Due settimane fa ho analizzato, tramite uno studio del World Gold Council, il potenziale rialzista dell’oro, esaminando le reazioni storiche del lingotto successive a 12 “pullbacks” (ritracciamenti ribassisti), a partire dal 1970 fino ai giorni nostri.
Oggi mi concentrero’ sull’analisi tecnica nonche’ su valutazione macroeconomiche e geopolitiche, per tentare di prevedere come si comportera’ il prezzo dell’oro quest’anno.
A mio modo di vedere, l’oro, dalla fine di dicembre 2013, ha gettato le basi per riprendere il suo lungo cammino rialzista secolare.
Ti spiego per quali ragioni.
Cominciamo con l’analisi di un grafico.
Qui sotto trovi il trend primario dell’oro, a partire dal 2004 fino a oggi.
In verde scuro e’ evidenziato il trend primario di lungo periodo; ai lati di questo, trovi, espressa in verde chiaro, una “banda di oscillazione” del trend primario.
Detta banda di oscillazione si suddivide in superiore e inferiore, rispetto al trend evidenziato; nei suoi punti estremi (massimo e minimo) si discosta del 18% rispetto al trend primario, sia al rialzo che al ribasso.
Come puoi osservare, il prezzo dell’oro sta “agguantando” di nuovo quota $1.400,00 per oncia, rientrando di prepotenza all’interno della banda di oscillazione del trend primario rialzista di lungo termine.
Nell’ultimo decennio, l’oro si e’ mantenuto entro detta banda di oscillazione, per il 95% del lasso temporale preso in considerazione, tranne nel 2011 quando le quotazioni fuoriuscirono dalla banda di oscillazione al rialzo, e l’anno scorso, quando la brutale manipolazione ribassista, facendo leva sulle rotazioni di portafoglio degli ETF e sulle prese di profitto dopo dieci anni di mercato toro, approfitto’ dell’occasione per fare precipitare le quotazioni.
Non appena l’oro avra’ raggiunto quota $1.400,00 per oncia, il lingotto sara’ pronto per un nuovo rally rialzista di lungo termine.
Vi sono altri motivi di origine “macroeconomica” che mi suggeriscono il potenziale rialzista del metallo giallo.
Innanzitutto: Cina e Russia continuano ad accumulare enormi quantita’ di oro fisico.
La Cina ha “infiammato” i prezzi dell’oro a gennaio, acquisendo piu’ oro di quanto se ne possa estrarre in un mese;
La Russia sta incrementando le proprie riserve auree a ritmi estremamente rapidi. Secondo quanto riportato su RT.com, la Russia e’ la settima nazione per riserve auree, escluso il Fondo Monetario Internazionale;
L’India: gli abitanti di questa nazione, per tradizione secolare, accumulano oro come nessun altro popolo di tutto il pianeta. Inoltre, il Governo indiano sta allentando le restrizioni sull’import di oro, il che mi suggerisce che l’India si appresta a divenire di nuovo uno dei maggiori importatori mondiali di metallo giallo (storicamente, l’India, e’ sempre stata la maggiore importatrice di oro);
La domanda mondiale di dollari e’ in calo (non abbiamo ancora dati sufficienti per affermare che sia un trend irreversibile); Bloomberg ha riportato che, a Dicembre dello scorso anno, la Cina ha ridotto i suoi assets in titoli del tesoro americano, vendendo circa 47,8 miliardi di dollari in titoli;
Nello stesso mese, la BCE, ufficialmente tramite il “Belgio”, ha assorbito i titoli del tesoro USA venduti dalla Cina (per sostenere “indirettamente” il dollaro evitando una rapida rivalutazione dell’Euro); ora, se la Cina cominciasse a “liberarsi” progressivamente dei titoli di stato USA, la BCE potrebbe assorbire le quote di titoli vendute dalla Cina? Io rispondo negativamente;
Un’altra potenziale minaccia alla stabilita’ del dollaro (valuta di riserva mondiale) arriva proprio dalla Russia; un consigliere del Cremlino (Sergey Glazyev) ha affermato che la Russia potrebbe vendere i titoli di stato USA (200 miliardi circa), minacciando anche una possibile fine dell’utilizzo del dollaro, da parte della Russia, in tutte le transazioni economiche internazionali. La minaccia di Glazyev approda dopo che gli USA hanno minacciato sanzioni economiche e finanziarie contro la Russia a causa dell’invasione in Crimea;
infine, cito quanto riportato da Paul Craig Roberts, ex assistente al Ministero del Tesoro sotto la Presidenza Reagan.
Roberts ha affermato che, negli scorsi anni, la manipolazione ribassista dell’oro da parte della Fed e delle cosiddette “bullion banks” aveva avuto buon gioco, nel “tenere lontane le masse dall’oro” (in effetti, se le “masse” avessero compreso l’importanza di detenere oro nei propri portafogli, la manipolazione ribassista sarebbe fallita da tempo).
Ma, Roberts aggiunge, se la Cina e la Russia, dovessero continuare ad acquistare oro ai ritmi degli scorsi anni, la Fed e le “bullion banks” non sarebbero in grado di contrastare la domanda fisica di oro, con le loro speculazioni sui mercati dell’oro di carta (i mercati a termine “futures”).
Se la domanda di oro fisico aumenta, le bullion banks, che detengono grandi quantita’ di contratti “short” (vendita) al Comex, vedrebbero bruciare enormi quantita’ di capitali per tentare di far calare il prezzo; ma per mantenere queste posizioni ribassiste, in caso di perdite, vedrebbero aumentare le richieste dei cosiddetti “margini di garanzia” esponendosi in modo talmente rilevante che sarebbero costrette a chiudere le posizioni ribassiste per evitare ulteriori perdite devastanti.
Questo e’ lo scenario che caratterizzera’ il prezzo dell’oro per i prossimi 12 mesi.
3 risposte
il 2014 si preannuncia + interessante e movimentato del 2013!
Complimenti Riccardo, davvero un’analisi accurata e realistica.
1373 quasi. Qui ci vorrebbe di nuovo la canzone di Luigi, Più su!!!!!Permettetemi di dirlo: In c…al dollaro!