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L’inizio della fine dell’era del Petrodollaro?

Come sai, lo “status” di valuta di riserva mondiale del biglietto verde non deriva dal fatto che il dollaro sia convertibile in oro (dall’agosto del 1971 gli USA abbandonarono il Gold Exchange Standard; da quel giorno il dollaro americano e’ denaro di Monopoli come tutte le altre valute).

In realta’, la copertura aurea del dollaro americano fu sostituita dalla copertura “petrolifera”.

La FED e il Cartello dei principali paesi produttori del petrolio si accordarono per vendere petrolio solo in cambio di dollari americani.

Questo avrebbe creato una “sostanziale domanda” di dollari, sostenendone le quotazioni. Quindi il dollaro divenne valuta di riferimento per tutte le transazioni economiche internazionali.

Grazie a quell’accordo gli USA possono acquistare beni e servizi da tutto il mondo, indebitandosi con esso, semplicemente stampando moneta non “coperta” da alcun asset (oro o argento).

Ma questo “equilibrio” monetario fondato sul Petrodollaro non puo’ durare per sempre.

Il crescente peso economico e geopolitico dell’Asia e il relativo declino dell’Occidente modificheranno gli equilibri finanziari e valutari in futuro.

La Cina che per tradizione e cultura si “muove” in vista di orizzonti temporali di medio-lungo termine, sta dando impulso all’internazionalizzazione della propria valuta (lo yuan) “manovrando” per un avvicendamento con il dollaro.

La notizia che stai per leggere puo’ costituire (nel medio-lungo termine), l’inizio della fine dell’era del Petrodollaro.

Il Qatar diventera’ il primo “centro” (hub) del Medio Oriente per l’internazionalizzazione e promozione dello yuan cinese a titolo di valuta per le transazioni economiche mondiali.

Lo sviluppo delle transazioni in yuan nell’area del Golfo Persico potrebbe svincolare i maggiori paesi estrattori di petrolio, dalla dipendenza del dollaro americano (e quindi dal Petrodollaro).

La Industrial and Commercial Bank of China, filiale di Doha (Qatar), diventera’ la “camera di compensazione” per tutte le transazioni finanziarie in yuan in Qatar.

Allo stato attuale, i ricchi paesi del Golfo esportatori di petrolio e gas, basano le loro transazioni sul dollaro americano; anche la maggior parte delle loro riserve monetarie sono espresse in dollari.

La maggior parte delle transazioni tra paesi del Golfo e Cina sono espresse in dollari americani.

Tuttavia, con questo accordo, gli equilibri monetari tra paesi estrattori di petrolio e Sud-Est Asiatico (motore e traino della crescita economica globale), stanno per modificarsi.

La Cina sta progettando, nel medio-lungo termine, di sostituire il dollaro con lo yuan sia per quanto riguarda le importazioni di petrolio e gas dal Golfo che per quanto concerne tutti i rapporti commerciali nella regione del Medio Oriente.

Per ora lo yuan e’ utilizzato nella misura del 24% nell’interscambio commerciale tra Cina e Paesi del Golfo (in rialzo rispetto al 3% del 2010).

Per la Cina la piazza finanziaria del Qatar rappresenta un’occasione per promuovere l’uso globale dello yuan estromettendo, di fatto, l’utilizzo del dollaro americano soprattutto nell’imponente mercato degli idrocarburi.

Il Qatar e’ il piu’ importante fornitore di gas naturale verso la Cina: possiede 43 miliardi di dollari americani in riserve valutarie e il suo Fondo Sovrano ha  capitali pari a 170 miliardi di dollari.

L’accordo tra il Qatar e la Cina permettera’ a tutte le Banche Centrali del Golfo di diversificare le proprie riserve valutarie in monete differenti dal dollaro (in primo luogo lo yuan cinese).

Negli ultimi due anni la Cina ha promosso “accordi” valutari e monetari bilaterali con Taiwan, Singapore, Londra, Francoforte, Parigi, Lussemburgo e Seoul, per promuovere l’internazionalizzazione dello yuan a titolo di futura valuta di riserva globale.

La notizia che hai letto rappresenta il primo passo verso l’inizio della fine del dominio del Petrodollaro.

 

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Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

2 risposte

    1. Ciao Simone,
      avevo letto anche io questa notizia, da alcuni siti internet Statunitensi.

      Mi permetto di attendere ulteriori eventi prima di dare un giudizio su questo fatto; a mio modo di vedere, comunque, l’impatto geopolitico e finanziario della notizia, e’ praticamente nullo, sia ora che in futuro.

      Comunque, come dicevo, dovremo attendere l’evoluzione della situazione geopolitica nell’Area del Golfo Persico, la quale e’ assai complessa, a causa dell’azione di attori regionali e internazionali; una regione chiave nell’intricato meccanismo della geopolitica dell’energia e nei rapporti conflittuali tra religione islamica di fede sciita (Iran) e sunnita (resto del mondo arabo nel Golfo).

      Ho scritto un approfondimento dell’articolo di cui sopra, che ti prego di leggere non appena lo pubblichero’.

      Ciao

      Riccardo Gaiolini
      Analyst & Research
      https://www.deshgold.com

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