ricchezza nel tempo

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Barometro Oro: 01.Nov.2014

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L’oro ha aperto la settimana a $1.230,40 e chiuso a $1.172,90.
Al Comex di New York, i contratti futures per consegna gennaio 2015, sono quotati a $1.172,40

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In questa settimana di trading il lingotto e’ rientrato in modo prepotente all’interno del trend ribassista.

Dopo aver “flirtato” con il supporto a quota $1.215,00,  negli ultimi due giorni di trading l’oro ha ceduto di forza ogni spinta propulsiva, testando e violando al ribasso l’importante supporto a $1.180,00.

Il cedimento dell’oro collima con le dichiarazioni della FED di mercoledi’ sera. La banca centrale americana ha dichiarato di aver concluso (per ora) la fase di stimolo dell’economia tramite espansione monetaria.

La notizia era gia’ scontata dal mercato ma ha dato ugualmente adito alla speculazione ribassista di avventarsi sui mercati a termine (futures) dei metalli preziosi.

Per essere precisi, la FED si e’ comunque impegnata a mantenere inalterata la dimensione del suo attuale portafoglio titoli. E’ vero che non acquisira’ (sempre per ora) nuove emissioni di titoli finanziari, ma si impegna a riacquistare le nuove emissioni di titoli di stato che sostituiranno quelli in scadenza naturale.

Le dichiarazioni della FED (insieme ai dati particolarmente robusti circa la crescita economica USA del terzo trimestre) ha rinvigorito il Dollar Index deprimendo le quotazioni di oro, argento, platino e palladio.

Il livello chiave di resistenza si pone a quota $1.200,00.

A luglio l’oro toccava quota $1.340,00 per poi testare al ribasso il supporto a $1.290,00 in agosto. Da settembre iniziava ad imboccare un sentiero ribassista che lo portava a testare, a fine mese, quota $1.210,00. Nella prima decade di ottobre il lingotto ripartiva al rialzo ma trovava sbarrata la sua strada dalla tenace resistenza posta a $1.255,00.

Ultima nota: la Banca Centrale del Giappone (BOJ) ha sbalordito i mercati azionari globali, con il varo di una nuova super-manovra ultra espansiva: la BOJ incrementera’ il ritmo di acquisti di titoli, di ben 30 trilioni di yen annuali, passando a un ammontare annuale di 80 trilioni di yen in acquisto, nella speranza di combattere la deflazione e incrementare l’export del Paese del Sol Levante.

La BOJ non si limitera’ a “monetizzare” titoli di stato emessi dal Tesoro Giapponese ma acquistera’ anche titoli finanziari del comparto immobiliare (Real Estate Investment Trusts – REITs) e titoli del comparto ETF.

Si e’ trattato dell’ennesima “puntata” della lunga “serie” di “svalutazioni competitive” e di “guerra monetaria” (currency wars) da parte di una nazione con un rapporto debito/PIL gia’ stratosferico, ovvero pari al 240% e con un declino demografico (invecchiamento della popolazione) in atto e che si accentuera’ nei prossimi anni, deprimendo ancora di piu’ il PIL nazionale e accentuando il debito pubblico e previdenziale del Giappone.

Il Paese del Sol Levante viaggia dritto verso l’Apocalisse Finanziaria.

Ma la propensione al rischio degli speculatori mondiali  non si e’ fatta attendere: all’annuncio della BOJ la Borsa di Tokyo e’ balzata del 4% trainando al rialzo tutto il comparto azionario mondiale.

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FINO A QUALE PREZZO POTRANNO SPINGERSI AL RIBASSO LE QUOTAZIONI DELL’ORO?

Mi sono piu’ volte fatto questa domanda, sia come analista di mercato che (soprattutto) come risparmiatore che diversifica il proprio portafoglio con oro fisico da investimento.

“A quale prezzo minimo posso acquistare oro fisico per poterlo rivendere in futuro, massimizzando le plusvalenze?”

Questa e’ la domanda che mi pongo di frequente.
Comperare vicino ai minimi e vendere vicino ai massimi, questo e’ il mio obiettivo.

La risposta?

Nella rubrica del 4 ottobre abbiamo tentato di trovare un responso al quesito, ricorrendo a una comparazione storica tra la correzione ribassista all’interno del mercato toro dell’oro degli anni ’70 del secolo scorso e quella attuale.

Avevamo ipotizzato, nel caso la Storia si dovesse ripetere, un prezzo minimo dell’oro a $1.062,00.

Pero’, la domanda da porsi a proposito del prezzo minino che potrebbe toccare l’oro, deve essere integrata con un secondo enunciato.

Il quesito esatto e’ il seguente:

“fino a quale prezzo potranno spingersi al ribasso le quotazioni dell’oro in relazione ai costi totali di estrazione/commercializzazione che il settore minerario sostiene?”

Per trovare una risposta il piu’ possibile attendibile agli sviluppi futuri delle quotazioni la domanda deve fare riferimento ai costi totali del settore, in quanto – se le quotazioni dell’oro dovessero precipitare sotto una soglia minima – l’attivita’ estrattiva andrebbe incontro a seri tagli produttivi causando, in un secondo momento, il rialzo delle quotazioni.

In breve: se i prezzi dell’oro scivolassero sotto una determinata soglia, il settore minerario aurifero sarebbe costretto – giocoforza – a tagliare la produzione di oro fisico al fine di evitare un generale default finanziario del settore stesso.

Per dare una risposta al quesito ho controllato i costi totali d’estrazione e commercializzazione di oro (all-in costs) del settore minerario, sostenuti nel 2013.

Nel grafico sotto puoi verificare la totalita’ dei costi di settore suddivisi per:

  • colore viola (costi estrattivi, di raffinazione, trasporto, licenze estrattive e royalties);
  • colore giallo (svalutazioni e ammortamenti),
  • colore grigio (investimenti in conto capitale, costi di manutenzione, costi per servizi e costi straordinari).

Osserva attentamente il grafico (clicca per ingrandire). Scoprirai che i costi d’estrazione dell’oro a livello globale, sono inferiori a $1.000,00 per oncia solo per il 22% della produzione mondiale!

ALLINCOSTFORGOLD

Come puoi vedere vi e’ addirittura un 10% della produzione globale di oro i cui costi d’estrazione superano i $3.000,00 per oncia!

In merito a questo grafico, ho elaborato alcune mie considerazioni personali.

A mio modo di vedere nessuna societa’ del settore minerario aurifero sarebbe in grado di sopportare finanziariamente un prezzo dell’oro che si attestasse per un certo lasso di tempo entro la forbice di prezzo compresa tra $950,00 e $1.000,00 per oncia.

Innanzitutto, non vi e’ alcuno squilibrio nella legge della domanda e dell’offerta che possa giustificare un prezzo cosi’ basso (le Banche Centrali, i Fondi Sovrani e grandi acquirenti d’oro fisico continuano ad alimentare la domanda).

In secondo luogo, se il prezzo dell’oro dovesse scivolare ai minimi di cui sopra, l’intero settore minerario aurifero sarebbe costretto a “tagliare” drasticamente i ritmi estrattivi per fare ripartire le quotazioni e i profitti pena l’impossibilita’ di ripagare fornitori, prestiti a istituti finanziari, finanziamenti alla ricerca e sviluppo e fare fronte agli impegni finanziari dell’attivita’ economica ordinaria.

In breve: il settore minerario rischierebbe il “default”.
Gia’ oggi molte societa’ minerarie (sopratutto quelle sottocapitalizzate) sono sull’orlo del fallimento.

A livello personale penso di ritornare ad acquistare in modo aggressivo oro fisico nel caso le sue quotazioni si approssimassero entro il livello posto tra i $950,00 e $1.000,00 per oncia.

Ritengo che l’oro non possa raggiungere quotazioni minime sui $700,00 per oncia proprio per il fatto che i costi totali attuali del settore stanno minando alla radice i profitti finanziari dello stesso.

Quando l’oro tocco’ i minimi a $250,00 nel biennio 1999-2000 la media dei costi totali (all-in costs) era, nonostante tutto, al di sotto di quei livelli.

Quotazioni cosi’ basse (p.es. $700,00 per oncia o addirittura inferiori) sono irreali e provocherebbero  la bancarotta generalizzata del settore (o una catena di fallimenti che causerebbero la cessazione della produzione mondiale di oro e il suo conseguente aumento di prezzo).

 

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Picture of Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
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Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

10 risposte

  1. Ciao Riccardo, sono completamente d’accordo con ciò che hai scritto nell’articolo. Ho rilevato che il prezzo in euro del fisico non è neppure sceso poi tanto e non è solo una questione di cambio. Se spingeranno ancora il prezzo più in basso sarà ancor più evidente lo spread tra oro cartaceo e fisico.

    1. Ciao Luigi,
      se la speculazione ribassista dovesse accanirsi ancora sul mercato a termine (futures) dell’oro, facendo scivolare il lingotto ai minimi da me prospettati, sarebbe veramente un’occasione ghiotta per entrare sul mercato del “fisico” a prezzi di sconto, che non si rivedranno piu’.

      Ciao

      Riccardo Gaiolini
      Analyst & Research
      https://www.deshgold.com

  2. Premesso che sono un assertore e possessore di oro ed argento fisici ma con il passare del tempo e guardando con attenzione i mercati la mia convinzione si è affievolita parecchio per i seguenti motivi: i grandi poteri che governano e amministrano il pianeta hanno veramente dimostrato di sapere tenere in pugno la situazione a tutti i costi oro compreso rilegandolo veramente al fallimento e questa che piaccia o no è una realtà evidente dai fatti . Siamo di fronte ad un cambiamento talmente epocale che ci mette di fronte ad una nuova era dove non è assolutamente detto che i ragionamenti che ci hanno portato sino a qui e le relative conseguenze siano coerenti con le nostre buone e vecchie convinzioni . Per citare le parole di un famoso blogger siamo in un territorio inesplorato e non sappiamo e nemmeno immaginiamo i nuovi equilibri che si formeranno e se e quando le fatidiche bolle scoppieranno . quindi cari amici rassegnamoci all’evidenza potrebbero anche occorre più di una generazione per tornare a vedere l’oro in auge o alla peggio non lo vedremo mai più in auge magari sostituito da regole diverse e strumenti elettronici non convenzionali di stabilità tipo bitcoin .

    1. Infatti Cina, Russia e compagnia sono talmente scemi che comprano tonnellate di oro anziché bitcoin. Non ci hanno capito una mazza, poveri loro.

      1. bitcoin è solo uno strumento non inflazionabile . Non credo che nell’epoca digitale gireremo con il sacchettino d’oro in tasca , nello stesso tempo non possiamo più permetterci la “s-valuta” fiat

  3. Ciao Simone,a mio avviso, come per ipotesi prospettata, l’oro dovesse calare sino a un minimo di 900,00 per oncia, potremmo vedere l’argento arrivare sino a 12,00 – 12,50. Anche nel caso dell’argento, si prospetterebbe una bella occasione d’acquisto per gli investitori/risparmiatori di lungo termine.

    Riccardo Gaiolini
    Analyst & Research
    https://www.deshgold.com

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