Gold Standard versione 2.0
In versione moderna e riadattata, certo, ma l’idea non è da accantonare del tutto.
Lo sanno sia la Cina che la Russia, e a temerlo sono soprattutto gli Stati Uniti.
Il fatto che l’economia cinese sia diventata di dominio internazionale è riscontrabile su qualsiasi mercato d’occidente, elemento che ha scosso gli Usa dalla consapevolezza del non essere più l’economia tra le economie.
Se fino allo scorso anno il benessere delle finanze russe costitutiva una minaccia per l’autorità a stelle e strisce, per il momento il potere del Cremlino è divenuto marginale (a causa dell’abbassamento del prezzo delle materie prime energetiche e all’accanimento occidentale che le ha imposto severe sanzioni per le questioni ucraine); diversamente, nonostante dati che l’occidente non smette di catalogare come deludenti, la Cina procede nel suo incessante espandersi.
Una sorta di colonizzazione economica, permeata non solo in termini di materiali e manifattura a basso costo, ma anche di iniziative imprenditoriali volte all’acquisizione dell’eccellenza altrui.
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Yuan e oro: i perchè di un ritorno al Gold Standard
Che il Pil cinese non abbia più larghe possibilità di crescita al 10%, è un dato di fatto; quello che ancora ha in potenza il mercato renminbi è però un arricchimento della popolazione media avvenuto nel corso degli ultimi anni ed un costrutto governativo che, se prima era volto all’ampliamento, ora ha l’attenzione al consolidamento (specie in ambito imprenditoriale, delle infrastrutture e sul fronte militare).
Questo, per l’occidente, significa un’economia che da emergente diventa matura e che si prepara a conquistare il mercato facendo leva non più sul flusso dei grandi numeri, ma sulla presenza degli ingenti capitali nel mondo.
Da qui la necessità di portare il renminbi sul mercato e la possibilità di un Gold Standard sullo yuan cinese.
In anni governati da pazzie di liquidità (specie ad opera degli Stati Uniti), la concretezza di una moneta come quella aurea (perché di moneta si tratta) si scontra con la stampa e la svalutazione di massa operata dalla Federal Reserve statunitense, nonché da banche centrali quali BoJ, BoE e, da ultima, la Ecb.
In un clima di espansione delle basi monetarie, lo yuan cinese è rimasto sotto una teca di cristallo, potendo far leva sulla stabilità datagli dall’istituto centrale che ne ha limitato i margini di variazione a rialzo e ribasso, in un’ottica di stabilità economica.
Nell’ultimo decennio la Cina, così come la Russia e la Corea, ha incrementato in maniera considerevole le proprie riserve auree, arrivando a totalizzare un monte di import annuo (nel 2013) superiore anche al principale acquirente mondiale: l’India.
Dal secondo trimestre 2009 la stessa Cina ha inoltre celato l’aggiornamento delle proprie riserve auree, che attualmente risulta ancora fermo a 1054 tonnellate.
Diversamente da altre economie, l’economia cinese è tuttora fortemente ancorata all’acquisto e al possesso di oro, utilizzato sia come smania di grandezza legata alla tradizione, sia come collaterale finanziario.
L’espansione mondiale cinese, come detto, non è stata dunque assecondata da un rialzo contestuale della moneta locale: l’attestazione su scala internazionale dell’economia in renminbi tenderà quindi a vincolare la divisa cinese a fare il proprio ingresso sul mercato, cosa che, di per sé, ne comporterebbe l’innalzamento smisurato in rapporto alle altre divise mondiali, rallentando in maniera consistente l’economia e l’export d’oriente.
Tra l’assenza dal mercato della valuta cinese e il rischio che la stessa possa subire un’impennata legata al freno che per troppo tempo l’ha vincolata ad un livello fittizio, si frappone però una terza via: l’attaccamento dello yuan all’oro.
Quando una moneta viene legata all’oro, questa instaura un regime di cambi fissi.
La banca centrale, in tal senso, non ha più la libertà di disporre del danaro come meglio crede (con stampa aggressiva), ma è vincolata all’acquisto di lingotti nel caso in cui decida di ampliare la base monetaria.
La messa in pratica di una misura similare da parte di una grande economia avrebbe il potere di rendere il renminbi il termine di paragone per l’economia internazionale, costringendo gli istituti centrali di altre nazioni (Stati Uniti in primis), a ricalibrare la propria divisa vincolandola anch’essa all’oro.
Questo per evitare che lo yuan diventi il punto di riferimento mondiale al posto del dollaro e che la banca dei Brics soppianti l’Fmi.
Non è inoltre da escludere che, proprio l’oro, diventi parte dei diritti speciali di prelievo dell’Fmi.
Il passaggio del dollaro al Gold Standard fu il medesimo che, prima di Nixon, rese l’economia Usa il centro dell’universo finanziario, con i principali scambi in materie prime (oro e petrolio ad esempio) condotte proprio in dollari.
Oggi le cose potrebbero cambiare, e a scriverlo non è Ron Paul.
13 risposte
….se così diventerà Roy non condivido con te nel precedente articolo dove affermi che dopo l’ultima grande impennata nella parte finale di questo ciclo naturale dell’oro ci sia una lenta ma inesorabile caduta dei prezzi per anni……in ogni caso non lo credo comunque, magari di una buona fetta ma non come negli anni ’80, seguo molto i problemi energetici, dei ritorni decrescenti del futuro, nonchè del picco del petrolio…..quando i costi per estrarre un’oncia saranno il doppio di ora, male che vada la quotazione dell’oro sarà il doppio di ora (anche se secondo me molto di più in quanto in quel momento molti di più di ora avranno gli occhi aperti), e ricordo che i 50000 dollari oncia entro il 2020 come disse qualcuno potrebbero essere non utopia, ricordo che l’oms ”….in una serie di studi pubblicati nella rivista scientifica The Lancet. A metà del secolo corrente la popolazione over 60 sarà oltre il 20% del totale. Nel 2020, per la prima volta nella storia, il numero delle persone con età superiore ai 60 anni nel mondo supererà quello dei bambini con meno di 5 anni. Nel 2050 gli over 60 supereranno i 2 miliardi di persone (1 su 5) contro gli 841 milioni di oggi…..” e poi ancora Onu ”….stima che nell’anno 2040 sul nostro pianeta ci saranno circa 9 miliardi di abitanti. La maggior parte dei demografi prevede che a partire da quella data la popolazione mondiale comincerà a diminuire e che potrebbe tornare a 7,5 miliardi entro il 2100 a causa della diminuzione dei tassi di natalità….” (e io aggiungo: o per altre brutte cause??!!)…..Roy, mi hai insegnato tu a ragionare a lungo periodo, beh io con meno di 40 anni, come penso te, voglio pensare al lunghissimo periodo (anche se poi siamo ‘già’ nel 2015…..) perchè un giorno vorrò vivere la mia morte piuttosto lungo in mare a guardare le stelle rispetto in un ospedale diroccato senza farmaci….
Ciao Massimo, potrei sapere il nome di colui che ha profetizzato 50000 usd/ot? Anche perché sono rimasto a max 38000 circa (almeno è questo il prezzo che dovrebbe avere attualmente considerando non solo la massa monetaria reale).
Egon von greyerz con una eituazione di iperinflazione iperbolica potrebbe crescere fino ed oltre 50000 dollari/oncia
Chiaro. Se dovesse partire una iperinflazione, non ci sarebbe piu’ nessun prezzo da poter calcolare sull’oro.
Ma non concentratevi sul 50.000 giusto per farvi gasare.
Siete degli allocchi se siete concentrati sul numero.
Dovete invece concentrarvi sul VALORE che avrebbe l’oro, nel caso in cui raggiungesse per davvero quel prezzo in caso di iperinflazione.
Come si calcola il valore?
Con queste domande:
– quante azioni posso comprare oggi, con la mia oncia d’oro a 50.000$?
– quante case posso comprare oggi, con la mia oncia d’oro a 50.000$?
– quanti pacchi di caffe’ posso comprare oggi, con la mia oncia d’oro a 50.000$?
– quante macchine mi posso comprare oggi, con la mia oncia d’oro a 50.000$?
– quanto (il cazzo che mi pare) posso comprare oggi con l’oncia d’oro a XXX ?
E’ chiaro vero?
Capisco, solo che con l’iperinflazione non si ha in effetti il giusto valore delle cose. Una cosa sono i 50000 usd attuali, un’altra invece i 50000 tra cinque anni per esempio, che magari varranno 5000 attuali.
Invece il mio esempio era più affidabile, poiché esprime il vero valore che dovrebbe al giorno d’oggi avere un’oncia d’oro considerata la massa monetaria stampata, nonché gli altri strumenti virtuali.
Basta già questo per farsi un’idea.
Massimo gli investimenti si muovono ad ondate cicliche. Una volta raggiunto il picco del suo Ciclo Generazionale, l’oro inizierà a scendere di VALORE.
E’ relativo il fatto che scenda (oppure no) di prezzo.
Questo dipendera’ dall’ambiente economico dei prossimi anni.
Ma cio’ che ci insegna la storia e’ che ad un certo punto, l’oro perdera’ valore rispetto a moli altri investimenti (rendendolo di fatto, un investimento meno interessante).
Cavolo tu che segui questo blog da molto tempo non puoi avere ancora questo genere di dubbi! Rileggi fino in fondo questo articolo perche’ qui c’e’ TUTTO: https://deshgold.com/7-segreti-degli-investimenti/
Chiaramente questo discorso vale per chi compra e vende oro con l’obiettivo di portare a casa un bel po’ di guadagni dal suo investimento.
Se invece il tuo obiettivo e’ esclusivamente quello di preservare il potere d’acquisto del tuo denaro (senza guadagnarci o perderci nulla), allora tieni il tuo oro fisico per tutta la vita.
Usalo per la tua pensione o regalalo ai tuoi figli e fra 20/30 anni sarai certo al 100% di avergli passato lo stesso potere d’acquisto che il tuo denaro possiede oggi.
Se invece il tuo obiettivo e’ esclusivamente quello di “preservare il potere d’acquisto del tuo denaro (senza guadagnarci o perderci nulla), allora tieni il tuo oro fisico per tutta la vita.
Usalo per la tua pensione o regalalo ai tuoi figli e fra 20/30 anni sarai certo al 100% di avergli passato lo stesso potere d’acquisto che il tuo denaro possiede oggi.”
Direi, per tenere il metallo tutta la vita uso fondo pensionistico, e’ molto valido anche l’argento. Visto che il suo prezzo attuale e’ sotto il costo di estrazione e la gran parte e’ stato consumato e non puo’ essere sostituito. Questo era la mia idea dell’investimento, rivendere via via qualche 500 lire(a prezzi ben piu’ alti di oggi) per integrare la pensione. Secondo le tue risultanze Roy, quanto ne e’ rimasto?
Probabilmente l’oro e’ piu’ speculativo, cioe’ atto a rivenderlo nel corso della crisi valutaria, scambiandolo con beni reali (terreni, case). Forse sono due investimenti differenti.
Si, sono investimenti differenti.
Qui la discussione di fa molto interessante.
Grazie Roy per queste precisazioni. Mi stai aprendo la mente.
E grazie Lady Gold per aver scritto questo articolo.
Allora le possibilita’ di un iperilflazione sono realistiche dovremmo chiederci per quale motivo la russia cina accumulano oro gente svegliamoci si sta prendendo una brutta piega ed ora arriva il bello con il default della grecia vedremo le conseguenze
Ok Ivan, ok.
Ma non c’e’ bisogno di ricordarcelo in ogni articolo 🙂
Se la fai tragica in tutti i commenti che scrivi, rischi per davvero di portare chi ti legge a toccarsi i gioielli di famiglia ogni volta…
Del resto l’oro puo’ salire tantissimo di prezzo anche senza che si verifichi la fine del mondo.
Dal 1976 al 1980, in 3 anni e mezzo è salito di oltre 7 volte. Eppure siamo tutti qui e la fine del mondo non si e’ verificata 😉
Gennaro grandissimo vero vero non voglio augurare la fine del mondo ma purtroppo dobbiamo guardare la realta’ dei fatti le cose vanno tutte all incontrario o sbaglio disoccupazione ai massimi poverta’ da brividi pensionice stipendi che non arrivano ad un terzo del mese disuguaglianze sociali privatizzazione e ignoranza portano ad un ritorno indietro
Le cose si stanno aggiustando.
Solo che ci vuole un po’ di tempo e di buona pazienza.
Nella storia dell’umanita’ ci sono state tante fasi difficili. Proprio come quella che stiamo vivendo. Ed ogni volta il mondo e’ ripartito con nuovi cicli di crescita e di benessere.
Sara’ cosi’ ancora una volta.
Nel frattempo possiamo imparare a gestire al meglio le nostre finanze per far rendere al massimo i nostri risparmi e possiamo sforzarci di comprendere la direzione dei numerosi cambiamenti di questo nuovo secolo, per remare nella stessa direzione.
C’e’ speranza Ivan. Ed e’ basata sulle lezioni che ci regala la storia.
Nulla e’ per sempre. Nemmeno una fase di crisi.