ricchezza nel tempo

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Barometro Oro: 29.Nov.2014

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L’oro ha aperto la settimana a $1.201,40 e chiuso a $1.168,50.
Al Comex di New York, i contratti futures per consegna febbraio 2015 sono quotati a $1.165,80.

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Per quasi tutta la sessione settimanale di trading le quotazioni dell’oro si sono mosse lateralmente nell’area posta a $1.200,00 senza pero’ riuscire a sfondare al rialzo questo livello di resistenza.

Nelle ultime due settimane il metallo giallo aveva ripreso un discreto ritmo rialzista rispetto i minimi di quotazione toccati a inizio novembre quando testo’ il livello di $1.137,40 per oncia; l’oro pero’ incontrava una notevole resistenza nello sfondamento dell’area a $1.200,00 che si e’ rivelato essere un livello di quotazioni-chiave assai arduo da abbattere.

Se ripercorriamo il trend semestrale delle quotazioni dell’oro, a partire da giugno di quest’anno,  osserviamo essere in atto un movimento decrescente dei prezzi, che partendo dai “picchi” di $1.310,00 di giugno e agosto (e il “picco” di $1.340,00 di luglio), gli stessi esauriscono progressivamente la loro forza, soprattutto nel mese cruciale di settembre, che vede le quotazioni del metallo giallo iniziare a $1.290,00 e terminare lievemente sopra quota $1.210,00, con un ribasso di 80 dollari nell’arco di quattro settimane di trading.

Nel nono mese dell’anno l’oro si e’ praticamente mosso sempre al ribasso, tranne temporanee correzioni rialziste incapaci di formare e dare corpo a un consolidamento di trend di crescita.

E’ proprio dal mese di settembre che, in effetti,  il trend ribassista comincia a rafforzarsi in modo piu’ pronunciato; in ottobre l’oro ha tentato un timido recupero, sfondando quota $1.240,00 il 23 del mese, per poi declinare sotto il supporto-chiave posto a $1.180,00.

A novembre, come gia’ scritto, l’oro tentava il recupero ma trovava una porta sbarrata proprio nel cardine strategico posto in area $1.200,00.

Questo (1.200,00 per oncia) e’ il livello “perno” (pivot), il fulcro delle quotazioni da tenere monitorato; livello che, una volta rotto al ribasso, scaraventa l’oro sino ai possibili minimi, il primo a $1.145,00 il secondo a $1.130,00 e il terzo a $1.111,00.

Rotto al rialzo, invece, pone le condizioni per uno sviluppo delle quotazioni sino a $1.215,00, poi a $1.240,00  successivamente a $1.255,00 fino a $1.275,00.

Dopo una settimana di relativa stabilita’ delle quotazioni dell’oro, venerdi’ l’indice di volatilita’ del metallo giallo (Gold Volatility Index) tornava al rialzo proprio dopo la decisione dell’Opec, nel meeting di Vienna, di lasciare invariata la produzione di petrolio; non e’ previsto nessun taglio della produzione.

Dopo le decisioni dell’Opec abbiamo assistito a un crollo dell’oro nero: il Brent del Mare del Nord e’ scivolato sotto i $72, mentre il WTI e’ slittato sotto i $68 dollari al barile.

Di conseguenza le quotazioni dell’oro nero si sono riflettute anche nel mercato dei metalli preziosi; gli investitori hanno venduto contratti a termine (futures) sia suo oro che argento facendo crollare i valori dei preziosi ai minimi settimanali.

I leader Sauditi stanno guidando la discesa del petrolio con conseguenze gradite ai vertici del Governo USA: le finalita’ di questa guerra del greggio sono tutte geopolitiche.

Riad sta tentando di mettere in difficolta’ il rivale Iran che ha assunto un ruolo rilevante nel governo dell’Iraq, tutelando la componente sciita a scapito di quella sunnita.

I Sauditi tentano di colpire l’Iran con l’arma del greggio, anche se i bilanci di Riad ne risentiranno in modo pesante.

Agli USA, invece, la guerra del greggio ha come fine prioritario l’indebolimento dell’export di petrolio della Russia per mettere in difficolta’ Vladimir Putin e l’orso Russo sulla questione Ucraina.

I risvolti finanziari potrebbero complicarsi ulteriormente proprio a causa della guerra dell’oro nero.

In USA, l’industria dello “shale oil” si e’ finanziata tramite ingente indebitamento; in molti casi, il percorso obbligato delle aziende petrolifere USA per rimanere sul mercato era quello di emettere “bond” ad alto rendimento (e ad alto rischio insolvenza) per reperire capitali.

Molti di queste obbligazioni (bonds) del mercato energetico USA sono definibili “obbligazioni spazzatura” (junk bonds); titoli ad alto interesse, come dicevamo, ma anche ad alto tasso di crack di bancarotta finanziaria.

Se come ipotizzavamo nelle scorse settimane, il petrolio WTI dovesse avvicinarsi verso quota $60,00, la maggior parte delle aziende USA del settore, il prossimo anno, potrebbe avvicinarsi pericolosamente al default.

Prova a dare un’occhiata al grafico qui sotto che confronta i rendimenti obbligazionari USA, tra i titoli “high yield” (ad alto rendimento e a rischio elevato) e quelli ad alto rendimento del comparto energetico “high yield energy”.

HIGHYIELDENERGY

Come potrai notare, la differenza di rendimento tra i titoli ad alto rendimento e quelli del comparto energetico e’ al rialzo per questi ultimi; il mercato, pertanto, tende ad ampliare la divergenza di rendimento tra i titoli “spazzatura” in generale (high yield) e i titoli “spazzatura” del comparto energetico.

Un pessimo segnale perche’ gli investitori stanno liberandosi dei titoli del comparto energetico, facendone salire i rendimenti (in quanto prevedono un futuro default del settore se le quotazioni del greggio dovessero continuare a calare).

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LE IMPORTAZIONI E L’ESTRAZIONE DI DI ORO DALLA CINA, RAGGIUNGONO IL 50% DELLA DOMANDA MONDIALE

Le importazioni di oro fisico, nonche’ l’estrazione locale da parte della Cina, raggiungono il 50% della domanda mondiale!

Nel 2013 la domanda mondiale di oro e’ stata pari a tonn. 4.080,50; secondo Koos Jansen – il maggior esperto globale del mercato di oro fisico della Cina il commercio all’ingrosso di oro all’interno dei confini cinesi, l’anno scorso raggiungono le 2.197 tonnellate e non le 1.066 tonnellate stimate dal World Gold Council (WGC).

Secondo Koos Jansen il WGC riporta volontariamente questi dati anche se inesatti, incompleti e incongruenti.

Pertanto l’import di oro dalla Cina supera di molto le valutazioni del WGC. Nel grafico sotto, l’import di oro dalla Cina e l’estrazione di oro del Paese del Dragone, secondo i dati di Gold-Chart che  si allineano a quelli di Koos Jansen (anche in questo caso, comunque, sottostimati).

CHINESEGOLDPROD

Molto interessante l’articolo del giornalista investigativo Guy Christopher, che ti riporto nella sua parte saliente.

Mentre in Occidente il risparmiatore e’ invitato a collocare i propri risparmi all’interno del sistema finanziario, in Cina il risparmiatore e’ sollecitato a investire una parte cospicua del suo capitale in oro fisico.

Chistopher riporta che le banche cinesi, a differenza di quelle Occidentali, invitano apertamente i propri clienti a comperare e vendere oro; inoltre il sistema finanziario cinese, a differenza di quello Occidentale,  accetta oro fisico a titolo di “garanzia collaterale” contro erogazione e concessioni di prestiti.

Dal 2003, quando e’ stato liberalizzato il mercato interno dell’oro, molti sono i negozi autorizzati alla vendita di oro in Cina.

I telegiornali aggiornano i prezzi di oro e argento tutti i giorni, piu’ volte al giorno e il risparmiatore della classe media acquista oro fisico soprattutto durante i cali dei prezzi, per avvantaggiarsi dei ribassi nelle quotazioni.

La Cina, scrive Christopher, come del resto avevamo riportato noi di Deshgold, sta ampliando le funzionalita’ e la platea dei fruitori internazionali dello Shangai Gold Exchange con le finalita’ di far diventare lo SGE il mercato piu’ importante al mondo per la compravendita (trading) di oro fisico.

Chiosa Christopher: il mercato e i flussi dell’oro fisico si spostano da Ovest verso Est (proprio come anticipato qui) contestualmente allo spostamento del baricentro economico e geopolitico dall’Occidente verso Oriente, e  dove, soppratutto,  c’e’ un mercato di tre miliardi di acquirenti pronti all’acquisto di metallo giallo (Cina, India, Vietnam, Iran e Turchia).

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Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

11 risposte

  1. Domenica 30 Novembre 2014 ore 18 : ora andremo sotto i 1000, teniamoci stretto il nostro oro senza pensare a quanto lo abbiamo pagato e portiamo pazienza……spero proprio che i più ottimisti non vengano fuori con frasi del tipo : meglio, così ne compriamo altro! Ora prendiamoci la sconfitta momentanea aspettando che passino gli anni, sappiamo tutti che ritornerá su, ma quando? Io ho 39 anni….spero mi bastino……

    1. dobbiamo ammetterlo …. chi ha investito in oro ha sbagliato e non c’è discussione che tenga , purtroppo anche io sono uno di questi ed ho 52 anni, non so se rivedrò mai più i valori a cui ho comperato , grazie ai catastrofisti !! Bastava comperare un semplice BTP per fare bingo rispetto l’oro che tra l’atro ora è garantito dalla BCE che rende il 7% tassato al 12.5 . Cari amici dell’oro , adesso con perdita di potere di acquisto del metallo a Natale i regali ve li sognate ! il vecchio detto la borsa separa il denaro dagli idioti non sbaglia mai , complimenti per il sito !

      1. Ciao Roberto, forse ti sfugge un particolare che è fondamentale, c’è una guerra economica in corso ( e non è detto che rimanga solo tale) ed il su e giù ne è il risultato a noi visibile. Possiamo chiudere gli occhi e infilare la testa nella sabbia, ma questo non cambia la realtà. Ignorarlo certo fa star meglio, ma fa tanto da proprietario della borsa.

  2. Ciao Angelo, ricordi quando hai detto che si poteva arrivare a un minimo intorno ai 1165 oppure tra 1050 e 1065?Ebbene, siamo andati sotto i 1165. Ritieni ancora che possa scendere fino a 1050?Tra l’altro aggiungesti che tra 1025 e 1030 il ciclo si dovrebbe ormai considerare concluso nel l’Agosto del 2011.

  3. Nonostante Elliott e l’analisi tecnica remino contro,
    con la rottura del max precedente (1207) e con il minimo del 7/11 a 1130 a tutt’oggi inviolato, ciclicamente crescono le probabilità che il ciclo dal 6/10 al 7/11 possa qualificarsi come lingua di bayer mensile il che equivarrebbe a nuovo ciclo annuale con tutte le possibilità di medio e lungo ancora aperte.
    La conferma è lasciata al fattore tempo (1130 inviolato per un trimestrale di cui oggi dovremmo essere nel secondo bisettimanale del primo mensile se consistente).
    Per ora il fattore tempo ci conferma la partenza dal 6/10 di almeno un trimestrale. Sempre per ora la fase up ha trovato giusta resistenza a 1220 dove transita la trend-line dinamica che discende dai max, quindi è giustificato anche il successivo ritracciamento.
    Ma finchè 1141 prima e soprattutto 1130 poi tengono….
    possiamo ancora sperare, a di questi tempi non è poco.

  4. Un saluto a tutti!Alcuni mesi fa, tra un commento e l\’altro, la buttai lì: l\’oro in yen avrebbe fatto il botto, in cerca di nuovi massimi.Beh, guardate i grafici gold/yen e ditemi un pò cosa ne pensate…se non ci siamo, ci siamo quasi.Quanto a noi…lasciamo perdere.A megliu parol è chera ca nun si dice

  5. Osservando le quotazioni in €, quella che ieri 01/12 ha messo in apprensione piu\\’ di una persona, altro non era che un\\’onda 2 correttiva che ha seguito il suo percorso direi \\”come da copione\\”. Contestualmente e\\’ partita la terza di cinque onde di onda 3 di grado superiore, che e\\’ a sua volta parte dei movimenti di onda C a rialzo, la quale credo si prolunghera\\’ minimo per altri quattro mesi. Dopodiche\\’ attenzione, molta attenzione.Devo rimediare a una dimenticanza: quanto scritto avrei dovuto introdurlo con un \\”mi sembra che….\\”.Saluti a tutti.

    1. Raffaele, credo che la tua richiesta sia rivolta a me. Se e’ cosi’ ti lascio la mia mail, ci vuole qualcosa piu’ di una descrizione fatta in poche righe; un grafico per esempio puo’ essere molto piu’ esaustivo di tante parole.
      Saluti
      alfredo.baldoni@fastwebnet.it

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