Secondo Standard Chartered sarebbero 40 (quaranta) le banche centrali che hanno dichiarato di aver diversificato le loro riserve valutarie in yuan cinesi. Ed altre si preparano a farlo.
Queste banche centrali starebbero investendo in yuan, nonostante la moneta cinese non sia ancora convertibile in oro fisico.
Si tratta di un atto di “fiducia” nello yuan, futura prossima valuta di riserva globale (oppure facente parte di un paniere di valute di riserva globali).
Secondo Jukka Pihlman, Responsabile Globale di Standard Chartered a Singapore, sono 23 (ventitre) gli Stati che hanno confermato pubblicamente di avere impiegato capitali in Yuan, ma Philman ritiene che, ad aver puntato sullo yuan possano contarsi, tra banche centrali e fondi sovrani, almeno una quarantina di istituti.
Sia chiaro: il dollaro statunitense rimane la valuta di riserva piu’ diffusa al mondo, in quanto i dati diffusi dal FMI (Fondo Monetario Internazionale) ci dicono che le banche centrali deterrebbero il 33 per cento delle proprie riserve valutarie in dollari americani.
Tuttavia, se consideriamo che nel 2000 le riserve valutarie mondiali espresse in dollari erano ancora pari al 55 % di quelle globali, mentre da allora il dollaro americano ha visto “evaporare” verso altre valute oltre il 22% delle proprie riserve diffuse su tutto il pianeta (in soli 13 anni), possiamo comprendere la potenza e l’importanza del trend in atto.
Il FMI non rivela l’entita’ delle riserve complessive espresse in yuan cinesi, tuttavia, la quota di riserve in yuan e’ aumentata del 400 % dal 2003 (da parte dei Paesi Emergenti), mentre i Paesi sviluppati hanno incrementato del 200 % le proprie riserve in yuan, dal 2003 ad oggi.
Ma, come conferma Pihlman, “un gran numero di banche centrali sono in procinto di investire in yuan a titolo di diversificazione di riserva valutaria”.
“Le banche centrali sono in anticipo sui tempi, acquistando yuan cinesi. Ovvero stanno acquistando valuta del Paese del Dragone prima ancora che della sua moneta sia dichiarata la convertibilità in oro”.
Tra le 23 banche che hanno ufficialmente dichiarato la loro attivita’ di diversificazione valutaria in yuan vi sono quelle che vantano stretti legami commerciali con la Cina:
– Australia, Hong Kong, Indonesia, Giappone, Corea del Sud, Macao, Malesia, Nepal, Pakistan, Singapore e Thailandia.
Quelle europee, invece, sarebbero cinque:
– Austria, Bielorussia, Norvegia, Francia e Lituania.
Sette quelle del Sud America e Africa:
– Bolivia, Cile, Ghana, Kenya, Nigeria, Sud Africa e Tanzania.
Lo status di valuta di riserva mondiale del dollaro non e’ destinato a precipitare da un momento all’altro.
Ma i trends valutari globali sono gia’ in atto. E le banche centrali NON stanno puntando sul dollaro come prossima valuta di riserva globale.
Ti ricordo, inoltre, che alcune grandi aree macroeconomiche hanno gia’ preso la decisione di NON accettare piu’ dollari americani come valuta di transazione commerciale internazionale.
Come puoi leggere in questo articolo, Brasile, Russia, Sud Africa, Arabia Saudita, Iran e Venezuela hanno gia’ stretto accordi tra i rispettivi Paesi, per modificare l’utilizzo delle valute di pagamento nell’interscambio commerciale.
Il dollaro americano, in futuro, sara’ sempre meno richiesto come valuta di scambio internazionale.
Lo yuan cinese, del resto, e’ gia’ la seconda valuta piu’ utilizzata a livello globale.
La Cina e’ in procinto di “ricamarsi” un ruolo di primo piano per la propria moneta; il ruolo del dollaro, a titolo di valuta di riserva globale, e’ destinato ad eclissarsi progressivamente.
Del resto, ti sei mai chiesto, a quale fine la Cina sta accumulando cosi’ tanto oro fisico? Una ragione e’ data dal fatto che le autorita’ bancarie cinesi intendono “tutelarsi” contro la svalutazione del dollaro USA (di cui detengono ingenti quantità in riserve valutarie e titoli del tesoro USA); l’altra ragione e’ correlata alla “copertura” futura dello yuan, mediante riserve in oro fisico.
Io ritengo che la Cina voglia fare dello yuan non solo una valuta di riserva globale, ma LA VALUTA convertibile in oro fisico. La valuta delle valute, insomma.
Nonostante la grave crisi finanziaria che la sta attraversando, la Cina sta costruendo le basi per il “proprio secolo”, come lo scorso, invece, fu il “secolo americano”. Puo’ anche darsi che lo yuan debba attraversare i “marosi” della crisi del credito facile; che vada incontro ad una parziale svalutazione nel breve termine. Ne ho parlato in modo approfondito qui.
Ma il trend di lungo termine, come confermano gli investimenti delle banche centrali, e’ destinato a “parlare cinese”.
Il “signoraggio internazionale del dollaro”, ovvero la facolta’ dell’Impero USA, di finanziare ingenti deficit con l’estero (importando beni e servizi, da decenni piu’ di quanto gli USA esportino, in cambio…di pezzi di carta colorata di verde chiamata “dollaro”) e’ destinato a tramontare.