa ha raddoppiato o triplicato le proprie riserve in oro, raggiungendo le 2.000 o 3.000 tonnellate metriche.
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Boom di richiesta per le monete American Eagle negli USA
Secondo i dati diffusi dalla zecca degli USA (US Mint), a gennaio di quest’anno si e’ verificato un vero e proprio boom di vendite per le monete American Eagle. Nel primo mese dell’anno sono state richieste ben 150.000 once in monete contro le 76.000 del mese di dicembre 2012.
Comparata alla richiesta di gennaio 2012 (127.000 once) la domanda e’ in crescita del 18,1%.
A gennaio di quest’anno la richiesta di monete American Eagle (sia in oro che argento) e’ stata esplosiva. Sempre nel primo mese dell’anno la richiesta di monete in argento ha raggiunto un record di 7 milioni 498 mila once.
Le vendite di monete American Eagle in oro a gennaio rappresentano il sesto record mensile nella loro storia.
Ecco i record di vendite precedenti:
1) Dicembre 2009 – 231.500 once
2) Dicembre 2008 – 176.000 once
3) Aprile 2009 – 157.500 once
4) Luglio 2010 – 152.000 once
5) Giugno 2010 – 151.500 once
6) Oggi (Gennaio 2013) – 150.000 once
Le American Eagle in oro sono disponibili in versione da un’oncia, mezz’oncia, un quarto di oncia e un decimo di oncia. In totale, nel gennaio di quest’anno sono state vendute 275.500 monete d’oro.
nota: le monete d’oro American Eagle negli USA non sono vendute direttamente al pubblico ma tramite intermediari che le acquistano per rivenderle ai clienti finali.