ricchezza nel tempo

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Barometro Oro: 20.Dic.2014

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L’oro ha aperto la settimana a $1.222,60 e chiuso a $1.195,70.
Al Comex di New York, i contratti futures per consegna aprile 2015 sono quotati a $1.194,80.

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Le quotazioni dell’oro si avvieranno verso il minino ciclico quadriennale?

Questa nuova puntata speciale di fine anno della nostra rubrica si focalizzera’ sulle proiezioni del prezzo dell’oro per i prossimi mesi.

Nell’edizione del Barometro del 06 Dicembre ho riportato che il 2015 – a mio modo di vedere – sara’ un anno di svolta rialzista nel mercato dei metalli preziosi (sia oro che argento).

Nel breve termine (da uno a tre mesi) potremmo tuttavia assistere ad una “capitolazione” nelle quotazioni dell’oro che potrebbero portarsi ai minimi del ciclo ribassista quadriennale.

Ritengo che l’oro sia sorretto da un robusto “pavimento” di supporto in area $1.060,00 – $1.080,00, ma non posso escludere che possa toccare i minimi ciclici entro e non oltre la forbice compresa tra i $950,00 e i $1.000,00.

Per quale ragione l’oro potrebbe toccare i nuovi minimi ciclici nel prossimo trimestre?

A causa di un nuovo rafforzamento di breve termine del dollaro americano.

La Banca Centrale Europea, il 22 gennaio dell’anno prossimo, nella riunione del suo Consiglio Direttivo lancera’ la versione europea del “bazooka” monetario (il “quantitative easing”, ovvero l’espansione monetaria in stile FED).

Oltre ai titoli “corporate” la BCE fara’ incetta di titoli di Stato permettendo agli istituti finanziari europei di liberarsi dell’enorme quantita’ di bond governativi all’interno dei loro portafogli in modo tale da incrementare la quantita’ dei livelli di credito all’economia reale per stimolare la ripresa economica dell’anemica Eurozona.

Quindi, siamo a un “passo” dall’introduzione di nuove misure straordinarie di politica monetaria da parte della BCE.

I riflessi valutari (anche in questo caso di breve termine) consisteranno in un rafforzamento del biglietto verde a spese dell’Euro.

Il consolidamento del dollaro si riflettera’ in modo negativo sulle quotazioni sia di oro che argento, che tenderanno a scivolare verso i minimi ciclici.

Ritengo, pertanto, che la versione “europea” dell’espansione monetaria crei le premesse per un ulteriore rafforzamento del dollaro che spingera’ i metalli preziosi verso le quotazioni minime del ciclo ribassista quadriennale.

Il dollaro ha tratto la sua “forza” dall’inizio del “tapering” della FED (ovvero dalla progressiva riduzione degli stimoli monetari).

La FED ha terminato il piano di espansione monetaria (espressione non corretta: la FED continuera’ a “rinnovare” l’acquisto di titoli di Stato in scadenza nel proprio portafoglio; non acquistera’, invece, nuove emissioni che non abbiano relazione con i bonds in scadenza).

Ritengo che la FED non solo non ha alcuna intenzione di innalzare i tassi d’interesse come afferma la “vulgata” dei Media Mainstream (del resto, la FED per quale motivo razionale dovrebbe innalzare i tassi d’interesse proprio in questo momento storico, con i prezzi del petrolio WTI sotto quota $55,00 e con gli indici delle materie prime ai minimi del 2011? Quindi in assenza di forti tensioni inflazionistiche, anzi, in presenza di una fase disinflazionistica dell’economia americana e globale?), ma che sara’ presto costretta a varare un altro round di espansione monetaria.

Devo ripetermi anche a costo di annoiarti: IL NEMICO NUMERO UNO DELLE BANCHE CENTRALI (E DELLA FED IN PARTICOLARE, COME BANCA CENTRALE DELLE BANCHE CENTRALI)  E’ LA DEFLAZIONE!

Un rafforzamento eccessivo del biglietto verde provocherebbe l’esacerbarsi delle tendenze disinflattive globali e un “default”  delle “province” dell’Impero.

Come ho gia’ spiegato, le fasi terminali dell’Impero americano non avranno inizio dal “Cuore” finanziario e politico degli USA ma saranno le “province” le prime a cadere; la capitolazione delle bolle speculative nelle periferie dell’Impero creeranno un effetto-domino e le onde sismiche arriveranno, per ultime, al “Cuore” dell’Impero.

La “provincia” dell’impero, o meglio il suo settore “privato” (corporate debt), durante l’ultimo decennio si e’ indebitata in dollari americani (confidando in una svalutazione sempre piu’ rapida del biglietto verde) per 9.000 (novemila, hai letto bene) miliardi di dollari, tramite aperture di credito, linee di fido e altre formule di prestito (off-shore lending in US dollars).

Inoltre, i paesi dei mercati emergenti hanno contratto debiti in dollari per 5.700 miliardi (di cui: 3.100 in prestiti bancari e 2.600 in obbligazioni): tutto questo debito e’ stato contratto a tassi d’interesse all’1% nel presupposto che la FED avrebbe indebolito il dollaro e inondato di liquidita’ il mercato mondiale.

Un ulteriore apprezzamento del biglietto verde contro le valute della “Periferia” dell’impero avrebbe devastanti implicazioni per la stabilita’ finanziaria globale; il settore “corporate” della periferia dell’Impero non sarebbe in grado di onorare (ne’ rifinanziare), l’ammontare enorme di prestiti contratti in dollari in quanto la svalutazione delle monete locali incide sulla loro facolta’ di remunerare un debito contratto quando le quotazioni del dollaro erano piu’ vantaggiose rispetto alle attuali.

Nel caso questo debito non potesse essere onorato o rifinanziato, assisteremmo a una crisi in stile “Lehman Brothers” ma moltiplicata per 10 volte. Forse sarebbe la fine del sistema finanziario (e della civilta’ per come la conosciamo, perche’ si aprirebbero le porte dell’Apocalisse economica).

Il 2015 si candida a essere la ripetizione del disastro finanziario del  2008 ma questa volta in modalita’ amplificate.

Lo “Status” di valuta-rifugio (safe-haven) del dollaro americano – a ogni modo – sara’ presto messo in discussione dalla Storia perche’ a livello storico-statistico, ogni valuta di riserva apparsa e’ durata mediamente 100 anni.

Il biglietto verde e’ considerato valuta di riserva dal 1921.

Dicevo – nel breve termine – i prezzi dei metalli preziosi potranno essere temporaneamente messi sotto pressione.

Il minimo ciclico dei metalli preziosi e’ imminente e combacera’ con un transitorio rafforzamento del biglietto verde.

L’attuale fase disinflazionistica globale potrebbe lasciare presto il passo a una nuova fase inflazionistica e iperinflazionistica di medio-lungo termine che culminera’ nel caos valutario.

L’economia americana e quella globale si avviano verso la depressione deflazionistica; il “bluff” di Janet Yellen sul “rialzo” dei tassi d’interesse si palesera’ proprio all’apice del rafforzamento del biglietto verde che causera’ un indebolimento radicale nell’export a stelle e strisce e un rapido deterioramento del tasso di disoccupazione.

La FED sara’ costretta a varare un’altro ciclo di espansione monetaria per evitare l’insolvenza delle periferie dell’Impero e un eccessivo rafforzamento del dollaro che causerebbe un inasprimento della disinflazione e un rallentamento dell’economia a stelle e strisce.

Assisteremo a un inasprimento della guerra valutaria in corso.

La FED, pertanto,  nel 2015 si trasformera’ nella piu’ preziosa alleata degli investitori in oro e argento fisico: il 2015 sara’ l’anno della svolta rialzista per i metalli preziosi.

Il prossimo biennio (2015-2016) si caratterizzera’ come una nuova fase di delicato cambiamento degli assetti geopolitici, economici, monetari e militari del nostro mondo globalizzato.

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L’INDIA: UN INSAZIABILE APPETITO PER L’ORO

“Oriente e Occidente” implica un’antitesi culturale piu’ che geografica.(…) Due conseguenze, , possono derivare dal contatto culturale tra Oriente e Occidente. Si puo’ diventare un “miscuglio”  bizzarro di Oriente e Occidente, fuori posto dappertutto e a casa in nessun luogo; oppure si puo’, sempre restando se stessi, sentirsi “a posto”  in qualsiasi luogo e “a casa” dappertutto: cittadini del mondo, nel senso piu’ profondo dell’espressione. (…) Quando l’Occidente avra’ ritrovato se stesso – cioe’ l’Io di tutti gli uomini – sara’ risolto anche il problema del capire il “misterioso” Oriente.”

Sapienza Orientale e Cultura Occidentale; la ricerca di una possibile armonia” di Ananda K. Coomaraswamy – Rusconi Editore

La predilezione degli indiani per gli investimenti in beni materiali rispetto a quelli finanziari, sconcerta, scompagina (e a volte disturba) i commentatori e gli investitori Occidentali. Non mi meraviglia tanto stupore degli Occidentali.

Pochi sono i campi culturali che l’Occidentale riesce ad accettare e comprendere dell’Oriente in generale; affermo cio’ come cultore ed estimatore della cultura, della visione della vita e della spiritualita’ predominante in Oriente.

Non sto facendo un ottuso elogio dell’Oriente (sono perfettamente a conoscenza della poverta’ estrema in cui vivono ancora decine di milioni di indiani, nonche’ gli alti livelli di disuguaglianza sociale di quella nazione) ne’ questo e’ il luogo per approfondire tali complessi argomenti: sto solo affermando che, anche in campo finanziario, l’antitesi tra Oriente e Occidente e’ di matrice  culturale, come affermava giustamente Ananda K. Coomaraswamy.

Torniamo alla preferenza per gli indiani in relazione al metallo giallo.

Le importazioni di oro verso l’India a novembre hanno raggiunto i 5,61 miliardi di dollari, sei volte in piu’ dello stesso mese del 2013 quando le importazioni raggiunsero gli 836 milioni di dollari.

L’aumento delle importazioni di metallo giallo, a Novembre, sarebbe attribuibile alla forte domanda stimolata dalla stagione dei matrimoni combinata con prezzi favorevoli del metallo giallo; l’effetto combinato dei due eventi ha dato luogo a un eccezionale vigore nelle importazioni di oro.

In realta’, se volgiamo lo sguardo a un lasso temporale piu’ esteso, il risparmiatore indiano ha una vera e propria propensione all’investimento in oro fisico, non attribuibile a singolo evento contingente come la stagione dei matrimoni.

Difatti la quota di risparmio investita in attivita’ finanziarie e’ scesa dal 10,1% del PIL durante il biennio 2004-05 al 7,1% rispetto al biennio 2012-13.

Approfondiamo ulteriormente lo studio dell’inclinazione “indiana” per l’investimento in oro fisico.

Scopriamo che, nel corso degli ultimi anni, l’inflazione misurata con l’indice dei prezzi al consumo (CPI – Consumer Prices Index) e’ schizzata al 9% – gli investimenti azionari nel medesimo lasso di tempo (2009 – 2013) non hanno “restituito” al risparmiatore indiano un guadagno al netto dell’inflazione; tanto meno i rendimenti dei depositi vincolati.

Al contrario l’oro ha “assicurato” un rendimento superiore all’inflazione oltre ad aver protetto il capitale dall’erosione inflattiva.

Nell’ultimo anno i rendimenti azionari sono saliti a una media del 30% e le tensioni inflative si sono, in parte, placate.

Bastera’ il rally di borsa e un’inflazione in calo a stemperare la disposizione “tutta Orientale” all’investimento in oro fisico?

L’Oriente possiede una concezione del tempo differente dalla nostra, nonostante secoli di Occidentalizzazione forzata. Questa concezione del tempo e’ stata trapiantata anche nel campo degli investiment (sia finanziari che industriali), che, per la maggior parte, non sono influenzati da un’ottica di breve termine.

L’oro continuera’ a svolgere il proprio ruolo di investimento a protezione del capitale; l’India ha una importante tradizione come produttore di oro (che era estratto fin dai tempi delle antiche civilta’ della Valle dell’Indo); l’estrazione avveniva nelle famose Kolar Gold Fields che furono chiuse solo nel 2001 a causa dell’esaurimento del giacimento.

Inoltre, per tradizione, le spose indiane si “ricoprono” di gioielli in oro. Le danarose Elites indiane acquistano abitualmente lingotti d’oro come forma d’investimento, lingotti provenienti direttamente dalle raffinerie svizzere.

Tieni presente che, prima del 2030, l’India diverra’ il paese piu’ popoloso del mondo superando la Cina; quindi anche nei prossimi anni l’acquisto di oro fisico da gioielleria e’ previsto in aumento, a causa delle dinamiche demografiche in espansione.

Il consumo di oro si concentrera’ soprattutto durante le stagioni dei “matrimoni”. L’India, pertanto, si ricandida a divenire il primo consumatore mondiale di oro dopo essere stata superata dalla Cina nel 2013.

Come vedi, non bastano alcuni rally di borsa e un’inflazione in calo, a modificare abitudini e tradizioni di secoli.

“L’India – quasi fosse la Vita che riflette su se stessa – pensa il problema del tempo usando periodo paragonabili a quelli della nostra astronomia, geologia e paleontologia. L’India cioe’ pensa a se stessa in termini biologici, in termini di specie, non in quelli di un Io effimero. Quest’ultimo diventa vecchio, mentre la prima e’ vecchia, e percio’ eternamente giovane. Noi Occidentali d’altra parte consideriamo la storia del mondo come una biografia dell’umanita’, e soprattutto dell’Uomo Occidentale, che riteniamo essere il membro piu’ importante della famiglia. (…) Pensiamo agli Io, agli individui, alle vite, non alla Vita”.

Miti e simboli dell’India” – Heinrich Zimmer – Adelphi Edizioni

Auguro Buon Natale a tutti i lettori di Deshgold.com!

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NOTA:
Il prossimo appuntamento col Barometro dell’Oro e’ previsto per il 10 gennaio 2015.

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Picture of Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
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