ricchezza nel tempo

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Barometro Oro: 30.Mar.2013

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L’oro ha aperto la settimana a $1.609,30 e ha chiuso a $1.594,20. Alla divisione Comex del New York Mercantile Excahnge (Nymex), i contratti futures sull’oro per consegna a giugno sono quotati a $1.595,70. [/panel]

L’oro archivia il primo trimestre di quest’anno con un rialzo del 3,7% contro lo yen giapponese e del 2,6% contro la sterlina inglese; segnaliamo, invece, un ribasso del metallo giallo nei confronti del dollaro americano, esattamente del 4,3% e dell’1,4% contro l’Euro.

Settimana finanziaria corta quella appena trascorsa; i mercati statunitensi e della Gran Bretagna erano chiusi venerdi per il Good Friday.

George Gero, Vice Presidente di RBC Capital Market Global Futures e strategist per il mercato dei metalli preziosi, ha affermato che i fondi ETF, a livello globale, nel primo trimestre dell’anno hanno approfittato per realizzare importanti prese di profitto dopo dodici anni di mercato toro sui preziosi.

Gero ha aggiunto che nel prossimo trimestre, considerati i prezzi a sconto di oro e argento (bargain basement prices), gli ETF potrebbero di nuovo aggredire il mercato con acquisti imponenti, pertanto rimane positivo su entrambi i metalli.

Frank Lesh, broker di FuturePath, considera l’attuale situazione dei prezzi dei preziosi “frustrante”.

Lesh durante un’intervista ha affermato che l’oro ha tentato l’assalto alla resistenza posta a $1.620,00 e non l’ha conseguita, pertanto ritiene che anche il prossimo mese il metallo giallo non si discosti dai movimenti laterali che hanno caratterizzato il mercato nel trimestre trascorso.

A livello storico-statistico il mese di aprile non risulta particolarmente favorevole per i metalli preziosi e neppure per i mercati azionari, specialmente quello statunitense.

Al di la del ricorso storico e statistico (che comunque non e’ necessariamente costretto a ripetersi) non possiamo pero’ assolutamente escludere che i prezzi di oro e argento non siano improntati al rialzo in vista del prossimo mese.

Il caos economico e finanziario dell’Eurozona e’ tutt’altro che risolto. Inoltre la crisi politica in Italia potrebbe fungere da detonatore per un ulteriore rialzo nei prezzi grazie allo status di bene rifugio e porto sicuro (safe haven) di cui storicamente beneficiano i metalli preziosi monetari.

Questa settimana il focus degli operatori si e’ indirizzato all’accordo per il “salvataggio” di Cipro.

Il Governo Sovranazionale Finanziario (la Troika) ha “concesso” al Governo di non tassare i conti correnti bancari sotto i 100 mila Euro. L’intesa poggia su due pilastri: prestiti internazionali per 10 miliardi di Euro e una pesante ristrutturazione di due istituti di credito.

La Laiki Bank sara’ trasformata in una “bad bank” e i depositi fino a 100 mila Euro saranno trasferiti alla Bank of Cyprus. Azionisti, obbligazionisti e depositanti con conti superiori a 100 mila Euro saranno chiamati a contribuire alla liquidazione coatta dell’istituto bancario, con una perdita potenziale di oltre 4,2 miliardi di Euro.

Bank of Cyprus sara’ ricapitalizzata utilizzando i conti superiori a 100 mila Euro in modo tale da riportare il capitale al 9% degli attivi (come richiedono le regole di Basilea).

E’ stato sventato il tentativo di esproprio dei piccoli correntisti (sotto i 100 mila Euro). La settimana scorsa la Troika aveva “imposto” al Governo Sovrano Cipriota di tassare anche questi conti al 6,75%.

Con la grave crisi di Cipro si e’ aperto un nuovo capitolo a livello “giuridico” nell’Eurozona: i correntisti di banche con somme depositate sopra i 100 mila euro sono equiparati agli “azionisti” e quindi soggetti al rischio di fallimento della banca.

Tali conti correnti sono ormai considerati forme di “investimento” (investimento ad alto rischio); non possono essere piu’ considerati depositi in custodia,  anche se nessuna norma a livello Europeo e’ stata mai emanata in questo senso.

La Troika ha dato inizio a un “vulnus” giuridico di cui ancora la maggior parte degli investitori non ne ha compreso la portata.

Il Presidente dell’Eurogruppo (componente della Troika) Jeroen Dijsselbloem, ha affermato che il caso di Cipro potrebbe fare addirittura da “apripista” per altre ristrutturazioni bancarie in Europa.

Dopo il “salvataggio” di Cipro l’Euro ha continuato a indebolirsi contro il dollaro americano segno di un inizio di deflusso di capitali dall’Eurozona.

E’ possibile che il peggio debba ancora arrivare. Quando il ceto medio alto europeo (upper class) si rendera’ definitivamente conto che i propri risparmi detenuti nelle banche dell’Eurozona saranno passibili di confisca o utilizzati per ristrutturazioni fallimentari delle stesse istituzioni finanziarie, comincera’ un vero deflusso verso altre aree valutarie e soprattutto verso assets fisici, come oro e argento.

I risparmiatori devono preoccuparsi, oltre a eventuali espropri e confische dei propri risparmi depositati nelle banche, anche dell’erosione degli stessi a causa delle spinte inflazionistiche.

La Fed di Saint Louis ha pubblicato uno studio corredato da due grafici nei quali si evidenziano i rapporti tra la redditivita’ del contante (return on cash) comparato all’indice dei prezzi al consumo (consumer price index) e la redditivita’ dell’oro, sempre comparata all’indice dei prezzi al consumo.

Il periodo di riferimento preso in considerazione riguarda gli ultimi dieci anni.

Per redditivita’ del contante (return on cash) si intende la redditivita’ di conti correnti, certificati di deposito, depositi a termine ecc… ovvero tutte quelle forme di custodia del contante che i risparmiatori affidano alle istituzioni finanziarie.

Come potete constatare, dal primo grafico si evince chiaramente che negli ultimi dieci anni l’indice dei prezzi al consumo (in rosso) supera di gran lunga la redditivita’ del contante (return on cash). Cio’ sta a significare che i depositanti hanno visto costantemente erodersi nel tempo il valore del proprio capitale.

Contrariamente, come potete vedere dal secondo grafico, coloro i quali hanno conservato i propri risparmi nella valuta oro hanno visto i loro rendimenti (return on gold – esposti in azzurro nel grafico) sopravanzare regolarmente (tranne brevissimi intervalli di tempo) l’indice dei prezzi al consumo.

 

Questo a ulteriore prova della funzione di “riserva di valore” (store of wealth) del metallo giallo, rispetto alla conservazione dei propri risparmi sotto forma di contante investito in depositi bancari.

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Ron Paul: “L’oro e’ denaro di ultima istanza”

Il Dr. Ron Paul e’ stato intervistato dall’Emittente Fox, dopo che la scorsa settimana la Federal Reserve ha confermato la prosecuzione del programma di allentamento monetario (quantitative easing). Il Dr. Paul ha confermato la fondamentale importanza di detenere oro, “denaro di ultima istanza”.

Ron Paul nella scorsa legislatura statunitense e’ stato Presidente del Financial Service Subcomittee on Monetary Policy del Congresso USA (Commissione sulla politica monetaria e finanziaria).

In una famoso dibattito con il Presidente della Fed, Ben Bernanke, Paul chiese al Presidente della Banca Centrale Statunitense:

“Lei ritiene che l’oro si possa considerare denaro?”

Bernanke rispose imbarazzato: “No, e’ un asset”.

Paul rincaro’ la dose: “Lei nega che l’oro si possa considerare denaro, anche se e’ stato utilizzato in questa forma per piu’ di 6.000 anni?”

Bernanke, sempre piu’ a disagio rispose: “Ritengo che sia un asset, come lo sono i titoli di stato a breve termine, i quali non possono essere considerati denaro”.

Al che Paul controbatte’ che trovava stravagante queste risposte, perche’ le banche centrali detengono oro (e non diamanti per esempio), proprio perche’ il metallo giallo e’ considerato “denaro”.

Tornando all’intervista alla Fox, Ron Paul ha commentato gli eventi di Cipro ricordando che “i governi possono illegalmente confiscare i denari dei contribuenti, anche se su questi sono gia’ state pagate le imposte.

Un altro modo piu’ sottile per confiscare denaro al popolo e’ quello di inflazionare la moneta tramite artificiosi allentamenti monetari, come accade da noi in USA, dove la Fed continua a sostenere la bolla sui mercati azionari iniettando tonnellate di denaro virtuale nel settore finanziario mentre la stessa Banca Centrale non fa nulla per alleviare la piaga della disoccupazione”. 

Il Dr. Paul ha aggiunto che ritiene inevitabile la distruzione, in termini di valore, del dollaro americano e che il sistema finanziario mondiale dovrebbe tornare al sistema aureo per assicurare stabilita’ nei valori delle valute e assicurare maggiore equilibrio nella crescita dell’economia mondiale, stabilizzando le bilance commerciali tra i vari paesi, evitando che alcuni siano cronicamente in deficit ed altri in avanzo.

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Gli italiani contrari alla vendita delle proprie riserve auree

 

Da un’indagine condotta dall’istituto demoscopico Ipsos Mori per conto del World Gold Council e’ stato rilevato che la maggioranza degli italiani (privati cittadini e imprenditori) e’ contraria alla vendita delle riserve d’oro nazionali al fine di ridurre il Debito Pubblico.

Piu’ della meta’ degli intervistati comunque, ritiene valida l’opzione di utilizzare le riserve auree a titolo di “collaterale” all’atto dell’emissione di titoli di Stato, al fine di ridurre il costo degli interessi (cedole) da corrispondere sugli stessi, e quindi ridurre i costi di rifinanziamento del debito pubblico.

“L’Italia detiene piu’ di 2.000 tonnellate d’oro a titolo di riserva ma noi riteniamo che l’alienazione delle stesse non sia la risoluzione al problema del debito pubblico” ha affermato Natalie Dempster, responsabile del sondaggio commissionato dal World Gold Council.

“Anche il campione degli intervistati e’ contrario alla vendita delle riserve; esso preferirebbe, in alternativa, utilizzarle in modo piu’ proficuo, per esempio impiegandole come garanzia sottostante per l’emissione dei titoli di stato”.

Il World Gold Council aveva proposto tale soluzione per i paesi in difficolta’ con la gestione dei propri debiti pubblici, come per esempio il Portogallo e l’Italia. Anche studi accademici hanno confermato il potenziale di riduzione dei tassi d’interesse sui titoli del debito nel caso il metallo giallo fosse utilizzato a garanzia nell’emissione di nuovi bonds pubblici.

L’indagine e’ stata condotta a febbraio di quest’anno prendendo in considerazione un campione rappresentativo di 1.009 cittadini di eta’ compresa tra i 16 e i 70 anni.

In merito alla questione della facolta’ dello Stato italiano di emettere titoli di debito pubblico “patrocinati” da collaterale costituito da oro ci permettiamo di porre una domanda.

A livello giuridico, a chi appartengono le riserve auree custodite da Bankitalia? Allo Stato italiano, ovvero in democrazia al popolo sovrano, oppure al sistema finanziario  il quale e’ diretto azionista di Bankitalia?

E dove esattamente esse sono ubicate?

Due questioni tutt’altro che risolte, cui la grande stampa italiana sussidiata dallo Stato e partecipata dal grande capitale finanziario non ha mai dato risposta.

 

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Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

12 risposte

  1. Questi articoli sono sempre molto interessanti, grazie per la descrizione della situazione.
    Direi che il grafico del rendimento del contante rispecchia benissimo la frase che Kiyosaki scrive un pò ovunque “Savers are losers”.
    Nell’articolo sono stati nominati i diamanti, tempo fa all’università feci un lavoro di analisi sui diamanti.. il risultato: di pregio hanno solamente la possibilità di spostare grande valore in piccoli spazi (almeno questo è quello che ci ho visto).. il contro enorme è che il loro valore è stato a dir poco creato a tavolino con un ottimo marketing che dura da diversi decenni (un esempio “un diamante è per sempre”), basta pensare a piete preziose molto più rare e quotate molto meno.
    Nutro molta poca fiducia nei diamanti come investimento, le banche accumulano metalli e non diamanti (da quello che sappiamo noi) e storicamente l’oro è denaro, non metterei ne consiglierei di mettere in portafoglio diamanti, voi lettori avete opinioni differenti?
    I prezzi dei metalli sono molto favorevoli.. Buon Accumulo a tutti!

    1. concordo, se si pensa poi all’enorme giacimento per estensione e quatita’, praticamente a celo aperto , scoperto da anni e fino ad un anno fa’ tenuto “segreto” in sibera, l’immissione nel mercato di una minima percentuale
      in rapporto all’enorme quantita’disponibile farebbe crollare il valore attuale, i russi hanno un arma economica
      potente ma a doppio taglio….

  2. Grazie Tonino, per il tuo prezioso intervento.

    Il mercato dei diamanti e’ emblematico: cio’ che oggi i pianificatori centrali (central planners) chiamano “libero mercato”, e’ l’esatto contrario di cio’ che in realta’ dovrebbe essere.

    Quando costoro magnificano il “libero mercato”, in realta’ stanno lavorando per soffocare il libero mercato; stanno lavorando alacremente per distorcere le leve fondamentali del libero mercato, la domanda e l’offerta.

    Il mercato dei diamanti e’ dominato dall’oligopolio tra la Sudafricana De Beers (che controlla la totalita’ dell’estrazione , lavorazione e commercializzazione dei diamanti africani) e della anglo australiana BHP Billiton. Io non sono un intenditore di diamanti, ma alcuni esperti da me interpellati mi hanno riferito che il sottosuolo del pianeta e’ ricchissimo di queste forme allotropiche del carbonio. Ma la De Beers controlla il monopolio di questi cristalli, e grazie all’ingegnosa campagna di marketing che nominavi, e riuscita a dominare completamente il mercato.

    Ma una valutazione dei diamanti e’ assai complessa: bisogna valutarne il taglio (cut – point cut, table cut, peruzzi cut, mazarin cut ecc.); poi bisogna valutarne il colore, la purezza, la caratura e il peso.

    E’ molto piu’ saggio investire in oro che in diamanti:

    ti faccio un paio di esempi.

    l’oro e’ omogeneo e di valore facilmente determinabile (al contrario dei diamanti);

    l’oro e’ liquido e ha un mercato facilmente accessibile alla massa (al contrario dei diamanti);

    esiste una consuetudine all’oro da parte di tutte le popolazioni del globo (al contrario dei diamanti).

    Purtroppo, come andiamo dicendo da mesi a questa parte, anche il mercato dell’oro e’ soggetto a “manipolazioni” fraudolente da parte di entita’ statali e Banche Centrali. Se il mercato dei diamanti e’ in mano a un monopolio, il mercato dell’oro (come del resto il mercato del petrolio che e’ governato dall’OPEC e dalle multinazionali estrattrici – il mercato del credito – il mercato delle materie prime agricole – sono tutti mercati oligopolistici) e’ continuamente sotto pressione da parte di queste enti statali e privati.

    Oggi stiamo assistendo a una forma particolarmente violenta (ribassista) da parte del PPT (Plung Protection Team). Questo team e’ stato costituito sotto la Presidenza Reagan, con l’ordine esecutivo nr. 12631 del 1988. Esso lavora a stretto contatto con la FED e il Ministero del Tesoro USA, e operano anche nei mercati dei derivati sui metalli preziosi (ti lascio immaginare come operano – al ribasso ovviamente). Fu istituito per evitare un altro tracollo azionario come quello avvenuto il 19 ottobre 1987; in realta’ opera per sostenere artificialmente la borsa USA e deprimere ogni concorrente del dollaro, compresi oro e argento.

    Ciao

    Riccardo G.
    Analyst and Resarch
    https://www.deshgold.com

    1. in questo momento siamo a 1542 dollari l’oncia, mi date conferma se in base alle vostre analisi è stata rotta la resistenza al ribasso ???
      Ed in questo caso fino a quale supporto può arrivare ???

  3. Ciao Carlo,
    supporto a $1.531,00 importante resistenza a $1.579,00, adesso (ore 19.15) stiamo toccando $1.575,00; il metallo giallo potrebbe rompere al rialzo entro sera.

    Ciao

    Riccardo G.
    Analyst & Research
    https://www.deshgold.com

  4. Secondo me l’oro e l’argento verrà sostituito dalla moneta virtuale bitcoin.
    e i metalli crolleranno di prezzo(opinione personale).

  5. Ciao Paolo,
    a mio parere non regge la similitudine, il parallelo, tra il bitcoin e l’oro e l’argento. Ovvero non vi e’ alcun nesso “logico” nel paragonare il bitcoin e i metalli preziosi. Oltre a non esservi alcun legame “monetario”.

    Il bitcoin e’ denaro digitale utilizzato per facilitare e semplificare le transazioni di commercio elettronico (E-Commerce). E’ una moneta virtuale che sostituisce il passaggio fisico di denaro.

    Esistono gia’ da decenni figure di monete elettroniche come per esempio le carte di credito. La differenza tra queste ultime e la moneta cibernetica e’ rappresentata dalla regolamentazione legislativa. Le prime sono gestite da istituzioni finanziarie e istituti di credito quindi sottoposte a norme nazionali e accordi internazionali, le secondo non sono riconducibili ad organismi internazionali di credito ma a societa’ che operano nel Cyberspazio.

    Il vantaggio di bitcoin risiede nella mancanza di un ente o organismo centrale che possa sovraintendere alle operazioni di scambio valuta. Qualsiasi intervento di autorita’ governative per manipolare il valore di bicoin (conducendo la moneta virtuale all’inflazione, per esempio) si rivelerebbe irrealizzabile.

    Personalmente, pur essendo un estimatore di bitcoin, ritengo difficile fare previsioni sugli sviluppi della moneta digitale, soprattutto in un contesto socioeconomico caotico e confuso come quello che sta attraversando il nostro pianeta. Gli estimatori di bitcoin sono in crescita, ma non e’ escluso che governi e istituzioni finanziarie possano scoraggiare l’uso dei bitcoin a causa della assoluta mancanza di trasparenza nelle transazioni finanziarie effettuate.

    Certo, bitocoin rappresenta un esperimento avveniristico, liberato dall’ingerenza dei governi e istituzioni finanziarie. Pero’ e’ difficile fare previsioni come dicevo.

    Ti faccio un esempio: a febbraio 2012, TradeHill il secondo broker piu’ grande al mondo e specializzato in bitcoin aveva chiuso le transazioni sulla moneta elettronica adducendo motivazioni di tipo legale (possibili ritorsioni governative per riciclaggio denaro sporco).

    Come diceva Lincoln: “la miglior cosa del futuro e’ che arriva un giorno alla volta………”

    Ciao

    Riccardo G.
    Analyst & Research
    https://www.deshgold.com

  6. sono almeno 2 anni che vado dicendo che per me (assolutamente non esperto e molto sfigato in tutti i mei investimenti) l’oro ha un prezzo assurdo:
    ho cominciato a lavorare nel 1969 da laureato (economia e commercio) il mio stipendio normale era di circa 100.000 lire/mese con cui si compravano 15 sterline d’oro (erano a 7.000 lire l’una).
    ora uno stipendio analogo -diciamo di 1.200 euri/mese- permetteva a malapena di acquistarne 4.
    tenete presente che uno stipendio di 1.200 euri ha un potere d’acquisto molto superiore alle 100.000 lire di 44 anni fa ! all’epoca c’era ben poco da comprare, erano prodotti marciolenti etremendamente cari.
    Ricordo che nel 1976 comprai a oltre 6.000.000 di lire (2 anni di stipendio alto da bancario) un’Alfetta GT : una macchina assurda per gli standard attuali: una pericolosissima scatola di lamiera, senza cinture di sicurezza, senza alzacristalli elettrico, senza orologio sulla plancia, senza ABS o GPS (cose che sarebbero esistite solo in un lontano futuro)… anche andare al ristorante costava moltissimo in rapporto allo stipendio, i telefoni erano neri, a rotella e attaccati al muro, per chiamare l’estero bisognava richiedere la comunicazione almeno un’ora prima al centralino, per contro le bollette erano stratosferiche… e si potrebbe continuare…
    per me -a conti fatti alla luce di queste riflessioni- anche considerando l’aumento della popolazione mondiale e quindi dell’utilizzazione, una sterlina dovrebbe essere venduta a 170 euri massimo… l’oro quindi dovrebbe scendere ancora di molto… ma io ho sempre sbagliato valutazioni…

  7. Ciao Delta,
    le comparazioni, i raffronti e i rapporti che evidenziati non hanno un grande riscontro nella realta’ macroeconomica. Questo perche’ sono desunti da fattori molto personali (con questo non sto mettendo in discussione quanto asserisci).

    A mio modo di vedere, per fare dei confronti esemplari dovresti basarti su dati macroeconomici comparati.

    Ricordiamo che nel 1969 l’inflazione era al suo atto d’inizio (guerra del Vietnam – la Fed stampava dal 1965); nel 1971 Nixon, a causa della guerra, fu costretto a sganciare l’oro dal dollaro; poi abbiamo avuto la crisi petrolifera in concomitanza con la guerra arabo-israeliana del Kippur; poi abbiamo avuto la rivoluzione Khomeinista in Iran, con ulteriore aggravamento della crisi petrolifera; l’inflazione alle stelle nei primi anni ottanta; la modifica sostanziale della struttura economica dell’Occidente a causa della Globalizzazione Economica nei primi anni novanta, ecc. ecc.

    Come vedi il quadro e’ complesso e la valutazione sugli assets finanziari va valutata, misurata, determinata, tenendo conto variabili macroeconomiche, geopolitiche, finanziarie ecc.

    Un saluto.

    Riccardo Gaiolini
    Analyst & Research
    http://www.Deshgold.com

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