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L’oro ha aperto la settimana a $1.189,80 e chiuso a $1.223,40.
Al Comex di New York i contratti futures per consegna aprile 2015 sono quotati a $1.223,80.
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Avvio di anno crepitante per l’oro contro le principali valute mondiali.
Il metallo giallo nelle prime sessioni di trading del 2015 ha sfondato la barriera dei 1.000,00 Euro per oncia; quotazioni al rialzo anche contro la Sterlina Britannica, Yen Giapponese, Dollaro Canadese, Dollaro Australiano, Corona Svedese, Corona Norvegese e Franco Svizzero.
Sui mercati la settimana e’ stata caratterizzata dal timore di un’eventuale “rinegoziazione” del debito della Grecia – o meglio: della ristrutturazione del “pacchetto di aiuti” ricevuti dalla Grecia da parte della Troika (UE, BCE e FMI), pari a 280 miliardi di Euro.
Syrizia, il partito guidato da Alexis Tsipras e per il momento in testa ai sondaggi, una volta vinte le elezioni sarebbe intenzionato a trasformare il “pacchetto di aiuti” della Troika in un maxi-bond “a scadenza illimitata”.
La restituzione del “capitale” prestato, secondo Tsipras, dovrebbe avvenire solo esclusivamente quando l’economia greca tornera’ a crescere del 3% – 3,5%.
Si tratta di un “default controllato”: il debito pubblico greco – pari al 175% del PIL dell’economia ellenica – ammonta a 330 miliardi. E’ posseduto dal Meccanismo Europeo di Stabilita’ (ESM) per il 60%, dal FMI per il 12%, dalla BCE per l’8% e per il 20% a investitori privati.
Ti ricordo che la Grecia aveva gia’ ristrutturato il proprio debito sovrano (programma PSI – Private Sector Involvement), nel quale furono coinvolti investitori privati, con una perdita del 75% dell’investimento in titoli greci, pari a 100 miliardi di Euro.
Per gli investitori internazionali la Grecia e’ gia in “default”: le quotazioni dei CDS (Credit Default Swap – derivati finanziari che “assicurano” i titolari di titoli di debito dal rischio d’insolvenza dell’emittente) dei bond greci a 5 anni, segnalano un default dello stato ellenico, essendo giunti a oltre 1.500 punti.
Come puoi leggere in questa tabella, la percentuale di probabilita’ di default (Probability of Default CPD) di uno Stato Sovrano che raggiunge i 1.500 punti nei titoli di stato a 5 anni, e’ del 76,1%!
Pertanto, per i “mercati” la Grecia e’ gia’ in default senza attendere l’esito delle elezioni del 25 gennaio.
La crisi greca e il calo del prezzo del petrolio sotto i $50,00 dollari al barile hanno scatenato un’ondata di vendite sulle Borse mondiali gia’ dalla sessione di trading di lunedi’ 5 gennaio; dopo un tentativo di rimbalzo di giovedi’ le Borse sono tornate a calare fortemente anche durante l’ultima giornata settimanale.
Anche le preoccupazioni per la depressione disinflazionistica europea hanno caratterizzato la settimana sui mercati: l’indice dei prezzi al consumo (CPI) in Germania e’ rimasto bloccato sullo zero a dicembre, per il secondo mese consecutivo.
Nella riunione del 22 gennaio la BCE dara’ sicuramente inizio all’espansione monetaria (quantitative easing) acquistando ingenti quantitativi di titoli di stato e obbligazioni ABS (Asset Backed Securities, ovvero obbligazioni aventi come sottostante a garanzia, un mutuo ipotecario).
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METALLI PREZIOSI: PROSPETTIVE PER IL 2015
Nel primo semestre di quest’anno l’oro potrebbe manifestare qualche ulteriore debolezza nelle quotazioni contro il biglietto verde.
L’allentamento monetario in Europa – connesso con i gravi problemi di deflazione dell’Eurozona e le turbolenze in Grecia nel caso di vittoria di Syriza – giocheranno a sfavore dell’Euro contro il dollaro; quest’ultimo potrebbe avvantaggiarsi nei confronti dell’oro, anche se durante questa settimana di trading la debolezza dell’Euro nei confronti del dollaro non ha dato luogo al classico rapporto inverso tra quotazioni del biglietto verde e oro.
I tassi d’interesse reali rimarranno negativi anche durante tutto il 2015: non e’ nemmeno lontanamente pensabile che le banche centrali innalzino il costo del servizio del debito a livello globale.
Pertanto, la “repressione finanziaria” costituita dalla politica dei tassi d’interesse a zero (o addirittura sottozero) permarra’ ancora per lungo, anche negli USA.
I livelli di debito pubblico e privato hanno raggiunto livelli folli, non mi stanchero’ di ribadirlo: non vi sono alternative alla riduzione del debito se non nella “repressione finanziaria” per evitare un disastroso default generalizzato dei debiti sovrani e privati, con annesso “default” del sistema finanziario globale; ma la politica dei “tassi a zero” e dell’espansione monetaria illimitata tendera’ a sfuggire a ogni controllo dei pianificatori centrali (banche centrali e governi), terminando in un’accelerazione inflazionistica e iper-inflazionistica del sistema economico.
Ho gia’ spiegato le “tappe” di questo sconvolgente percorso che l’intero pianeta dovra’ affrontare nei prossimi anni: clicca su quest’articolo per approfondire.
Per riprendere con decisione il suo itinerario verso il trend secolare rialzista l’oro deve sfondare quota $1.400,00 (grafico sotto clicca per ingrandire); non escludo che entro la fine dell’anno il metallo giallo violi la barriera di cui sopra, portandosi verso area $1.500,00.
Lo stesso concetto potremmo estenderlo all’argento: in questo caso, il cammino verso il suo trend secolare rialzista puo’ essere riagganciato superando la resistenza posta a $20,00.
Nei prossimi 6 mesi l’argento potrebbe stazionare entro l’area compresa tra i $14,00 e i $17,00 per oncia per allungare il passo nel secondo trimestre, sino quota $20,00 (grafico sotto).
Dal punto di vista tecnico una importante spinta rialzista dei metalli preziosi (prezzo in dollari) potremmo registrarla dopo il primo semestre in quanto sara’ sempre piu’ maturo il ciclo quadriennale sia di oro che di argento. Tuttavia non resta da sottovalutare l’importanza crescente che sta acquisendo il minimo fatto intorno ai 1.120$ nel Novembre del 2014.
In Euro, come scriviamo da oltre un anno, il minimo e’ stato gia’ fatto.
A nostro modo di vedere ci sono meno del 5% di probabilita’ che si torni sotto i minimi di Dicembre 2013.
Uno degli indicatori chiave da tenere in considerazione e’ la quantita’ di metallo fisico detenuta dagli ETF.
Nel 2013 abbiamo registrato un deflusso di metallo giallo fisico pari al 30% degli stocks negli ETF; nel 2014 il deflusso e’ rallentato, con una perdita pari all’8% (grafico sotto).
Le quantita’ di oro fisico detenute dagli ETF sono ai minimi dal 2009; il dato non parrebbe incoraggiante ma potrebbe anche essere letto come inizio di un’incipiente inversione di tendenza; in effetti GDX Market Vectors Gold Miners ETF e GDXJ Market Vectors Junior Gold Miners, hanno gia’ iniziato l’inversione di tendenza rialzista a partire dall’ultima decade di dicembre 2014 (grafici sotto).
Le partecipazioni in argento fisico nei fondi ETF sono in costante aumento (anche se non spettacolare); mi attendo una conferma rialzista negli stocks di argento fisico nel 2015 (grafico sotto)
Altri fattori mi fanno propendere per un ulteriore incremento e lievitazione delle quotazioni dell’oro durante il 2015.
A settembre del 2014 avevo segnalato che alcune “entita’” sovrane (la Bundesbank) stavano provvedendo a “ritirare” le proprie riserve auree dai magazzini FED di New York (la FED detiene parte delle riserve auree di 36 nazioni sovrane).
Il sito Zerohedge, in data 30.12.2014, segnalava che i magazzini FED detenenti riserve d’oro conto terzi erano ai minimi di sempre a causa di “ritiri” aurei sempre piu’ estesi da parte dei legittimi proprietari.
Il trend in atto e’ chiaro: alcune “nazioni sovrane” – in vista di una futura riforma del sistema valutario mondiale (con relativo tracollo dell’attuale sistema monetario) – stanno correndo ai “ripari” cercando di anticipare i tempi.
Questa tendenza si accentuera’ anche durante tutto il 2015.
Ho argomentato questo scenario in quest’articolo.
La propensione al “ritiro” delle proprie riserve auree detenute presso i magazzini FED del Caveu di Liberty Street, New York, porteranno a una sconvolgente rivelazione: la FED non detiene tutto l’oro in conto terzi che dichiara possedere – clicca qui per approfondire.
Riteniamo che l’oro della FED sia gia’ stato “prestato” a grandi banche d’affari che hanno provveduto a reinvestirlo in titoli di stato delle nazioni piu’ disparate lucrando sul differenziale d’interesse tra la quantita’ d’oro preso in prestito (e venduto per acquistare titoli di stato) e l’interesse percepito sugli stessi bonds sovrani.
Quell’oro non c’e’ piu’, anche se la FED continua a registrarne il possesso.
Puo’ darsi che la verita’ non venga a galla quest’anno, ma se il trend al “ritiro” delle riserve auree si protrarra’ anche nei prossimi anni, la verita’ verra a galla e questa frode colpira’ al cuore la credibilita’ della FED, mentre le quotazioni dell’oro prenderanno il volo.
Inoltre: il picco dell’oro (peak gold) dovrebbe essere toccato quest’anno (per Newmont Mining, il picco e’ stato raggiunto nel 2014).
Esattamente vent’anni fa (1995), il settore minerario raggiungeva il “picco nelle scoperte di miniere aurifere”; quest’anno , raggiungeremo il “picco della produttivita’” o “picco dell’oro” (grafico sotto).
Si concludera’ cosi’, un ciclo di ben 20 anni (1995-2015), tra il “picco delle scoperte di miniere aurifere” e il “picco dell’oro”.
Dopo il 2015 i volumi della produzione tenderanno a calare congiuntamente al calo della ricerca, sviluppo ed esplorazione di nuove miniere, da parte delle industrie del settore; il calo produttivo iniziera’ in “sordina” nei prossimi due anni per poi accelerare sempre piu’ rapidamente dal 2018 in avanti.
Infine: il debito pubblico americano ha sfondato ampiamente quota 18.000 miliardi nel 2014 e il trend al rialzo continuera’ spedito anche nel 2015.
Il debito pubblico USA ha una correlazione con le quotazioni dell’oro: all’aumento del debito, aumentano le quotazioni del metallo giallo.
Dal 2013 questa correlazione si e’ interrotta: il debito pubblico ha continuato la sua marcia al rialzo, il metallo giallo invece ha invertito al ribasso la sua rotta rispetto al debito USA (grafico sotto).
Mi attendo che questa correlazione, nel 2015, riprenda il suo storico legame.
12 risposte
Ho letto che la probabilità di rifare un nuovo minimo secondo voi sia solo del 5% o non ho ben compreso? Anche perchè in altri articoli si parlava di un nuovo futuro minimo da un mese a questa parte entro i quattro futuri mesi circa, con minimo tra 950-1000 usd, da cui si poteva scendere addirittura a 920-970, per l’argento invece tra 12.50 e 13 USD.
Si può avere una delucidazione su ciò?
Andrea ti riferisci al prezzo in euro o in dollari?
In dollari.
Andrea ti riporto la frase scritta nell’articolo:
“In Euro, come scriviamo da oltre un anno, il minimo e’ stato gia’ fatto.
A nostro modo di vedere ci sono meno del 5% di probabilita’ che si torni sotto i minimi di Dicembre 2013.”
Parliamo di 2 cose differenti 🙂
Quindi, se ho ben compreso, entro tre quattro mesi, l’oro potrebbe fare un nuovo minimo in dollari.
Purtroppo mi sono abituato a ragionare in dollari e non in euro e ciò genera confusione.
Ora ho compreso perchè hai acquistato circa un mese fa meravigliandomi del perchè non avessi atteso che calasse a 950-1000usd. Perchè calando il valore dell’euro, specie con l’imminente QE della BCE fino ad approssimarsi il valore 1 a 1 col dollaro, giustamente un’oncia arriverà a costare 950-1000 euro quando invece con l’ultimo minimo è arrivata a costare 900 euro circa. Ecco cosa vuol dire che il suo minimo in euro è già stato fatto. Mi sono fregato di nuovo attendendo il minimo in dollari!L’unica cosa è vedere se il rapporto si equilibra davvero col dollaro. Dalla metà del 2016, come riportato da Alfredo, si potrebbe avere di nuovo un minimo in euro forse per il fatto che si ipotizza un prossimo QE della FED in quel periodo che farà deprezzare il dollaro rispetto all’euro?
In Euro, a mio avviso c’e’ il rischio che quella probabilita’ del 5% di un nuovo minimo si realizzi nella seconda meta’ del prossimo anno (2016). E’ proprio osservando grafici di lungo periodo che questa eventualita’ non sembra affatto assurda. Verso meta’ di questo anno (2015) sara’ comunque possibile avere idee piu’ chiare.
Se si dovesse verificare nella seconda metà del prossimo anno un nuovo minimo, a questo punto mi risorge una domanda: da quando allora comincerà a risalire?Mi attendevo un minimo tra ora e Maggio e da lì una risalita, ma se dobbiamo ancora salire per poi tra un anno e mezzo riscendere verso un nuovo minimo, alla fine non cambia mai nulla e siamo di nuovo punto e a capo, per non dire peggio di prima.
L’oro e l’argento sono da comprare. Ora.
Tutto il resto sono seghe mentali.
Se continuate cosi’, vi sfuggiranno di mano e vi ritroverete con un pugno di mosche ancora fermi a teorizzare su quando ci sara’ il minimo definitivo.
Avete realmente compreso quali sono i vantaggi e svantaggi dell’investire in oro e argento fisico nel periodo storico/economico che stiamo vivendo?
Se la risposta e’ si, correte ad accumulare metalli preziosi.
Buongiorno, la correlazione del debito pubblico Usa e oro sussiste dal 2000 fino al 2011, ma prima del 2000 per niente. Quindi per me non è attendibile. Semmai interessante sul video che avete fatto vedere gratis vi è un grafico ciclico dell’oro.
La prospettiva è che esso incrementi, ma secondo me non per il debito pubblico, perchè altrimenti negli anni ottanta e novanta esso doveva crescere. Ovviamente sull’oro impattano piu’ variabili e a volte pesa di piu’ una a volte l’altra.
Saluti.
Non sono d’accordo con i concetti espressi Bullfin.
Fino al 2000 il debito e il deficit pubblci USA non erano lontanamente paragonabili con quelli dal 2000 in poi. Nel 1999 negli USA si verifico’ addirittura un AVANZO di bilancio.
Debito e deficit pubblici sono esplosi con la crisi delle aziende dot.com quotate al NASDAQ nel 2000. Da li’ la FED ha cominciato ad abbassare i tassi d’interesse e lo Stato americano a contrarre deficit sempre piu’ imponenti. Poi i deficit sono deflagrati dal 2002 con la guerra in Afghanistan e dal 2003 in avanti con quella in Iraq.
Successivamente, con la crisi 2007-2008 (mutui subprime) deficit e debiti pubblici USA sono letteralmente esplosi come mai era accaduto. Sotto la Presidenza Obama il debito pubblico e’ letteralmente andato alle stelle.
Le quotazioni dell’oro sono al rialzo dal 2000…….lo chiamo “caso” questo Bullfin? Io la chiamo “perfetta congiunzione” o “perfetta correlazione” tra prezzi dell’oro e debito pubblico a stelle e strisce.
Ciao
Riccardo Gaiolini
Analyst & Research
https://www.deshgold.com
No no semmai è correlazione oro-dollaro. L’oro misura la perdita di valore della valuta leader mondiale (carta), perchè si erge come complementare ad essa (moneta fisica). Ma anche questa affermazione, come la tua puo’ essere smentita facilmente. Abbiamo imparato una cosa in questi anni..si puo’ incrementare di gran lunga il debito pubblico con una moneta che si rafforza….in pratica su tutte…
Starei molto attento a parlare di correlazioni: ad esempio. L’oro viene citato spesso come asset ideale di copertura dall’inflazione (non parliamo che ora dovrebbe essere a zero visto tale dato). Questo è falso. Se lo confronti su un arco temporale di duecento o trecento anni noti che vi sono tantissimi altri asset che coprono e molto meglio dall’inflazione e il suo dato ha una dispersione (tra esso e l’inflazione) notevole. Emettere leggi (correlazioni) su un arco temporale ristretto è come fare i primitivi che dicevano che i lampi sono manifestazione diretta di Dio. Per emettere LEGGI devi prendere un campione di anni di gran lunga superiore….come detto duecento, trecento anni….allora si mi saltano fuori le stagionalita’, le correlazioni, etc. Questo perchè e lo sapete bene siamo dentro a cicli che stanno dentro ad altri cicli piu’ grandi.
Ed infatti la correlazione o legge salta proprio negli ultimi anni…questo non vuol dire perfetta.
Come si fa a prendere dopo mille e poi mille anni di vita umana dieci anni ed emettere una sentenza. E’ abbastanza ovvio che il campione suddetto non è rappresentativo dell’universo.
Di piu’: prendere i movimenti di asset come deterministici, le cui leggi sono ferree è riduttivo.
Pure il sommo Pareto ammoniva gli economisti ad individuare tali leggi. E questo è facilmente spiegabile perchè il valore di un asset è dato da molte determinanti, ovvero molti x che determinano l’asset Y. Magari le azioni umane fossero dato x allora y….tutti gli economisti prevederebbero alla perfezione ogni volta. NOn vi sarebbe la borsa perchè tutti saprebbero il movimenti dei prezzi. Io nel mio piccolo non mi curo dell’analisi fondamentale (nonostante sia anche analista finanziario di bilanci) perchè so che il prezzo di un asset è mosso da tante determinanti e infatti per ovviare a cio’ mi baso su un’analisi obiettiva grafica, probabilistica ciclica, etc. ben sapendo che non sono perfetti (appunto).
Va beh saluti.