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2014: il crollo della periferia dell’impero

Attualmente Gli USA – a livello geopolitico –  rappresentano ancora il  “Centro” degli equilibri e assetti politici internazionali.

Sono il “Cuore” del sistema finanziario ed economico globale, grazie al fatto di possedere il dollaro come valuta di riserva e l’apparato militare piu’ potente al mondo.

Ma il “Cuore” del sistema e’ ormai da tempo malato, inefficiente, guasto, corrotto e squilibrato.

Quasi tutti gli altri paesi sono ridotti al rango di “province” dell’Impero (con differenti gradi di autonomia, indipendenza e sovranita’. Non definirei invece “province dell’Impero Americano” la Cina, la Russia, l’India, la Turchia ecc, anzi queste nazioni sono in diretta concorrenza con l’Impero economico e militare americano anche se dipendono in maniera rilevante dal suo “import”).

Gli interessi dell’America sono legati agli interessi delle ricche Elites degli altri paesi, soprattutto Occidentali, ma anche di nazioni esterne all’Occidente (pensiamo al ruolo storicamente determinante negli equilibri internazionali svolto dai “Petrostati” arabi).

Storicamente, quando le fondamenta di un Impero cominciano a scricchiolare, sono le periferie le prime a risentire delle “onde sismiche”; poi il terremoto si diffonde dalla zone interne al Cuore dell’Impero.

E’ quello che sta accadendo proprio sul crinale del 2014; il crollo delle periferie dell’Impero che ritengo si accentuera’ dal 2015 in avanti.

Questa settimana si e’ rivelata disastrosa per i mercati valutari, azionari e obbligazionari, per il timore che la Grecia lasci la Zona Euro e a causa del crollo del prezzo del petrolio.

I Credit Default Swap (CDS – sorta di forme assicurative contro il rischio di insolvenza di paesi sovrani) del Venezuela, sono saliti al massimo storico (4.500 punti basi, evidenziando che il Venezuela e’ sull’orlo del “default”).

Le obbligazioni a 4 anni dell’Ucraina sono schizzate al 28,25% di rendimento; il Peso Colombiano ha perduto un altro 3,7% contro il dollaro americano; il Rand Sudafricano il 2,1%, la Rupia indonesiana l’1,4% e il Peso Cileno l’1,1%.

Analoghi cali per il Peso Messicano, Lira Turca e Real Brasiliano.

Il “Nucleo” della periferia dell’Impero ha vacillato pericolosamente questa settimana: i CDS del Brasile sono balzati al massimo da un anno a 212 punti base, i CDS del Messico al massimo da un anno a 112 punti base, quelli della Turchia al massimo da ottobre a 185 punti base; le obbligazioni sovrane dell’Indonesia sono balzate di 34 punti base con rendimento ai massimi a 8,11%.

Il debito sovrano dei paesi periferici espresso in dollari americani e’ volato ai massimi: il rendimento dei bond della Russia espressi in biglietti verdi sono saliti al 6,62%; quelli brasiliani al 4,56%, quelli della Turchia al 4,45%, quelli del Peru al 3,80%.

Le Borse mondiali sono colate a picco: quella tedesca del 4,9%, quella spagnola del 6,9%, quella italiana del 7,4%, quella greca addirittura del 20%.

Il rapporto di cambio dollaro americano contro Yen giapponese evidenzia lo sgretolamento della valuta del Paese del Sol Levante.

La debolezza dello Yen giapponese e’ un fattore altamente destabilizzante a livello finanziario ed economico non solo per tutti i concorrenti giapponesi del Sud-Est asiatico ma per l’economia mondiale.

Sono sempre piu’ convinto che la fine del 2014 sara’ ricordata negli annali della Storia come l’inizio della fine della Bolla Globale (del debito, delle azioni, delle obbligazioni, delle valute) a livello “periferico” dell’Impero Americano.

Dal mio punto di vista, l’attuale “forza” del dollaro americano e’ causata dalla fuga degli investitori  dalla “periferia” al “centro” dell’Impero; abbiamo detto che quando gli Imperi crollano, sono le periferie le prime a risentirne degli effetti.

Il dollaro americano sara’ l’ultima valuta a cadere: l’attuale “forza” del biglietto verde ne e’ un oscuro presagio.

Mi attendo dal 2015 in poi una serie di dati negativi che sconvolgeranno nel profondo i mercati finanziari ed economici (nonche’ la qualita’ della nostra vita quotidiana).

Profitti aziendali in calo, bassa crescita economica, deficit e debiti governativi in aumento esponenziale, defaults di paesi sovrani oppure espansioni monetarie illimitate con relative svalutazioni iperinflattive, guerre monetarie, inasprimento delle politiche fiscali e inizio del declino definitivo del valore del  dollaro americano.

Insomma, una fase molto delicata per il mondo intero.

Come ha scritto Gennaro qualche giorno fa: preparati perche’ nei prossimi anni molte persone (risparmiatori e investitori) si faranno molto male.

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Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.
Riccardo Gaiolini

Riccardo Gaiolini

Appassionato di mercati finanziari e di analisi tecnica intermarket, integro queste materie con lo studio della strategia geopolitica, estendendone i concetti in un’unica materia interdisciplinare.

4 risposte

  1. Ma intanto l’ora nicchia e sta fermo al palo. Per ora non sta assolutamente recuperando la sua funzione di valvola di depressurizzazione del sistema, avuta sino al 2011 e poi, in assenza di pressioni, scomparsa. Qualche idea del perché? Ormai non viviamo più nel mondo 2012-2013-2014, ma la volatilità sta tornando prepotente e il risk-on è messo à côté, ma l’oro non dà segnali. Preoccupante, o è solo questione di giorni?

      1. Caro Alfredo, il valzer suona per chi lo vuole ascoltare, noi, figli dell’ Homo informaticus, tecnologicamente avanzati, usiamo le cuffiette ed ascoltiamo ben altra musica. Blowin’in the wind. quindi basta attendere. 😉

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