ricchezza nel tempo

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Oro fisico per il lungo termine (Gold for the Long Run) – Terza parte

Nella prima parte di questo studio, ho analizzato le implicazioni economiche e finanziarie della fine del’era dell’abbondanza delle materie prime (una critica del mito occidentale della “crescita infinita”).

Nella seconda parte, ho approfondito la crisi del debito globale trattando in modo esauriente l’impressionante livello di debito pubblico e privato della nostra Vecchia Europa.

In questa terza parte prenderemo in considerazione l’impatto economico dei trends demografici globali e i riflessi di questi ultimi sulle future quotazioni dell’oro.

L’argomento e’ molto complesso e articolato e per questo motivo – per ragioni di spazio – provo a schematizzare e condensare le mie riflessioni anche se queste si presterebbero a ulteriori approfondimenti.

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I fattori demografici influiscono sull’economia e sulla coesione sociale come ricordava C. Hohn nella citazione che ho inserito in anteprima di questo articolo.

Analizziamo subito l’andamento demografico mondiale, sia quello passato che quello del futuro prossimo. I dati riportati sono estratti dalla rivista nr. 44 di Aspenia di origine ONU.

Nel 1820 la popolazione mondiale non raggiungeva il miliardo di persone. Nel 1930 era passata a 2 miliardi. Nel 1960 era di 3 miliardi. Nel 1974 raggiungeva 4 miliardi. Nel 1988 i 5 miliardi. Nel 2000 arrivava a 6 miliardi. Nel 2010 giungeva a 6,8 miliardi e nel 2011 ha superato i 7 miliardi.

Si prevede che la popolazione mondiale superera’ i 9 miliardi (esattamente 9,1 miliardi), nel 2050.
Talune previsioni collocano il “picco” a 10 miliardi.

Nel primo caso, nei prossimi 35 anni la popolazione aumentera’ del 27% rispetto a quella attuale. Se invece si avverasse il secondo caso la popolazione aumentera’ del 41%.

I paesi piu’ interessati all’aumento demografico, oltre alle grandi aree macroeconomiche come USA , India e Indonesia, saranno i paesi poveri come Afghanistan, Nigeria, Congo, Bangladesh, Uganda, Etiopia, Niger e Pakistan.

L’area a piu’ alto tasso di incremento demografico sara’ proprio l’Africa Subsahariana che vedra’ passare la sua quota di percentuale della popolazione mondiale passare dall’8% del 1950 al 21% del 2050.

Per converso, le aree interessate a una depressione (diminuzione) demografica saranno quella Europea, il Giappone e la Russia.

In primo luogo: quali saranno gli effetti sull’economia globale di tale rapido tasso di incremento demografico?
Anche se non e’ semplice pronosticarne i riflessi, possiamo tentare di prevederne le determinanti di fondo.

L’incremento demografico determinera’ un aumento della domanda globale di materie prime, comportando di conseguenza forti pressioni su tutto il comparto, da quelle energetiche a quelle agricole, da quelle industriali ai metalli preziosi.

Ritengo che tutte le materie prime subiranno tensioni, in particolare quelle energetiche (petrolio, gas, carbone e uranio). Ma non da meno saranno gli aumenti del comparto agricolo, industriale e dei preziosi.

Se la popolazione aumentera’ del 27% nelle prossime tre decadi, la produzione energetica attuale non potra’ rimanere costante, dovra’ aumentare di pari passo con l’aumento della popolazione.

Ma, come ho gia’ messo in evidenza nella prima parte di questo studio, i modelli di consumo energetici attuali stanno gia’ distruggendo quelle risorse che dovrebbero garantire la sostenibilita’ degli attuali assetti economici, sociali ed ecologici a livello mondiale.

Inoltre, quale potra’ essere l’impatto di tale tasso d’incremento demografico sulle aree urbane e metropolitane?

Le istituzioni pubbliche e le imprese private globlali, saranno  in grado di assicurare nuove infrastrutture  per le nuove aree metropolitane e per l’ampliamento di quelle esistenti (ovvero, ferrovie, autostrade, scuole, ospedali, aree residenziali, strutture per raccolte di rifiuti, reti infrastrutturali idriche ecc.)?

E quali saranno i costi globali derivanti dai maggiori consumi derivanti da questi investimenti infrastrutturali di lungo periodo?

E’ facile prevedere un forte aumento del tasso d’inflazione globale perche’ tutto il pianeta andra’ incontro a concomitante aumento della domanda di materie prime e a un aumento dei costi di produzione globali.

L’aumento della domanda di materie prime e dei costi di produzione comportano un aumento delle pressioni inflazionistiche. A un aumento delle tensioni inflazionistiche fara’ riscontro un aumento dei tassi d’interesse a livello mondiale.

L’era dei tassi d’interesse “artificiali” a zero (l’era  attuale), inaugurata dalle Banche Centrali con la crisi globale iniziata nel 2007 sara’ un lontano ricordo del passato. 

In secondo luogo: quali gli effetti, invece della depressione demografica nelle aree sopra citate (Europa, Giappone e Russia)?

La diminuzione del tasso di natalita’ e l’aumento dell’aspettativa di vita in queste aree, incideranno negativamente sulle finanze pubbliche di questi paesi a causa dell’aumento dei costi nei settori della sanita’ e della previdenza.

La riduzione della forza lavoro e l’invecchiamento tendenziale delle popolazioni di queste aree metteranno a dura prova i conti dei bilanci pubblici che tenderanno a crescere indefinitamente.

Purtroppo, restando alla nostra vecchia Europa (per non parlare del Giappone, che attualmente, riscontra un debito pubblico gia’ pari al 240% del PIL!!!), molti degli Stati che la compongono sarebbero gia’ insolventi (default) se la BCE non ne acquistasse i titoli pubblici sul mercato secondario.

Nei prossimi anni, a causa dei motivi sopra ricordati, la tendenza all’indebitamento del settore pubblico (costi sanitari e previdenziali) diventera’ esponenziale, con conseguente deflagrazione inflazionistica.

Questi Stati, risponderanno ai mutamenti demografici sia  inflazionando il debito pubblico che decurtando le prestazioni pensionistiche e sanitarie. Una miscela esplosiva che potrebbe  minare la coesione sociale delle aree macroeconomiche coinvolte.

Pertanto, per quale motivo studiando i trends demografici di cui sopra ho deciso di diversificare parte dei miei risparmi in oro fisico (per il lungo termine)?

Perche’ i mutamenti demografici in atto determineranno:

  • un aumento globale della domanda di materie prime e dei costi di produzione per la costruzione di nuove infrastrutture globali, causando un inevitabile rialzo delle tensioni inflazionistiche globali che causeranno la svalutazione di tutte le valute globali;
  • l’aumento delle tensioni inflazionistiche determinera’ un aumento mondiale dei tassi d’interesse, determinando una minore crescita economica globale di contro a un aumento globale dei prezzi, sia alla produzione che al consumo;
  • l’aumento dei tassi d’interesse in concomitanza con l’esplosione della “bomba” previdenziale e  dei costi sanitari dell’Occidente, determinera’ un esponenziale aumento dei  costi dei bilanci pubblici e degli interessi sul debito, gia’ oberato all’inverosimile. Questo aumento del debito sara’ contrastato dagli Stati attraverso il meccanismo dell’inflazione al fine abbattere il peso dei futuri costi previdenziali e sociali;
  • l’aumento della popolazione globale determinera’ una riduzione della quantita’ disponibile di oro pro-capite  a livello mondiale e quindi, per converso, il possesso di questo tendera’ ad aumentare di valore.

In buona sostanza: aver diversificato parte dei miei risparmi in oro fisico mi permettera’ di indicizzare il  costo della vita consentendomi di contrastare gli effetti provocati dalle future tendenze inflazionistiche e adeguando (aumentando) in termini reali l’entita’ del mio patrimonio.

FINE TERZA PARTE

 

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Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
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Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

6 risposte

  1. Vorrei chiedere a Filomeno, o a chi voglia rispondere: cosa succede ora che è stato rotto il minimo al ribasso?

    1. quando?
      il minimo che ritengo fondamentale ricordo è 1183/1180… se l’hanno rotto me lo sono perso.
      voglio darti una speranza.. lunedì 6 dovremmo essere al 90° giorno del semestrale in corso, ergo se vogliono possono dalla settimana prossima far ripartire tutto, e recupero di 1243/44 o un mensile al rialzo ne sarebbe un buon indizio.
      Se invece rompesse 1180… rimarrebbe comunque ancora l’ipotesi di essere in un unico annuale ibrido dal giugno 2013 di 3 semestri, e ciò darebbe la possibilità di un nuovo inizio di ciclo lungo senza vincoli ribassisti da assolvere.
      Il rospo da inghiottire pero sarebbe che :
      1) le probabilità sono minori
      2) occorrerà molto tempo per confermarlo perché saranno necessari valori sopra 1311 e almeno un trimestrale positivo.
      Comunque se hai oro fisico e sei euro-peo il grafico da tenere sotto controllo è quello in euro credo (meglio, molto meglio)

      1. Hai ragione, stavo per scrivere che avevo detto una cavolata, essendo il minimo 1180 e non 1198 come per lapsus avevo in mente. Cmq se raggiungiamo i 1180 si potrebbe avere il triplo minimo.

      2. …..e in euro credo ci si debba muovere con molta circospezione. Potremmo essere nell’ Onda “B” di una correzione che riguarda il rally dell’oro dal 2000 ( la “A” in questo caso sarebbe quella che ha portato le quotazioni dai 44,500 di Ottobre 2012 ai 27,600 di Dicembre 2013). Proviamo ad immaginare dove potrebbe arrivare l’Onda “C”?
        Saluti, Alfredo.

  2. Avete notato i prezzi di vendita dell’oro?Più diminuisce il valore, più aumentano lo spred nella vendita!Sono sempre più alti!

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