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Il dollaro americano valuta di riserva mondiale? Ecco quanto tempo gli resta

Qui su Deshgold abbiamo spesso esaminato la questione relativa al probabile declino del dollaro americano come valuta di riserva mondiale e alle conseguenze finanziarie della crisi di questa moneta.

Quando una nazione o un impero riesce ad acquisire un’influenza economica globale grazie alla supremazia politica, economica e militare, questa si riflette anche nella supremazia monetaria. 

La valuta di quella nazione, quindi, diviene “valuta di riserva globale”.

Possedere la forza politica di imporre la propria moneta come valuta di riserva significa possedere il privilegio di “stampare” moneta (cioe’  la possibilita’ di produrre indefinitamente deficit e debito di bilancio, senza necessariamente aumentare le imposte e tasse per compensare le uscite; ma soprattutto questo privilegio permette alla moneta di evitare la tendenza a svalutarsi contro le altre monete, proprio per il fatto che questa valuta e’  detenuta e accettata  internazionalmente in tutte le transazioni finanziarie).

Questo privilegio storico e’ detto “signoraggio” internazionale del dollaro. Per intenderci, oggi nessun’altra valuta gode di questo diritto esclusivo.

Ma la storia ci dice che lo “status di valuta di riserva mondiale” non dura per sempre.

E questo non dovrebbe sorprenderti. In questo mondo nulla dura in eterno . “Sic transit gloria mundi” ovvero “cosi’ passa ogni gloria del mondo“.

Per questo, forse arrivera’ un giorno in cui anche l’oro scomparira’ in qualche modo dal suolo terrestre e verra’ totalmente distrutto eppure oggi possiamo scrivere di centinaia di anni in cui l’oro ha dimostrato di essere eterno conservatore della ricchezza delle persone.

In questa immagine ci sono i lassi temporali relativi alla durata delle sei valute di riserva storicamente comparse dal 1450 a oggi. 

Ho calcolato la media “temporale” di durata storica della valuta di riserva, in base ai dati del grafico.

E’ di 94 anni. 

Come puoi vedere, il dollaro gode dello status di valuta di riserva dal 1921 a oggi: esattamente da……..94 anni, come la media di cui sopra. 

Quindi, gli Stati Uniti sono in procinto di perdere il privilegio di “stampare” moneta? No, gli USA continueranno a stampare moneta……..ma la loro moneta sara’ soggetta a svalutazione, proprio come lo sono  tutte le altre valute.

Gli USA sono destinati ad assistere al crollo di questo beneficio di cui godono.

Nessun individuo e nessuna collettivita’ puo’ rimanere in prima fila e in pole position per sempre. 

Non sono in grado di dirti quali valute (di nuovo conio, oppure gia’ circolanti) prenderanno il posto del dollaro. Puo’ darsi che il declino del biglietto verde verra’ accompagnato dal degrado di altre valute (piu’ che probabile).

Forse l’intero sistema monetario andra’ incontro a un collasso con successiva creazione di un nuovo sistema valutario globale.

Ma di una cosa sono certo: quali saranno gli assets che ne trarranno vantaggio. 

Stai pensando a quello che penso io? Hai indovinato, allora.

Si, l’oro e l’argento trarranno vantaggio dal crollo del dollaro (e dell’eventuale declino di tutto l’attuale sistema valutario mondiale).

Per quale motivo? Perche’ loro e argento sono strettamente e inversamente correlati al valore del dollaro. Quando il biglietto verde si rafforza, oro e argento calano. Viceversa, essi si rafforzano proprio quando il dollaro si indebolisce.

Ecco perche’ la perdita del privilegio di valuta di riserva globale rafforzera’, per converso, le quotazioni dei due metalli preziosi monetari.

 

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Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

11 risposte

  1. Forse è presto per fare il conto alla rovescia … però iniziare a dire 94 +1, +2 secondo me potrebbe essere utile. Se gli imperi vanno in crisi quando si avvicina la scadenza, o viceversa, allora dal 2001 l’impero è entrato ufficialmente in crisi, aggredendo mezzo mondo, dando colpa ai tiranni e dittatori, a quelli eletti democraticamente ma con la disgrazia di averci il petrolio, o essere di passaggio ed intralcio per i loro piani e così via.

    1. Questa mattina su oro e argento sono entrati due bei segnali SHORT. Inoltre se consideriamo il Sell-Off di ieri su palladio e platino possiamo facilmente capire che già da oggi pomeriggio i prezzi torneranno a scendere.
      Saluti

      1. In tal caso mi piace tenere a mente la seguente frase.
        Mercy: “Hai visto quel tizio sui pattini laggiù? ti sta aspettando … l’hai visto vero? … e non è solo si è portato i suoi amici.

        Swan: “Lo so vogliono farmi fuori… e pensano che sia molto facile”

        Poi si sa come è andata a finire a finire. 🙂

          1. Ciao Luigi, il segnale short è stato annullato da un contro segnale LONG, certo se i prezzi continuassero a salire ancora per una decina di giorni e soprattutto il mensile in corso chiudesse in rialzo allora forse potremmo pensare che l’annuale è stato chiuso il 30 MAGGIO a 1241 punti.
            Ancora 20 giorni di pazienza e sapremo. Ciao Luigi.

          2. Ciao Angelo, sembra che la resistenza poco sopra i 1280 $ sia forte, malgrado quanto sta accadendo in Iraq ed Ucraina, e che il gold stia andando da ieri al ribasso. Tuttavia i pianificatori centrali non avranno vita facile. Stanno combattendo contro una reliquia barbarica che, ironia della sorte, nel momento in cui avranno bisogno di tenere su il dollaro, non potranno infliggergli altri grossi colpi al ribasso perchè si è seduta sui costi di produzione All in. Mi piace l’accostamento coi barbari, esalta ancor più la caduta dell’impero. In realtà la barbarie è la loro e il gold solo uno strumento riequilibratore.

          3. Ciao Luigi, il contro segnale LONG che mi aveva sorpreso molto non era altro che una trappola per Tori, io non lo avevo seguito. Ora è tornato predominante il segnale SHORT che ti avevo segnalato venerdì. Tieni presente che domani arriva la Yellen, quindi sappiamo già dove andiamo a parare.

  2. Ciao Luigi,
    concordo con te. Il dollaro americano rappresenta ancora il 60% delle riserve valutarie globali. Pero’ Russia, Cina, Giappone, India e anche Australia, hanno iniziato da tempo a diversificare le valute nelle transazioni economiche tra i rispettivi paesi. Cominciano a “sganciarsi” progressivamente dal biglietto verde e questo causera’ una minore richiesta di dollari a livello globale.

    E’ un cambiamento di paradigma, di cui dobbiamo tenerne conto, come analisti finanziari, come investitori e risparmiatori.

    Sembra illusorio che il dollaro possa perdere lo status di valuta di riserva globale. Eppure, nella diapositiva che ho postato nell’articolo, ogni valuta di riserva storicamente apparsa, tende a permanere in questo status, per non piu’ di 90 – 100 anni. Se dai un’occhiata, sono cicli che si perpetuano, uno uguale a quell’altro.

    Quindi, ritengo che sia imminente il cambio di guardia dal dollaro.

    Del resto, perche’ la Cina sta accumulando migliaia di tonnellate d’oro? Per costituire le riserve auree piu’ grandi al mondo e garantire alla propria moneta-valuta futura, un ruolo egemone rispetto al dollaro in declino

    Ciao

    Riccardo Gaiolini
    Analyst & Research
    https://www.deshgold.com

  3. Oltre questo stanno emergendo fatti e misfatti dell’impero USA tali da far riflettere anche i meno scettici. La loro presenza in Siria si è visto fino a dove si è spinta, poi in Ucraina a fianco dei nazisti e gli sviluppi in Iraq, di questi giorni, mostrano che non si può schiacciare un popolo per sempre. Fatto curioso le armi chimiche che hanno fatto strage in Siria erano destinate all’Iraq… ironia della sorte l’Iraq fu attaccato per il sospetto di distruzione di massa. Questa è roba che avrebbe fatto arrossire anche un dittatore come Saddam.
    Insomma la crisi del controllo geopolitico militare USA ha stimolato i paesi che tu menzioni a fare accordi commerciali con valute diverse dal dollaro e questo è un ulteriore deterrente per fare emergere altre verità su quello che allora chiamarono esportazione della democrazia. Un circolo vizioso che si autosostiene fino alla caduta dell’impero e transizione verso un altro equilibrio dei rapporti tra le nazioni. C’è solo da augurarsi che sia migliore.

  4. Ciao Angelo, non ho modo di replicare al tuo commento perchè non è presente il link [Rispondi].
    Comunque sia, ho letto il tuo commento e anche io avverto una tendenza al ribasso. Però essere seduti sull’All in cost sembrerebbe essere un fattore determinante. La mia soddisfazione adesso è proprio questa. Voglio vedere come se la menano i signori dello squalo d’oro di fronte a questo supporto. Tra 1270 $ oz e 1050 $ oz, previsti da questi impostori, ci sono bene 220 $ di scarto. Se avessero ragione tanto di cappello, non per la bravura ma per il loro potere sui mercati. Mai inchinarsi di fronte ai potenti.

  5. A parte che la valutazione dovrebbe essere fatta sui tempi in base alle dinamiche politico-economiche ma la dire che è 94 anni piuttosto che 105 direi che è un azzardo.
    Le valute antecedenti agli accordi di Bretonwood erano diversi. Il dollaro, essendo agganciato all’oro e al petrolio (di cui gli Stati Uniti sono i più grandi esportatori) è di gran lunga più solido di una valuta come ‘euro che è virtuale. Non parliamo della valuta cinese che è tremendamente sottovalutata.
    Oggi il dollaro è al 64% come valuta internazionale. Nell’era Clinton anni 90 era 54%.
    Direi che grossi problemi all’orizzonte non ce ne siano.
    Più che altro il nostro euro fa acqua da tutte le parti e, mentre noi pensiamo a diffondere l’idea dell’utero in affitto, l’economia italiana è lasciata a sè stessa gestita da un socialismo ottuso…

    “Con l’euro lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo come se lavorassimo un giorno in più” Romano Prodi, Presidente del consiglio per alcuni mesi nel 2002…

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