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La Cina, le riserve auree, il FMI ed i Diritti Speciali di Prelievo

Il 17 marzo, davamo conto delle trattative tra la Cina e il FMI per includere lo Yuan cinese all’interno dell’attuale paniere di valuta denominato Diritti Speciali di PrelievoDPS.
Vi sono importanti novita’ in merito a questi negoziati; ce ne riferisce Alasdair McLeod, di Goldmoney.

Lunedi’ 20 aprile si e’ svolto un’ulteriore incontro a Washington a cui hanno partecipato i funzionari dello Official Monetary and Financial Institution (OMFIF: un organismo indipendente di ricerca e consulto sui temi finanziari mondiali); un forum indipendente tra le istituzione ufficiali governative e le loro controparti finanziarie private.

Sembra che il tema dell’incontro non si sia focalizzato solo sull’ammissione dello Yuan cinese all’interno del paniere DPS; ma che si sia anche discusso circa la possibilita’ di conversione dei DPS in oro fisico.
Il Presidente dello OMFIF, Lord Desai, ha affrontato gia’ nel 2011 la problematica della convertibilita’ delle valute incluse nei DPS in oro; Desai ha ribadito la sua convinzione che, la convertibilita’ dei DPS in oro e’ problematica, anche per il fatto che, il mondo finanziario globale e’ tuttora immerso in una guerra valutaria che rende impossibile la convertibilita’ in oro delle attuali valute comprese nel paniere DPS.

Ma le cose stanno per cambiare, proprio a causa dell’introduzione dello Yuan all’interno del paniere DPS.
La Cina ha creato una propria banca d’investimento infrastrutturale (Asian Infrastructure Investment Bank – AIIB) che costituira’ il trampolino di lancio per una serie di investimenti infrastrutturali di lungo periodo: porti, aeroporti, autostrade, linee ferroviare superveloci, nuove autostrade informatiche, nuove linee telefoniche e di telecomunicazione satellitare ad altissima velocita’ ecc., proprio nel cuore dell’Eurasia.
Tutte le transazioni economiche che la AIIB porra’ in essere, saranno espresse in Yuan cinesi, escludendo di fatto il dollaro americano.

E’ il fulcro della nuova politica valutaria cinese: l’internazionalizzazione dello Yuan all’interno dello spettro delle transazioni economico-finanziarie globali.
La Cina e’ parte costituente anche della BRICS Devolpment Bank, una nuova istituzione finanziaria che si propone di promuovere l’indipendenza economica dei BRICS dagli USA, dall’Europa a dalle loro istituzioni di dominio finanziario globale (FMI a guida Europea e Banca Mondiale per gli USA).
E’ probabile, se non certo, come nota McLeod, che nonostante l’ammissione dello Yuan nei DPS, questo paniere di valute globali dominanti rimanga non convertibile e non coperto da oro fisico.
Ma la Cina, in questi ultimi 25 anni ha accumulato enormi riserve auree, anche se non e’ dato saperne l’effettivo volume, stante il riserbo della Banca Centrale Cinese.
Anche il cittadino e risparmiatore cinese e’ stato stimolato dalle Autorita’ a impiegare i propri risparmi accumulando oro fisico.
Quindi la Cina, nonostante l’attuale crisi economica, puntera’ a fare dello Yuan una valuta convertibile in oro fisico; quando questo evento accadra’,  l’oro tornera’ al suo storico ruolo di moneta, ruolo che secondo il mio punto di vista, avra’ anche nel prossimo sistema valutario mondiale.

McLeod, sostiene che la Cina, punta:
1. in una prima fase della sua politica,  a internazionalizzare il ruolo dello Yuan, proprio tramite l’ammissione dello stesso all’interno del paniere DPS.
2. Poi, in un secondo momento, la Cina e gli altri paesi dei BRICS, utilizzeranno le due nuove istituzioni finanziarie di cui sopra, per vendere progressivamente le loro riserve auree espresse in dollari americani e, successivamente, procedere al varo di una nuova valuta di riserva convertibile in oro fisico.

La questione quindi per gli USA non si conclude con la “sterile” ammissione dello Yuan nel paniere DPS evitando di affrontare la convertibilita’ in oro fisico delle valute di questo “canestro valutario” mondiale a guida USA.
E’ probabile che nei prossimi anni i BRICS vareranno un loro paniere valutario direttamente convertibile in oro fisico.
Sembra che l’era del dominio del dollaro americano,  stia giungendo, lentamente ma in modo inesorabile, al proprio crepuscolo.

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Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

5 risposte

  1. Sole 24 Ore di oggi:

    La Cina torna a comprare oro. O forse no. Song Xin, presidente della China Gold Association, assicura che la domanda locale nel primo trimestre è risalita dell’1,1% rispetto a un anno prima, a 326,68 tonnellate: un cambio di rotta significativo, visto che la stessa associazione registrava un calo del 25% nel 2014.

    Le sue dichiarazioni tuttavia arrivano insieme a un rapporto di Gfms in cui si afferma qualcosa di ben diverso: tra gennaio e marzo la domanda globale del metallo prezioso sarebbe diminuita del 9% (a 990 tonnellate) a causa soprattutto dei consumi di Pechino, crollati del 12,4% in gioielleria(a 190,9 tonnellate) e del 10,5% per quanto riguarda barre e monete (a sole 56 tonnellate).

    La società di consulenza parla solo di domanda fisica, ma in ogni caso la discrepanza tra i suoi dati e quelli della China Gold Association – circa 80 tonnellate – è difficile da spiegare, anche tenuto conto del recente sviluppo degli scambi di oro alla borsa di Shanghai.

    Anche le importazioni di lingotti via Hong Kong (pur non essendo esaustive) non offrono sostegno alla tesi di un recupero della domanda: in marzo sono scese a 66,36 tonnellate nette, il minimo da 7 mesi.

  2. Ciao Massimo,
    ho le stesse tue informazioni circa la domanda globale trimestrale di oro da parte della Cina.
    La fonte ufficiale interna e’ la China Gold Association.

    Purtroppo, il mercato cinese dell’oro e’ molto complesso (importazioni da Hong Kong e altri porti d’entrata; riciclo di scarti d’oro; oro fisico estratto direttamente in loco; leasing d’oro fisico, domanda di oro a uso industriale ecc) e le stime trimestrali o annuali redatte dal World Gold Council e da GMFS divergono sempre (in negativo) da quelle della China Gold Association.

    Non sono in grado di dare un giudizio preciso sui vari reports; pero’, da quanto ho approfondito, GMFS e WGC tendono sempre a sottostimare la domanda di oro in Cina.
    Per quali ragioni? Non e’ dato sapere, si possono fare solo delle supposizioni.

    Forse, c’e’ un “ordine del giorno” globale, e segreto, a cui il WGC si attiene, ed e’ il seguente: permettere alla Cina di comperare piu’ oro fisico possibile, senza darne conto a livello mondiale; tutto questo, prima che avvenga il “grande reset del sistema valutario globale”.

    Come si spiega il fatto che, secondo le stime WGC, l’anno scorso l’India ha superato la Cina come consumatore mondiale di oro, quando e’ vero il contrario?

    A domande precise di Koos Jansen di BullionStar, GMFS e WGC hanno risposto che, le differenze tra i reports, dipendono dalle metodologie di calcolo tra i criteri utilizzati da GMFS e WGC e quelli della China Gold Association.

    Peccato che, a livello annuale, le differenze ammontino a svariate centinaia di tonnellate di oro.

    Non stiamo parlando di qualche tonnellate di differenza su base annuale, ma di centinaia.

    I pensieri sopra esposti circa le supposizioni sui differenti reports, sono miei, ma riflettono esattamente quanto espresso piu’ volte, Koos Jansen di Bullion Star.

    Ciao

    Riccardo Gaiolini

    Analyst & Research

    1. Ciao Massimo,
      non sono in grado di dirti cosa sia accaduto precisamente al Comex, e’ troppo presto per pronunciarmi.

      Secondo me, di primo acchito, si tratta di “flash crash” sia sull’oro che sull’argento finanziario, causati dalle negoziazioni ad alta frequenza dei (high frequency trading) programmati su base algoritmica dai software e hardware delle grandi banche d’affari e hedge funds.

      L’uso massiccio di queste tecniche di HTF sta causando l’improvvisa volatilita’ di tutti i mercati; il 21 aprile, per esempio, una dichiarazione di Bill Gross sulle alte quotazioni dei Bund tedeschi ha causato un flash crash sui titoli di stato della Germania; lo stesso dicasi per una simile dichiarazione di Jeff Gundlach, sempre sui titoli di stato tedeschi, che ha causato un altro flash crash in data 28 aprile.

      Stiamo parlando dei Bund Tedeschi, ovvero di uno degli assets finanziari piu’ liquidi al mondo.

      E’ evidente che queste strategie “automatizzate” di compravendita di assets finanziari, stanno esasperando la volatilita’ dei mercati.

      Scrivero’ un articolo sul pericolo e sui rischi che il sistema finanziario mondiale corre, a causa delle strategie di High Frequency Trading.

      Sembra che l’improvviso calo delle quotazioni di oro e argento, sia dovuto a un report “Positivo” circa le richieste di sussidi disoccupazioni settimanali negli USA, diffusi stamattina, ma non ne sono certo.

      Ieri, dopo la riunione del FOMC della FED, l’oro e l’argento non avevano accusato pressioni al ribasso particolarmente pesanti, quindi la causa non sono le dichiarazioni della FED di ieri (che oltretutto, lasciano poco spazio per un rialzo dei tassi d’interesse a breve termine, nonostante il tono “da falco” del comunicato).

      Attendo di vederci piu’ chiaro nelle prossime ore di trading.

      Ciao

      Riccardo Gaiolini

      Analyst & Research

  3. …..grazie….come sempre….
    p.s. se avessi trovato il modo di comprare argento a 500 euro/kg, tu lo fatesti in queato momento? Seconda cosa, mediare ora con un po d’oro? O megio aspettare la.prossima.settimana?

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