E così la storia della guerra e delle bombe tra Nord Corea e America si ripete. Solo che questa volta vengono fuori nuove indiscrezioni. Qualcosa che non avremmo mai immaginato se non avessimo visto l’ultimo film della saga Fast and Furious o se non ci ricordassimo di una delle costruzioni di Morpheus nella saga di Matrix.
Ma la bomba elettromagnetica, in abbreviazione bomba-E, a quanto pare non sembra prender posto solo nei film estremi di Hollywood. Da oggi anche ‘il mondo reale’ è a conoscenza della bomba elettromagnetica e del rischio che un folle possa per davvero decidere di utilizzarla.
Se la seconda Guerra mondiale è passata alla storia per la crudeltà e la potenza dello scoppio della prima bomba nucleare, oggi potresti impallidire nello scoprire la potenza distruttiva di questa letale arma bianca, la bomba elettromagnetica.
Non serve essere un ingegnere termo-nucleare per afferrare il concetto. La bomba elettromagnetica ha il potenziale per spedire un paese direttamente all’età della pietra in pochi secondi.
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Perchè parlare di Bomba-E proprio oggi?
La notizia di una bomba elettromagnetica è passata in sordina. In Italia, tra i quotidiani principali solo “La Stampa” ha accennato a questa notizia mentre dall’altra parte dell’oceano ne hanno scritto testate del calibro di Huffington Post e Wall Street Journal.
Perché mai questa notizia dovrebbe essere così importante? Cos’ha di diverso una bomba elettromagnetica rispetto a una bomba nucleare? E, soprattutto, cosa c’entra tutto questo con l’investimento in oro fisico?
Procediamo con ordine. Innanzitutto…
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Cos’è una bomba elettromagnetica? (lo spiego con il film “The Matrix”)
Tecnicamente è più preciso parlare di impulso elettromagnetico. E per capire di cosa si tratta puoi aiutarti con l’ultimo film della saga Fast and Furious o con il buon vecchio Matrix.
Se hai visto The Matrix (se non l’hai visto corri a farlo subito) in uno scenario post futuristico che vede combattere macchine contro uomini, una navicella spaziale umana cerca di sfuggire alle ‘sentinelle’ degli spaventosi robot a forma di piovra con tanto di tentacoli di acciaio e radar capta suono .
Sentendosi alle strette, il capitano della navicella spaziale Morpheus (sì, proprio quello della pillola blu e rossa per intenderci) mette in atto l’arma più potente e pericolosa della saga, l’EMP, l’impulso elettromagnetico.
Così, dopo essersi nascosto per bene ed aver spento i motori ed ogni dispositivo elettronico sulla nave, appena le sentinelle passano vicino al nascondiglio lancia l’impulso elettromagnetico e puf! Le macchine piombano a terra, prive di vita.
Questo è esattamente l’impulso elettromagnetico e come dice wikipedia: “l’emissione di un intenso impulso di radiazioni in grado di mettere fuori uso i componenti elettronici in un vasto raggio di azione.”
No, non è una roba per niente piacevole considerando il potenziale distruttivo in gioco. E tanto per non farci mancare nessuna bella notizia di questi tempi, si comincia adesso a vociferare che la Corea del Nord abbia bombe elettromagnetiche nel suo arsenale…
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Cosa succede se la Corea del Nord lancia un impulso elettromagnetico?
Immagina quello che ha fatto Morpheus e riportalo su una scala più grande. Molto più grande. Diciamo gli Stati Uniti.
Secondo quanto riporta l’Huffington Post:
“l’obiettivo dell’EMP [lanciato dalla Corea] è quello di bruciare una parte dei trecento trasformatori di alta tensione che collegano la rete elettrica degli Stati Uniti. Bruciare, significa provocare la fusione dei nuclei del trasformatore per renderli inutili. La riparazione di tali danni è dispendiosa. C’è solo una fabbrica che produce questi tipi di trasformatori negli Stati Uniti e non produce nemmeno i più grandi, necessari per la spina dorsale della griglia degli Stati Uniti. Questi devono provenire da fabbriche in Europa o in Cina e c’è un’attesa di diversi anni per averli.”
In altre parole, cittadini degli Stati Uniti potrebbero svegliarsi da un giorno all’altro senza poter più utilizzare la corrente elettrica, che nella nostra società moderna, significa non poter utilizzare praticamente più niente. Questo ci ripiomberebbe in un solo istante all’eta’ della pietra.
Sempre secondo l’Huffington Post, ci potrebbe volere gran parte di un decennio per ripristinare la rete elettrica da un danno del genere. Mentre nell’attesa…
…”la capacità di sopravvivenza umana in queste aree scenderà drasticamente, potenzialmente catastroficamente, con conseguente sofferenza e morte ben al di là di ciò che vediamo anche nei peggiori disastri naturali. La disperazione consumerebbe fino a cento milioni di persone che si ritroverebbero a scambiare beni per sopravvivere alle qualità della vita inferiore di un decimo rispetto al presente. Tutte le regioni metropolitane e centri economici crolleranno.”
Certo, gli Stati Uniti non se ne staranno a guardare inermi. Se abbiamo imparato qualcosa dal paese a stelle e strisce allora possiamo aspettarci che ancora oggi continueranno ad adottare la cosiddetta “teoria dell’1%”.
Se c’è anche solo l’1% di possibilità che qualcosa minacci realmente (e non solo a parole) gli Stati Uniti, allora questa è una vera e propria dichiarazione di guerra alla quale bisogna rispondere con il massimo dell’energia (fuoco e furia, direbbe Trump, e se la situazione non fosse così seria verrebbe da ridere nel pensare alla bomba elettromagnetica fatta esplodere in Fast and Furious…).
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Come ha risposto il mercato alla minaccia di una bomba-E? Crollano le criptovalute ed accelera al rialzo l’oro
L’idea che i metalli preziosi nelle prossime settimane possano avere più forza relativa rispetto al bitcoin prende sempre più spazio nella nostra mente.
Il reset parziale o totale della rete elettrica americana provocherebbe lo spegnimento di tutti i computer con relativi danni al mondo blockchain ma la realtà è che non c’è bisogno che questo accada realmente per buttare giù il mercato.
Basta l’aspettativa, o anche solo il percepirne la possibilità.
E francamente, questa ottica dal canto nostro spiegherebbe molto meglio il disastroso ribasso che le criptovalute hanno vissuto di recente. Ci sembra infatti inverosimile che la news della messa al bando delle ICO per le aziende cinesi abbia potuto scaraventare il mercato giù con questa violenza.
Anche perché bisogna considerare che:
- le imprese cinesi che hanno sinora lanciato una ICO si possono contare sulle dita di una mano (ancora ad oggi, la maggior parte delle aziende che propongono ICO sono europee);
- questo annuncio in fin dei conti non blocca i grandi capitali cinesi, che possono tranquillamente continuare a partecipare alle ICO di aziende estere;
- un annuncio molto simile era arrivato a fine luglio negli USA da parte della SEC e in quel caso il mercato delle criptovalute non ne aveva praticamente risentito.
Che la minaccia per l’azzeramento della rete elettrica americana sia reale o meno poco importa. Il mercato l’ha fiutata e ha reagito di conseguenza.
Questa, a meno che non stiamo andando incontro ad uno scenario apocalittico, non è la fine (di alcune) criptovalute. Tuttavia questa è una chance che ci viene offerta per aiutarci a riflettere su quali e quanti sono i pesanti rischi di un sistema come quello della blockchain (perchè ce ne sono, certo che ce ne sono).
Nel frattempo, in questo clima di pesante incertezza sul futuro, l’oro fisico continua a farla da padrone garantendo una sicurezza ed una protezione da diversi tipi di rischio così come nessun altro bene può offrire allo stesso modo.
Il mercato non è ancora partito in esponenziale ma è in fermento, ed al momento ha sfondato con decisione la barriera dei 1.300$ l’oncia. Quando partirà per un rialzo esponenziale sarà troppo tardi.
Le nostre ricerche in DeshMember ci stanno comunicando che questo è l’inizio di una fase rialzista che porterà l’oro a superare i massimi del 2011 e poi a raggiungere nuove vette mai esplorate prima d’ora.
Questa è la fase a cui ci stiamo preparando qui su DeshGold insieme a tutti i nostri lettori e clienti dal lontano 2011. E questa opportunità è ancora disponibile oggi ad un prezzo ancora accettabile.
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9 risposte
Un tantino ingenuo pensare che gli USA reduci da cinquant’anni di guerra fredda con l’URSS con tutti i loro analisti e strateghi non siano stati in grado di mettere a punto un protocollo d’emergenza per scollegare la rete elettrica nazionale in caso di attacco con un ICBM, dopo tutto basta mandare un sms ai responsabili delle reti per scollegare fisicamente la rete dai preziosi trasformatori.
Ciao Fabio. La tua osservazione è giusta ed è quello che anche noi ci siamo chiesti. La questione è stata approfondita dallo stesso esperto dell’Huffington Post che ha scritto l’articolo che abbiamo citato.
Lui dice che effettivamente dei lavori per proteggere la griglia elettrica americana sono stati fatti. Tuttavia sono del tutto insufficienti a fronteggiare questo tipo di minaccia. E quindi se non un totale reset della rete elettrica, ci si aspetta un reset parziale.
Inoltre, la parte più vulnerabile si trova proprio sulla costa orientale, cioè quella più vicina ad un possibile attacco della Corea del Nord.
Ma, come scritto nell’articolo, questo potrebbe essere irrilevante per via della teoria dell’1%.
Mi sembra un po’ gonfiata la faccenda. Esistono dei proiettili detti “a Radiofrequenza” che hanno lo scopo di danneggiare le apparecchiature destinate alle comunicazioni radio in un breve raggio. Ma un’arma del genere non l’ho mai sentita nominare e mi sembra assai poco probabile che la Corea possa averla. Inoltre un ‘energia elettromagnetica capace di bruciare trasformatori di grande distribuzione dovrebbe avere una potenza gigantesca.
Infatti, un’altra fantastica storiella che si aggiunge alla favoletta della guerra. A questo punto mi meraviglio come gente esperta e navigata, possa credere a questo teatrino messo in piedi per il popolino.
Già! Ma la domanda che sorge spontanea è: siamo tutti, disposti a correre il rischio?
Un altra considerazione potrebbe essere:ma se fosse attuabile e attuata questa ipotesi apocalittica,e con il mondo all’ età della pietra,quindi i nostri soldi ormai digitali,quindi virtuali,che non possono più essere riscossi,e con l impossibilità di muoverci perché tutto “resettato”, (quindi stop energie,di conseguenza beni di consumo,primari secondari e quant altro,la domanda sorge spontanea: dato che non è commestibile,del nobile metallo,che ce ne faremmo?
Lo useremo come merce di scambio come è sempre stato nei millenni precedenti all’avvento della carta, delle stampanti e dell’informatica.
L’oro è denaro e non c’è autorità che possa bloccare un conto, come sta avvenendo proprio in queste ore in Cina, impegnata ad applicare le sanzioni internazionali a cittadini ed aziende della Corea del Nord.
http://www.zerohedge.com/news/2017-09-11/crackdown-begins-chinese-banks-are-suspending-north-korean-transactions
In questo momento 1112 euro 1 oncia di oro. Imbarazzante.
Ma l’esperto dell’Uffington Post lo sa a cosa serve e come funziona uno scaricatore spinterometrico?
Perchè se lo sa ci dovrebbe spiegare con quale principio fisico si può scavalcare il suddetto dispositivo per “friggere” il trasformatore…
E le BLU-114/B per cosa le hanno inventate allora se bastava un piccolo ordigno nucleare fatto esplodere a 10.000 metri d’altezza?
I conti non tornano…