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Svizzera: paese delle meraviglie e dei tassi a zero

Richard Barley ha scritto un eccellente articolo sul Wall Street Journal in merito all’attuale politica monetaria varata dalla Banca Centrale Svizzera (SNB Swiss National Bank).

Il pezzo di Barley e’ importante perche’ inquadra in modo perfetto le contraddizioni finanziarie ed economiche a cui andranno incontro tutte le Banche Centrali dei Paesi Occidentali. La politica dei tassi a zero della SNB, puo’ essere interpretata come il sinistro campanello d’ allarme di quello che potrebbe svolgersi sotto i nostri occhi tra meno di un paio di anni.

L’articolo e’ a pagamento dunque se vuoi leggerlo integralmente dovrai divenire sottoscrittore. Sintetizzero’ qui il contenuto.
Il titolo e’ “SNB’s Zero-Rate Wonderland“, ovvero “La SNB e la meraviglia della politica monetaria a tasso zero“.

Eccone i punti salienti: 

  •  la Swiss National Bank e’ impossibilitata ad alzare i tassi d’interesse per il timore di far deragliare la propria economia;
  •  la politica dei tassi di interesse a zero (ZIRP – Zero Interest Rate Policy) sta creando le pericolose condizioni per una gigantesca bolla nel settore immobiliare nella Confederazione Elvetica
  •  il tasso d’inflazione nel 2012 era negativo, stimato attorno allo 0,7%. La crescita economica fiacca. La SNB non puo’ in alcun modo alzare i tassi d’interesse perche’ in questo modo favorirebbe l’afflusso di capitali speculativi sul Franco Svizzero, rafforzandone il valore nei confronti delle altre valute. Questo causerebbe il crollo dell’export e la fine di ogni possibile ripresa dell’economia
  •  la debole crescita economica rafforzera’ la volonta’ della SNB di intervenire di nuovo sui cambi tramite operazioni di mercato aperto, ovvero inondando il mercato di Franchi Svizzeri nella speranza di indurre una nuova svalutazione della propria valuta
  •  la SNB e’ conscia di aver involontariamente creato le premesse per una bolla speculativa nel mercato immobiliare; in effetti si sta gia’ attivando per tentare di mitigarne i possibili effetti dirompenti chiedendo alle banche svizzere di aumentare le proprie riserve di capitale. Questa mossa e’ finalizzata a evitare un rischio di insolvenza generalizzato del sistema finanziario elvetico 
  •  la SNB ha richiesto alle banche svizzere di erogare mutui con “cautela” 
  •  il timore della SNB e’ il seguente: se il mercato immobiliare dovesse sgonfiarsi causerebbe anche il crollo dell’accesso al mercato dei prestiti bancari da parte delle piccole e medie imprese. Cio’ per il fatto che il sistema finanziario elvetico e’ molto esposto ai mutui immobiliari ed un eventuale crollo di questo creerebbe le premesse per un “credit crunch” (ovvero una “serrata” nell’erogazione del credito a imprese e famiglie) 
  •  il bilancio della SNB e’ ricolmo di titoli obbligazionari di tutti i tipi ed e’ sul punto di scoppiare.

 

Se provi ad ampliare i concetti di cui sopra (rivolti alle politiche della SNB) ai problemi affrontati da tutto l’Occidente, vedrai che le analogie sono impressionanti. Tutte le Banche Centrali (inclusa quella del Giappone) stanno lentamente ma inesorabilmente avviandosi a cadere nelle contraddizioni in cui e’ avvolta la politica monetaria della Banca Nazionale Svizzera.

Negli Stati Uniti, per esempio, la FED sta tentando di “reflazionare” il mercato immobiliare dall’implosione del 2007 – 2008. Mercato immobiliare che era stato indotto in una gigantesca bolla speculativa proprio dalle politiche super-espansioniste della FED portate avanti dal 2001.

La FED sta “reflazionando” le varie bolle speculative che essa stessa ha contribuito a creare (con le conseguenze catastrofiche che sappiamo).

Anche gli indici azionari americani stanno pericolosamente avviandosi verso una nuova stagione caratterizzata dalla frenesia speculativa, grazie ai continui allentamenti monetari varati dalla FED che affluiscono sui mercati azionari lasciando a secco l’economia reale.

Ad un certo punto il divario tra economia reale e mercati finanziari rigonfi di aria speculativa creera’ le premesse per un’implosione di questi ultimi, cui seguira’ un’ulteriore recessione economica.

Queste politiche monetarie produrranno unicamente il risultato di rallentare i tempi della crisi, non di risolverla. Sara’ interessante attendere e capire come le Banche Centrali Occidentali saranno in grado di gestire le nuove bolle che stanno costruendo e forgiando.

La storia ci ha gia’ insegnato che quando si gonfiano improvvisamente bolle speculative, prima o poi esse sono destinate a scoppiare. E i postumi di esse, sono sempre stati tremendi…

 

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Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

Una risposta

  1. Ciao Gennaro…..dai contenuti del tuo articolo, si può ricavare un’interessante opportunità…..tutte le volte che le Banche Centrali alimentano bolle nel mercato azionario, gli investitori appartenenti a quello che io chiamo “il branco”, abbandonano l’economia reale e si buttano in quell’ “asset”…..ciò naturalmente produce un effetto di ribasso sui mercati valutari, mercati in cui, a prezzi vantaggiosi (vedi la situazione proprio di queste settimane….), gli investitori “veri” acquistano proprio in quel mercato che viene tralasciato, cioè quello dei preziosi……nota per esempio i forti acquisti delle monete Silver Eagle statunitensi nel mese di febbraio……quando la bolla esploderà, avranno già rafforzato i loro portafogli e si godranno i meritati benefìci……cosa ne pensi ?

    Grazie e Buona Serata.

    Alberto

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