I sistemi monetari di Cina e Russia, due delle nazioni più ricche di risorse e materie prime al mondo, si stanno avvicinando progressivamente fra loro, giorno dopo giorno.
Un avvicinamento complesso, reso ancor più ostico dalle continue interferenze esterne nella loro sfera politica ed economica.
Un nuovo tassello, anzi due, sono stati aggiunti al diabolico piano che prevede la sostituzione dell’attuale sistema monetario – che avvantaggia le politiche e gli interessi di un solo paese, gli USA –, con uno più equo e stabile, che sponsorizzi la co-operazione, lo sviluppo e tuteli l’esistenza della pluralità d’interessi.
Riportando quanto scritto in un articolo pubblicato da Tyler Durden, – dopo aver parlato dell’istituzione del mercato dei preziosi di Shanghai, del relativo centro di stoccaggio, dei futures yuan-oro e del progetto Nuova Via della Seta – vi presentiamo gli ultimi sviluppi nell’ambito della cooperazione monetaria sino-russa.
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Nel tentativo di ridurre i rischi connessi al regolamento di transazioni internazionali, cioè di quelle transazioni condotte con valute diverse, Russia e Cina hanno trovato nuovo terreno comune.
Da questo lunedì, infatti, è stato lanciato un nuovo sistema PVP (Payment Versus Payment) fra le valute di questi due paesi.
A cosa serva un PVP, è presto detto: è un sistema che permette il simultaneo regolamento delle operazioni [transazioni] monetarie condotte in due valute diverse e che solo le valute più influenti – dollaro ed euro, ad esempio – possono vantare.
Secondo il CFETS (China Foreign Exchange Trade System), il sistema ridurrebbe il rischio insito nell’effettuare transazioni internazionali tra yuan e rublo aumentando l’efficienza del mercato forex dei due paesi.
Avere un PVP, infatti, fa in modo che in caso di difficoltà finanziaria o mercati turbolenti il denaro del compratore raggiunga il venditore ed il bene venduto dal venditore raggiunga il compratore.
Il CFETS ha dichiarato che la messa in moto di un PVP che governi le trnsazioni tra yuan e le altre valute accolte nel progetto nuova via della seta [ora One Belt One Road] e l’internazionalizzazione del renminbi sono i maggiori driver di questa scelta.
In effetti un PvP fra rublo e yuan è da vedersi come una soluzione diretta e senza fronzoli per evitare che le transazioni dei due paesi – in particolare materie prime e metalli preziosi – possano venire ostacolate da attori esterni attraverso manipolazione dei sistemi esistenti che permettono di effettuare transazioni a basso rischio solo ricorrendo all’intermediazione dei PVP con il dollaro.
La cooperazione sino-russa non è una novità: il più recente sviluppo è datato 14 marzo di quest’anno, quando la Banca Centrale della Federazione Russa ha aperto il suo primo ufficio estero a Pechino.
Quest’ufficio, così come il PVP, è parte di un più ampio accordo stipulato fra i due vicini per rafforzare il loro legame.
Una cooperazione, da parte russa, quasi obbligata da quando l’Occidente ha imposto sanzioni contro la Russia utilizzando la crisi Ucraina come movente ed il prezzo del petrolio è collassato colpendone duramente l’economia.
A quei tempi, Vladimir Shapovalov, membro del board della banca centrale con sede a Mosca, affermò che le banche centrali cinese e russa stavano stilando un memorandum per risolvere problematiche attinenti alle importazioni d’oro dei due paesi e che ulteriori dettagli sarebbero poi stati resi di pubblico dominio.
A giudicare dagli ultimi sviluppi, pare proprio che la Russia – in qualità di quarto produttore d’oro al mondo – si stia posizionando per essere il principale fornitore di metallo giallo del Dragone – a sua volta primo produttore al mondo – e che quindi le probabilità che la Cina sia davvero in procinto di inaugurare una sorta di nuovo gold standard si sono improvvisamente moltiplicate.
Anche da parte cinese si rileva la volontà per una crescente collaborazione: i vertici di Pechino avevano già dichiarato di voler stabilire a Mosca una clearing bank [la chiave di volta di un qualsiasi sistema PVP] per gestire le transazioni in yuan connesse al crescente numero di scambi tra i due paesi.
La Industrial and Commercial Bank of China ha iniziato ad operare proprio come clearing bank.
Dall’altro ieri.
In sostanza, la creazione di un centro di smistamento delle transazioni finanziarie [la clearing bank] ed il lancio del sistema PVP permettono alle due nazioni di aumentare il commercio bilaterale diminuendo la dipendenza dal dollaro statunistense.
Indubbiamente, le clearing bank, creeranno un generoso bacino di liquidità per lo yuan – ricordiamo che la Cina ha già in essere un contratto per l’approvvigionamento di idrocarburi russi negoziato esclusivamente in yuan – che ha tutte le potenzialità per ridurre la volatilità delle due valute.
Negli anni scorsi i due paesi, che condividono buona fetta dei confini nazionali, si sono distinti nel mercato dei preziosi per essersi posizionati costantemente nelle primissime posizioni tra i compratori.
Vale la pena ricordare quanto detto da Shvestov, un’altra personalità di spicco della banca centrale russa, durante una delle riunioni dei BRICS:
Abbiamo discusso il tema del commercio aureo.
I BRICS vantano economie in forte sviluppo, ampie riserve auree ed impressionanti volumi di produzione e consumo di metalli preziosi.
Il commercio si concentra a Shanghai come a Mosca ed il nostro intento è quello di collegare le due città per incrementare l’interdipendenza fra i due mercati.’
Il prezzo dell’oro, nel frattempo risalito attorno quota 1300$, continua a non rispecchiare l’ansia e le aspettative incorporate in questi cambiamenti che minacciano un rovesciamento dell’attuale ordine economico, con la possibilità di provocare un vero e proprio terremoto.
E la cosa non può che far piacere al più grande importatore d’oro degli ultimi anni: la Cina stessa.
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