ricchezza nel tempo

ricchezza nel tempo

Qualcosa non quadra, ma i conti al BANCHIERE tornano sempre

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”

Non ce ne voglia Lavoisier, ma se è vero che tutto si trasforma, forse è giunto il momento perché anche il suo celebre postulato sia modificato. Proviamo a ricavarne lo slogan seguente:

“Nulla si crea… a parte il denaro”.

I “soprusi linguistici” sono meglio tollerati se subiti in compagnia, e per non far torto solo a uno, storpiamo anche la brillante intuizione di Archimede da Siracusa:  “Datemi un punto di appoggio e vi solleverò il mondo”, cambiandola con quella che segue:

“Date al banchiere il suo punto di appoggio, e sarà padrone del mondo”.

Speriamo non si rivoltino nella tomba.

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NOTA: Se a questo punto già dovesse aver vomitato, il paziente e gentile lettore non dev’essere fornito di buoni anticorpi, tuttavia avrà senz’altro intuito, dallo scorrere di queste poche righe vanesie, dove (su chi) si voglia andare a (S)PARARE.

Resterebbe solo da capire il perché.

AVVERTENZA: il tema d’ora in avanti oggetto di trattamento può provocare, in chi legge, deleteri effetti collaterali. Il minimo che possa succedergli è un’orticaria. Il peggio non ci è dato conoscere. Si consiglia pertanto il proseguimento della presente lettura solo se si tiene a mente questa avvertenza.

Altrimenti, si cestini pure.

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Tra le invenzioni concepite dal genere umano, quella del denaro è sicuramente una delle più geniali, o quanto meno, più utili.

Esso (il denaro) ha risolto ciò che il sistema del baratto non è stato in grado di risolvere, se non in circostanze fortuite, vale a dire il “problema della doppia coincidenza dei desideri” (la frase virgolettata è tratta da: La Tragedia dell’Euro, di Philipp Bagus).

  A volte un’immagine vale quanto mille parole

Il denaro, infatti, svolge una funzione fondamentale: quella di essere intermediario degli scambi. E’ però anche riserva di valore, perché, oltre a permetterci di acquistare qualcosa che ha valore, è esso stesso un valore produttivo.

Ludwig Von Mises lo definì magistralmente: fra tutte, “la merce più commerciabile”.

Huerta De Soto insegna che “il denaro è un’istituzione sociale che sorge spontaneamente come conseguenza della interazione, nel corso del tempo, di migliaia di esseri umani”.

Il denaro è sempre valuta, tuttavia quest’ultima non sempre è denaro. La valuta infatti, se anche ci permette di acquistare qualcosa che ha valore, di per sé potrebbe valere pressoché nulla.

Quanto più è percepito dalla gente comune un senso profondo di fiducia nella propria valuta (euro, dollari, etc.), tanto più a quest’ultima sarà concesso di avere valore.

Quando e se, invece,  inizia a serpeggiare il DUBBIO che la valuta non abbia il valore presunto, stampato sulla carta, ecco che il rischio che il castello crolli su se stesso, diventa davvero concreto, perché viene meno la fiducia nel sistema monetario.

La differenza fra denaro e valuta a corso forzoso (quella imposta per decreto, e non scelta spontaneamente per le sue intrinseche qualità), è molto importante.

Una volta compresa questa differenza di fondo, altrettanto importante è conoscere, sia pure per sommi capi, i principali meccanismi con cui il denaro viene creato.

Sono le Banche Centrali, con la loro frenetica attività, che creano denaro “ex nihilo” (dal nulla), mentre sono quelle “commerciali” (potremmo pure sostituire con “finanziarie”, tanto fa lo stesso) che, con il nostro inconsapevole ma fondamentale aiuto, lo moltiplicano, sebbene non proprio all’infinito.

Sarebbe interessante far luce sulla CREAZIONE del denaro e su quella che è la più grande MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E DEI PESCI dai tempi di Gesù il Nazareno; tuttavia in questa sede ce ne asterremo, per non mettere troppa carne a cuocere…

Non approfondiremo l’operato del Banchiere Centrale, mentre accenneremo solo “en passant” alla Riserva frazionaria.

Ancora una volta un’immagine rende più di mille parole…

“Provate a levare le ali ad una farfalla: non resta che un verme!” – Nicolas De Chamfort –

Avviciniamoci invece al cuore di un problema non risolto, che riguarda l’ATTIVITA’ BANCARIA. Procediamo con ordine e vediamo di capirne qualcosa assieme.

Le più grandi crisi e i più grandi boom economici cui vanno incontro ciclicamente le società odierne sono diretta o indiretta conseguenza di due fattori principali:

1. la CONFUSIONE diffusa sulla natura giuridica di due contratti: il PRESTITO e il DEPOSITO, tale da creare un vero e proprio “monstrum”;

2. l’applicazione del meccanismo della RISERVA FRAZIONARIA, inteso quale moltiplicatore del denaro, fenomeno a sua volta strettamente correlato alla cosiddetta ESPANSIONE DEL CREDITO.

Ai cultori della “Scuola Austriaca” quanto sopra potrà forse sembrare scontato, quindi un déjà vu non meritevole di approfondimento, ma se si continuerà ad avere la bontà e la pazienza di proseguire oltre nella lettura, qualcuno di voi, che magari “austriaco” non è, potrà suo malgrado, identificarsi nell’omino qui sotto:

Quando l’immagine provoca anche più di mille …MALE parole!

 

SIPARIETTO DEL PRESTITO E DEL DEPOSITO: differenze concettuali                     

PRESTITO:

“Io ho qualcosa che a te può servire, visto che me la chiedi. Non c’è problema, te la consegno. Usala, fanne quello che vuoi ma…stabiliamo che prima o poi me la ridai, e decidiamo un termine, ok? Allora, facciamo così: io rinuncio alla disponibilità di questa cosa per il tempo deciso; tu però in cambio dovrai darmi qualcos’altro, oltre a restituirmi l’oggetto del prestato.”

“Perché scusa? Ti restituisco ciò che mi hai dato. Non ti basta?”

“No, non mi basta. Vedi, per darla a te ci ho rinunciato io. E io sono disposto alla rinuncia, ma il mio sacrificio dovrà pur valere qualcosa, o no?!?”

“Si, hai ragione. Devi avere un interesse a prestarmi la cosa di cui ti privi e per cui perdi la disponibilità. E’ legittimo questo. Anch’io, se dovessi scegliere tra una cosa oggi e la stessa identica cosa domani, preferirei l’oggi al domani, perché oggi è il presente, ma del domani non v’è certezza! Tuttavia tu rinunci a questa preferenza temporale e io te ne sono grato. Questa rinuncia ha un prezzo, e ti riconosco quindi un TASSO DI INTERESSE.”

Il prestito è una transazione creditizia, perché da esso risulta lo scambio di beni presenti contro beni futuri.

Si rinuncia a qualcosa oggi, per avere qualcos’altro di maggior valore domani. Quel valore in più compensa la mia rinuncia e la mancanza di disponibilità su quella cosa.

DEPOSITO:

“Tu hai qualcosa che preferisci sia custodito in luogo sicuro, e lo consegni a me. Tu mi chiedi di salvaguardare la tua cosa e di custodirla; io lo farò con la diligenza del buon padre di famiglia. Non ti preoccupare, sei in buone mani. Pensa: mi obbligherò a prenderne cura come se fosse mia. La terrò infine sempre a tua disposizione, che se e quando vorrai, potrai immediatamente ritornarne in possesso. Hai la mia parola. Del resto io sono un semplice custode ma sei tu il proprietario. Non avrai quindi nulla in contrario a remunerare il mio impegno di custodia, vero?”

“Certo che no! E’ legittima la tua richiesta. Ad ogni fatica spetta premio!”

Il deposito di solito è a titolo gratuito, ma, quando si paga, è il depositante che lo fa e non colui che riceve in custodia il bene per custodirlo. Il depositario ha quindi l’obbligo di restituire immediatamente la cosa, se richiesta dal depositante.

Il deposito non è pertanto una transazione creditizia, poiché non c’è uno scambio di beni  (e non si rinuncia al bene dato in custodia).

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Bene o male, fin qui abbiamo visto a grandi linee le differenze concettuali fra i due contratti giuridici.

Ora vediamo come nasce  e dove si annida il MOSTRO GIURIDICO, e come avviene la metamorfosi del coefficiente a riserva integrale nella fantomatica RISERVA FRAZIONARIA.

Nel prestito e nel deposito abbiamo parlato di “cosa” in senso lato, da prestare o da depositare, ma non abbiamo parlato di denaro. Proviamo a farlo ora.

Quando una cosa presenta caratteristiche di qualità o di quantità tali da consentirne la completa sostituzione con altra cosa, senza che il fruitore finale se ne accorga, o noti differenze di sostanza, si dice che la tale cosa è fungibile.

Il denaro è  il bene fungibile per eccellenza.

Chi ha ricevuto in prestito un bene fungibile (ad es. sabbia fine rossastra) non dovrà per forza restituire lo stesso identico bene, ma potrà restituirne il “tantundem”, cioè un quantitativo dello stesso tipo e qualità, oltre magari ad un’ulteriore quantità, a titolo di interesse.

Anche nel deposito, che in caso di beni fungibili si dice irregolare, il depositario restituirà il “tantundem”.

Poniamo ora il caso che il depositario abbia una cisterna in cui sia contenuta dell’acqua potabile, e vi sia sufficiente spazio perché altri individui possano versarne a deposito dell’altra, di loro proprietà. Sono stati calcolati i metri cubi di acqua, certo, tuttavia, una volta mescolata, sarà pressoché impossibile distinguere quale acqua appartenga a ciascuno dei depositanti.

Da qui la conveniente necessità del ricorso alla restituzione del “tantundem”. Sembrerebbe che il depositario che dispone della cisterna contenitrice dell’acqua, sia anche il proprietario dell’intero contenuto, in quanto la fungibilità del bene acqua impedisce di verificare la proprietà effettiva sulle singole particelle della stessa, che non potranno mai essere attribuite nominalmente a Tizio o a Caio.

Tuttavia, sia Tizio che Caio restano proprietari, e se vogliono la loro acqua indietro, il depositario gliela consegnerà. Conservare o mescolare insieme dei beni fungibili è più pratico ed economico che tenerli separati; l’inconveniente è che si può generare l’errore sulla reale proprietà del bene (altri esempi possono essere fatti con l’olio, il grano etc.).

Questa sfumatura ci porta a considerare la necessità che il depositante conservi il cento per cento della quantità di acqua datagli in custodia. Occorre cioè che sia rispettato un coefficiente di cassa intero, tale che, se tutti i depositanti volessero all’unisono indietro la loro acqua, dovrebbero (devono!) tutti insieme e nello stesso istante poter essere accontentati.

Quello del coefficiente di cassa del 100 % è un principio di diritto generale, valido per tutti gli operatori economici, tranne che…per una categoria: quella dei BANCHIERI.

Sostituiamo la sabbia e l’acqua degli esempi riportati, con il bene fungibile per eccellenza: il denaro.

Sappiamo che quando furono istituite le prime banche, esse ebbero fin da subito un compito fondamentale: salvaguardare e custodire per intero il denaro (di solito metalli preziosi) che veniva loro affidato dai clienti.

Occorreva stipulare un contratto di deposito a vista fra il cliente e la banca. In cambio quest’ultima incassava una remunerazione per il servizio di custodia e di deposito nei suoi forzieri.

Si trattava di un’operazione commerciale legittima, alla luce di quanto abbiamo visto in precedenza. Il depositante riceveva un foglio di carta (un certificato) attestante l’esatta quantità e qualità del denaro dato a deposito. Con quel certificato poteva tranquillamente tornare in banca, in qualsiasi momento per ritirare il tantundem. Avrebbe solo dovuto pagare una commissione per la custodia.

Con il tempo, anche negli scambi tra gli individui, si notò che era più semplice commerciare con questi certificati piuttosto che con ciò che tali certificati rappresentavano, ovvero la ricchezza depositata nei forzieri della banca. E continuarono a circolarne in numero sempre maggiore.

Si creò ben presto una statistica, che il banchiere cominciò a studiare per bene…

Egli notò che, a fronte di un certo numero di depositanti che si recavano presso la banca per affidare in custodia il proprio denaro, ve ne erano sempre in numero inferiore fra quelli che invece si recavano per fare il contrario, cioè prelevare quanto precedentemente consegnato.

L’illuminato banchiere aveva notato che tutto quel denaro in giacenza nei caveaux della banca poteva essere sfruttato in altro modo, invece che stare lì a fare niente. Fu così che iniziò a darne in prestito una parte, piccola, infinitesimale, rispetto al totale presente, lasciandone a riserva un’altra parte. Chi mai se ne sarebbe accorto? Sarebbe stato sufficiente garantire in cassa una riserva per accontentare il cliente che, all’improvviso, si fosse recato a prelevare la sua proprietà, e le emergenze di cassa sarebbero state tamponate…

A fronte di un deposito a vista, iniziarono ad essere emessi dei certificati contraffatti, che non avevano copertura. Da una riserva integrale al cento per cento si passò ad una frazionaria…

Diciamolo pure a bassa voce ma…questa si chiama APPROPRIAZIONE INDEBITA.

Magicamente,  grazie all’intervento dello Stato, l’ appropriazione indebita per cui veniva giustamente punito il normale cittadino, diventava paradossalmente ora un grande privilegio concesso al banchiere.

Concesso perché  lo Stato, decidendo di intervenire nella questione, la regolamentò, rendendo di fatto legale la violazione del basilare principio generale del mantenimento di un coefficiente di cassa al 100 %.

Ma torniamo al punto di partenza e limitiamoci a considerare l’orticello di casa nostra.

L’articolo 1834 del codice civile afferma che:

“Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con l’osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi”

Strano, qualcosa non quadra. Vediamo perché.

Dunque, se io porto in banca del denaro perché mi sia custodito (ad es. aprendo un conto deposito), come mai la banca mi promette di accreditarmi una (sia pur miserrima) percentuale di interessi??? Non lo nego, mi fa piacere ma…non sono io depositante a dover pagare la banca per il servizio di custodia? Non è sul prestito che si pagano gli interessi? Devo diffidare? C’è un trucco? E dov’è?

Il trucco c’è.

Comincia a palesarsi la distorsione dei concetti sviluppati in precedenza a proposito del deposito.

Il depositante PERDE LA PROPRIETA’!!!

E’ detto tutto. Ecco dove si annidava il mostro giuridico!

Ci fanno passare per depositato quello che in realtà abbiamo prestato!!!

Ecco perché ci pagano gli interessi…ni! Per farci passare l’idea che ce li custodiscano e che ci convenga pure, perché tutto sommato, stando presso di loro, i soldi crescono!

In conclusione: dimenticate tutto quello che abbiamo detto fino ad ora, perché si tratta solo di chiacchiere, aria fritta, perdita di tempo!

E la RISERVA FRAZIONARIA?

Niente, quella permette al banchiere di moltiplicare quanto ha ricevuto in deposito, per farne dei prestiti, sui quali lucra ottenendo gli interessi (che non sono quelli che ci danno per i depositi!). E’ un’altra truffa. Solo molto più grossa e legalizzata. Punto. E basta!

Qualcuno dice che sia la VIOLAZIONE DEL DIRITTO DI PROPRIETA’ (Murray Rothbard).

Il banchiere diventa proprietario dei nostri soldi, e ne fa (o ne può fare) quello che vuole; deve stare solo accorto che vi sia una riserva infinitesimale di denaro in cassa, che attualmente (udite udite) è obbligatoria solo per l’1 %!!!

Su come funziona la riserva frazionaria, e sui paradossi cui si può andare incontro in caso di corsa agli sportelli, come accennato in precedenza, magari ne riparliamo.

Qui ci si augura solo di aver fatto un pochino di luce tra le ombre della questione dell’ATTIVITA’ BANCARIA.

Parafrasando il titolo del celere testo del già citato M.N. Rothbard: “Il Mistero dell’attività Bancaria”, speriamo che ora vi sia almeno un pò meno MISTERO di prima.

 

Fonti:

La tragedia dell’Euro, di Philipp Bagus;

– A scuola di Economia (Lezioni del Professor Jesùs Huerta de Soto), di Francesco Carbone

– Cosa è il Denaro, di Gary North

– Guida per investire nell’Oro & e nell’Argento, di Mike Maloney

 

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14 risposte

  1. Un articolo molto ben fatto sulla riserva frazionaria. Lo farò leggere alle persone che non conoscono questa truffa, e sono molte; costoro ancora credono che chiedere un prestito significa prendere soldi depositati in banca dai risparmiatori. Credo che anche se la banca non li avesse, questi soldi, sarebbe la BCE a darli in cambio di interesse su un mutuo o altro, creandoli dal nulla. Ciò che conta è la garanzia del debitore. E tutto a funzionato finchè l’avidità del sistema bancario non ha preteso di indebitare anche chi non poteva ripagare questo debito.
    Un tempo, quando il deposito era a pagamento, le banche venivano svaligiate. Era ingiusto! Oggi che le banche sono pressochè vuote nessuno pensa a svaligiarle. Ci sarà un motivo .. o no? Generalmente i criminali, appartenenti all’uno o all’altro fronte sono bene informati… solo gli onesti cittadini fiduciosi e ignari … depositano… prelevano… fanno transazioni e dicono anche…. che comodo il denaro elettronico!
    A volte la loro stupidità mi fa apparire il bandito un tantino più intelligente.

  2. L’ho letto tutto d’un fiato…e devo dire grazie!
    Non avevo mai capito questa cosa che, spesso espressa in termini oscuri (volutamente?) da tg e giornali, tu hai spiegato in modo semplice e lineare. A questo punto la tua premessa sull’irritazione che poteva scaturire dalla lettura mi sembra più che giustificata!…ma come..noi prestiamo soldi alle banche (conti deposito) che fruttano sì e no un 1%…e se tu, povero cittadino, chiedi un prestito il tasso da loro applicato è 5 volte tanto!?! …SDEGNO…

    1. Ciao Lele82, devi aver avuto molto fiato, vista la lunghezza dell’articolo e la pesantezza del tema trattato!
      C’è una “connivenza” di fondo fra i Governi e le Banche. Non per niente gli uomini al comando e posizionati nei punti chiave del sistema ricoprono incarichi su entrambi i fronti.
      Si fanno le coccole gli uni con le altre: ultimo caso (le azioni di Banca d’Italia, che scempio)…Puntano al dito, e non guardano alla Luna…
      Le banche acquistano i titoli di Stato e finanziano le sue attività, che si concretizzano sempre meno in infrastrutture e sempre più spesso sono volte al semplice sostentamento e ingrassaggio del suo apparato burocratico, parassitario ed elefantiaco; nel frattempo aumenta costantemente le tasse, in modo che il cittadino possa ripagare (parte) del debito.
      Ultimamente si dice e si prova a far percepire che siamo in deflazione, che i prezzi dei beni diminuiscano…Insomma, mica tanto. Il fatto di aumentare le tasse sempre e comunque è un altro modo, solo più subdolo, di crare INFLAZIONE. Essa è solo mascherata, ma il nostro potere di acquisto, al netto fra ucite ed entrate, è sempre più risicato. Ai voglia poi che l’ISTAT faccia uscire dal paniere ciò che serve per dare le indicazioni allineate al Regime…
      Grazie per l’intervento e buona giornata!

  3. Ma che carino questo articolo che con la leggiadria di una storiella ci spiega
    “il lato oscuro della forza” (cit. da Guerre Stellari)…
    Sono ansiosa di leggere il prevedibile prosieguo nel tuo fantastico
    imprevedibile modo di scrivere. Grande Donato!

  4. Garanzia del debitore e denaro elettronico: Luigi, hai fatto Bingo!
    Pensiamo solo agli studenti USA, che per pagarsi gli studi universitari si sono indebitati per le generazioni future. Difficilmente potranno ripagare questi debiti, se non potranno inserirsi nel mercato del lavoro. Cui prodest?

    La bolla del credito agli studenti è satura.
    Per non parlare del credito al consumo. abbiamo comprato di tutto con i prestiti a tasso zero, che zero non sono: pure i telefonini, e ora anche le RCA a rate si possono comprare…

    Vogliono rendere obbligatorio anche i POS, così sapranno vita morte miracoli usi e costumi di tutti noi, e potranno continuare i loro giochi.

    Se compro un paio di scarpe con Pos, sono SCHEDATO. Viva il Grande Fratello!
    La libertà non ha prezzo, e il denaro elettronico non la potrà comprare!

  5. Iniziate a capire perchè non vogliono che l’Italia esca dall’euro e ricontratti il debito pubblico, la truffa per reggersi ha bisogno sempre di altro debito. Per questo il debito pubblico è immorale e non và restituito, almeno parzialmente, perchè è stato contratto con la truffa della riserva frazionata.

  6. Ciao Donato,
    devo dire che mi stupisce sempre leggere i tuoi articoli…questo pesante è pesante, ma nel senso della sua forza (e quindi del peso) delle cose che ci fai scoprire/capire.
    Le vignette poi hanno rallegrato i contenuti. La satira è per le persone intelligenti.
    Grazie
    Ps. nel mentre mi sono ricordata del periodo di frequentazione con un ” banchiere” ai tempi del mutuo. Loro, la satira non la capivano.
    Ciao

    1. Ciao Carmela!
      Vero, è stata dura prepararlo sto mattone…
      Mi rendo conto che la materia è un pò ostica; ho cercato, per quanto possibile, di alleggerirlo nei modi da te perspicacemente sottolineati.

      PS: per le prossime volte, se ce ne saranno, cercherò di essere più “sintetico”.
      Sai…sto leggendo il “De brevitate vitae”…
      Buona giornata!

  7. Ciao Donato,
    devo dire che al contrario di LELE82, ho impiegato 2 giorni interi per leggere l’articolo, forse perchè in questo periodo mi manca anche il fiato……..
    Devi complimentarmi con te per aver saputo raccontare una favola con risvolti reali, ma soprattutto MOSTRUOSI.
    Il concetto del “tu dai a me mentre io non do niente a te” è una questione che conosco benissimo, visto che mi capita spesso di avere a che fare con le banche, ancora peggio il discorso ” con i vostri soldi ve ne chiedo altri come interessi”.
    L’ultima volta che ho provato a chiedere dei soldi alle banche mi è stato chiesto il 10%/12% di interessi oltre ad un sacco di carte e firme a garanzia, mentre al contrario se hai dei risparmi e provi a tenerli in banca difficilmente il totale tenderà a crescere….. anzi…..
    In effetti hai completamente ragione:
    I CONTI AL BANCHIERE TORNANO SEMPRE !!!!!!!!!

  8. Ciao Alfonso,
    grazie per aver letto l’articolo e…benvenuto fra noi!
    Mi rendo conto che il popolo di internet è settato sul “poco, maledetto e subito”.
    Una morsicata di qua, un sorso di là, niente preliminari… Toccata e fuga insomma.
    A maggior ragione quando gli impegni quotidiani assorbono gran parte del nostro tempo, le forze e le energie. Tutto ruota vorticosamente, tutto ci scivola addosso.
    Madre Teresa di Calcutta diceva che il grande male è l’indifferenza…Io aggiungo che aveva ragione. Nulla sembra più avere la forza di lasciare un segno, un indizio di passaggio.
    “PANTA REI” (tutto scorre)…pure la mostruosità della Riserva frazionaria…
    Del resto non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire o… di chi sordo lo è veramente!
    Ehmmm, scusa, quando mi prendono i 5 minuti finisce sempre a tarallucci e vino.

    Torno in me.
    Te ne dico una: quando uscì la famosa legge sui MILLE EURO (identifichiamola così), anche lì per tantissimo tempo si è giocato sull’ignoranza (intesa come mancanza di conoscenza) dei clienti delle banche sulla materia.
    Ti dicevano agli sportelli che non potevi prelevare più di mille euro per contanti. Credo che sarà capitato alla maggior parte di noi una situazione del genere: andavi in banca, chiedevi, che ne so, 1500 euro in contanti e ti facevano storie che dovevi giustificare di qua e di là, e poi la menavano sui controlli, la guardia di finanza e pxxxxxxxe varie.
    Io andavo in banca a bella posta e chiedevo millecento (quando ancora li tenevo depositati sul c.c.), e se dovevo giustificare il prelievo dicevo che potevano scrivere: mi servono per i gratta e vinci o per andare a prostitute (non scherzo). Al che rispondevano, ma no dai mettiamo PER ESIGENZE FAMILIARI. Vabbè, tagliamo la testa al toro, basta che mi diate i MIEI SOLDI.
    Ora sembra che si siano allineati e concordino sul fatto che i soldi tuoi li puoi prendere, senza troppe storie.
    Buona serata!

  9. Ciao Donato complimenti per l’articolo.
    Vorrei aggiungere: 1) da questo si capisce come non tutti siamo uguali davanti alla legge, diritto naturale, che è la vera e unica legge, il resto come la riserva frazionata non sono altro che privilegi legalizzati; 2) comunque questo sistema a permesso a molti di vivere sopra le proprie aspettative, almeno in passato, mentre oggi sono invitati alla festa solo le banche e i loro amici.
    Speriamo un giorno in un risveglio collettivo, invece, di stare a discutere sulla moviola ect.,

  10. Se tutti ritirassimo i nostri risparmi, il sistema salterebbe. Ahimè il problema le banche nn lo farebbero sorgere, perché semplicemente, con l’aiuto del governo, bloccherebbero i nostri risparmi

    1. Ciao Giulio,
      il sistema è in equilibrio veramente precario.
      Con la riserva frazionaria non è assolutamente necessario il prelievo dei propri risparmi da parte di tutti. In teoria sarebbe sufficiente che i primi clienti vadano a ritirare tutti insieme i loro soldi perchè…tutti gli altri rimangano a bocca asciutta!!!! In caso di corsa agli sportelli solo i primi potranno avere per intero quanto gli spetta! Questa è la conseguenza diabolica della riserva! Ecco perchè vogliono vietare il contante. Atro che evasione fiscale!
      Comunque è vero: non lo permetterebbero, accorrerebbe subito lo Stato e ancor più velocemente la Banca Centrale con la stampante monetaria.
      Ma nessuno potrebbe bloccare i nostri risparmi…se li teniamo fuori dal circuito bancario!!! Capisci a mmme. Ciao

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