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L’oro ha aperto la settimana a $1.233,50 e chiuso a $1.228,90.
Al Comex di New York, i contratti futures per consegna aprile sono quotati a $1.229,20.
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L’oro termina questa settimana di trading quotando ancora al di sotto della soglia chiave posta a $1.240,00 per oncia.
Durante la settimana – per un paio di sessioni – il metallo giallo ha tastato il terreno in cerca di un consolidamento verso la resistenza a $1.240,00 ma le pressioni ribassiste lo hanno scagliato al ribasso, entro il canale compreso tra i $1.220,00 e $1.233,00.
Il trend dell’oro, sul medio termine, rimane comunque rialzista.
Tutte le banche mondiali stanno procedendo a tagliare i tassi di sconto (in molti casi i tassi sono “negativi”) contestualmente al varo di misure di espansione monetaria (l’ultima banca centrale a tagliare i tassi e a espandere la base monetaria e’ quella svedese).
Anche negli USA la base monetaria ha ripreso a correre.
Da giugno di quest’anno, la base monetaria in USA si era contratta passando dagli oltre 4 trilioni di dollari a 3,7 trilioni di dollari (in effetti, da fine di giugno 2014 il dollaro aveva intrapreso un cammino rialzista; il rafforzamento del biglietto verde coincide con la contrazione della base monetaria USA anche se il suo rialzo e’ stato fin troppo ripido e repentino, supportato dai deflussi speculativi di capitali mondiali dalle economie emergenti e dalla zona Euro in evidenti difficolta’ economiche – Grecia ma non solo – e con la crisi in Ucraina).
Ora la base monetaria statunitense ha ripreso il suo percorso al rialzo, attestandosi di nuovo sopra i 4 trilioni (grafico sotto).
E’ inverosimile che la FED proceda a un rialzo dei tassi d’interesse nei prossimi mesi (anche se continuano a pubblicizzare il “bluff” del rialzo dei tassi; e’ una mossa “geopolitica” per tentare di mantenere il dollaro valuta di riserva globale e ingannare i “mercati”): a livello globale, come dicevamo, tutte le banche centrali sono alle prese con il problema della depressione economica deflazionistica e gli USA non sono in grado di “vogare” al contrario in quanto la loro economia patirebbe una severa contrazione a causa delle quotazioni del dollaro che penalizzerebbero l’export, favorendo l’import e quindi deteriorando ulteriormente la bilancia commerciale USA e l’espansione economica interna.
Uno sguardo all’argento.
Le quotazioni dell’argento dopo una relativa fase rialzista di inizio anno seguita da un forte ritracciamento, stanno consolidando le loro posizioni oltre quota $17,00 per oncia.
E’ un segnale incoraggiante per le prossime sessioni di trading. Come puoi notare dal grafico sotto, la resistenza chiave, per l’argento, e’ posta a $17,80; un movimento rialzista oltre questa resistenza, catapulterebbe l’argento oltre i $18,50 per oncia.
E’ un cammino fatto di piccoli passi quello dell’argento; ritengo che questo metallo prezioso monetario sia pronto per fuoriuscire dal minimo quadriennale ed essendo fortemente sottovalutato quest’anno potrebbe sovraperformare il prezzo dell’oro.
Questa settimana approfondiamo i grafici degli indici azionari mondiali che hanno toccato nuovi massimi.
Per esempio il Dax di Francoforte, venerdi’ 13 ha toccato un nuovo massimo storico oltre 11.000 punti.
Come puoi notare dal grafico sotto, il Dax segnalava gia’ dal 9 febbraio un probabile rialzo verso il suo “top”; sia il Relative Strength Index – RSI – che l’oscillatore di divergenza delle medie mobili – MACD – erano entrambe posizionati in fase di espansione al rialzo.
Identica l’impostazione grafica sia dell’indice francese CAC 40, che dell’indice azionario svedese Dow Jones Stock Index (grafici sotto).
Tutti e due i grafici azionari di cui sopra, sono caratterizzati da una forte impostazione rialzista che ci segnala possibili lievitazioni anche durante le prossime sessioni di trading.
Un’ultima annotazione: quella sull’indice azionario americano Standard & Poors’s 500.
Nella nostra rubrica del 31 gennaio, identificavo sull’indice S & P 500 la figura del “diamante”, e pronosticavo una decisa fase di correzione ribassista dello stesso.
Anche in questo caso, come nei grafici degli indici azionari precedenti, sia l’oscillatore MACD che la RSI sono impostati al rialzo (grafico sotto).
La quotazione dell’indice e’ abbondantemente sopra sia alla media mobile a 50 giorni che a quella a 200 giorni.
Nonostante i massimi raggiunto dall’azionario continuo a raccomandare massima prudenza; l’economia mondiale e’ in fase di profonda depressione e i mercati azionari sono completamenti scollegati dall’andamento economico globale, supportati da una prima fase di ipercomperato a cui potrebbe far seguito una decisa svolta al ribasso.
Siamo nel gioco delle Banche Centrali che ancora una volta tornano a scommettere al rialzo portando i prezzi lontani da molti parametri storici. Che questo mercato continui pure il suo rialzo, e che i trader e gli investitori continuino pure a cavalcarlo, ma il livello di allerta da mantenere – dal mio punto di vista – dovrebbe essere molto elevato.
6 risposte
Siamo inondati di liquidita e tutta questa liquidita’ sta provocando fenomeni economici assurdi il princiale dei quali e’ la formazione di tassi di interesse reali e ora anche nominali
negativi. Titoli obbligazionari di standar elevato oramai offrono tassi di interesse a valore zero o negativi. La ricerca del rendimento porta liquidita’ ai mercati azionari che si stanno gonfiando nei loro valori.
Le regole economiche si stanno fortemente distorcendo. Troppa carta, troppi debiti privati e di stato, tassi reali negativi, svalutazioni competitive, livelli di tassazione iperbolica e punitiva e sopratutto la ripresa economica non decolla. Ancora mancanza di lavoro e di investimenti e tanta parte della poplazione che si sta progressivamente impoverendo.
Come se ne esce ?
Ci stanno provando in tutti i modi senza riuscirci con il rischi di qualche cigno nero.
…..e intanto noi siamo da anni fermi al palo, se non in perdita, metre gli altri si.stanno facendo i soldi…..ok, prima o poi crollerá il tutto, ma loro usciranno, compreranno oro a 1200, se non meno, e riduadagneranno…..questo magari avverrá tra 20 anni….e noi saremo ancora qui a dirci: i tempi sono maturi…..ah grazie prima o poi lo saranno…..ma anche noi saremmo troopo maturi….se nell altro mondo….
Buongiorno Rick,
scrivi che il trend dell’oro nel medio termine rimane comunque rialzista.
A che periodo piu’ o meno riferisci il medio termine partendo da adesso ?
Grazie, Alfredo.
Concordo con quanto scrive Cristian. Su questo blog, forse, si sta riscrivendo la storia del sottotenente Giovanni Drogo, protagonista del “Deserto dei Tartari” di Buzzati. Potrebbero passare decenni prima di vedere l’oro superare i massimi storici. Bisogna, però, altrettanto dire che gli autori del blog hanno sempre parlato di investimento di lungo termine e quindi non si può certamente loro imputare nulla. Quella di noi lettori è sempre una responsabilità individuale e personale. Io ci ho creduto..ed oggi, anche se inizio a maturare la sensazione che il lungo termine potrebbe essere molto più in là di cio’ che ipotizzavo/speravo, ormai a metà del guado ,non torno indietro.
oro 1205…argento 1630…. profitto ultimi 5 anni -35%. + 5% dal minimo di novembre 2014…CONTENTI VOI CONTENTI TUTTI!!! ripeto, studiare ed aggiornarsi non vuol dire essere ideologici, ma cogliere le vere opportunutà di mercato. SVEGLIA RAGAZZI!!! i cicli ci sono ma sono naturali, ma noi siamo umani, ciclo di vita umano, e la vita è breve e i consumi e le priorità veloci a venirci incontro!!!
Premesso che finchè non vìola 1167 prima e 1130 poi, nel lungo non ci sono vincoli ribassisiti.
nel breve a ca 1200 dovrebbe transitare la trend-line dinamica dai minimi suddetti e sempre a quel livello dovrebbe esserci il ritracciamento del 61,8% di Fibonacci.
Se dal max del 22/1 sull’INVERSO è partito solo un ciclo trimestrale come auspicato questo è il momento per dimostrarlo, ulteriori ribassi invece sarebbero forte indicazione indicazione che da quel max siano partiti cicli più importanti (e nel breve per ora non sarebbe una buona notizia)