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La Cina apre il mercato dell’oro agli investitori stranieri

Sui media mainstream italiani e’ passata quasi inosservata una notizia che avra’ riflessi diretti sul mercato dell’oro nei prossimi anni.

La Cina offre agli investitori stranieri, l’accesso diretto al proprio mercato di compravendita di oro.

Con questa mossa, la grande nazione asiatica intende esercitare una maggiore influenza sulle quotazioni del lingotto, cercando di espandere l’utilizzo dello yuan a livello globale.

Presso la Zona di Libero Scambio (Free Trade Zone) di Shanghai, lo Shangai Gold Exchange “apre” a 40 societa’ finanziarie internazionali, il trading del proprio metallo giallo sul mercato cinese.

Tra le quaranta grandi banche d’affari spiccano i nomi di Goldmans Sachs e della UBS Ag.

In precedenza l’accesso allo Shangai Gold Exchange era limitato solo a societa’ finanziarie e bancarie cinesi.

Che obiettivo di lungo termine si pongono le Autorita’ Cinesi?
Le finalita’ sono ambiziose: quella di stabilire, in un non lontano futuro, il prezzo di riferimento dell’oro direttamente in yuan cinesi.

Per ottenere questo risultato lo scorso anno la Cina ha ridotto i controlli sui capitali in entrata presso i suoi confini. Ora decide di “aprire” il proprio mercato dell’oro agli operatori stranieri.

Victor Thianpiriya, strategist del comparto commodities presso Australia and New Zealand Banking Group, da Singapore ha rilasciato questo importante commento sulla notizia:

“La Cina e’ il piu’ grande acquirente mondiale di oro, avendo superato l’India nel 2013; la mossa delle Autorita’ Cinesi e’ indicativa dell’ambizione di spostare il centro di gravita’ del mercato dell’oro, proprio all’interno del mercato dove si registrano i maggiori consumi mondiali di metallo giallo”.

Thianpiriya ha aggiunto:

“tutto questo ha un proprio senso compiuto: tentare di trasferire il potere di determinare il prezzo dell’oro in yuan”.

Tra i primi operatori internazionali potranno essere attivi nel mercato dell’oro cinese, Goldman Sachs, UBS, Australia and New Zealand Banking Group, HSBC, Standard Chartered, JP Morgan, Deusche Bank e Bank of Nova Scotia.

Secondo le dichiarazioni dello Shangai Gold Exchange presto potrebbero essere ammesse a operare anche societa’ del settore come Newmont Mining e Barrick Gold Corp., nonche’ la Zecca di Perth (Australia) e societa’ finanziarie come Citibank e Societe’ Generale.

E’ importante sottolineare che, per ora, gli investitori stranieri potranno commerciare l’oro in yuan (quotato offshore) mentre gli investitori locali utilizzeranno lo yuan (quotato onshore).

I due cambi dello yuan (offshore e onshore) divergono a causa di normative ancora in vigore sul controllo dei capitali, ma il Governo Cinese sta testando la possibilita’ di superare la dualita’ dei cambi, convergendo verso la parita’ dei tassi.

In buona sostanza, il Governo Cinese sta lavorando per una totale liberalizzazione del tasso di cambio dello yuan.

Lo Shangai Gold Exchange e’ la piu’ grande Borsa Cinese per il trading di oro. All’interno di questo mercato, sono scambiati lingotti di purezza in oro pari al 99,99%.

I volumi di scambio sono ancora limitati (1,3 milioni di once nel mese di aprile, per esempio) rispetto agli scambi di Londra (19,6 milioni di once scambiate al mese), dove domina la London Bullion Market Association”.

Thianpiriya conclude la sua intervista:

“La sfida lanciata dallo Shangai Gold Exchange e’ chiara: aprire agli investitori stranieri per fare convergere sul suo mercato un maggior volume di liquidita’ globale e sfidare gli altri mercati mondiali dell’oro. Il confronto si giochera’ proprio sulla capacita’ di attrarre capitali mondiali nei rispettivi mercati dell’oro”.

La Cina, aprendo alla liberalizzazione della propria valuta e al proprio mercato dell’oro, ha lanciato il guanto di sfida che prevede la possibilita’, in futuro, di quotare il metallo giallo direttamente in yuan scavalcando il biglietto verde.

 

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Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

3 risposte

  1. Ormai a livello globale si stampano soldi a go go e i prezzi dell’oro continuano a calare.
    La cosa mi sembra una contraddizione singolare.
    Ne prendo comunque atto e Vi chiedo cortesemente a quanto a vostro avviso potrebbe scendere, al limite, il prezzo dell’oro. Anche sotto gli 800 dollari all’oncia?

  2. Oro tornato sopra 1220…potremmo essere in una fase di consolidazione…se rimane ancora qui per altri 10 giorni potrebbe essere molto positivo…d’altra parte il sentimento e’ molto negativo e questo è’ molto positivo…a mio parere!!!

    B w e

    1. Non dovremmo aver ancora consumato la durata minima per un semestrale quindi per assurdo io invece preferirei ancora 10/15 gg di discesa lenta e marginale con tenuta del supporto chiave 1180, oppure al limite una lingua di ordine almeno mensile, per poi ripartire con un bel ciclo superiore di lungo periodo.
      Solo 10/15 gg. sopra il minimo recente, varrebbero solo nuovo mensile/trimestrale vincolato comunque a chiudere più sotto.
      Il semestrale ribassista in essere avrebbe in quel caso quindi molto/troppo tempo a disposizione per rompere il supporto a 1180….
      Maggiori speranze (per ora) le ho sul prezzo in euro e, correggetemi se sbaglio, chi non specula sui mercati ma acquista oro fisico credo che paghi/incassi proprio in euro…

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