In occasione del ultimo report dell’anno della Janus Henderson Investment, Bill Gross ci porta a fare un giro nel lato oscuro del sistema monetario, esaminando segnali che, a suo dire, siano di cattivo auspicio per l’intero sistema.
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Non ci sono più i bot di una volta…
In precedenza (1987, 2000, 2007), all’avvicinarsi dei massimi del mercato azionario, era uso fra molti asset managers precipitarsi a rastrellare Buoni del Tesoro i quali, famosi per la proporzionalità inversa fra prezzo e tassi d’interesse, tendevano ad apprezzarsi mano a mano che la FED abbassava i tassi per promuovere la ripresa.
Oggi questa “polizza assicurativa” fornita dai BoT è fortemente limitata dal fatto che i tassi d’interesse sono già estremamente bassi.
Dovesse giungere ora una crisi, vuoi politica, geopolitica o di qualsiasi altro genere, la nostra abilità di proteggere il capitale sarebbe minima: tra le più basse che la storia ricordi; ecco perchè la FED ci sta andando con i piedi di piombo questa volta.
Prima di Keynes gli economisti avevano prodotto modelli in cui dimostravano che l’economia si potesse auto-bilanciare e riprendersi autonomamente dagli shock economici, fatta eccezione per quelli causati da fattori esterni [prezzo del petrolio].
Raramente la teoria ha messo in conto finanza e credito come cause di un potenziale terremoto economico: ci volle Hyman Minsky per far rendere conto la comunità che l’economia sia il frutto di un delicato equilibrio tra finanza – credito – e produzione. Entrambe devono essere bilanciate e bilanciarsi fra loro, cosa che ancora sfugge alla FED di oggi.
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I nuovi driver del capitalismo moderno
La creazione di moneta avviene a livello della Banca Centrale.
La realtà, invece, è che l’espansione della base monetaria avviene in modo predominante dalle banche commerciali attraverso il meccanismo della riserva frazionaria.
Così facendo il prezzo degli asset viene manipolato artificialmente tramite l’inflazione, la quale porta a sopravvalutare in modo particolare il prezzo di quegli asset valutati molto positivamente (AAA) dalle agenzie di rating.
E’ così che, dalle istituzioni centrali, l’inflazione si propaga fino alla periferia economica, quella popolata di piccoli risparmiatori, giungendoci proprio quando il credito viene a mancare.
Questo processo è diventato il modello operativo predominante del capitalismo del 20esimo e 21esimo secolo: un sistema che dipende strettamente dal prezzo degli asset che popolano l’economia, anzichè dallo stato dell’economia stessa.
Sono tre le cose di cui il capitalismo odierno è diventato dipendente: 1) il debito, 2) la facilità di reperire gli assets e 3) i tassi d’interesse.
Quando uno di questi fattori viene meno, le probabilità che il sistema si disgreghi aumentano.
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Le differenze, contano!
E’ bene ricordare che il denaro ed il contante sono cose completamente diverse dal credito.
Non è una novità che il credito [inteso come titolo] possa essere equiparato al contante quando la sua liquidità, il suo rendimento e l’affidabilità del debitore contro cui è stato emesso lo permettono.
Tuttavia, quando il debitore si sospetta essere insolvente, la liquidità o i tassi d’interesse diminuiscono ed i creditori cominciano a preferire il denaro – nella forma di contante, oro o bitcoin – al titolo di credito stesso, le possibilità che il sistema finanziario collassi diventano una triste realtà: come l’offerta di credito diminuisce, la domanda di moneta aumenta e con essa giunge a grandi passi la deflazione per rivalutazione.
Se dovesse materializzarsi questo rigetto del credito, sapreste già dove ci stiamo dirigendo.
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Il conto chi è che lo paga?
Ultimamente un tipo mi ha chiesto cosa accadrebbe se la FED facesse notare al Tesoro che solo quest’anno hanno buttato alle ortiche 4 trilioni di dollari in titoli di stato e prestiti vari.
<< Ma lascia stare!>> direbbe la FED << Pagaci gli interessi e avanti così! Anzi, non preoccuparti proprio per gli interessi: tanto te li rigiriamo in prestito come capitale per l’anno nuovo!>>
Si è giunti al punto di stampare moneta a fondo perduto: tutto, per far sì che lo spettro della deflazione non colpisca.
State attenti alle conseguenze.
Buone feste.
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2 risposte
Sarebbe bello riproporre il leggendario “Credit Supernova” del 2013
Casualmente ne conservo una copia
https://drive.google.com/file/d/1uPUp4aYnhZjMA1SCU6PY8WJswC2Fxhrj/view?usp=drivesdk
Flavio, me lo puoi sintetizzare?