ricchezza nel tempo

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Il crollo dell’economia globale e le prossime mosse della FED

Traduciamo e riproduciamo un’intervista apparsa on-line a Michael Pento,
economista e Amministratore del Fondo Pento Portfolio Strategies 

“Il rendimento del Titolo del Tesoro decennale statunitense (T-Note 10 years) risulta essere in continuo aumento sul mercato. Direi che il “punto di non ritorno” (point of no return) si situi intorno a un rendimento netto del 4%. Verso la fine del 2013 potremmo avvicinarci a questo rendimento sui decennali del Tesoro USA.

Ci dovremo preoccupare se il rendimento dei decennali salisse a quel livello di rendimento?

Certo che ci dovremo preoccupare. Tenete presente che attualmente l’impennata dei rendimenti del titolo del tesoro decennale USA dall’1,6% al 2.5% (un solo punto percentuale di aumento nei rendimenti) ha causato un calo nella domanda di acquisti di beni immobili qui negli Stati Uniti ( domanda di nuovi appartamenti) del 28% su base mensile.

La FED circa un mese fa, tramite il suo Presidente Ben Bernanke, aveva minacciato di voler ridimensionare (tapering) il proprio programma di stimolo monetario (quantitive easing – ovvero espansione monetaria) entro fine anno. 

Ora, l’annuncio – ripetiamo: solo un annuncio perche’ la FED sta tuttora attuando il suo programma di espansione monetaria al ritmo di acquisti di titoli pari a 85 miliardi di dollari mensili – ha gia’ causato un forte rallentamento del mercato immobiliare, mercato trainante dell’economia a stelle e strisce.

Possiamo davvero credere che l’annuncio in questione si avverera’ in fatti concreti?

Riscontriamo gia’ una miriade di dati che stanno preannunciando l’arrivo di una grave recessione a livello globale. I prezzi dei metalli industriali sono diminuiti drasticamente a livello globale negli ultimi 6 mesi. Sintomo che la recessione sta diventando globale.

Le esportazioni cinesi sono diminuite del 3,1% su base annua, come rilevazione del mese di giugno. Le esportazioni cinesi verso l’Europa sono calate dell’8,3%  sempre su base annua, rispetto a giugno. Il FMI (Fondo Monetario Internazionale) ha rivisto le previsioni di crescita annuale per gli USA di appena l’1,7%.

Il tasso medio di disoccupazione in Europa e’ pari al 12,2% con un massimo tasso di disoccupazione rilevato in Grecia, pari al 26,8%. Le economie emergenti stanno soffrendo il calo dei consumi nelle economie Occidentali e il Giappone e’ diretto verso un collasso completo della sua moneta (lo yen) e verso un rialzo netto dei suoi rendimenti obbligazionari (con relativo appesantimento del servizio del debito, su un debito pubblico odierno gia’ pari al 236% del PIL).

Ora, allo scenario di cui sopra descritto, dobbiamo aggiungere l’impennata dei prezzi del petrolio greggio, le rivoluzioni e l’instabilita’ in Medio Oriente (leggi: Egitto) e soprattutto un rialzo rapido dei costi di rifinanziamento del debito pubblico (e privato) in tutte le economie rilevanti. Dovete tenere presente che i rendimenti dei titoli di stato non sono solo in aumento negli USA. In Portogallo, per esempio, i titoli decennali sono balzati da un rendimento del 5,2% registrato a meta’ maggio, a oltre il 7% attuale.” 

L’aumento del servizio sul debito e il conseguente aumento del costo del denaro causera’ un crollo nell’economia reale. Giunti a questo punto, la Fed (ovvero la Banca Centrale Mondiale), tramite il suo Presidente Ben Bernanke sara’ costretta giocoforza ad accelerare il piano di acquisti di bond mensili (quantitative easing) al fine di non fare deragliare definitivamente l’economia globale verso una stabile Depressione.

A quel punto l’oro iniziera’ la sua ascesa irrefrenabile verso i $2.000,00 dollari per oncia, che io prevedo raggiungere entro la meta’ del prossimo anno”.

 

 

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Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

4 risposte

  1. Noto come in questo articolo sia sostenuta la teoria di Angelo, ovvero che dopo il 28-06-14, che lui considera come fine di questo ulteriore anno al ribasso, si debba avere un aumento del valore dell’oro.

    1. al di la del fatto che a mio avviso date come quella riportata 28/06/2014 lasci veramente il tempo che trova per svariati motivi di cui non voglio tediarvi. Desidero invece solo evidenziare che nell’articolo si parla di oro a 2000 dollari l’oncia entro giugno 2014 non vuol dire che il ciclo rialzista ripartirà in tale data dato che ad oggi l’oro é prezzato non a 2000 dollari ma a meno di 1300 dollari l’oncia. quindi si dicono due cose simili ma diverse nelle tempistiche.

  2. Ciao Andrea,
    non conosco le fonti di Angelo in merito alle sue previsioni. Seguo il pensiero economico di Michael Pento da parecchio, e mi pare che sostenga dei ragionamenti sensati.

    Pento (come del resto molti altri) sostiene che gli effetti perniciosi del collasso economico che ha avuto inizio nel 2008 siano stati semplicemente tamponati, ovvero tenuti in sospeso, grazie ai bassi tassi d’interesse (al di sotto del livello ufficiale d’inflazione) e alle enormi iniezioni di liquidita’ da parte delle Banche Centrali, liquidita’ che e’ utilizzata per creare un “effetto ricchezza” (wealth effect) incidendo sull’azionario, obbligazionario e sull’immobiliare.

    Secondo Pento, la Fed e’ pienamente consapevole che nulla e’ stato risolto: anzi il debito pubblico americano (a livello complessivo) e’ balzato alla stratosferica cifra (tenendo conto delle passivita’ totali e future) di 54.000 miliardi di dollari. La Fed sara’ costretta, pertanto, onde evitare il completo collasso economico, a iniettare sempre di piu’ dosi massicce di liquidita’ sui mercati, scatenando, infine, l’inflazione.

    E’ questo che sostiene il mercato dell’oro sul lungo periodo. L’economia americana e’ diventata completamente dipendente dall’espansione monetaria continua e il debito pubblico (e privato) e’ destinato a gonfiarsi all’infinito, fino allo sfacelo del biglietto verde. E’ il destino di ogni impero, vivere costantemente al di sopra dei propri mezzi, fino al disfacimento della propria moneta ed economia. Se analizzi la Storia i ricorsi sono parecchi. E’ tutta una questione di tempo, ma avverra’ il “redde rationem” anche per l’economia USA. non e’ possibile invertire il corso della Storia e il ricorso perenne dei suoi cicli.

    Ciao

    Riccardo G.
    Analyst & Researc
    https://www.deshgold.com

  3. Guarda, c’è chi predice a destra, chi prevede a sinistra, chi specula sul breve, chi guarda ai fondamentali, chi la cucina cotta, chi la preferisce cruda…A me pare che le chiavi di lettura stiano saltando tutte, una dopo l’altra. Basti questo esempio: il mitico (lo sarà ancora?) Michael Maloney, quello di “Guida per investire nell’oro e nell’argento” (che consiglio a tutti di leggere) dice che un aspetto fondamentale da tener presente ai fini della exit strategy è la ratio gold-dow che, secondo lui, un domani prossimo venturo (quando?) potrebbe arrivare anche a 1:1. In verità dice pure che bisognerebbe cominciare a pensarci già a partire dal 6-7:1. Per farla semplice: secondo la teoria dei cicli economici, investire in un asset in mercato toro per un certo tempo, e poi disinvestire per mettere il ricavato in un altro asset in mercato orso che si appresta a cambiare corso, moltiplica in maniera esponenziale il capitale investito e quindi i guadagni. Quando Maloney scrisse il libro, gli eventi che lui aveva previsto sembrava si stessero puntualmente verificando tutti, come la cronologia di una scaletta decisa a tavolino. E c’è stata una fase, non troppo lontana da quella attuale, in cui in effetti il rapporto DJ/ORO era arrivato (vado a memoria e scusatemi se non sono preciso) più o meno a 7-7,5, ossia erano sufficienti 7-7,5 once di oro per acquistare una azione del dow jones. Sapete dove ci troviamo ora? beh, per comprare ora quella stessa azione de DJ occorono la bellezza di…circa dodici once!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Questo solo per dire che il sistema è impazzito, altrimenti come si spiega che Detroit dichiara bancarotta e i mercati raggiungono nuovi massimi?
    Concludo la mia prosopopea dicendo: MANTENIAMO LA ROTTA!!! perchè non succeda che
    “Ahi pentirommi, e spesso, ma sconsolato, volgerommi indietro”.

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