ricchezza nel tempo

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E se le Banche Centrali non possedessero tutto l’oro che dichiarano avere?

Da un articolo di Eric Sprott e David Baker  (Sprott Asset Management).

Il focus del saggio e’ incentrato sull’entita’ effettiva delle riserve auree delle Banche Centrali Occidentali.

Se effettivamente (come risulta da dati pubblici reali e tangibili) le Banche Centrali Occidentali non fossero in possesso dell’oro dichiarato, quali le conseguenze sul prezzo dell’oro e quali scenari si aprirebbero per le valute gia’ indebolite delle nazioni Occidentali?

 

“Nei caveaux delle Banche Centrali Occidentali si trovano gigantesche concentrazioni di oro in lingotti fisici……..questo e’ cio’ che tutti sostengono. I lingotti in oro sono parte delle loro riserve, le quali sono costituite anche da valute estere come il dollaro, la sterlina, lo Yen e l’Euro.” 

“Prese in modo collegiale, le Banche Centrali degli Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Svizzera, Eurozona e il Fondo Monetario Internazionale, dovrebbero essere in possesso di 23.349 tonnellate di oro di riserve, con un relativo controvalore di $1.300 miliardi (quotate al prezzo dell’oro attuale).” 

“Al di la di cifre e numeri, si sa poco in merito a queste riserve in oro. Non sappiamo esattamente dove sono stoccate, in che forma, ecc. E’ chiaro, siamo sicuri che esistono, ma nessuna Banca Centrale ha mai precisato e illustrato dettagliatamente le configurazioni delle loro riserve in oro.” 

“Dodici anni or sono quasi nessuno si sarebbe interessato alle riserve auree delle Banche Centrali. L’oro si approssimava ormai a un ciclo ventennale negativo (in termini di prezzo) e non vi era molta curiosita’ generale in merito all’argomento: il metallo giallo quotava solo $250 l’oncia. Era perfettamente sensato che le Banche Centrali Occidentali in accordo coi rispettivi Governi prestassero il loro oro a operatori terzi (o come nel caso del Canada, addirittura vendessero), come e’ accaduto tra il 1980 e il 2000.” 

“Ma ora i tempi sono cambiati. E’ di importanza fondamentale conoscere l’entità delle loro riserve e in che forma sono detenute.

 

Per quale motivo? 
Perche’ le nazioni di riferimento di queste Banche Centrali sono tutte sovraindebitate e le stesse Banche Centrali stanno attuando manovre espansive a livello monetario, pertanto e’ assolutamente necessario conoscere l’entita’ della copertura aurea.” 

“Ripetiamo: a causa dell’imponente mole di debito pubblico e privato da cui i Governi e i rispettivi settori privati sono gravati, e’ cruciale conoscere le esatte dimensioni delle loro riserve conservate nella forma della cosiddetta “reliquia barbarica”, come gli stessi funzionari di queste Banche appellavano in modo sprezzante il metallo giallo”. 

“Se vi puo’ interessare, noi ci siamo focalizzati in modo definitivo nell’investimento in oro verso il 2000 proprio a causa della politica di vendite di metallo giallo messa in atto dalle Banche Centrali Occidentali.

Frank Veneroso nel 1998 pubblico’ un report chiamato “1998: il libro annuale dell’Oro“. Veneroso in quel lavoro affermava che le Banche Centrali stavano artificialmente ampliando l’offerta di oro di circa 1.600 tonnellate annue (in un mercato con un’offerta di 4.000 tonnellate annue).” 

“Delle 35.000 tonnellate di oro che ufficialmente le Banche Centrali detenevano, Veneroso affermava che invece esse avevano un ammanco reale di almeno 18.000 tonnellate. Veneroso concludeva dicendo che non appena le Banche Centrali sarebbero rimaste a corto di oro, il mercato del metallo giallo sarebbe ripartito nella fase “toro” ovvero in una fase rialzista, secondo lui la fase rialzista piu’ potente della storia.” 

“La previsione di Veneroso si e’ rivelata completamente azzeccata anche se le Banche Centrali rimasero venditrici nette di oro per molti anni ancora. Il Mercato Toro del metallo giallo parti’ nell’anno 2000; le Banche Centrali Occidentali, in generale, rimasero venditrici nette fino al 2009  quando si ebbe la rottura del primo grande punto di fuga dell’oro (ovvero quando questo arrivo’ a quotare $1.000 per oncia)”.

“In quel lasso di tempo furono le Banche Centrali Non-Occidentali ad acquisire oro: quelle della Russia, della Turchia, del Kazakstan, Ucrainia e Filippine. Secondo l’Agenzia Thomson Reuters GFMS, le Banche Centrali Non-Occidentali hanno acquistato nel solo 2011, 457 tonnellate di oro e si prevede che nel 2012 ne avranno acquistate altre 493 tonnellate. Secondo le nostre stime ne acquisteranno anche di piu'”. 

“Nel contempo le Banche Centrali Occidentali hanno volutamente obliato il tema dell’oro; non vi sono comunicati pubblici in proposito, soprattutto al riguardo degli acquisti e le vendite degli ultimi tre anni. Anche se esiste un accordo chiamato “Central Bank Gold Agreement” tra le Banche dell’Eurosistema e quelle di Svezia e Svizzera, non vi sono notizie in merito alle attuali riserve fisiche in oro da esse detenute”. 

“Da anni a questa parte abbiamo raccolto dati sulla domanda di oro fisico. Siamo sempre piu’ perplessi riguardo l’offerta globale. Per quanto riguarda la Russia e la Cina, questa e’ inferiore a quella del 2000.

Il Fondo Monetario Internazionale ha annunciato il completamento della vendita di oro pari a 403 tonnellate in Dicembre 2010 (questo dato e’ ufficiale). A parte questi dati non abbiamo alcun comunicato pubblico circa le alienazioni ufficiali di oro da parte di grandi venditori.” 

“Visto l’incremento significativo di domanda di oro fisico che abbiamo constatato nel passato decennio, in modo particolare da parte di acquirenti asiatici, non siamo in grado di comprendere in che modo si possa coprire l’offerta…..ovvero da dove proviene tutto questo oro”. 

“Per farvi comprendere di quanto la domanda di oro fisico e’ aumentata negli ultimi dieci anni abbiamo fatto un elenco di acquirenti netti e calcolato e calcolato la variazione netta della domanda annuale in tonnellata nel lasso di tempo dal 2000 al 2012 – riquadro A”.

 

 

Come si puo’ constatare, con la sola combinazione di cinque grandi acquirenti, il risultato e’ il seguente: una richiesta netta di oro fisico in piu’ di circa 2.268 tonnellate annuali nell’arco di 12 anni (grandi esclusi dalla tabella gli acquisti delle Banche Centrali Non-Occidentali).

Secondo il CPM Group (uno dei principali centri statistici per quanto riguarda l’oro), nel 2012 l’offerta di oro e’ stimata consistere in 3.700 tonnellate. Di queste, il World Gold Council stima che solo 2.687 tonnellate dovrebbero provenire da estrazioni, mentre il restante e’ attribuito a rottami d’oro riciclati provenienti dal settore della gioielleria.”

“Lo stesso WGC stima che nel 2012, l’oro da estrazione non raggiungera’ quasi neppure le 2.300 tonnellate, incluse la ex Russia e la Cina.

Frank Veneroso ritiene che l’offerta di oro da riciclo sia destinata a calare a causa del fatto che le vecchie scorte di lunga data sono ormai ai minimi da tempo” 

“Le Agenzie di reporting hanno la tendenza a insistere sul fatto che la domanda fisica totale (gioielleria, industriale, banche centrali e investimento) si abbini in modo perfetto all’offerta annuale; esse sostengono che la differenza tra l’offerta d’oro annuale (3.700 tonnellate) e la domanda d’oro annuale di cui sopra (2.268 tonnellate) sia coperta da domanda da “investimenti netti privati”.  Ma il dato non e’ accurato.

Solamente la Cina, quest’anno, acquisira’ via Hong Kong, 785 tonnellate di oro, in un mercato che produce solo 2.700 di oro da estrazione. E stiamo parlando di solo un acquirente.” 

“Poi ci sono tutti gli altri investitori privati, come ad esempio Greenlight Capital che ha cominciato ad acquistare $500 milioni di oro annui a partire dal 2009. O il miliardo di dollari di oro fisico acquistato dall’Universita’ del Texas, nell’aprile 2011. Per non parlare della miriade di investitori privati (come gli Sceicchi Sauditi, i milionari Russi, noi di Sprott Asset Management, piccoli e grandi risparmiatori a livello mondiale) che comperano annualmente tonnellate di oro fisico.

Nessuno di questi e’ preso in considerazione nei report delle agenzie, e sono acquirenti di metallo giallo fisico, non di ETF o di certificati rappresentativi di oro. Pertanto, quando prendiamo in considerazione la discrepanza tra la domanda di oro fisico e l’offerta, l’ovvia questione che si pone e’ la seguente:

 

chi sta fornendo l’oro al mercato? Quali entita’ stanno colmando il gap?
“C’e solo un possibile candidato alla risposta: le Banche Centrali Occidentali.

Potrebbe proprio essere che una larga fetta di oro fisico in acquisto provenga dalle Banche Centrali Occidentali. Sono le uniche entita’ in grado di supplire alla carenza dal lato dell’offerta. E lo possono fare senza essere “tracciate”.

Sono anche responsabili dirette del fatto che gli investitori, sempre in maggior numero, riversano i loro risparmi nel metallo giallo. L’oro dopo tutto e’ uno scudo contro le irresponsabilita’ collettive – e le banche hanno dimostrato di essere irresponsabili, soprattutto da dieci anni a questa parte”. 

“Le analisi sui depositi in lingotti delle Banche Centrali ci mostrano che esse hanno proceduto a offrire e allocare (anche con operazioni di locazione finanziaria o leasing) grandi quantita’ di oro senza doverlo comunicare in via formale. Le Banche Centrali eseguono transazioni in oro con parte delle loro riserve in lingotti senza l’obbligo formale di precisare, nei loro bilanci, cio’ che rimane di metallo giallo nelle loro disponibilita’ e cio’ che non e’ piu’ nelle loro disponibilita’.

Un’ingente fetta delle 23.000 tonnellate di riserve d’oro delle Banche Centrali Occidentali consistono in una voce nel documento di bilancio senza alcun sostegno tangibile della loro effettiva presenza.” 

“Secondo le linee guida del Fondo Monetario Internazionale, le Banche Centrali Occidentali possono fare figurare di possedere oro a livello di bilancio senza averne la disponibilita’: esso puo’ essere stato prestato, dato in leasing, reipotecato nel processo di sistema degli istituti centrali (operazioni di comcambio dette”gold swap”, oppure di “repos”, “deposit”, operazioni di prestito “loans” ecc.), senza che il metallo giallo fisico sia “scaricato” dai loro bilanci.” 

“Sicuramente hanno prestato molto oro a “intermediari finanziari” detti “bullion bank intermediaries” che a loro volta hanno venduto oro alla Cina e ora questi intermediari finanziari non saranno in grado di restituire l’oro che si sono fatti prestare, pertanto non e’ realistico che torni da dove e’ venuto, ovvero dalle Banche Centrali Occidentali”. 

“Nel riquadro B che alleghiamo, potete leggere in quali forme l’oro e’ presentato a bilancio (dalle Banche Centrali): nel pannello “listed as” esso e’ presentato come Oro (incluse operazioni di concambio “swap” o di prestito “loan”, oppure come “depositi in oro” – ma che cosa intendono con depositi in oro? – e oro da “transazioni”).” 

“Secondo le nostre analisi  le loro riserve reali sono sottodimensionate. Se le conclusioni a cui giunse Frank Veneroso negli anni ’90 sono corrette, le riserve in oro pari a 23.000 tonnellate, consistono in voci di bilancio. L’oro che hanno prestato a disparate controparti negli anni passati non fa parte dei bilanci e crediamo che non possa neppure essere restituito, o per lo meno, se parte di questo sara’ in grado di essere restituito, cio’ avverra’ con estrema difficolta’” 

“Noi crediamo che tutte queste operazioni di concambio “swap” e di prestito “loans” e “leasing” nascondano il fatto che, se si lanciasse una campagna di “audit” per avere dei riscontri effettivi sull’entita’ reale delle loro riserve (come ha richiesto il deputato Ron Paul verso la Federal Reserve), scopriremmo che il “Re e’ nudo” con implicazioni esplosive per il prezzo dell’oro”. 

Intendiamo precisare che noi non siamo interessati a teorie cospiratorie o complottistiche: noi analizziamo in modo razionale la realta’ dei fatti e i dati tangibili.

Forse le Banche Centrali sono convinte che le controparti a cui hanno prestato o dato in leasing oro fisico, un giorno restituiranno tutto il metallo giallo ai legittimi proprietari ovvero le Banche Centrali stesse. Da anni le Banche Centrali si sono lanciate in allentamenti monetari (quantitative easing) illimitati senza possedere fisicamente l’oro che dichiarano di detenere.

Non e’ un buon segno. Noi di Sprott Asset Management, a scanso di equivoci e visti i tempi attuali, ci teniamo ben stretti l’oro all’interno dei nostri caveaux.”

 

Note finali: Veneroso stima che l’oro da riciclo (l’offerta di oro da riciclo) diventi sempre piu’ scarsa CAUSA ESAURIMENTO SCORTE DI LUNGA DATA. In pratica e’ proprio dall’offerta di oro da riciclo che i numeri non quadrano, oltre dal calo annuale dell’oro da estrazione (per esempio quest’anno 2.300 tonnellate rispetto alle 2.700 solite).

Fonti riquadro A: Fondo Monetario Internazionale, CBGA1, CBGA2, CBGA3, Zecca delle Stati Uniti, Zecca del Canada, World Gold Council, Sprott Asset Mangement.

Fonti riquadro B: Banca Centrale Europea (luglio 2012), Banca Centrale del Giappone (marzo 2012).

 

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Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
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Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

Una risposta

  1. La BCE è nata per coprire eventuali insolvenze delle varie banche nazionali e per far dormire sonni tranquilli ai vari banchieri.
    Ma chi garantisce per le “eventuali” insolvenze della BCE?
    Dopotutto i banchieri non hanno mai resistito a non usufruire dei beni depositati, non vedo perchè quelli della BCE dovrebbero fare eccezione.

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