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I probabili riflessi sulle quotazioni dell’oro delle politiche espansive della BCE

Nella rubrica di sabato, ho analizzato in dettaglio le nuove misure espansive di politica monetaria adottate dalla BCE, nel “meeting” del suo Board del 5 giugno.

Vediamo come questo potra’ impattare sulle quotazioni dell’oro. 

La BCE ha disperata urgenza di “svalutare” l’Euro, in quanto la stagnazione economica nell’Eurozona e’ profonda e i partiti Anti-Euro, alle recenti consultazioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, hanno guadagnato popolarita’.

In Gran Bretagna, l‘UKIP di Farage ha sbaragliato ogni altro partito; in Francia il Front National di Marie Le Pen ha trionfato; successo anche per Syriza in Grecia (e mi fermo qui, perche’ dovrei elencare tutti i successi dei partiti Anti-Euro in tutte le altre nazioni europee).

Questi partiti sono una minaccia all’esistenza della BCE, dell’Euro e del Progetto dell’Unione Europea. 

Non voglio approfondire oggi le ragioni per cui le popolazioni europee, in toto (tranne l’Italia, unica eccezione), hanno votato per partiti Anti-Euro.

Ma mi limito a elencarne alcune: la disoccupazione giovanile strutturale; i programmi di Austerita’ che hanno depresso le economie; una BCE accusata di essere troppo vicina alla Bundesbank, alle sue politiche monetarie e ai suo interessi finanziari; un’Euro “troppo forte” che penalizza l’export dei paesi con le economie meno competitive.

La forza di questi partiti e’ in aumento e Mario Draghi ha sempre meno tempo per arginare l’Euroscetticismo montante in tutta Europa.

Come ho gia’ accennato nel Barometro di sabato, il problema dell’Eurozona non e’ la deflazione.

Uno dei problemi principali e’ l’alto livello d’indebitamento pubblico e privato. Ma v’e’ anche il problema della “forza” dell’Euro rispetto alle altre valute.

L’Euro “forte” sta scatenando vari conflitti tra le nazioni che compongono l’Unione Europea.

Alcune economie sono preparate a una moneta forte (la Germania per esempio). Altre sono meno competitive e non possono permettersi un cambio reale “forte” (la Francia per esempio; ma anche l’Italia, la Spagna, la Grecia, il Portogallo, Cipro,  l’Irlanda ecc.)

Quindi, la BCE e’ costretta a varare politiche monetarie espansive che “indeboliscano” l’Euro sul mercato dei cambi e ridiano fiato alle economie di queste nazioni.

E’ una variante europea della “svalutazione competitiva” di italica memoria…….

Pero’, nell’immediato, l’adozione delle politiche espansive………NON ha affatto mosso al ribasso l’Euro (anzi!).

Come puoi notare dal grafico sotto, l’Euro si e’ addirittura apprezzato contro il dollaro americano, dopo le parole di Draghi. Neppure il taglio dei tassi e il tasso negativo sui depositi sono riusciti a deprezzare la moneta europea.

QUALI I RIFLESSI VERSO L’ORO DELLE POLITICHE DELLA BCE? 

Innanzitutto: il fatto che l’Euro non si sia indebolito mi lascia pensare che la BCE, nel prossimo meeting, spingera’ ulteriormente sull’acceleratore dell’espansione monetaria (a meno che, nel contempo, l’Euro non inizi un trend ribassista).

Del resto, Draghi stesso ha annunciato che le misure finanziarie “non sono terminate qui”.

In secondo luogo: l’immissione di liquidita’ da parte della Banca Centrale Europea, il taglio dei tassi d’interesse e il tasso negativo sui depositi presso la BCE sono tutte misure che tenderanno a svalutare la moneta europea, avvantaggiando le quotazioni dell’oro. 

Tutti i grandi detentori di Euro (Banche Centrali in primo luogo, ma soprattutto Fondi Sovrani e Fondi d’Investimento), dovranno trovare una moneta “alternativa” all’Euro per diversificare il rischio svalutazione; la potranno trovare nel lingotto.

L’oro tende a essere beneficiario di queste politiche espansive monetarie. 

In terzo luogo: le politiche monetarie della BCE, tenderanno a inasprire l’attuale “guerra valutaria” (currency war), adottata da quasi tutti i paesi del mondo (a partire dai piu’ importanti: USA, Giappone e Cina).

Nessuna Banca Centrale ha intenzione di rafforzare la propria valuta nel mercato dei cambi, soprattutto in questo momento storico;  ovvero,  una fase di stagnazione mondiale dell’economia.

Al contrario, invece: tutte le Banche Centrali si stanno impegnando, in vario modo e con vari metodi, per “indebolire” le proprie valute in modo tale da rafforzare le esportazioni e dare fiato a economie svigorite.

Tassi d’interesse ai minimi storici, tassi d’interesse negativi, ulteriore corsa alla svalutazione monetaria (guerra valutaria). Sono tutti fattori positivi per le quotazioni dell’oro. 

Gli investitori, per ora, non sono particolarmente aggressivi nell’investimento in oro.

Cambieranno presto opinione.

 

 

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Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

12 risposte

  1. Mi trovo d’accordo sul contenuto finale dell’articolo anche se dubito fortemente che la manovra della BCE riuscira’ a indebolire il dollaro. La banca centrale americana e il governo americano negli ultimi anni per tentare di favorire la ripresa economica hanno agito, e continuano a farlo, stampando carta moneta (molta) e agendo sul cambio con politiche di svalutazione competitiva.
    Non cambieranno certo idea mettendo a rischio la loro politica.
    Il denaro a costo zero da solo non crea ripresa se le politiche fiscali sono repressive e regressive.
    L’oro e’ sempre piu’ bene rifugio dalla carta moneta e dalle insulse pretese fiscali.
    Tempo al tempo.

  2. Gli italiani si sono lasciati incantare dall’ottimismo renziano. Vedranno presto a quale macchina di tortura hanno dato corrente elettrica.
    La tua analisi è giusta e ponderata, come sempre.
    Se ci mettiamo anche la crisi petrolifera che deve venire il cocktail è esplosivo.

  3. Ciao Luigi,
    grazie per il tuo riscontro in merito all’articolo.

    Colgo l’occasione per segnalare (del resto l’ho gia’ fatto nell’articolo, ma mi pare che quest’argomento necessiti piu’ enfasi) che il Dollar Index, subito dopo le parole di Draghi era “volato” a quota $81,00 per poi precipitare altrettanto velocemente a $80,35.

    E’ un segno che gli investitori globali non credono nel dollaro americano come “valuta alternativa” alla svalutazione dell’Euro promossa dalla BCE. Mi sembra un segnale molto forte. Anche oggi il Dollar Index si mantiene sotto quota $81,00.

    Che la valuta a stelle e strisce non sia stata in grado di avvantaggiarsi dalla debolezza dell’Euro, la dice lunga sullo status di “valuta di riserva mondiale” del biglietto verde.

    Ciao

    Riccardo Gaiolini
    Analyst & Research
    https://www.deshgold.com

    1. Si non se ne sta avvantaggiando forse anche per quanto stanno costruendo a livello commerciale Russia e Cina. Come abbiamo più volte detto qui su Deshgold questo doveva accadere e gli USA con la loro azione in Ucraina ne hanno accelerato i tempi.
      Qui lascio un link di quanto sta accadendo: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=13484
      Insomma le armi diPutin si stanno dimostrando vincenti e per gli USA la situazione diviene molto delicata. Una ulteriore pressione USA in Ucraina e Putin lascia cadere il dollaro al suo destino.
      L’Europa si trova invece intrappolata, come colonia americana, da scelte sbagliate e controproducenti a livello economico, politico e militare.
      Vedremo fino a dove si presterà ad assecodare le direttive USA.

      Ciao

  4. “Chi di spada ferisce, di spada perisce”. Il dollaro americano e’ stato trasformato, per decenni, dagli USA, come un’arma politica, una clava da abbattere sulle teste degli avversari politici.

    Ora le cose si stanno invertendo. La Russia l’ha compreso da anni, come del resto la Cina; esse stanno accordandosi, sia economicamente, che finanziariamente, per togliere il primato di valuta di riserva al dollaro. Lo faranno con i loro tempi e i loro modi, del resto la Cina e’ ancora il maggior creditore degli USA. Ma il destino del dollaro e’ segnato; esso sara’ sempre meno utilizzato nelle transazioni commerciali e finanziarie.

    A proposito di idrocarburi: una delle maggiori riserve di “Shale”, in California, la Monterey Formation, non ammonterebbero a 14 miliardi di barili, bensi’ a 600 mila.

    E’ un “taglio” del 96% rispetto alle previsioni di tre anni fa. Se gli americani speravano di vendere “shale gas e oil” in Europa, per contrastare la Russia, tutti i loro progetti sono da rifare. Anche quelli dell’Europa (ma l’Europa possiede un Ministero degli Esteri? Una politica estera comune?)

    Ciao

    Riccardo Gaiolini
    https://www.deshgold.com

    1. Si ero al corrente della revisione al ribasso del 96% dello shale oil californiano di Monterey lo avevo segnalato qualche giorno fa su Deshgold.
      L’anno passato è stata fatta tanta facile propaganda sull’indipendenza energetica USA ma io avevo letto che era una bolla che probabilmente adesso sta per scoppiare. Ha portato un indebitamento delle aziende di estrazione non più sostenibile al prezzo attuale del greggio.
      Vedremo

      Ciao

  5. Si dovrebbe rompere la resistenza a 1267$, o sbaglio?, altrimenti si andrà pericolosamente sotto. Non che sia un problema… ma la soddisfazione di veder fallire i piani dello squalo d’oro sarebbe per me una soddisfazione tremenda. Se poi li vedessi fallire sarei davvero in Paradiso…. lo so lo so è un sogno… lo so … lo che son pochi … “Quelli che si avverano” (da Vasco … quando era nei suoi panni).

  6. Ciao a tutti,
    ho un dubbio sull’investimento in azioni minerarie.
    Essendo tutte o quasi quotate su mercati la cui valuta è il dollaro, cosa accadrebbe se davvero il dollaro perdesse il suo status di valuta di riserva mondiale e si svalutasse di conseguenza?
    è vero che le prospettive di crescita per queste azioni sono molto allettanti qualora l’oro ritornasse a salire ma non capisco bene cosa si intende per svalutazione del dollaro, cioè di quanto si potrebbe svalutare in tale scenario?

    grazie…

    1. Raffaele le azioni minerarie sono beni reali. Il fatto che siano prezzate in dollari non significa che queste crolleranno ad un eventuale crollo del valore del dollaro.

      Il fatto che siano prezzate in dollari e’ puramente convenzionale. Potresti prezzarle in Euro, in mele o in pere.

      Ad esempio, se crolla il valore del dollaro, crolla anche il valore di una mela da un fruttivendolo Americano? (la mela e’ prezzata in dollari)

      NO! Perche’ anche se il dollaro perde valore, la mela continua a svolgere il suo lavoro, che e’ quello di “essere un buon frutto da mangiare”. Quindi in quel caso il suo prezzo, se vorrai continuare a calcolarlo in dollari, semplicemente aumentera’.

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